martedì, Aprile 22, 2025
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Dia blocca il Napoli al 87’ sul 2-2. Ennesimo pari-beffa all’Olimpico e domani l’Inter può mettere la freccia

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Soltanto un colpo da biliardo di Dia non permette al Napoli di sfangarla miracolosamente. Il non-mercato di gennaio e la poca ambizione della società rischiano di rovinare un percorso leggendario di Conte e dei suoi uomini.

Dia rovina ancora una volta la festa al Napoli

Il Napoli s’inceppa ancora una volta. E’ il terzo pareggio consecutivo degli uomini di Conte che si sono presentati al match dell’Olimpico in totale emergenza sulla fascia sinistra. Un’emergenza che ha costretto Conte a virare su un nuovo sistema di gioco: 3-5-2 con Raspadori a fare da spalla a Lukaku.

Il cambio di modulo ha prodotto i suoi benefici in fase offensiva, con un Raspadori totalmente rinato nel fare da spalla a Lukaku.

Decisamente meno bene la fase difensiva, che con il passaggio alla difesa a 3 ha totalmente perso i suoi automatismi. La Lazio ci mette soltanto 6 minuti per bucare il Napoli con un tiro da cineteca del solito Isaksen (su complicità di Meret).

Gli azzurri rispondono subito con Raspadori su assist di Big Rom.

Ma il primo tempo resta di grande sofferenza per gli azzurri.

Conte si gioca Politano (il suo unico jolly dalla panchina) al 61esimo minuto per Buongiorno, con conseguente slittamento di capitan Di Lorenzo nei 3 di difesa.

Ed è proprio Politano a dar vita all’azione da cui nasce l’autorete sfortunatissima di Marusic al 64esimo.

Ma la partita non finisce qui. Perché con il passare dei minuti diversi azzurri iniziano ad accusare un po’ di stanchezza. Mazzocchi in primis.

Conte, totalmente esasperato a bordocampo per la mancanza di alternative in panchina, ha più volte ripetuto “Chi devo mettere?”.

Una frase emblematica e che sintetizza la situazione attuale in casa Napoli dopo il mercato da 4 in pagella condotto da Manna e De Laurentiis.

Chi è arrivato o non è in forma (Okafor) o continua a scaldare la panchina nonostante si alleni con la squadra da un mesetto (Billing). Perché siano stati presi diventa un mistero.

Ritornando alla partita, Conte dopo un lungo colloquio con Stellini, decide di optare per l’inserimento di Marin (che era stato ceduto in prestito al Villarreal) per Mazzocchi e da vita all’ennesimo ribaltone della serata per la difesa del Napoli.

Stavolta il cambio è un malus per il Napoli, non tanto per Marin stesso, quanto più per la fase difensiva evidentemente provata dai troppi stravolgimenti in una sola partita. E la Lazio non perdona e con un’azione ben elaborata, trova la rete del pareggio al 87’ con Dia. Un colpo da biliardo che buca Meret.

Per il Napoli è un pari-beffa soltanto perché arrivato nei minuti finali, ma per quanto visto nei 90’ minuti alla Lazio va quasi stretto il punto.

Chiedere di più a Conte e ai calciatori è quasi irrispettoso. Perché nonostante la coperta corta, persino stasera il Napoli è stato un osso duro per la Lazio.

Il punto guadagnato stasera porta il Napoli a quota 56 punti. Domani sera l’Inter può mettere la freccia e diventare la nuova capolista della Serie A battendo la Juventus.

Contributo esterno.

Addio a Nike Arrighi, principessa Borghese e volto iconico del cinema europeo

Di Stefano Colucci 

Il mondo del cinema piange la scomparsa di Nike Arrighi, attrice francese di origine italiana e principessa Borghese, nata il 9 marzo 1947 a Nizza e venuta a mancare il 12 febbraio 2025. Conosciuta per la sua bellezza enigmatica e il suo talento raffinato, Nike Arrighi ha lasciato un segno indelebile nel cinema, in particolare nei generi horror, thriller e d’autore.

Dal cinema horror alla Nouvelle Vague

Nike Arrighi divenne celebre alla fine degli anni ‘60 grazie alla sua collaborazione con la Hammer Films, casa di produzione britannica specializzata nel genere horror. La sua interpretazione in The Devil Rides Out (1968), al fianco di Christopher Lee, le regalò popolarità internazionale. Il film, diretto da Terence Fisher, è ancora oggi considerato un classico dell’horror gotico.

Sempre in quegli anni, l’attrice prese parte a La morte va a braccetto con le vergini (1969), un thriller-horror di culto che confermò il suo status di interprete carismatica e versatile.

Ma il suo talento non si limitava al cinema di genere: nel 1973, Nike Arrighi fu scelta da François Truffaut per recitare in Effetto notte (La Nuit américaine), uno dei film più amati del maestro francese, che vinse l’Oscar come miglior film straniero. La sua partecipazione alla pellicola segnò l’ingresso nel cinema d’autore, dimostrando la sua capacità di adattarsi a registri diversi.

Dal cinema alla nobiltà: la principessa Borghese

Nike Arrighi, oltre alla sua carriera cinematografica, era entrata a far parte di una delle famiglie nobiliari più importanti d’Italia sposando Paolo Borghese, erede di una delle casate aristocratiche più influenti di Roma. Il suo legame con la famiglia Borghese l’aveva portata a risiedere a Palazzo Borghese ad Artena, dove ha vissuto negli ultimi anni della sua vita.

Il ricordo di un’amica speciale

A ricordarla con affetto è Roberta Delgado, che ha voluto dedicarle un pensiero speciale:

“Nike era una donna straordinaria, capace di incantare con la sua eleganza e la sua gentilezza, dentro e fuori dal set. Il suo sguardo intenso raccontava storie ancora prima delle parole. Mi mancherà immensamente, ma il suo spirito vivrà nei suoi film e nei nostri ricordi.”

L’ultimo saluto

I funerali di Nike Arrighi si terranno domani ad Artena, dove risiedeva a Palazzo Borghese. Dopo la cerimonia, tra un mese, le sue ceneri verranno deposte nella Cappella Borghese nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, accanto al marito Paolo Borghese.

Una vita dedicata all’arte, alla bellezza e alla cultura si spegne, ma il suo ricordo continuerà a vivere nel cuore di chi l’ha conosciuta e ammirata.

Nasce “panino del cialtrone”, omaggio al deputato Borrelli

“Ruberesti mai un panino? Qualcuno l’ha fatto davvero! Al Luca’s Pub sono entrati dei ladri e hanno rubato SOLO dei panini! Niente cassa, niente attrezzature, solo panini. CIALTRONI VERI! (direbbe l’onorevole Borrelli!). E visto che ormai i nostri panini sono diventati roba da colpo grosso, abbiamo deciso di regalarne uno a te: il panino del cialtrone”. Inizia così un simpatico spot lanciato in queste ore da Luca’s pub. Il riferimento è a quanto avvenuto nelle scorse settimane presso lo storico pub vomerese, dove un gruppo di malviventi ha utilizzato dei sampietrini per infrangere una delle vetrate del locale e introdursi all’interno. Il bottino, tuttavia, risultò alquanto irrisorio: non essendoci beni di valore, i malviventi hanno rubato solo alcuni panini.
“Il panino del cialtrone è un omaggio a Francesco Emilio Borrelli e alla sua lotta contro la criminalità e i malviventi. È un modo per unire la nostra arte culinaria con rispetto che nutriamo verso chi porta avanti gli interessi della Napoli perbene. Riconosciamo che il deputato è sempre stato vicino ai commercianti onesti, come quelli di via Morghen, in diverse occasioni. E, apprezzando anche la solidarietà ricevuta all’indomani del furto che ha subito la nostra attività commerciale, abbiamo dedicato in suo onore un panino, giocando su un termine che il deputato ama ripetere contro i criminal” dichiara Gianluca Buonaiuto, titolare di Luca’s Pub. “Aspettiamo il deputato da noi per un momento ludico e per ringraziarlo per le battaglie che porta avanti a sostegno dei cittadini onesti. E siamo certi che apprezzerà il nostro panino del cialtrone”.

Coldiretti Campania: Chiarimento sulla Tutela del Latte di Bufala Fresco nella Produzione di Mozzarella NON DOP

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Negli ultimi anni, la produzione di mozzarella di bufala ha registrato un notevole incremento, contribuendo significativamente all’economia della regione Campania. Tuttavia, negli ultimi tempi si è assistito a un crescente utilizzo di latte di bufala disidratato e congelato nella produzione di formaggi che non rientrano nella Denominazione di Origine Protetta (DOP). In risposta a questa pratica, Coldiretti Campania ha lanciato un appello accorato per l’adozione di un divieto mirato all’uso di tali prodotti, al fine di tutelare l’intera filiera. Dai produttori di latte fresco ai produttori di mozzarella con latte di bufala.

La Questione del Latte di Bufala Disidratato

L’utilizzo del latte di bufala disidratato e congelato per la produzione di mozzarella e formaggi non DOP ha suscitato preoccupazione tra i produttori locali. I numeri parlano di 27mila tonnellate di litri stoccati. Questo tipo di latte, infatti, non solo compromette la qualità del prodotto finale, ma mina anche la competitività del latte fresco utilizzato per la produzione della autentica mozzarella di bufala campana.

 Coldiretti evidenzia come l’impiego di latte disidratato possa influire negativamente sulla percezione del consumatore riguardo alla qualità e all’autenticità dei prodotti lattiero-caseari.

Impatti sui Produttori Locali

I produttori di latte fresco, che da sempre hanno mantenuto standard qualitativi elevati, si trovano in difficoltà di fronte ad una concorrenza sleale. L’utilizzo di latte disidratato permette a produttori non locali di abbattere i costi di produzione, offrendo prezzi più competitivi sul mercato. Questo scambio di qualità, secondo Coldiretti, danneggia non solo i produttori di latte fresco, ma anche i consumatori che potrebbero non essere adeguatamente informati sulle differenze sostanziali tra i vari tipi di mozzarella e formaggi freschi.

La Coldiretti Campania chiede chiarezza alle istituzioni

Per queste ragioni, Coldiretti Campania chiede alle istituzioni competenti di intervenire con urgenza, facendo chiarezza circa l’utilizzo di latte disidratato e congelato nella produzione di mozzarella non DOP. Anche il Dipartimento di Qualità Agroalimentare aspetta dal 2021 una risposta dal Masaf un parere relativo alla detenzione e all’utilizzo del latte di bufala concentrato che in ogni caso va in contrasto con la normativa vigente ovvero la legge n.138 del 1974 e con i suoi successivi aggiornamenti.

“Mentre i produttori di Mozzarella di Bufala Campana Dop hanno dalla loro il disciplinare di produzione che li mette al riparo dal latte congelato, dobbiamo capire a chi tocca tutelare invece gli altri produttori” spiega il direttore di Coldiretti Campania Salvatore Loffreda.

Ogni morso di Mozzarella di Bufala dovrebbe riflettere la tradizione, la qualità e l’attenzione per il benessere animale, caratteristiche che da sempre contraddistinguono l’oro bianco.

“È fondamentale garantire anche che i consumatori possano scegliere prodotti di alta qualità, frutto di metodi di produzione tradizionali e sostenibili”.

L’appello di Coldiretti Campania non si limita a una semplice richiesta, ma rappresenta un impegno per la tutela della tradizione e dell’identità gastronomica della regione. La speranza è che le istituzioni ascoltino questa richiesta, contribuendo a mantenere alta l’immagine e la reputazione del latte di bufala fresco e dei formaggi a lui legati, garantendo al contempo un futuro sostenibile per l’intero settore lattiero-caseario campano anche al fine di indicare in etichetta l’uso del latte di bufala disidratato e/o congelato.

Parco Regionale del Matese, sospeso il divieto di pascolamento degli equini: accolta l’istanza di Coldiretti Caserta

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Sospeso il divieto di pascolamento degli equini nell’ambito del Parco Regionale del Matese. Il grande impegno di Coldiretti Caserta consente di raggiungere un risultato atteso da quanti lo attendevano da tempo. A farsi megafono del provvedimento della Giunta è uno dei membri, il direttore di Coldiretti Caserta Giuseppe Miselli che afferma: “Il provvedimento consente di poter utilizzare, per un anno, zone che normalmente sono interessate dal blocco di questo tipo di attività. Una decisione che arriva in attesa della redazione di un piano specifico da parte dell’ente gestore.

Un provvedimento che parte da lontano, diretta conseguenza dell’approvazione del “Vademecum fida pascolo” a sua volta approvato, grazie alla spinta propulsiva di Coldiretti Campania, dal tavolo appositamente costituito all’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania.

“Questi risultati – conclude Miselli – rappresentano passi importanti verso una gestione più efficiente e trasparente delle fide pascolo sul Matese, garantendo una migliore tutela degli interessi degli allevatori. Rivestono un’importanza fondamentale per le aziende del territorio dell’Alto Casertano, inclusa la comunità del Matese stessa, consentendo il pascolo sui terreni di uso civico, preservando il territorio e garantendo al contempo l’attività produttiva nelle aree interne. L’auspicio è che il prossimo passo sia proprio l’approvazione definitiva del piano di pascolamento”.

La Mafia nel SanCarlo

L’avvocato Angelo Pisani, difensore degli artisti del Coro del San Carlo diffamati da un direttore d’orchestra sul Times, annuncia che i responsabili di offese ed infondate accuse contro onesti professionisti saranno portati sul banco degli imputati . «Ora – dichiara Pisani – intervenga il Ministro anche per far cancellare subito questo colpo basso dal web, si restituisca dignità e rispetto alle vittime di tanta violenza e tutela alla cultura italiana».

“Il coro del San Carlo? Due famiglie mafiose rivali che, dopo una performance, si sono spedite a vicenda al pronto soccorso”. Questa incredibile ed infamante affermazione arriva da Edward Gardner, direttore della London Philharmonic Orchestra, e viene pubblicata sul prestigioso quotidiano britannico The Times. Un’accusa pesante, feroce, molto più che offensiva degli artisti , denunciano gli avvocati Angelo e Sergio Pisani che merita subito Giustizia, per quanto pericolosa e subdola, che non si limita a gettare fango su tutti i professionisti del Real Teatro di San Carlo, ma richiama ancora una volta il solito, stantio luogo comune: Napoli e la criminalità, Napoli e la mafia, Napoli incapace di essere città d’arte e cultura senza il pregiudizio della delinquenza.

Non fosse già abbastanza, la dichiarazione di Gardner ha scatenato conseguenze pesantissime: ovviamente il Sovrintendente su richiesta delle vittime e sindacati ha richiesto una commissione prefettizia che sta ora indagando per verificare eventuali infiltrazioni mafiose tra gli artisti ed all’interno del San Carlo . Perché si sa, se un importante direttore d’orchestra inglese lo dice in un’intervista su un giornale internazionale, allora qualcosa sotto ci dovrebbe esser salvo scoprire altre ragioni pensano gli avvocati .

Ma c’è un dettaglio non trascurabile: le prove dove sono? Gardner ha presentato una denuncia? Ha fornito testimonianze? Ha qualche riscontro oggettivo? Nulla di tutto ciò. Eppure le sue parole hanno già prodotto ed ogni giorno nel web producono , come i danni da reveng porn, un effetto devastante e pregiudizi incalcolabili, creando una tempesta che sta travolgendo non solo coristi ed artisti, ma l’intera immagine del teatro lirico più antico del mondo ancora in attività. Ma come è possibile – ci si domanda – che un musicista straniero possa permettersi di parlare in questo modo degli artisti del San Carlo ed infangare il nome del prestigioso teatro senza che nessuno reagisca? Fatto sta che ad oggi è calato uno strano silenzio sulla notizia.
«Oltre a difendere i diritti delle vittime partenopee – tuona l’Avv Pisani – speriamo che anche il teatro abbia intenzione di intraprendere quanto prima senza esser bloccato dai noti tempi della burocrazia , ogni azione legale dinanzi alle magistrature competenti per difendere anche l’onorabilità dei suoi lavoratori. Per ora la risposta del sovrintendente del Teatro San Carlo si limita ad un atto dovuto e dichiarazione di circostanza: la direzione attenderà gli esiti delle indagini prima di prendere posizione. In pratica, mentre i coristi sono travolti dal fango, la burocrazia deve fare il
Suo corso ma chiede alle autorità al ministro chi cancella e ferma il mondo del web che ogni giorno colpisce le vittime .

Comunque, gli artisti del coro del San Carlo, tutti definiti “mafiosi” sul giornale inglese, hanno deciso di non restare inerti. Gran parte dei membri del coro, insieme ad un tenore da poco in pensione, esterrefatti da tali generiche ed infamanti accuse, hanno invocato giustizia e conferito mandato agli avvocati Angelo e Sergio Pisani per trascinare in tribunale Gardner e chiunque altro risulterà responsabile di questi film dell’errore/orrore. Una scelta inevitabile, per difendere il proprio nome e quello di un’istituzione che rappresenta la grandezza della cultura italiana nel mondo.

L’avvocato Angelo Pisani va giù duro: «Prima di ogni altro il Gardner dovrà spiegare in tribunale queste offese vergognose e letali dell’immagine, della salute psico fisica e della professionalità di tanti artisti che la mafia non la guardano neanche in tv né sui giornali. A queste accuse – preannuncia il legale – che ledono non solo i coristi, ma il Real Teatro di San Carlo, la città di Napoli e l’Italia intera, seguirà una richiesta di risarcimento danni milionaria».
«Non possiamo più accettare – rincara poi la dose Pisani – questi luoghi comuni beceri e discriminatori, né sfoghi sguaiati per mettersi in mostra parlando di Napoli e dell’arte partenopea. Se non riuscirà a provare le sue parole, Gardner dovrà risarcire ad ognuno il danno incalcolabile arrecato gratuitamente a persone perbene e ad una delle più prestigiose istituzioni culturali al mondo».

«Gardner – aggiunge l’avvocato Pisani – ha tutto il diritto di avere le sue opinioni sulla musica, ma diffamare e lanciare accuse di mafiosità senza prove è un atto di estrema gravità. È inaccettabile che un teatro come il San Carlo, fondato nel 1737, modello per i più grandi teatri d’Europa, il teatro che ha incantato Stendhal, sia ora messo alla gogna sulla base di una frase detta con leggerezza. Eppure, l’effetto domino è già partito: il teatro è sotto indagine e l’ombra dell’infamia si allunga su chi ci lavora con passione e dedizione. Napoli è stanca di dover sempre rispondere alle solite accuse, di dover sempre dimostrare di essere qualcosa di diverso dallo stereotipo che gli altri vogliono imporre e, nonostante questo, battere Napoli è impossibile».

Adesso la parola passa ai tribunali. Ognuno dovrà rispondere delle sue responsabilità ed affermazioni spiegando dove ha visto tanti mafiosi come definiti genericamente tutti gli artisti del Coro. «E stavolta, le prove, dovrà portarle lui, non solo bacchette e parole», avverte l’avvocato Pisani, che promette battaglia e giustizia per malcapitate vittime di questa incredibile vicenda.

Napoli, 14 febbraio 2025

Nati per correre: domani a Lamezia Terme lo stato maggiore di Azione

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Carlo Calenda ed Ettore Rosato attesi domani in Calabria. Appuntamento nella sede di via dei Mille per un confronto sui temi di stretta attualità in vista del congresso nazionale.

Antonello Di Pinto e il viaggio dell’anima: Caravaggio. Il Portale per Arrivare a Dio tra i candidati al Premio Campiello

Di Stefano Colucci 

Esistono uomini che attraversano la storia come meteore ardenti, incendiando il tempo con la loro inquietudine. Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, fu uno di questi: un errante, un dannato, un genio, un uomo assetato di assoluto. Nel suo romanzo Caravaggio. Il Portale per Arrivare a Dio, Antonello Di Pinto non si limita a raccontarne le gesta, ma ne risveglia lo spirito, ne percorre le ombre, facendoci affacciare su un abisso dove il peccato e la santità danzano in un eterno duello.

Ma Di Pinto non è solo un narratore: è lui stesso un esploratore dell’ignoto, capace di riportare alla luce ciò che il tempo aveva inghiottito. È stato lui a scoprire il Caravaggio di Madrid, un’opera che rischiava di rimanere nell’oblio e che oggi brilla nuovamente nel firmamento dell’arte. Un gesto che lo rende, a tutti gli effetti, un “supereroe” dell’arte, capace di strappare la bellezza dall’oscurità.

Ora, questo viaggio metafisico, questa immersione nella carne e nello spirito di un’anima dilaniata, è stato accolto tra i candidati al Premio Campiello, un segno che le storie destinate a durare sono quelle che scavano nel cuore dell’uomo, fino a raggiungere l’invisibile.

L’arte come varco verso l’infinito

Di Pinto non ci restituisce Caravaggio con i colori della nostalgia. Il suo Caravaggio è un uomo che lotta con Dio sulla tela, che scompone la luce come un alchimista, che dipinge come se la verità potesse essere intrappolata nel chiaroscuro, come se il pennello fosse una lama affilata destinata a combattere e squarciare l’oscurità.

Ogni pennellata è un grido. Il pittore non cerca la bellezza fine a sé stessa, ma la bellezza redenta dal dolore. Le sue madonne hanno il volto delle prostitute, i suoi santi portano le rughe della miseria, la sua luce nasce dalle profondità dell’ombra.

Eppure, in questa lotta con il destino, in questa ricerca ossessiva di qualcosa che si sottrae, si nasconde il vero mistero: può l’arte diventare un portale per arrivare a Dio?

Luce e ombra, peccato e redenzione

Di Pinto, con una scrittura che sembra cesellata dal vento e dalla pietra, dipinge un Caravaggio tormentato, diviso tra il bisogno di espiare e il furore di vivere. Un uomo che non si inginocchia davanti ai dogmi, ma che cerca Dio tra le macerie dell’esistenza, tra il sangue e il marmo delle chiese.

Il romanzo è un viaggio attraverso la sua psiche, un percorso iniziatico dove l’arte diventa un atto di fede e il peccato un’ombra necessaria per far brillare la luce.

L’amore, il dolore, la violenza, la solitudine: tutto si mescola in un vortice in cui il lettore si perde, risucchiato da una prosa che ha il sapore di un’epifania, di un sogno febbrile, di una visione caravaggesca.

Verso il Premio Campiello: un riconoscimento al genio e all’abisso

L’inserimento di Caravaggio. Il Portale per Arrivare a Dio tra i candidati al Premio Campiello non è solo un tributo a un romanzo, ma la conferma che la letteratura può ancora essere un ponte verso il mistero.

Come Caravaggio trasformò il buio in splendore, Antonello Di Pinto trasforma la parola in un’eco che risuona oltre il tempo, portandoci in un luogo dove l’arte e la fede si sfiorano in un istante di assoluta, struggente bellezza.

contributo esterno

Democrazia Cristiana: una disputa senza fine

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Contestata la legittimità del Congresso DC di Caserta

Contestata la legittimità del XX° Congresso Nazionale della Democrazia Cristiana, tenutosi a Caserta l’8 febbraio scorso, che ha portato all’elezione del nuovo Segretario nazionale, Elisabetta Trenta.

A farlo, sono Antonio Cirillo (nella foto di copertina, che si definisce ancora l’unico Segretario nazionale politico del partito)  e Aldo Piccotti (suo Vice-Segretario).

Qualche giorno fa, commentando i lavori  del Congresso di Caserta, pensavamo che si fosse ricomposta la crisi e superata la fase di stallo che contraddistingue, oramai da circa 30 anni, la storia di quello che fu il più grande partito italiano di massa: la Democrazia Cristiana.

Tra le tante sigle che oggi si ispirano allo scudo crociato e ai suoi valori, anche quella di Cirillo. Il XIX° Congresso Nazionale del 18 febbraio 2023, celebrato a Roma, aveva del resto lasciato sperare nell’inizio di una nuova stagione politica.

Nulla di tutto questo è poi avvenuto!

Siamo ritornati alla carta bollata e la disputa interna tra Antonio Cirillo e Elisabetta Trenta sembra tutt’altro che finita; ancora una volta il destino della DC è affidato ai tribunali.

A dircelo sono gli stessi Antonio Cirillo e Aldo Piccotti che, dopo il Congresso di Caserta, di cui disconoscono la legittimità, hanno trasmesso una nota al giornale in cui ripercorrono la storia del partito e le ragioni del dissenso, rispetto all’ultimo epilogo in Terra di Lavoro.

Ma andiamo per  ordine, partendo da un dato: la DC non venne mai dichiarata “partito sciolto ufficialmente”, neppure nell’ultimo congresso nazionale del ‘94.

Il progetto di far rinascere la Nuova Democrazia Cristiana, secondo i principi ei criteri della prima DC di Don Sturzo e De Gasperi,  parte da un’iniziativa assunta nel 2022 da Sabatino Esposito, il quale coinvolge da subito altri simpatizzanti, come: Aldo Piccotti, Antonio Cirillo, Riccardo Leone ed Angelo Avino. Di lì a poco, si avviano anche gli adempimenti necessari: si costituisce e registra una Commissione di Garanzia, si accende un rapporto di conto corrente, si richiede l’attribuzione di un codice fiscale per raccogliere le prime iscrizioni al partito. Nel febbraio 2023 a Roma viene indetto il XIX° Congresso Nazionale del nuovo partito, secondo le norme Statutarie e il Regolamento Congressuale della vecchia DC; il congresso  viene  convocato  a seguito di 3 congressi regionali del partito (tenuti nel Lazio, in  Campania e in  Molise), in cui viene  regolarmente eletto il Consiglio Nazionale (con 72 delegati ) e costituito  l’organigramma della Direzione Nazionale del nuovo partito, guidato da un Segretario Politico nazionale (l’avvocato Antonio Cirillo e due vice Segretari politici nazionali (l’Avv. Mario Fortunato e il Dr. Aldo Piccotti), mentre Sabatino Esposito viene eletto Segretario Amministrativo nazionale del partito e suo  rappresentante legale.

 Solo successivamente, entra nel partito Elisabetta Trenta, già ministro della difesa. Nel frattempo, nascono però i primi contrasti interni, in particolare tra la Direzione Nazionale del partito e il Segretario amministrativo, tanto da bloccarne l’operatività.

 Nella nota inviata al nostro giornale, Aldo Piccotti evidenzia la circostanza che la DN nei mesi scorsi aveva a più riprese chiesto al Segretario amministrativo i bilanci del partito e altra documentazione, senza però ottenerne riscontro. Il clima interno rimaneva teso,  fino a quando (il 5 febbraio scorso) l’Avv. Cirillo, nella sua funzione di Segretario nazionale  politico del partito, diffidava gli organizzatori a celebrare,  con logo e simbolo della DC, il (XX°) Congresso (poi effettivamente svoltosi a Caserta il  7 e 8 febbraio uu.ss.), chiedendo di commissariare il Segretario Amministrativo, Sabatino  Esposito, e l’avvocato Stravino. Si riteneva arbitraria – a norma di  Statuto e Regolamento Congressuale del Partito – la stessa convocazione del Congresso, che poi si è concluso con l’elezione di un nuovo Consiglio Nazionale della DC,  di un nuovo organigramma della dirigenza del partito e, infine,  di un nuovo Segretario Politico Nazionale, nella persona di Elisabetta Trenta.

Cirillo e Piccotti oggi, però, non ci stanno, non riconoscendo né la legittimità del XX° Congresso di Caserta, né tantomeno l’elezione di Elisabetta Trenta.

Dopo 31 anni (dall’ultimo congresso del 1994) per la Democrazia Cristiana non sembra ancora esserci pace.

Avevamo sperato in un epilogo diverso. Purtroppo, ancora una volta, saranno i tribunali a stabilire il destino di quello che è stato il più grande partito politico italiano di massa.

Giocamath 2025: adesione record, 18.000 studenti di tutta Italia pronti a sfidarsi su quesiti matematici e di logica

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La finale nazionale si terrà presso l’Istituto Comprensivo Medaglie d’oro di Salerno il 12 aprile 2025.
La premiazione è prevista sempre il 12 aprile al Teatro Augusteo di Salerno

Con un’adesione record di 18.000 tra studenti e alunni di tutta Italia si sono ufficialmente chiuse le iscrizioni a GiocaMath 2025. Il concorso nazionale di matematica rivolto agli alunni delle classi quarte delle scuole primarie e agli studenti delle classi prime delle scuole secondarie di primo grado, punta a rendere la matematica coinvolgente attraverso sfide matematiche e problemi logici con l’obiettivo di stimolare la flessibilità mentale degli studenti, favorendo, dunque, l’utilizzo di strategie di calcolo che possono essere applicate in diverse situazioni didattiche, rendendo così l’apprendimento di una materia ritenuta spesso ostica più piacevole e motivante.

Le selezioni d’istituto si svolgeranno il prossimo 20 febbraio 2025. Tra tutti i partecipanti, 300 studenti accederanno alla finale nazionale, che si terrà il 12 aprile 2025 presso l’Istituto Comprensivo Statale “Medaglie d’Oro” di Salerno.

GiocaMath 2025 gode del patrocinio della Regione Campania e del Comune di Salerno, ed è un evento voluto dall’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno Gaetana Falcone. L’organizzazione è curata dalla prof.ssa Eleonora Piccolo, consigliere referente gare e dal prof. Michele Baldi, Presidente INFORDIDA APS. Novità di questa edizione è la sinergia tra le associazioni “INFORDIDA” e “NESSUNO E CENTOMILA”, grazie alla quale la manifestazione acquisisce una rilevanza nazionale.

Durante la finale, i partecipanti si sfideranno in prove coinvolgenti che combinano logica, calcolo e strategie risolutive, rendendo l’apprendimento della matematica più dinamico e appassionante. La cerimonia di premiazione si terrà sempre il 12 aprile alle 18:00 presso il Teatro Augusteo di Salerno.

Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito ufficiale www.giocamath.it