Obiezione di coscienza: come funziona e chi ne ha diritto

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Obiezione di coscienza
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Cos’è l’obiezione di coscienza? Andando ad attingere da un qualsiasi dizionario, troviamo la seguente definizione:

<< L’ obiezione di coscienza indica la possibilità di rifiutare di ottemperare a un dovere, imposto dall’ordinamento giuridico o comunque contrario alle convinzioni di una persona, da parte di chi ritiene gli effetti che deriverebbero dall’ottemperanza contrari alle proprie convinzioni etiche, morali o religiose>>.

Parliamo quindi della volontà di non sottostare a una norma dell’ordinamento giuridico, ritenuta ingiusta, perché in contrasto con la nostra legge fondamentale della vita umana: la coscienza.

Ciò tuttavia non è una prerogativa delle religioni; spesso infatti questa decisione può scaturire anche in un contesto laico laddove sono presenti ideologie pacifiste.

Come ci dice la Legge, l’obiezione di coscienza si fonda sulla tutela prioritaria della persona rispetto allo Stato e sul rispetto della libertà di coscienza, diritto inalienabile di ogni uomo previsto dagli art. 2, 19, 21 della Costituzione e dall’ art. 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

Nella fattispecie dell’ordinamento giuridico italiano sono previste tre forme di obiezione: al servizio militare, sanitaria e alla sperimentazione sugli animali.  Infatti , il diritto all’obiezione di coscienza nella legislazione italiana viene introdotto per la prima volta dalla legge n. 772 del 15 dicembre 1972 che riconosce il diritto all’obiezione contro il servizio militare di leva in Italia per motivi morali, religiosi e filosofici. L’esercizio del diritto all’obiezione si estende poi anche negli altri ambiti dell’aborto, da parte dei medici, e della sperimentazione animale.

Le tre forme di obiezione di coscienza

In poche parole, quando parliamo di obiezione al servizio militare, ci riferiamo al rifiuto della violenza e delle armi, ai quali si contrappongono i valori del pacifismo e della solidarietà.

Per obiezione sanitaria, invece, si intende il rifiuto da parte del personale medico ad effettuare l’interruzione volontaria di una gravidanza che, per loro, corrisponderebbe all’uccisione di una vita innocente. Tra questi includiamo anche la delicata posizione di medici e farmacisti di fronte alla possibilità di non prescrivere e somministrare farmaci abortivi.

Vi è poi l’obiezione circa la sperimentazione animale, con la quale ci si oppone alla violenza perpetrata ai danni di qualsiasi essere vivente.

L’obiezione attua il concetto della libertà di coscienza, coerente con le azioni, laddove gli obblighi della legge ricadono su radicate convinzioni ed ideologie della persona.  Ad esempio, rifiutarsi di agevolare un aborto, come medici, è un’obiezione che riflette la coscienza individuale e non la legge generale.

La bioetica: scienza o etica?

Il fenomeno dell’obiezione sanitaria è collegato allo studio ancora più complesso della bioetica. Qui l’accento è posto sulle questioni mediche e comportamentali. Altre prassi biomediche di recente emerse all’attenzione del legislatore ( oltre a quella dell’aborto), per le evidenti implicazioni etiche che comportano, sono l’eutanasia e il suicidio assistito, la fecondazione artificiale e le manipolazioni genetiche, la sperimentazione su embrioni umani con finalità eugenetica. Diversi scienziati e sociologi si sono occupati del caso.

Secondo il sociologo N. Luhmann, la questione della bioetica è mal posta, poiché non si comprende se si tratti di scienza o di etica. Per Luhmann, scienza ed etica sono due sistemi diversi ed agiscono come tali, per cui l’uno non può interferire nell’altro. Tuttavia, si lascia aperta la possibilità di lasciar decidere agli scienziati e ai medici quanta parte dell’etica debba entrare nei laboratori o nelle sale operatorie. Questa visione piuttosto cinica trova la critica di numerosi professionisti ed obiettori che sono in continua crescita.

Le percentuali di obiettori in Italia

Le percentuali di obiettori di coscienza in Italia sono, stando al 2012, del 69% fra i ginecologi, del 47% per gli anestetisti, del 45% per il personale non medico; per quanto riguarda gli ostetrici le percentuali sono superiori al 70%, con un’ampia variazione di obiettori al Sud, dove le percentuali possono anche arrivare al 90%.

Obiezione di coscienza: pro e contro

Dunque, se da un lato si può ritenere positiva l’adesione da parte del soggetto ad un valore o a un sistema di valori morali, ideologici o religiosi, dall’altro lato, in caso di massiccia adesione all’obiezione di coscienza, la cittadinanza può ritrovarsi in difficoltà per l’erogazione di taluni servizi e prestazioni, perdendo dei diritti fondamentali. Proprio per questo motivo, nel 2014 l’Europa ha richiamato l’Italia. A tal proposito è opportuno sottolineare come la clausola di coscienza non possa essere invocata dagli operatori quando il loro intervento sia indispensabile per salvare una vita in imminente pericolo.

A voi il giudizio finale… Pro o Contro l’obiezione di coscienza?

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