Onu, quando la burocrazia soffoca i Diritti Umani. A partire dal 2 Novembre, il Forum Sociale del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, è presieduto dalla Repubblica Islamica dell’Iran. Cui regime repressivo è stato spesso oggetto di discussione, soprattutto a seguito della morte della giovane Mahsa Amini.
La morte sospetta di Mahsa fu causata a seguito del suo arresto, per la mancata osservanza della legge iraniana sull’obbligo del velo. L’episodio ha avuto risonanza internazionale, scuotendo profondamente l’opinione pubblica. “Donna, Vita, Libertà”, il motto accompagnato dalle manifestazioni.
ONU, l’Iran presiede i Diritti Umani: le proteste
La nomina dell’Iran a capo del Forum Onu per i Diritti Umani, ha suscitato l’ira dei più. Proprio non si riesce a capire, né si accetta, il nesso di una tale nomina. Secondo l’ultimo rapporto annuale di Iran Human Rights Monitor, l’Iran ha il più alto tasso di esecuzione pro capite al mondo. Record che detiene da 43 anni. Ma non solo: Amnesty International, nel suo rapporto annuale, parla di violazioni alla “libertà di espressione, associazione e riunione. Detenzione arbitraria e processi iniqui. Tortura ed altro maltrattamento. Discriminazione etnica, religiosa, delle persone Lgbt e di donne e ragazze. Violazione di diritti di rifugiati e migranti. Impunità dei pubblici ufficiali iraniani verso questi crimini. Infine, si assiste ad un fallimento nell’affrontare la crisi climatica ed il degrado ambientale”.
Iran, l’ultimo ed ennesimo caso di violazione di Diritti Umani
E’ di poco fa la notizia dello sciopero della fame della premio Nobel iraniana Narges Mohammadi. Imprigionata dalle autorità iraniane dal maggio 2016. Attualmente nel carcere di Shahr-e Rey, nella città di Varamin, provincia di Teheran. Narges, già attivista e vicepresidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani, da anni si batte contro la pena di morte e per i diritti delle donne. Inoltre, avendo alcuni problemi di salute, le sono state anche limitate le cure mediche necessarie.
Diritti Umani: il motivo per cui l’ONU ne ha affidato la presidenza all’Iran
L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è stata istituita dopo la Seconda Guerra Mondiale ed ha valenza dal 1946. Composta dalla quasi totalità degli Stati e cioè 193, è l’unica organizzazione nel suo genere. La sua missione è quella di “mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Sviluppare relazioni amichevoli tra le Nazioni. Promuovere migliori condizioni di vita, il progresso sociale e la tutela dei diritti umani”.
Fatte le dovute premesse, l’Iran è uno degli Stati membri Onu. La quale prevede, per la presidenza dei Diritti Umani, un meccanismo di rotazione regionale basato sul principio di uguaglianza tra gli Stati membri. Quest’anno, di diritto, tale nomina spettava proprio all’Iran. Potendo essere modificata soltanto da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu.
A chi tuona invocando il rispetto delle procedure, dunque, c’è chi risponde a tono. E’ il caso di Hillel Neuer, direttore di UN Watch, un’organizzazione non governativa indipendente per i diritti umani con sede a Ginevra. Il quale, anch’esso, afferma che “la nomina dell’Iran poteva essere revocata da una riunione speciale del Consiglio”. La UN Watch ha lanciato una petizione, che a livello globale ha raggiunto più di 100.000 firme. Per chiedere alle Nazioni Unite di revocare l’attuale nomina nei confronti dell’Iran.
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