Nessuno mi può giudicare

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di Siria Piccirillo

Nel triangolo amoroso delle città europee più popolari di tutti i tempi, elencando: Napoli, Parigi e Londra, si può sollevare una grossa critica turistica, su quali sono quelle più amate. E sotto le note di Don Raffaè di Fabrizio De André, la bella Napoli si colloca ‘al centesimo catenaccio’ ‘prima pagina, venti notizie, ventuno ingiustizie e lo Stato che fa’. Una delle città più enigmatiche di Europa, finanche la cinematografia articola questo luogo come qualcosa di mistico, profano e magico, se solo si pensa alle raffigurazioni di Sorrentino in «È stata la mano di Dio» affiancato dall’inarrivabile diva napoletana: Sophia Loren o in Parthenope, l’insegnante universitaria del Sud che si ritrova a portare il verbo dell’antropologia al Nord. ‘Ah, che bell’o café’ e si può aprire il sipario col descrivere le pietanze che offre questo mare intorpidito dalla negligenza della società? Pizza, babà e pasta! La triade sonora che assomiglia al segno della croce di ogni buon cristiano, in questo caso, ogni buon napoletano. Unica e sola città che offre l’antico in un portone, perché basta salire a Spaccanapoli e visitare Palazzo Venezia, per accorgersi che dietro le scale di un semplice palazzo, si va celando un rudere romano, una Casina pompeiana raffinata ed esclusiva. E perché mettere in soggezione una città che offre una visione simile alla Parigi di Midnight in Paris di Woody Allen, grande pellicola dalla forza dirompente che mette insieme l’immagine magica di Parigi, con l’incontro provvidenziale degli autori di letteratura e d’arte del passato. Ed è così che il protagonista si ritrova a dialogare con Picasso, di fronte ad un bicchiere di vino. Napoli scende dal calesse di una macchina del tempo impietrita nelle tradizioni e nelle radici più salde, di un territorio che gremisce di storia e di cultura. Il paradigma all’inglese della tazza di tè, costituisce Londra incorporata nella bella Napoli, quella dei caffè letterari che interseca la filosofia proustiana della madeleine, quella “ricerca del tempo perduto” che non passa, ma s’incrementa. Un tempo da ricercare e valorizzare, se fosse necessario con un ritiro nel sanatorio di montagna, quella magica di Mann. La stessa montagna magica che sovrasta il golfo di Napoli che eruttò nel 79 d.C. e che accolse le più ricche ville romane, per le ambite ferie alla luxury style. Quindi che dire «nessuno ci può giudicare».

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