“Non faccia il Terrone”, Brambilla distrutto dai dati Svimez

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“Non faccia il terrone”, la brutta gaffe di Brambilla in diretta su La7 è contrastata dalla concretezza dei dati.

di Emilio Caserta

“Non fare il meridionale”, “Non faccia il terrone con me”. Questa la gaffe dell’imprenditore, Gian Luca Brambilla. Le parole razziste, rivolte contro il direttore generale di Svimez, Luca Bianchi, hanno, giustamente, indignato. Brambilla è inciampato durante un dibattito su La7, a “L’Aria che Tira” del 3 gennaio 2023.

Luca Bianchi, il quale cercava di spiegare, con dati alla mano, quanto ai ricchi settentrionali viene dato sempre di più, mentre ai meridionali sempre meno.

“Non faccia il Terrone con me”, Brambilla in Tv distrutto dai dati Svimez di Bianchi

Una vera e propria rissa verbale quella tra le parti. Decisamente più convincente la tesi di Bianchi che quella di Brambilla. Il secondo legge, anche male, due righe prese dai giornali mentre il primo, un cultore di Svimez cita dati interessanti e comprovati.

In base ai criteri della Spesa storica prima, infatti, (denunciata anche da Eurispes con la sottrazione di 840 miliardi di euro in 20 anni al Sud) il colpo finale sarà l’Autonomia differenziata.

Al di là del vergognoso intervento razzista di Brambilla, non ne escono certamente bene gli imprenditori acculturati del Nord. Intanto, la partita mediatica comincia ad essere giocata ad armi pari, con i dati alla mano. Stiamo ormai entrando a far parte della quotidianità tra istituzioni, studiosi e giornalisti.

La gaffe di Brambilla riporta al centro la questione meridionale

Dopo che per anni i neoborbonici hanno denunciato i furti ai danni del Sud, ora l’intero Meridione, e non solo, si sta cominciando a svegliare. Un’altra notizia importante che è, sfuggita ai più, riguarda il conduttore del programma Francesco Magnani, che tra le righe ha riconosciuto come la questione meridionale sia antica e nata esattamente negli anni dell’Unità d’Italia.

Che questa verità storica stia passando anche tra i media mainstream non è cosa da poco. Per anni, infatti, questi stessi organi d’informazione davano per scontato che la questione meridionale fosse nata molto tempo prima dell’Unità d’Italia tanto da far intervenire i “Padri della patria” a risolvere i problemi del Sud poi aggravati in 160 anni.

Come ha notato il giornalista Fabio Dragoni de La Verità, il Sud deve cominciare a battere i pugni sul tavolo, perché il vento sta cambiando e nei prossimi anni non solo il gas, il mediterraneo tornerà il centro dell’Europa.

Questa volta dovranno essere i meridionali a decidere se continuare ad essere colonia oppure tornare protagonisti del proprio destino.

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