lunedì, Aprile 21, 2025
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Conte ha finalmente tolto la maschera: l’obiettivo del Napoli è lo scudetto

Il post-partita contro l’Inter ha regalato al Napoli un Conte finalmente spavaldo nelle dichiarazioni. Altro che Conference League, Conte gioca soltanto per vincere.

Via la maschera, il Napoli può farcela

Conte ha finalmente ammesso il vero obiettivo del Napoli: vincere lo scudetto.

Dopo essersi nascosto per oltre 6 mesi, con dichiarazioni totalmente opposte al rendimento della squadra e alla classifica dei partenopei, il tecnico ha aspettato il match contro l’Inter per gettare via la maschera. Evidentemente il tecnico valutava l’Inter come l’ultimo scoglio da superare prima di gridare ai quattro venti l’obiettivo degli azzurri.

Per amore della verità, va ammesso come parlare di obiettivo scudetto ad inizio agosto fosse una follia. Giocarsi lo scudetto è una possibilità che gli azzurri si sono sudati nel corso di questi mesi, andando contro ogni aspettativa iniziale.

La cessione di Kvara a gennaio, senza sostituirlo adeguatamente, ha complicato ulteriormente la situazione. Ma dopo un mese estremamente complesso come quello di febbraio, gli azzurri si sono finalmente ritrovati nel match clou. Non è arrivata la vittoria, è vero, ma la prestazione degli azzurri è stata esaltante.

Perché ci sono pareggi e pareggi. Quelli contro Roma, Lazio e Udinese sapevano di sconfitta. Quello contro l’Inter, invece, sa molto più di un semplice punto.

E soprattutto le competitors arrancano tanto quanto il Napoli. L’Inter vista al Maradona è una squadra in ginocchio, stremata dai tanti impegni. L’Atalanta, invece, continua a non approfittare dei passi falsi altrui e il rendimento casalingo nel 2025 è a dir poco disastroso.

Conte sa tutto ciò. Proprio per questo sarà chiamato a guidare il Napoli con la sua esperienza in una lotta punto a punto, che la piazza e la squadra difficilmente hanno vissuto nel corso della propria storia. Reggere la pressione non sarà semplice, ma il Napoli è chiamato a vivere i prossimi 3 mesi da protagonista assoluta.

E non potrebbe essere diversamente quando il tuo allenatore è Antonio Conte.

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In arrivo la Gelato week 2025 dal 25 al 30 marzo

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Il gelato è molto più di un semplice dessert: è un’icona del made in Italy, un simbolo di tradizione e creatività che conquista ogni generazione. Anche quest’anno, la Gelato Week 2025 (dal 25 al 30 marzo) celebra questo capolavoro della pasticceria fredda con una settimana ricca di eventi, degustazioni e incontri con i maestri gelatieri più talentuosi.

Dove si svolgerà l’evento

La Gelato Week 2025 sarà un evento itinerante che condurrà i partecipanti in un viaggio tra le migliori gelaterie d’Italia, attraverso percorsi guidati nelle città selezionate. A Milano si potranno esplorare ben 25 gelaterie, mentre a Roma, Torino e Bologna ne saranno protagoniste 10, seguite da Verona con 8 e Padova con 5. Ogni locale proporrà un gusto esclusivo, creato appositamente per l’evento e ispirato al tema del percorso scelto, un’esperienza unica disponibile solo durante questa settimana dedicata al gelato.

La novità di quest’anno è l’espansione ad altre 5 città, per un evento che coinvolgerà 68 gelaterie.

Milano (25 gelaterie): Gelatario, LAB, Rigoletto, Premiata Cremeria, Zero Gelato, Pavé, Alberto Marchetti, AiVoglia, Iconico, C’era una Volta, VERO ~ Gelateria Cremeria, Borsieri, Freddo Gelato, Gelatamo, Toldo, Wally, Geko, Clover, Gelato e Champagne, Gnomo, Il Negozietto del Gelato, Sbam, Anthologia del gelato, Dassie, Accademia 64.

Roma (10 gelaterie): Stefano Ferrara, Formaessenza, Zelato, Günther, La Gourmandise, Fiordiluna, Al Settimo Gelo, Manny’s, Il Pellicano, Neve di Latte, Come il Latte.

Torino (10 gelaterie): Aria, Miretti, Maradeiboschi, Papalele, Ottimo!, Gelati D’Antan, La Tosca, MODO, Alberto Marchetti, ViaTrento.

Bologna (10 gelaterie): VERO, Cremeria Marconi, Delle Moline, Maritozzi e Gelato, Islanda, D’Azeglio, GardenBO, Sorbetteria Castiglione, Da Paolo, Scirocco.

Verona (8 gelaterie): Impero, Jurri, GóGó, Pikko, Il Mustacchio, Nanà, Renon, Tugò.

Padova (5 gelaterie): Ciokkolatte, Da Bepi, Gianni, Panciera, Antiche Tentazioni.

Il gelato in Italia e nel mondo

l gelato italiano è molto più di un semplice dessert: è un’icona gastronomica che unisce tradizione, innovazione e artigianalità, conquistando il palato di milioni di persone nel mondo. Con oltre 39.000 gelaterie in Italia – di cui 10.000 specializzate – il settore impiega circa 150.000 addetti e genera un fatturato di 2,8 miliardi di euro, rappresentando il 30% del mercato europeo. A livello globale, il gelato artigianale italiano domina la scena, con l’Europa che vanta oltre 65.000 punti vendita e un valore di mercato di 9,5 miliardi di euro, pari al 60% del mercato mondiale. In Germania, ad esempio, le gelaterie superano le 9.000 unità, con oltre 3.300 specializzate, e circa la metà sono gestite da italiani.

Ma al di là dei numeri, il gelato è soprattutto un piacere irrinunciabile! L’82% degli italiani lo consuma regolarmente, almeno una volta a settimana, con una netta preferenza per quello artigianale (68%). E se il consumo medio pro capite in Italia è di circa 2 kg l’anno, è perché ogni coppetta o cono non è solo un momento di dolcezza, ma un vero e proprio rito che ci accompagna tutto l’anno. D’estate rinfresca le giornate più calde, d’inverno è una coccola che non conosce stagioni. Che sia il classico pistacchio o un gusto gourmet, il gelato italiano continua a essere una piccola grande felicità da gustare ovunque nel mondo.

Il mondo del gelato gourmet

l mondo del gelato è in continua evoluzione, e oggi le gelaterie puntano sempre più su gusti gourmet e abbinamenti insoliti per stupire i palati più curiosi. Le spezie esotiche come curcuma, cardamomo e cannella stanno diventando protagoniste, insieme a ingredienti ricercati come aceto balsamico, pepe nero e nocciola salata vegana con pesca. Il risultato? Un’esplosione di sapori che unisce tradizione e sperimentazione.

Questa ricerca dell’eccellenza artigianale si riflette anche nei prezzi: nelle gelaterie di fascia media, il costo del gelato si aggira intorno ai 20 euro al kg, mentre nelle realtà più esclusive può salire fino a 26-28 euro al kg, con punte superiori ai 30 euro al kg nelle località turistiche. E con l’arrivo dell’intelligenza artificiale nella creazione di nuovi gusti, il futuro del gelato promette di essere ancora più sorprendente!

Oscar 2025: trionfo di “Anora” e successi storici nella notte delle stelle

La notte degli Oscar 2025 ha regalato sorprese, conferme e momenti indimenticabili. Tra applausi e standing ovation, il film “Anora” ha trionfato come miglior film, segnando una vittoria importante per il regista Sean Baker e il cast stellare che ha contribuito al suo successo. Un’edizione che ha celebrato il cinema indipendente e la capacità di raccontare storie autentiche e profonde.

“Anora” vince il premio come miglior film agli Oscar 2025

La pellicola di Sean Baker, già acclamato per opere come “Tangerine” e “Un sogno chiamato Florida”, ha conquistato l’Academy grazie a una narrazione cruda e realistica, capace di esplorare tematiche sociali con uno sguardo innovativo. “Anora” è stato premiato come miglior film degli Oscar 2025, battendo concorrenti di alto livello e consolidando la reputazione di Baker come uno dei registi più audaci del panorama contemporaneo.

Miglior attore protagonista: Adrien Brody torna sul podio

Tra i momenti più emozionanti della serata, il ritorno di Adrien Brody sul palco per ricevere l’Oscar come miglior attore protagonista. Dopo la storica vittoria nel 2003 per “Il pianista”, Brody ha emozionato il pubblico con una performance intensa in “Anora”, confermando la sua versatilità e profondità interpretativa. Un riconoscimento che riporta in primo piano il talento di un attore capace di lasciare un segno indelebile.

Mikey Madison, miglior attrice protagonista degli Oscar 2025

La giovane e talentuosa Mikey Madison ha conquistato l’Oscar come miglior attrice protagonista, sorprendendo critica e pubblico. La sua interpretazione in “Anora” è stata elogiata per la sensibilità e l’intensità emotiva con cui ha dato vita a un personaggio complesso e sfaccettato. Un trionfo che rappresenta una svolta nella sua carriera e che sottolinea l’attenzione degli Oscar 2025 verso i nuovi volti del cinema.

Oscar 2025: Zoe Saldana premiata come miglior attrice non protagonista

Tra i riconoscimenti più applauditi, quello assegnato a Zoe Saldana come miglior attrice non protagonista. La sua performance carismatica e intensa ha conquistato i membri dell’Academy, regalando all’attrice un meritato Oscar. Un risultato che conferma la versatilità di Saldana, capace di spaziare dai blockbuster ai film d’autore con la stessa intensità.

Delusione per Isabella Rossellini

Nonostante la nomination, Isabella Rossellini è rimasta a mani vuote. Un risultato che ha deluso molti spettatori e critici, considerando la sua straordinaria carriera e il contributo fondamentale dato al cinema internazionale. Tuttavia, la sua presenza agli Oscar 2025 è stata un tributo all’eleganza e al talento senza tempo.

Una notte di emozioni e celebrazioni

Gli Oscar 2025 hanno celebrato la diversità e l’innovazione, premiando storie autentiche e interpreti di talento. L’attenzione verso il cinema indipendente, le tematiche sociali e le nuove voci del panorama cinematografico hanno reso questa edizione una delle più significative degli ultimi anni. Con il trionfo di “Anora” e la consacrazione di nuovi talenti, gli Oscar 2025 hanno scritto una pagina importante nella storia del cinema.

La Lazio espugna San Siro all’ultimo minuto con Pedro. Il Milan saluta definitivamente la lotta Champions

La Lazio domina in lungo e in largo contro i resti del Milan, ma per conquistare la vittoria deve attendere l’ultimo minuto con il penalty di Pedro. Il campionato del Milan può dirsi già concluso.

Tracollo Milan, ma quanta qualità la Lazio

Non c’è stata partita questa sera a San Siro. Nonostante il tabellino ci dica di un 2 a 1 conquistato in extremis dagli uomini di Baroni, il campo ci ha detto davvero tutt’altro.

Gli uomini di Baroni hanno dominato in lungo e in largo contro i resti del Milan, ormai apertamente contestato dai propri tifosi. La Lazio è andata vicino al vantaggio già dopo pochi minuti con Dia, ma è stato bravo Maignan a salvare i suoi. Che poi, in fin dei conti, è stata l’unica cosa fatta egregiamente dal portiere francese questa sera.

Per trovare il vantaggio, la Lazio ha dovuto attendere il minuto 28’ dopo un’azione ben elaborata dai biancocelesti e poi finalizzata da Zaccagni, che ribatte in porta un tiro inizialmente parato da Maignan.

Da questo frangente in poi, si è stappata definitivamente la partita per la Lazio. Le praterie lasciate dal Milan sono state davvero quasi imbarazzanti. L’uomo in più per la Lazio è stato Nuno Tavares. Devastante per oltre 90’ minuti, con unica pecca la marcatura balneare su Chukwueze, che ha regalato il momentaneo pareggio ai rossoneri al 84esimo minuto.

Nel mezzo vanno citate: la sostituzione di Musah (per scelta tecnica) dopo 37’ minuti e il rosso diretto a Pavlovic al 67’ minuto.

Dopo il pari rossonero, il finale di gara è stato rocambolesco con continui capovolgimenti di fronte da una parte all’altra.

Il contropiede vincente arriva all’ultimissimo minuto in favore della Lazio. Isaksen si dirige verso il fondo dell’area di rigore e Maignan, in uscita, travolge completamente l’attaccante danese.

Il direttore di gara Manganiello ha ravvisato il penalty in favore della Lazio soltanto una volta richiamato dal Var.

Sul dischetto si è presentato Pedro, che dagli 11 metri non ha fallito.

E’ stata una vittoria meritata per la Lazio che, anzi, avrebbe meritato di vincerla con largo anticipo e con un passivo più ampio. Baroni potrà recriminare ai propri uomini la poca efficacia dei contropiedi e una gestione non perfetta dell’uomo in più.,

Per il Milan, invece, è ormai crisi nera. Terza sconfitta consecutiva in campionato e piazzamento Champions ormai definitivamente sfumato.

La panchina di Conceicao inizia a traballare sempre più insistentemente.

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Salò revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini dopo 101 anni

Dopo 101 anni , il Comune di Salò revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini , concessa nel 1924.

La votazione in consiglio

Il Comune di Salò revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini dopo un lungo dibattito in consiglio comunale. La mozione, presentata dal consigliere di maggioranza Tiberio Evoli (centro-sinistra), ha ottenuto 12 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto. I consiglieri che hanno votato contro appartengono a liste civiche, una delle quali è vicina a Fratelli d’Italia. La maggioranza avrebbe potuto portare la mozione in aula il 25 aprile, ma ha deciso di anticipare i tempi per evitare ulteriori polemiche.

Il sindaco Francesco Cagnini ha commentato la decisione con parole nette :”Le idee rappresentate dalla cittadinanza onoraria a Mussolini non hanno più spazio nell’Italia e nella Salò di oggi. La revoca non necessita di ulteriori parole, giustificazioni o giudizi. Andava semplicemente fatta.”

Salò apre la strada: altri comuni seguiranno?

Dopo la decisione di Salò di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini, il caso potrebbe aprirsi anche a Brescia e in altre città italiane. A Brescia, infatti, è ferma dal 28 ottobre una mozione del consigliere PD Andrea Curcio che chiede la revoca dell’onorificenza a Mussolini.

Durante il Ventennio fascista , molti comuni italiani conferirono la cittadinanza onoraria a Mussolini. La scelta di Salò potrebbe spingere anche le altre città a seguire la stessa linea del Comune di Salò.

Contestazioni da parte dell’estrema destra

Il gruppo manifestante , di matrice neofascista Difendi Brescia , come volevasi dimostrare ha contestato la revoca alla cittadinanza di Mussolini con le seguenti parole :

” La decisione del Consiglio comunale di Salò di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è un atto puramente ideologico e inutile. Invece di perdere tempo con revisionismi storici deprecabili, l’amministrazione dovrebbe occuparsi delle vere emergenze della città: crisi economica, turismo in calo, sicurezza, degrado urbano e manutenzione delle infrastrutture”.

Storia della RSI

La cittadinanza onoraria a Mussolini fu concessa dal Comune di Salò il 23 Maggio 1924, venti giorni prima dell’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti .

In quel periodo, Mussolini era già al potere come capo del governo fascista, e il conferimento della cittadinanza onoraria rifletteva la sua posizione di grande influenza politica.

Dal 1943 al 1945, Salò divenne la capitale della Repubblica Sociale Italia , uno stato fantoccio collaborazionista con la Germania nazista , che si formò dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943 , quando l’Italia si divise in due zone: quella occupata dagli Alleati e quella sotto il controllo della Germania. La RSI rappresentò l’ultimo tentativo di Mussolini di mantenere il potere in Italia, fino alla sua cattura e giustizia nel 1945.

Roma Volley: è retrocessione in A2 tra rimpianti e polemiche

Roma Volley Club Femminile, cala il sipario: è retrocessione in A2 dopo la sconfitta casalinga contro Pinerolo. E’ di poche ore fa il comunicato ufficiale diffuso attraverso le pagine social della società capitolina che lascia dunque la massima serie dopo 12 anni.

L’ultimo atto di un viaggio durato 12 anni va in scena ieri sera, proprio tra le mura di casa, contro un Pinerolo che si batte con le unghie e con i denti incassando 3 punti pesanti che condannano il club capitolino. La serie cadetta perde dunque l’ultimo pezzo di Sud mostrando sempre di più l’assoluto predominio del Nord capitanato da Conegliano, asso piglia tutto di tutto ciò che conta nella Pallavolo. E, numeri alla mano, l’unica che potrebbe riportare un pezzo di Sud nella massima serie è la siciliana Akademia S. Anna che però dovrà vedersela con le corazzate Omag S. Giovanni in Marignano, Itas Trentino dell’ex Mazzanti, Busto Arsizio e Macerata.

Roma Volley, un addio annunciato

Roma Volley, un percorso sin dalle prime battute di questo campionato apparso durissimo. La magrissima consolazione di aver strappato un set sia all’andata che al ritorno alla Regina Conegliano, poche vittorie come quelle contro Cuneo, Il Bisonte, la matricola Talmassons e qualche punticino racimolato al tie break sono la fotografia di una squadra che perde l’ultimo treno contro Pinerolo. Dunque un addio annunciato che lascia l’amaro in bocca ai tantissimi abbonati e al Branco, pagina di incontro riconosciuta dalla società. In palio ormai, rimane soltanto da disputare la finale tutta italiana contro Chieri della Challenge Cup.

Roma annuncia la retrocessione con un lungo comunicato

Roma dunque annuncia la retrocessione attraverso un lungo comunicato apparso sulla pagina Facebook della società nella tarda mattinata di oggi. Andrea Ceccarelli, Direttore della Comunicazione del Club Roma Volley, dopo i doverosi complimenti al Bisonte Firenze per la salvezza raggiunta e il ringraziamento ai tifosi e al Branco, traccia un’analisi lucida e senza dubbio non priva di comprensibile amarezza. Tanti infortuni, sponsor istituzionali venuti meno, sicuramente valutazioni sbagliate che saranno analizzate a mente fredda ma anche l’impegno costante nel provare a coinvolgere realtà economiche della Capitale. Questi gli elementi salienti presenti nel comunicato ma anche il rifiuto di accettare l’insinuazione piovuta da tanti tifosi che questa retrocessione sia stata voluta dalla società. Ceccarelli non ci va certo morbido nei confronti di chi ha saputo soltanto denigrare lo staff tecnico, le atlete e la Dirigenza, la stessa che dopo 23 anni ha riportato la Roma del Volley in serie A1 e dopo 28 ad una finale di Coppa Europea.

Roma retrocede, il Sud scompare dalla serie cadetta

Il Sud dunque scompare dalla Pallavolo che conta. Scarse sono le speranze che nel prossimo campionato la situazione cambi, poichè delle candidate alla promozione in A1, soltanto l’Akademia Sant’Anna di Messina potrebbe avere qualche possibilità ma a fronte di corazzate molto più attrezzate. E viene naturalmente spontaneo porsi delle domande.

E’ questione di una diversa mentalità? Di risorse economiche maggiori? Di Istituzioni non abbastanza sensibili?

Il dato di fatto è che se si guarda più a 360° la condizione in cui versa la Pallavolo nel Centro Sud, appare tristemente evidente la carenza di strutture adeguate che, anche quando ci sono, spesso necessitano di ristrutturazioni tanto lunghe da far invidia alla famosa tela di Penelope. Eppure da Sport e Periferie a tante altre intercettabili, le risorse economiche non mancherebbero. A mancare, e questo è l’aspetto più triste, è forse più la capacità di apprezzare l’alto valore in termini di aggregazione e inclusione che uno sport di squadra come la Pallavolo potrebbe veicolare.

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Zelensky alla Casa Bianca per l’accordo con Trump sulle terre rare

Oggi l’incontro alla Casa Bianca tra Zelensky e il presidente Trump, mantre a Istambul è in corso il secondo round di colloqui tra funzionari russi e statunitensi

Una “rete di sicurezza” per l’Ucraina, così Trump ha definito l’intesa sulle terre rare che firmerà oggi insieme con Zelensky a Washington.

 “Il presidente Zelensky verrà da me e firmeremo un accordo molto importante per entrambe le parti, perché ci farà entrare nel Paese e rendere il maggior partner dell’ucraina”, ha spiegato a margine del colloquio con il primo ministro britannico Starmer, tenutosi giovedì.

L’accordo, secondo le bozze circolate, prevede l’apertura di un fondo a cui Kiev contribuirà al 50% per lo sfruttamento di litio, grafite, cobalto, titanio ma anche gas e petrolio.

Il fondo servirà anche per successivi investimenti in Ucraina e gli Stati Uniti si impegnano a sostenere lo sviluppo economico del Paese in futuro

Durate la conferenza stampa tenuta con il premier britannico Starmer, Trump ha detto poi che l’accordo di pace arriverà molto presto e “farà in modo che non accada un’altra guerra sul territorio europeo”.

Trump ha inoltre garantito che Putin “manterrà la sua parola” e onorerà quanto emergerà dai negoziati.

Dal canto suo premier Starmer ha avvertito che un accordo sull’Ucraina non “può premiare l’aggressore”.

E questa mattina, l’inquilino di Downing street, reduce dal suo incontro con Donald Trump, ha invitato a Londra per domenica, una dozzina di alti dirigenti europei e dell’Unione europea, oltre allo stesso presidente ucraino per discutere una strategia di sostegno a Kiev.

La riapertura dei canali diplomatici è confermata anche dal secondo round di colloqui tra russi e statunitensi a Istanbul.

La Turchia ha ribadito la disponibilità ad ospitare un bilaterale tra Putin e Trump.

Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha telefonato a Erdogan per esprimere apprezzamento per il negoziato per la pace.

Leggi: https://www.centrosud24.com/trump-stangata-allue-annunciti-dazi-del-25-su-tutti-i-prodotti/

Salame di Agerola e Provolone del Monaco Dop: “Nozze del Gusto”

Ad Agerola, dove la tradizione gastronomica incontra l’eccellenza delle materie prime, due prodotti locali hanno conquistato il palato di chi ama i sapori autentici: il Provolone del Monaco Dop e il Salame di Agerola. Questi due gioielli della gastronomia campana non sono solo frutto di tecniche artigianali tramandate nel tempo, ma rappresentano una vera e propria “fusione” di sapori che raccontano una storia di passione, cultura e autenticità. Un “matrimonio del gusto” che merita di essere celebrato.

Pronubo di questa prelibata unione sono i fratelli Imperati, Alfonso e Silvio, titolari dell’azienda Cardone, salumi tipici agerolesi. A celebrare questo matrimonio il prof. Vicenzo Peretti, direttore scientifico del Consorzio di Tutela Provolone del Monaco Dop, accompagnato dal produttore del formaggio, il dottor Ferdinando Imperati. Il videoservizio presto sarà visibile sulla webtv legata al progetto, sul sito https://lostcheeseineurope.eu/ e su Gazzettadeisapori.it è in onda il canale tematico h24 dedicato a tutti i prodotti. LoST EU è un progetto sostenuto dall’Unione Europea dal Programma Reg 1144/2014 per la promozione dei regimi di qualità.

Un abbinamento che esalta le caratteristiche di entrambe le eccellenze agroalimentari, creando una sinfonia di sapori che non può che conquistare i buongustai. La dolcezza e la cremosità del Provolone del Monaco, con le sue note burrose e leggermente piccanti, si sposano perfettamente con la sapidità e il gusto robusto del Salame di Agerola, che porta con sé un aroma speziato e un retrogusto persistente.

Il Provolone del Monaco Dop: un formaggio dalla storia secolare
Il Provolone del Monaco Dop è un formaggio semiduro a pasta filata, stagionato e prodotto esclusivamente con latte crudo vaccino ottenuto per almeno il 20% da bovine di razza Agerolese e per la quota restante da razze diverse (Bruna alpina, Jersey, Frisona, Pezzata Rossa, meticci), allevate negli interi territori dei seguenti comuni, ricadenti nella provincia di Napoli: Agerola, Casola di Napoli, Castellammare di Stabia, Gragnano, Lettere, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Pimonte, Sant’Agnello, Sorrento, Santa Maria La Carità, Vico Equense.
Il Provolone del Monaco Dop ha forma simile a quella di un melone allungato ovvero di pera senza testina, suddiviso in un minimo di sei facce, di peso variabile tra 2,5 e 8 kg. La pasta è elastica, compatta, uniforme con occhiature di diametro variabile sino a 5 mm. La crosta, sottile e quasi liscia, di colore giallognolo con toni leggermente scuri, tende a diventare più gialla e spessa quando la stagionatura supera i 7-8 mesi, rendendo anche la pasta più consistente. Il sapore è dolce e burroso, contraddistinto da un piacevole gusto variamente piccante, che si fa più penetrante e intenso con il protrarsi della stagionatura.

Il Salame di Agerola: un sapore autentico
Il Salame di Agerola è un altro tesoro gastronomico dei Monti Lattari. Prodotto con carne suina di alta qualità, proveniente da allevamenti locali e campani, in particolare dai seguenti tagli: prosciutto di coscia, prosciutto di spalla, pancetta, coppa e lombo. Il grasso, esclusivamente tagliato a punta di coltello, è quello duro di copertura, e deve essere aggiunto in quantità non inferiore al 3% e non superiore al 15% dell’impasto. La macinatura in tritacarne si effettua utilizzando stampi con fori da 12 a 14 millimetri di diametro. All’impasto, lavorato ad una temperatura compresa tra 0 e 5°C, viene aggiunta la concia, preventivamente miscelata. Nella concia sono presenti: sale marino essiccato, pepe nero in grani e/o macinato, zuccheri, innesti microbiologici selezionati, potassio nitrato, acido ascorbico ed il suo sale sodico, nella misura prevista dalla normativa vigente, vino bianco locale oppure IGT, DOC e DOCG dei Monti Lattari – Penisola Sorrentina. Il budello da impiegare per l’insacco deve essere esclusivamente di suino, accuratamente preparato e pulito con acqua e aceto e/o acido citrico in soluzione non superiore al 3%. Il prodotto, una volta insaccato, è forellato e viene legato con spago di fibre vegetali. L’asciugamento del “Salame di Agerola” è effettuato in locali con temperatura compresa tra i 15 ed i 25 °C. Durante la fase di asciugamento il “Salame di Agerola” può essere sottoposto a trattamento di affumicatura, da effettuarsi con fumo di faggio, quercia o castagno. La fase della stagionatura deve avvenire in locali con una temperatura compresa fra 11 e 15°C e con una umidità relativa pari al 70-90%. Il periodo di stagionatura, comprendente anche la fase di asciugamento, non deve essere inferiore ai 60 giorni.

Un patrimonio da preservare
Il “matrimonio del gusto” tra il Salame di Agerola e Provolone del Monaco Dop non è solo un piacere per il palato, ma rappresenta anche una celebrazione della cultura gastronomica campana. Il connubio tra i due prodotti è un’autentica esplosione di sapori che raccontano una storia di tradizione e passione. Un “matrimonio del gusto” che merita di essere celebrato, non solo per la loro bontà, ma anche per il valore culturale e sociale che essi rappresentano. Quando assaporiamo questi due capolavori gastronomici, non stiamo solo gustando del cibo, ma ci stiamo immergendo in un patrimonio che parla di identità, di territorio e di un legame profondo con la storia di Agerola e della Campania.

Vujko MVP blinda la porta di casa Oplonti: è 3-0 al Santa Lucia

Marianna Vujko, proclamata MVP della gara, blinda dunque la porta di Casa Oplonti che in tre set domina l’ICS Santa Lucia di Roma e risponde presente alla chiamata del Presidente Cirillo che, all’indomani della sconfitta contro le siciliane del Santa Teresa di Riva, aveva chiesto alla squadra una prova di carattere.

Le premesse

La compagine laziale, capitanata dal neo coach Lorenzo Valentini, giunge in casa Oplonti animata dalle migliori intenzioni con in campo la collaudata diagonale Liuzzo al palleggio, opposto Morone, schiacciatrici Palermo e Giuliani, centrali De Arcangelis e Cherubini, Bressan primo libero. Sul fronte casalingo, Mister Alminni, eccetto l’infortunata Domiziana Mazzoni, può contare su tutte le sue bocche di fuoco in grande forma, compreso la briosa Eliana Rendina, la cui presenza in campo è sempre una turbina di adrenalina.

Chi ben comincia, si prende il primo set…

Chi ben comincia, si prende il primo set…Iniziava così un antico detto e la Vesuvio Oplonti apre le danze dettando il ritmo del gioco sin dai primi scambi. Martina Pepe, chiamata a sostituire Mazzoni, si rende protagonista di un’ottima prestazione e semina sin da subito scompiglio nelle retrovie avversarie piazzando due ace di fila. Non è serata per le laziali, tanti errori al servizio e un secco 16-8 che spinge Valentini a spendere il secondo time out. Dall’altra parte della rete, Bortolot dirige agevolmente a dritta e rovescio sapendo di trovare Vujko, Pepe, Gervasi e il tandem Biscardi pronte con il braccio caldo. Non basta la tiepida reazione del Santa Lucia, il primo set se lo prende Oplonti con il punteggio di 25-19.

Nel secondo atto, Santa Lucia tenta il pareggio ma trova i muri di Pepe e Vujko

Nel secondo atto, Santa Lucia tenta il pareggio riuscendo a collezionare un distacco di 5 lunghezze che lascia ben sperare. C’è ancora da lavorare sul servizio, anche se Palermo riesce più volte proprio in questo fondamentale ad essere quella più incisiva. Pur tuttavia il vantaggio rosicato all’inizio del parziale dalle ospiti, viene ben presto demolito dagli assalti delle sorelle Biscardi che firmano l’undici pari. A mettere la freccia verso il traguardo del secondo set ci pensano le centrali Vujko e Pepe che, quando non tirano mine vaganti, murano che è una bellezza e la siciliana Gervasi che ne sferra uno dei suoi chiudendo la disputa sul 26-24.

Vujko MVP e intera posta in palio nel forziere oplontino

Vujko MVP e l’intero bottino finisce nel forziere oplontino. Le padrone di casa piegano infatti le avversarie dando prova di grande carattere. L’ICS Santa Lucia tenta fino all’ultimo di riaprire i giochi ma impatta contro una serie micidiale di ace che, più dei parziali precedenti decidono le sorti della gara. A presentare infatti l’amaro conto di chiusura ne sono infatti ben tre di fila, piazzati dall’opposto Biscardi. Il titolo di MVP va a Marianna Vujko, instancabile tigre oplontina e stasera trascinatrice e protagonista, insieme alle sue compagne di un bellissimo momento di Sport. 3 punti preziosi che consentono di rimanere ragionevolmente distanti dalla zona “calda” ma ancora tanto lavoro da fare per le ragazze di mister Alminni che dovranno pian piano sfatare lo spettro chiamato “trasferta”, finora rivelatosi sempre molto avaro negli esiti.

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L’Inter fa la provinciale per 90’ minuti ma il Napoli la riacciuffa nel finale con Billing: lo scontro scudetto termina 1-1

Di Marco illude l’Inter con una pennellata d’autore, ma la prestazione dell’Inter è consistente soltanto dal centrocampo in giù. Il Napoli domina e rischia persino di non vincerla, finchè non è arrivata la zampata di Billing al 87’.

Che Napoli, Inter inesistente

Al Maradona termina 1-1 lo scontro scudetto. Un match appassionante che ha rispettato le attese del pre-match.

Nonostante sia stato detto a lungo dell’Inter che propone un calcio europeo, mentre il Napoli più legato al calcio che fu con difesa e contropiede, il match del Maradona ha detto completamente l’opposto.

Il Napoli ha dominato dal primo all’ultimo minuto. L’Inter si è affacciata nella metà campo azzurra soltanto per due volte, trovando prima la rete su piazzato con Di Marco e poi a fine primo tempo sempre con Di Marco che ha letteralmente arato Politano nei primi 45’ minuti di gioco. Unica pecca per gli azzurri, di una performance di assoluto livello.

La mossa di Conte del doppio-play con Gilmour e Lobotka si è rivelata azzeccata, con lo scozzese che ha fornito una prestazione davvero eccellente.

Il Napoli avrebbe meritato, quantomeno il pari, già nel primo tempo ma si è vista negare la gioia del gol da una chiusura senza senso di Bastoni su Lukaku.

Il centravanti belga ha giocato molto meglio rispetto al match d’andata. Positiva anche la prestazione di Raspadori, nonostante qualche piccolo errore tecnico.

Nel secondo tempo l’Inter va in totale emergenza sulle fasce, perdendo anche Di Marco e vedendosi costretta al cambio modulo e passando al 4-4-2. Si è fatta molta fatica a capire chi dovesse giocare lungo la fascia sinistra, visto che Inzaghi ha più volte switchato i suoi uomini in quel ruolo.

Il Napoli, però, non poteva e non doveva perderla. Né per la cornice di pubblico, né per la prestazione esaltante sul rettangolo di gioco.

Conte la pareggia grazie proprio ai cambi.

Inserendo Okafor, Billing, Olivera e Ngonge trova la chiave giusta per buttare giù il muro nerazzurro. La rete del 1-1 arriva al 87’ dopo una buonissima serpentina di Lobotka che ha completamente sguarnito la difesa interista. Billing ha trovato la rete del 1-1 di ribattuta, dopo una prima parata iniziale di Martinez.

Totale euforia al Maradona. Inter K.O. Il Napoli, sulle onde dell’entusiasmo, rischia addirittura di vincerla proprio sull’ultima palla del match con McTominay ma la conclusione è andata ad infrangersi su un’opposizione di 3-4 uomini con la casacca nerazzurra.

Al fischio finale, il Maradona ha applaudito i propri calciatori nonostante il pareggio. Applausi non di circostanza, ma assolutamente meritati per gli uomini di Antonio Conte.

La classifica resta, dunque, invariata.

Inter prima a 58 punti, Napoli secondo a 57 punti e Atalanta terza a 55 punti.

A 11 giornate dalla fine è tutto ancora aperto.

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