lunedì, Aprile 21, 2025
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Gli animali nei circhi: una questione di etica e rispetto

Negli ultimi anni, il dibattito sull’uso degli animali nei circhi ha guadagnato sempre più attenzione, e non senza ragione. Mentre molte persone continuano a vedere i circhi come una forma di intrattenimento innocente, è fondamentale esaminare la realtà dietro le quinte e riconoscere le sofferenze che questi animali affrontano in nome dello spettacolo.

Gli animali nei circhi sono spesso catturati in natura o allevati in condizioni di cattività. Le loro vite sono caratterizzate da spazi angusti, routine di allenamento dure e un ambiente che non soddisfa le loro esigenze fisiche e psicologiche. Elefanti, leoni, tigri e altri animali selvatici, che nella loro habitat naturale si muovono liberamente, vengono costretti a vivere in gabbie piccole e inadeguate. Queste condizioni di vita non solo privano gli animali della loro libertà, ma possono anche portare a comportamenti anomali, come il “pacing” o il “coping”, indicatori di stress e disagio.

Per addestrare gli animali a esibirsi in numeri acrobatici o a compiere trucchi, viene spesso utilizzato un metodo di addestramento basato sulla paura e sul dolore. Strumenti come fruste, bastoni e dispositivi di shock elettrico sono comuni per costringere gli animali a obbedire. Questi metodi non solo sono inumani, ma minano anche la dignità e il benessere degli animali, riducendoli a meri oggetti di intrattenimento.

Molti sostenitori dei circhi sostengono che le esibizioni con animali siano un tradizionale divertimento per le famiglie. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che l’intrattenimento non giustifica il dolore e la sofferenza inflitti agli animali. Esistono innumerevoli alternative per il divertimento che non coinvolgono la sfruttamento di esseri viventi. Le produzioni circensi moderne, come il Cirque du Soleil, dimostrano che è possibile offrire spettacoli straordinari senza l’uso di animali, basandosi su talenti umani e creatività.

La crescente consapevolezza riguardo al benessere animale ha portato a un cambiamento di mentalità tra il pubblico. Sempre più persone scelgono di boicottare i circhi che utilizzano animali, sostenendo attivamente leggi e iniziative che vietano questa pratica. Diverse nazioni e città hanno già adottato normative che limitano o vietano l’uso di animali nei circhi, un passo significativo verso un futuro più etico.

È tempo di riconoscere che gli animali non sono strumenti di intrattenimento, ma esseri senzienti che meritano rispetto e dignità. Chiediamo a tutti di riflettere sulle proprie scelte di intrattenimento e di considerare il costo umano e animale dietro spettacoli che, per quanto affascinanti, non possono giustificare la sofferenza. Il futuro del circo può essere luminoso e privo di animali; è nostra responsabilità fare in modo che ciò accada. Scegliamo la compassione e il rispetto, ponendo fine all’era dei circhi con animali.

Inaugurato a Roma il monumento a Čyngyz Ajtmatov

Ieri mattina a Roma, nel parco di Villa Grazioli, in una solenne celebrazione organizzata dall’Ambasciata della Repubblica del Kirghizistan, l’inaugurazione del monumento a Čyngyz Ajtmatov, realizzato dall’artista kirghiso Alexey Morosov.
Presenti all’evento l’Ambasciatore della Repubblica del Kirghizistan, Taalai Bazarbaev, il Console onorario, Antonio Castiello, le autorità municipali della capitale, le rappresentanze ed i funzionari di diverse altre ambasciate straniere ed un folto pubblico sia di cittadini kirghisi residenti in Italia, che di imprenditori, professionisti, accademici e rappresentanti di associazioni internazionali. Allietata dalla presenza di giovani kirghisi, vestiti con costumi della propria tradizione e da un buffet preparato con piatti tipici, sono intervenuti anche alcuni familiari di Čyngyz Ajtmatov.

L’Ambasciatore della Repubblica del Kirghizistan, Taalai Bazarbaev
Il Console onorario, Avv. Antonio Castiello


Čyngyz Ajtmatov, scomparso nel 2008, è stato uno scrittore, pensatore e diplomatico kirghiso di fama mondiale. Le sue opere, tradotte in più di 170 lingue, sono diventate un simbolo della ricerca spirituale, del dialogo culturale e di affermazione di valori umanistici.
Nato nel 1928 in un villagio remoto del Kirghizistan, Ajtmatov è riuscito a raggiungere le più alte vette della letteratura mondiale. Tra le sue opere più famose, ricordiamo : “Giamila”, “Addio, Gul’sary!”, “Il battello bianco”, “Il giorno dura più di un secolo”, opere in cui affronta temi fondamentali come la morale, il destino umano, il conflitto tra tradizione e modernità. Ma Ajtmatov, oltre che come scrittore, deve la sua notorietà anche all’enorme contributo che ha dato allo sviluppo delle relazioni internazionali, ricoprendo importanti incarichi statali, come ambasciatore dell’URSS e, successivamente, del Kirghizistan in Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, oltre a diventare consigliere del Presidente del Kirghizistan.
Com’è stato sottolineato dall’Ambasciatore Taalai Bazarbaev, oggi il suo nome resta un simbolo di eredità spirituale che unisce i popoli, in un ponte tra l’Asia e l’Europa.
Il Kirghizistan è uno stato indipendente dal 1991 dell’Asia centrale, con una popolazione di circa 6,7 milioni di abitanti, senza sbocchi sul mare, confinante con Cina, Kazakistan, Tagikistan, e Uzbekistan. Il territorio è prevalentemente montuoso e il settore più redditizio è quello estrattivo, favorito dalla presenza di vasti giacimenti di carbone, oro, antimonio e uranio, mentre l’industria manifatturiera è concentrata sulla lavorazione di prodotti agricoli, come lana, carne e pelli.
Ma torniamo all’evento di ieri a Roma con l’inaugurazione del monumento a Čyngyz Ajtmatov, realizzato dall’artista kirghiso Alexey Morosov.
L’opera, una scultura in marmo di carrara e travertino, dal titolo ‘Monte Ajtmatov’, è stata commissionata dal Governo kirghiso e realizzata grazie alla collaborazione del Comune di Roma, che ha messo a disposizione il parco di Villa Grazioli in cui è stata collocata, un’area verde destinata ai bambini, che potranno così ammirare e conservare nella loro memoria visiva il tenero volto dello scrittore kirghiso.


L’opera è stata realizzata dall’artista kirghiso Alexey Morosov nell’arco di circa un anno e mezzo, utilizzando il marmo statuario nelle cave di Carrara e un blocco di travertino romano, estratto dalle cave di Tivoli, entrambi materiali che appartengono alla tradizione monumentale romana. Il volto di Ajtmatov è ritratto nel marmo, dove appare giovane e concentrato, combinando mirabilmente la tradizione scultorea romana con quella moderna. Per dare coerenza con la storia e l’architettura dei monumenti della capitale, la scultura è innestata su un blocco in travertino, figura architettonica che domina le piazze di Roma.

L’ artista kirghiso Alexey Morosov

L’evento di ieri intende, peraltro, dar seguito all’incontro, avvenuto a Roma nello scorso mese di ottobre 2024, tra il Presidente Sergio Mattarella, la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente kirghiso Sadir Japarov, con la sottoscrizione di un memorandum nell’ambito di un accordo di rafforzamento delle relazioni diplomatiche e culturali tra le due repubbliche.
Molto apprezzati gli interventi dell’Ambasciatore della Repubblica del Kirghizistan, Taalai Bazarbaev e del Console onorario, Antonio Castiello, che hanno voluto con questo evento rafforzare ulteriormente la collaborazione e le relazioni internazionali tra l’Italia e la piccola repubblica asiatica.

L’emigrazione dal Sud Italia: una crisi inascoltata

Le recenti proiezioni demografiche offrono uno sguardo allarmante sul futuro del Mezzogiorno: secondo un recente rapporto dell’ISTAT, si prevede che entro il 2080 la popolazione nelle regioni meridionali scenderà di ben 8 milioni di unità. Negli ultimi vent’anni, la perdita di residenti ha già superato il milione, e questa spirale di emigrazione sembra destinata ad accelerare. L’Unione Europea ha cercato di contrastare questo fenomeno attraverso ingenti investimenti, ma le opportunità offerte rischiano di essere sprecate.

A rendere complesso il quadro è il profilo dei migranti: se fino a poco tempo fa solo il 26% di coloro che si trasferivano al Nord possedeva un titolo di studio superiore, oggi la situazione è cambiata drasticamente. Nel 2022, il 42% dei giovani che hanno lasciato il Sud era laureato, evidenziando una preoccupante emorragia di talenti e competenze. Nonostante alcune realtà imprenditoriali di successo, come quelle in Campania e Puglia, la mancanza di opportunità lavorative qualificate continua a spingere i giovani verso altre regioni.

Il rapporto ISTAT mette in luce un paradosso: sebbene l’occupazione sia cresciuta tra il 2020 e il 2023, il numero di persone in povertà assoluta al Sud è aumentato di 250.000 unità, mentre al Centro-Nord è diminuito. Questo scenario è aggravato dal calo del lavoro nei settori chiave dell’economia, in particolare nel manifatturiero, mentre alcune aziende emergenti rimangono isolate in un contesto di stagnazione.

Un altro aspetto critico è rappresentato dalle infrastrutture, dove le scelte politiche restano insufficienti. Il turismo, spesso visto come una potenziale leva per la crescita, non ha ancora raggiunto il suo potenziale. Con solo 1,3 presenze turistiche per abitante, il Sud si colloca all’ultimo posto tra i Paesi OCSE, mostrando un divario significativo rispetto a regioni più sviluppate. Questo gap si fa ancora più evidente considerando che le regioni meridionali faticano a recuperare il calo delle presenze turistiche subìto nel 2020.

Il tema dei servizi sociali è un altro punto dolente. L’Europa ha più volte esortato l’Italia a migliorare l’accesso ai servizi per l’infanzia, ma la situazione al Sud è critica. Nonostante le risorse stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), le regioni meridionali rimangono sotto la soglia critica del 30% per quanto riguarda i posti negli asili nido. In Sicilia e Campania, l’offerta si attesta attorno al 16%, un dato inaccettabile per una società moderna.

Anche il tempo pieno scolastico, richiesto come obiettivo dall’Unione Europea, resta un miraggio per molti. A Palermo, ad esempio, il 73% dei bambini tra i 6 e i 10 anni non ha accesso a questo servizio.

Senza scelte politiche concrete e investimenti mirati, il Mezzogiorno rischia di continuare a spopolarsi, tranne che per qualche rara eccezione. È essenziale che le istituzioni si impegnino a promuovere politiche di sviluppo che possano realmente trasformare questa crisi in un’opportunità, ponendo le basi per un futuro sostenibile e inclusivo. Solo allora il Sud potrà sperare di fermare il suo inesorabile declino demografico e sociale.

8 Marzo “La scelta di Adamo”. Inaugurazione mostra a Lamezia Terme

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L’evento è curato da Antonella Bongarzone, Direttrice della Casa Museo Gullo e da Giovanna Adamo, Presidente della Associazione Arte Antichità e Passato Prossimo che lo hanno patrocinato e sponsorizzato.

È questo il titolo ed il tema che verrà trattato il prossimo 8 marzo all’inaugurazione della mostra che si terrà a Lamezia Terme in via L. Pirandello n. 9,presso il laboratorio d’arte di Rosella Cerra alle ore 18.00.

Si incontreranno diverse voci che con diverse modalità artistiche narreranno e rappresenteranno la propria visione della “scelta di Adamo”. La responsabilità, la colpa, le conseguenze di una opzione che ha portato alla condanna del Peccato Originale ma anche alla determinazione del Libero Arbitrio.

Saranno esposte le opere “L’albero delle 4 Ere” di Rosella Cerra e “Turkana” di Antonio Iozzo.

Sonia Talarico realizzerà una performance nell’installazione “Lingua di Serpente”.

Un lungo percorso nella storia, da Adamo ad Eva Mitocondriale e alle 4 ere dell’Umanità con un chiaro riferimento a Gioacchino da Fiore. Al ragazzo di Turkana, che testimonia un passaggio storico di oltre un milione di anni, alla Lingua di Serpente avvolto nella natura fra le erbe ed i rami.

La mostra rimarrà aperta fino all’8 aprile dalle 17.30 alle 19.30, dal lunedì al venerdì.

Diverse le attività culturali che si svolgeranno durante il periodo di permanenza della mostra. Legate a quella “scelta” di Adamo che ha condizionato e costretto l’Umanità ad una esistenza dolorosa e conflittuale che proprio alle soglie di casa sta giocando una partita cruciale.

Bollette: il governo approva un decreto da 3 miliardi per famiglie e imprese

Bollette più leggere in arrivo per milioni di famiglie italiane. Il governo guidato da Giorgia Meloni ha varato un nuovo decreto bollette da 3 miliardi di euro, pensato per contrastare il caro-energia e offrire sostegno concreto sia ai nuclei familiari sia alle imprese. La misura è stata definita nel corso di un vertice a Palazzo Chigi e sarà al centro del prossimo Consiglio dei Ministri.

Uno dei punti centrali del decreto è l’estensione del bonus sociale sulle bollette, che vedrà la soglia ISEE innalzata fino a 25mila euro. Questa modifica allargherà significativamente la platea dei beneficiari, includendo anche il ceto medio, particolarmente colpito dai rincari sulle bollette di luce e gas.

Il nuovo sistema di aiuti prevede un meccanismo a scaglioni, in cui le famiglie con ISEE fino a 9.530 euro continueranno a ricevere il bonus bollette pieno, mentre chi ha un ISEE compreso tra 9.530 e 25mila euro avrà accesso a un contributo parziale, calibrato sulle diverse fasce di reddito. L’obiettivo è garantire un intervento più equo e mirato, offrendo un aiuto maggiore a chi è più vulnerabile di fronte all’aumento delle bollette.

Il decreto stanzia complessivamente 3 miliardi di euro, equamente suddivisi tra famiglie e imprese. Per quanto riguarda il mondo produttivo, metà delle risorse sarà destinata alle imprese energivore, ossia quelle che maggiormente risentono dei costi energetici elevati, mentre l’altra metà sosterrà le PMI, che continuano a lottare contro l’impennata delle bollette.

Il piano è frutto di un confronto diretto tra la premier Meloni e i principali esponenti della maggioranza, tra cui Matteo Salvini, Antonio Tajani, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, il titolare del Pnrr Tommaso Foti e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Obiettivo comune: garantire bollette più sostenibili e prevenire una crisi energetica che metterebbe ulteriormente sotto pressione famiglie e imprese.

Ma il decreto bollette è solo la prima mossa di una strategia più ampia. Il governo sta lavorando anche a interventi strutturali di medio-lungo periodo per rendere il sistema energetico nazionale più efficiente e sostenibile. L’autosufficienza energetica e la promozione delle rinnovabili sono tra le priorità future, con un’attenzione particolare a come ridurre l’impatto delle bollette sul bilancio familiare.

Secondo le prime stime, il nuovo bonus bollette dovrebbe interessare almeno 8 milioni di famiglie, rappresentando uno degli interventi più estesi mai adottati in Italia sul fronte energetico. In aggiunta, il decreto punta a migliorare la trasparenza delle offerte sulle bollette, imponendo maggiore chiarezza nei contratti e nelle condizioni applicate dai fornitori di energia.

Parallelamente al decreto bollette, il Consiglio dei Ministri esaminerà anche una delega sul nucleare sostenibile, elemento chiave della nuova politica energetica nazionale che punta a diversificare le fonti e a rendere più prevedibili i costi delle bollette nel lungo termine.

Le associazioni dei consumatori, tuttavia, chiedono misure ancora più incisive per proteggere le famiglie dai rincari delle bollette. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra propongono che Acquirente Unico possa stipulare contratti diretti con i produttori di energia rinnovabile, per sganciare i prezzi delle bollette elettriche da quelli del gas, rendendole più stabili e prevedibili.

Il governo, intanto, punta su questo pacchetto di misure per alleggerire le bollette nel breve periodo e lavorare su una transizione energetica che garantisca maggiore sicurezza e sostenibilità nei prossimi anni.

Portalettere precari: «Report sia punto di partenza. No a strumentalizzazioni sulle nostre battaglie»

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Abbiamo il piacere di pubblicare una lettera aperta a firma di Carmine Pascale, un ex postino di Roma.

Tencent lancia Hunyuan Turbo S: la nuova sfida nell’intelligenza artificiale cinese

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La corsa all’intelligenza artificiale in Cina si fa sempre più serrata e vede protagonista Tencent, il colosso tecnologico che ha annunciato il rilascio di Hunyuan Turbo S, un modello di intelligenza artificiale presentato come più veloce e performante rispetto al celebre DeepSeek-R1.

Hunyuan Turbo S: la nuova scommessa di Tencent per l’AI

Tencent ha dichiarato che il nuovo modello è capace di rispondere alle domande degli utenti entro un secondo, una velocità che surclassa quella dei suoi predecessori, inclusi DeepSeek R1 e Hunyuan T1. Questa rapidità lo distingue dai modelli definiti “slow-thinking”, che richiedono più tempo per elaborare le risposte.

Secondo la nota ufficiale di Tencent, Hunyuan Turbo S è stato progettato per ridurre del 44% la latenza della prima parola generata, garantendo un flusso di conversazione più naturale e fluido. Questa caratteristica è particolarmente vantaggiosa in ambiti come la generazione di contenuti, la risoluzione di problemi matematici e l’elaborazione di conoscenze complesse.

Come funziona l’architettura Hybrid-Mamba-Transformer di Tencent

Una delle innovazioni chiave introdotte da Tencent è l’architettura ibrida chiamata Hybrid-Mamba-Transformer, progettata per ridurre sia la complessità computazionale sia l’occupazione della memoria cache (KV-Cache). Questa combinazione consente a Hunyuan Turbo S di sfruttare il meglio dei modelli di deep learning di nuova generazione, garantendo prestazioni più elevate con un utilizzo di risorse ottimizzato.

L’ispirazione per questo modello deriva dalla modalità fast-thinking che caratterizza la maggior parte delle decisioni umane quotidiane, integrate però con elementi di slow-thinking per l’analisi razionale. In questo modo, Tencent punta a creare un’intelligenza artificiale capace di unire intuizione e logica, risultando più versatile e vicina al ragionamento umano.

Tencent offre Hunyuan Turbo S a sviluppatori e aziende

Per accelerare la diffusione di Hunyuan Turbo S, Tencent ha reso disponibile il modello tramite API accessibili sul portale ufficiale di Tencent Cloud. Gli utenti aziendali e gli sviluppatori possono usufruire di una prova gratuita di una settimana, esplorando direttamente le potenzialità di questa tecnologia.

Prezzi competitivi per il nuovo modello AI di Tencent

Tencent ha anche annunciato una politica di prezzi competitiva per incentivare l’adozione di Hunyuan Turbo S. Il costo è di 0,8 yuan per milione di token in input e 2 yuan per milione di token in output, una riduzione significativa rispetto al modello precedente Hunyuan Turbo.

Tencent accelera nella corsa all’intelligenza artificiale globale

Con il lancio di Hunyuan Turbo S, Tencent conferma il proprio ruolo di leader nell’innovazione AI, sfidando non solo DeepSeek, ma anche i colossi internazionali come OpenAI. La battaglia per la supremazia tecnologica è solo all’inizio, e Tencent sembra intenzionata a restare in prima linea.

In breve

  • Hunyuan Turbo S è il nuovo modello AI di Tencent.
  • Risponde entro un secondo, superando la velocità di DeepSeek.
  • Architettura innovativa Hybrid-Mamba-Transformer.
  • Accesso tramite Tencent Cloud con prova gratuita.
  • Prezzo competitivo per favorire l’adozione globale.

Sciopero dei magistrati, flash mob in tutta Italia contro la riforma Nordio

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“Contro la separazione delle carriere e a difesa della costituzione” è questo il monito che ha guidato lo sciopero dei magistrati indetto dall’ANM in tutta Italia. Una iniziativa molto forte, con pochi precedenti perché questa volta ad incrociare le braccia è stato un potere dello Stato. Una scelta compiuta per sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica un progetto legislativo, a cominciare dalla separazione delle carriere, che a dire della magistratura punta sostanzialmente a “limitare la giurisdizione”.

Uno sciopero a difesa della Costituzione e non di una casta

La percentuale di adesione che sfiora l’80%, è salutata come un successo per una iniziativa che non rappresenta la difesa di una corporazione, “di una casta”, ma della Costituzione. “Noi non difendiamo nessun privilegio – spiega il presidente dell’Anm, Cesare Parodi – ma vogliamo spiegare ai cittadini perché questa riforma è stata voluta. Si è formata nell’opinione pubblica una immagine della magistratura che certamente non corrisponde alla realtà. Si è voluto un narrato sulle toghe negativo”.

I togati del CSM

I consiglieri togati del Csm sostengono le  ragioni dello sciopero dei magistrati indetto dall’Anm e in programma oggi: ”Noi magistrati componenti del Consiglio superiore della magistratura manifestiamo l’adesione alle ragioni dello sciopero dell’Associazione Nazionale Magistrati – scrivono tutti i consiglieri togati di Palazzo Bachelet a eccezione dell’indipendente Andrea Mirenda – Invero si tratta di uno sciopero che la magistratura associata ha indetto non per tutelare interessi di categoria, ma per porre con forza all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della garanzia dell’autonomia e indipendenza dell’ordine giudiziario e, dunque, della tutela dei diritti di tutti”. 

contributo esterno

Il progetto di Thiago Motta e Giuntoli è già fallito. Il 4° posto non salverà la stagione della Juventus

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Eliminati dalla Champions League e dalla Coppa Italia nel giro di una settimana. La nuova Juventus è un fallimento epocale.

Fiasco bianconero

La Juventus di Thiago Motta è un fallimento a 360° gradi. Fuori dalla lotta scudetto già in autunno, piazzata al 20° posto in Champions League e poi eliminata ai play off dal PSV e fuori dalla Coppa Italia ai quarti contro l’Empoli.

Nel mezzo va aggiunta anche la spedizione fallimentare in Arabia, che ha visto i bianconeri eliminati dal Milan già in semifinale di Supercoppa Italiana.

Il progetto Thiago Motta è stato difeso a lungo dalla stampa anti-Allegri, ma stavolta la pazienza è ufficialmente terminata. In un club come la Juventus non esistono anni di transizione.

Un’annata senza trionfi può essere accettata, forse, soltanto in presenza di una crescita del club attraverso la valorizzazione di giovani e lo sviluppo di un gioco offensivo e divertente. Ma non si è visto nulla di tutto ciò.

Gli acquisti più onerosi del mercato estivo (Koopmeiners, Nico Gonzalez e Douglas Luiz) si sono rivelati un fallimento. Il migliore arrivato su mercato è Thuram, che più volte è stato lasciato inspiegabilmente in panchina da Thiago Motta.

Il mercato di gennaio è andato parzialmente meglio, ma gli acquisti migliori sono arrivati in prestito secco. Kolo Muani e Renato Veiga.

Mentre chi è arrivato per restare, ossia Kelly e Alberto Costa, continua a destare grossi dubbi. Il terzino portoghese fa persino fatica a trovare spazio.

Pertanto, oltre Thiago Motta, è giusto che sul banco degli imputati venga messo anche Giuntoli. L’uomo a cui erano state affidate le chiavi della Juventus e che ha sperperato oltre 200 milioni di euro.

Il 4° posto non salverà la stagione della Juventus.

Il rischio di vivere un’altra rivoluzione a fine stagione è una possibilità sempre più concreta.

Contributo esterno.

Atletica, Assoluti di Ancona 2025: i giovani al centro del progetto, un impegno concreto della federazione

di Giulia Nardová

Si è appena concluso il meeting italiano più importante dell’anno: gli Assoluti di Ancona. Molti gli atleti e le atlete al picco della forma e tanti i traguardi raggiunti durante queste due giornate, tra cui un record del mondo nella marcia e gare davvero competitive.

Ogni anno sono sempre più numerosi i giovani che si avvicinano al mondo dello sport e crescono in un clima di sana competizione. Da sempre, l’atletica è sinonimo di eccellenza. Per raggiungere l’eccellenza, però, sono necessari costanza, allenamento e grande passione, e spesso si rischia di essere sopraffatti dal desiderio di vincere.

Le giovani promesse che si avvicinano allo sport vanno protette. Ci sono sogni, ambizioni e, spesso, la voglia di farcela li spinge a dare il massimo. Abbiamo intervistato il presidente Stefano Mei e molti atleti per capire come allenatori e addetti ai lavori cooperano tra loro e come affrontano concretamente queste tematiche per garantire un ambiente protetto che possa dare soddisfazioni ai giovani senza sacrificare la loro spensieratezza.

Daniele Leonardo Inzoli, che ha compiuto 16 anni lo scorso anno ed è già una giovanissima promessa del salto in lungo, allenato da Fabrizio Donato, commenta così la sua gara: “È stato emozionantissimo, prima medaglia tra i grandi! Sono riuscito a gestire bene la gara anche se sono partito poco concentrato e ho fatto dei nulli. Il mio allenatore mi ha insegnato che in questi momenti devo pensare solo a saltare, che non devo dimenticare che ho tutte le capacità per farcela e devo concentrarmi solo sul salto senza pensare al resto.” E aggiunge: “Ho totale fiducia in Fabrizio, il nostro gruppo di allenamento è per me una seconda famiglia, c’è un rapporto bellissimo con tutti gli atleti e quando mi alleno mi sento a casa.”

Stefano Mei si ricorda di quando gareggiava e commenta: “È importante preservare i giovani che oggi sono bombardati dai social e dai media. Furlani, per esempio, mantiene sempre un atteggiamento positivo, si diverte e questo è fondamentale. Bisogna allenarsi senza smettere mai di divertirsi. Quando gareggiavo io sentivo molto la pressione del risultato. Oggi è anche peggio, il livello della competizione si è alzato parecchio, i ragazzi sono costantemente esposti al clamore mediatico e per questo è importante che l’organo tecnico lavori molto anche su questo aspetto.”

Luca Sito, dopo la vittoria, parla dei suoi progetti futuri: “A luglio ci sono gli Under 23, e sono tanto importanti quanto i Mondiali, soprattutto per me che sono ancora giovane. Se devo scegliere un picco di stagione, vorrei averlo in quella competizione.” Dimostra quindi una grande maturità. Nonostante quello di settembre sia un meeting ambito da molti, preferisce una stagione che sia più coerente con il suo allenamento e non lo porti a uno stress fisico inutile, con una strategia che lo tutela da infortuni. Non c’è fretta nel suo percorso, c’è invece una grande consapevolezza e un grande rispetto per la propria preparazione fisica.

Federico Riva, dall’autunno 2024, è allenato dal tecnico tedesco Thomas Dreissigacker e parla così della gara e del suo rapporto con il coach: “Oggi volevo vincere, mi aspettavo una gara tattica e così è stata. Ho cercato di risparmiare le energie per tutta la competizione, aspettando gli ultimi 100 metri per uscire e attaccare gli altri. Ad Apeldoorn l’obiettivo è correre bene le batterie e centrare la finale, puntando in gara soprattutto sullo sprint finale. Sono soddisfatto di come mi alleno, vengo stimolato ogni giorno a dare il massimo ed il mio allenatore cura tutti i dettagli tecnici che mi possono portare al miglioramento della mia performance. Stiamo facendo un ottimo lavoro e i risultati parlano da soli.”

Elisa Molinarolo, che di recente ha subito bodyshaming, non può in questa sede rilasciare dichiarazioni sulla vicenda, ma ci ha tenuto a specificare che il sostegno del suo allenatore è stato fondamentale per la sua carriera come atleta e per le sue scelte personali, e ci invita a intervistarla nei prossimi giorni.

Tonino Andreozzi, tecnico dirigente FIDAL, racconta che l’organo tecnico è sempre in contatto con gli allenatori e che tre volte l’anno incontra i giovani in meeting nazionali proprio per accertarsi della loro salute fisica e mentale. “C’è una rete fitta di comunicazione costante tra l’organo tecnico, il gruppo di allenamento e lo staff per intervenire tempestivamente qualora ci fosse bisogno di qualsiasi supporto a sostegno dei più giovani.”

In forma eccellente anche Leonardo Fabbri, che sembra aver ritrovato la serenità dopo l’inizio faticoso a Ostrava. Anche per lui il gruppo di allenamento è stato fondamentale e, nel rapporto di amicizia, stima e competizione con Zane Weir, ha trovato uno stimolo per migliorare gara dopo gara i risultati della stagione.

Larissa Iapichino commenta la sua gara: “Oggi ero stanca, non ho avuto grandi sensazioni, l’ho interpretata bene ma avevo un po’ di problemi a saltare, tanti nulli e quelli validi erano poco brillanti. Andrò solo agli Europei e non ai Mondiali, cercando di dare il 100%, sono serena perché ho uno staff che mi sostiene e mi incoraggia sempre.” Aggiunge poi che anche lei, come tanti altri, è totalmente contro alla decisione di togliere l’asse di battuta nel salto in lungo.

Infine, la brillante Zaynab Dosso, che ha una carica ed un entusiasmo invidiabile, non sembra minimamente preoccupata dalla competizione con Ewa Swoboda: “So che il mio allenatore mi sgriderà,” dice ridendo dopo la gara, “perché siamo venuti qui per fare due cose: correre in preparazione degli Europei e migliorare la reazione sui blocchi. Oggi dovevo fare sotto 150, ma in finale non ci sono riuscita. Però, 7.07 non è un risultato da buttare! Sono molto costante nell’allenamento, qui mi sono concentrata soprattutto sull’aspetto tecnico per puntare sulla velocità quando dovrò confrontarmi con atlete di livello mondiale.” E prosegue: “Con Eva abbiamo costruito un rapporto bellissimo di amicizia e rivalità ed è questo lo spirito dell’atletica. Per tanto tempo lei è stata avanti a me di un centesimo, non solo voglio rompere questo centesimo, ma agli Europei conto di arrivare almeno 5 centesimi davanti a lei!”

La conclusione è che il clima generale che si respira ad Ancona è nettamente positivo. Sono tutti motivati da una sana rivalità, come dovrebbe essere per ogni competizione sportiva. Il mondo dell’atletica è cambiato e sta cambiando in meglio. C’è una sensibilità maggiore verso molti temi che prima venivano sottovalutati. L’idea generale è che oggi la salute mentale dei giovanissimi venga tutelata in modo scrupoloso e che la strada da percorrere sia chiara per tutti e per tutte.

contributo esterno