giovedì, Gennaio 2, 2025
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Luci di Natale spente a Piazza Municipio in ricordo di Santo Romano

Il Comune di Napoli ha accolto la richiesta della famiglia di Santo Romano. Per ricordare il ragazzo di San Sebastiano al Vesuvio ucciso il 2 novembre con un colpo di pistola, domenica 22 dicembre, per dieci minuti, dalle ore 19 alle ore 19.10, l’amministrazione comunale spegnerà le luminarie di Natale in piazza Municipio come gesto simbolico per ricordare Santo e sensibilizzare l’intera collettività sulla problematica della violenza minorile che imperversa per le strade di Napoli e Provincia.

Una manifestazione silenziosa e luci spente per ricordare i tanti giovani uccisi negli ultimi mesi

Il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha accolto la richiesta della famiglia di Santo, che si è rivolta al consigliere comunale Gennaro Demetrio Paipais: le luminarie natalizie si spegneranno in concomitanza con la manifestazione silenziosa organizzata da parenti e amici di Santo Romano in memoria dei tanti giovani vittime della violenza giovanile che sembra aver colpito Napoli negli ultimi mesi. Il corteo partirà da via Acton e si concluderà in piazza Municipio dove per dieci minuti saranno spente le luci natalizie.  

Una spirale di violenza giovanile che sembra inarrestabile

Soltanto tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2024, sono stati tre i ragazzi uccisi per mano di coetanei. Il 24 ottobre, Emanuele Tufano, 15 anni, è stato ucciso nella zona di piazza Mercato a Napoli, durante una sparatoria tra gruppi di giovanissimi. Il 2 novembre successivo, è toccato a Santo Romano ucciso con un colpo di pistola al petto in piazza Capasso a San Sebastiano al Vesuvio. E ancora, meno di due settimane dopo, il 14 novembre, nel cuore di Napoli sempre a colpi di pistola è stato ucciso Arcangelo Correra, 18 anni. Nel 2023, a perdere la vita con le stesse modalità sono stati Francesco Pio Maimone e Giovanbattista Cutolo, morti entrambi a Napoli. La costante, in tutti questi casi, è che gli indiziati di aver premuto il grilletto sono sempre coetanei delle vittime, o addirittura più giovani.

contributo esterno

IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA: UN FILM CHE ROMPE GLI SCHEMI

“Il ragazzo dai pantaloni rosa” è un’opera cinematografica che ha fatto parlare di sé sin dalla sua anteprima, prende spunto dalla storia vera di Andrea Spezzacatena, morto suicida a 15 anni, e dal libro di Teresa Manes, madre di Andrea, intitolato “Andrea oltre il pantalone rosa”.

UNA SFIDA ALLA NORMALITÀ

Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa è una storia drammatica e commovente che racconta la vita di Andrea Spezzacatena, un quindicenne vittima di bullismo, che si tolse la vita il 20 novembre 2012. La sua storia è diventata il primo caso noto in Italia di suicidio di un minorenne causato da bullismo. La vicenda narra di come un semplice errore nel lavaggio dei jeans, che li fece diventare rosa, scatenò una serie di atti di bullismo nei confronti di Andrea, culminando con la creazione di una pagina Facebook offensiva che aumentò ulteriormente le molestie.
Il film segue Luca nel suo percorso di crescita, tra bullismo, incomprensioni familiari e l’incontro con Alice, una compagna di scuola che lo incoraggia a non nascondere chi è veramente.

IDENTITÀ E ACCETTAZIONE

“Il ragazzo dai pantaloni rosa” affronta con delicatezza e profondità i temi della diversità e del coraggio di essere se stessi. Il film non si limita a raccontare la lotta di Luca contro gli stereotipi, ma offre anche uno spaccato realistico delle pressioni sociali che spingono molti giovani a conformarsi.
Un elemento chiave è la rappresentazione del rapporto genitori-figli: il padre di Luca, inizialmente contrario alla scelta “strana” del figlio, intraprende un proprio percorso di crescita, dimostrando che l’accettazione è un processo bidirezionale.

UN MESSAGGIO DI SPERANZA

“Il ragazzo dai pantaloni rosa” non è solo un film: è un manifesto per tutti coloro che lottano per affermare la propria unicità in un mondo che spesso premia l’omologazione. La pellicola invita a riflettere sull’importanza di accettare gli altri per ciò che sono, lanciando un messaggio di speranza e cambiamento che risuona oltre lo schermo.

Insomma un’opera da non perdere, per chiunque creda che il coraggio di essere sé stessi sia la più grande forma di rivoluzione.

Sentenza del TAR Liguria: L’assegnazione automatica del Festival di Sanremo alla RAI è illegittima

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Liguria ha emesso una sentenza che potrebbe rivoluzionare il futuro del Festival di Sanremo, il più importante evento musicale italiano. La pronuncia, destinata a far discutere, ha dichiarato illegittimo l’assegnamento automatico della gestione dell’evento alla RAI, storica emittente pubblica italiana che da decenni cura la trasmissione del Festival.

La vicenda giudiziaria

Il caso è nato da un ricorso presentato da alcune realtà del settore privato, che lamentavano la mancanza di una procedura pubblica e trasparente per l’assegnazione dell’organizzazione del Festival. Secondo i ricorrenti, l’assegnazione automatica alla RAI, senza gara pubblica, violerebbe i principi di concorrenza e parità di trattamento sanciti dalla normativa europea e italiana. La controversia si è concentrata sull’accordo tra il Comune di Sanremo e la RAI, che prevedeva il rinnovo diretto della gestione senza alcun bando. Tale pratica è stata contestata in quanto considerata lesiva del diritto di altri operatori del settore a concorrere per l’organizzazione e la trasmissione dell’evento.

Le motivazioni del TAR

Nella sentenza, il TAR ha sottolineato che il Festival di Sanremo, pur essendo un evento profondamente radicato nella cultura italiana, rappresenta una manifestazione di interesse pubblico di rilevanza economica. Per questo motivo, la gestione dell’evento deve sottostare alle regole della concorrenza e della trasparenza previste dalla legge. Secondo il tribunale, l’assegnazione diretta alla RAI è contraria ai principi del Codice dei Contratti Pubblici, che impongono alle amministrazioni locali di garantire l’accesso equo e non discriminatorio al mercato. Inoltre, la sentenza richiama l’attenzione sulle direttive europee in materia di appalti pubblici, che vietano prassi che possano favorire un singolo operatore a scapito di altri.

Le possibili conseguenze

La decisione del TAR apre scenari inediti per il futuro del Festival di Sanremo. Innanzitutto, il Comune di Sanremo sarà obbligato a indire una gara pubblica per l’assegnazione della gestione, a meno che non presenti ricorso al Consiglio di Stato e ottenga una sospensiva della sentenza. Questo significherebbe che, per la prima volta nella sua storia, il Festival potrebbe essere gestito da un operatore diverso dalla RAI. Le implicazioni di questa sentenza sono molteplici. Da un lato, si potrebbe assistere a un ampliamento delle possibilità creative e produttive, con nuovi operatori pronti a portare una ventata di innovazione all’evento. Dall’altro, c’è il rischio di una frammentazione dell’identità storica del Festival, che da oltre settant’anni è legata indissolubilmente alla RAI.

Le reazioni

La sentenza ha già suscitato reazioni contrastanti. La RAI, attraverso una nota ufficiale, ha espresso preoccupazione per le possibili ricadute sull’organizzazione dell’evento e ha annunciato di valutare le opzioni legali a sua disposizione. Il Comune di Sanremo, dal canto suo, si è detto sorpreso dalla decisione, ribadendo la storicità del rapporto con l’emittente pubblica. Sul fronte opposto, le associazioni di categoria e alcuni operatori del settore hanno accolto con favore la decisione del TAR, definendola un passo avanti verso una maggiore equità e apertura del mercato. “Questa sentenza è una vittoria per la trasparenza e la concorrenza”, ha dichiarato un portavoce di una delle società ricorrenti.

In arrivo un cambiamento epocale

La sentenza del TAR Liguria rappresenta un momento cruciale per il Festival di Sanremo e, più in generale, per la gestione degli eventi pubblici in Italia. Se confermata, questa decisione potrebbe costituire un precedente importante, imponendo un maggiore rispetto delle norme sulla concorrenza anche in altri ambiti. Tuttavia, resta da vedere come si evolverà la situazione nei prossimi mesi. L’eventuale ricorso al Consiglio di Stato potrebbe ribaltare il verdetto o, al contrario, consolidare una svolta destinata a ridefinire il rapporto tra il Festival di Sanremo e il servizio pubblico radiotelevisivo. Una cosa è certa: la discussione è solo all’inizio.

Tony Effe e la storia della censura della canzone italiana

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Dopo l’esclusione di Tony Effe dalla lista di artisti che si esibiranno per il concerto di Capodanno a Roma, molti artisti e la FIMI si sono espressi a suo favore parlando di una censura violenta.
In merito alla questione, molti esperti si sono domandati se si trattasse di una vera censura. L’Italia non è nuova all’uso della censura come mezzo di controllo e di repressione di tutte quelle azioni che allontanano la società da comportamenti “indecorosi”.

Testi troppo sessisti”: bavaglio all’arte?

La notizia dell’esclusione del trapper romano ha scatenato una discussione sui social molto accessa. Molti artisti come Mahmood e Mara Sattei, invitati allo stesso evento, hanno deciso di non partecipare all’evento, per solidarietà nei confronti del proprio collega.

Ciononostante, molte persone si interrogano se parlare di censura non sia forse un po’ esagerato dal momento che l’artista in questione svolge tranquillamente tour, concerti e la sua musica passa in diverse radio. Che la sua libertà di espressione non sia in alcun modo compromessa lo prova anche il concerto capitolino, poi annunciato da Tony pochi giorni dopo, al palazzo dello sport di Roma. Quindi usare il termine “censura” per descrivere questa situazione è completamente inappropriato, anche perché la censura è ben altra cosa.

La censura della musica italiana

Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, la censura musicale divenne un uso sempre più comune per controllare la moralità e garantire il decoro. Canzoni con tematiche considerate troppo esplicite, o che trattavano argomenti come la sessualità, il consumo di droghe o il dissenso sociale, venivano censurate. Un esempio emblematico di questa censura è la canzone “L’ultima occasione” di Mina, che nel 1959 fu oggetto di censura per il suo testo ritenuto troppo audace.

Negli anni ’70, la censura musicale divenne più politica. Durante gli anni del terrorismo e delle tensioni politiche, alcune canzoni definite troppo eversive contro il governo o il sistema politico vennero censurate. Fabrizio De André, maestro della musica leggera italiana, venne spesso criticato per il suo impegno politico e per i suoi riferimenti alla criminalità, all’anarchia e alla società. Un caso emblematico di censura politica fu quello di “La canzone del capitano” di Francesco Guccini, che nel 1974 fu censurata dalla Rai perché ritenuto troppo provocatorio e “pericoloso” per essere trasmesso in pubblico. Guccini venne nuovamente criticato per un’altra canzone dal titolo “Dio è morto”.

La censura musicale in Italia iniziò a diminuire verso gli anni ’80 e ’90, anche grazie alla crescente apertura sociale e culturale e alla maggiore libertà di espressione. Tuttavia, non mancarono episodi di censura, come nel caso della canzone “Per Elisa” di Alice, che fu criticata per il suo testo ambiguo, che alcuni interpretavano come un riferimento alla droga.

De Luca condannato: 609.000 euro per le Covid Card

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 609.000 euro per danno economico alle casse regionali. La sentenza riguarda le “Covid Card”, tessere introdotte nel 2021 per certificare la vaccinazione anti-Covid, ma ritenute un inutile duplicato del Green Pass già in uso a livello nazionale. La decisione solleva interrogativi sull’utilizzo delle risorse pubbliche e sulle politiche adottate durante l’emergenza sanitaria. De Luca ha annunciato ricorso, sostenendo che le card fossero una misura necessaria per tutelare i cittadini durante la pandemia.

Covid Card in Campania: uno spreco da 3,7 milioni secondo la Corte dei Conti

Nel febbraio 2021, durante la pandemia da Covid-19, la Regione Campania introdusse le “Covid Card”, tessere digitali pensate per attestare l’avvenuta vaccinazione dei cittadini. Distribuite gratuitamente e collegate al sistema sanitario regionale, queste card avevano lo scopo di semplificare l’accesso a servizi pubblici e luoghi a rischio, garantendo maggiore sicurezza e rapidità rispetto ai documenti cartacei.

L’iniziativa, concepita come una risposta locale alla pandemia, anticipava le misure che sarebbero state poi adottate a livello nazionale. Tuttavia, con l’arrivo del Green Pass nel maggio 2021, le “Covid Card” persero rapidamente utilità, diventando di fatto inutilizzate. La Corte dei Conti ha giudicato il progetto, costato complessivamente 3,7 milioni di euro, uno spreco di risorse pubbliche, ritenendolo un duplicato inefficace. Questo ha sollevato interrogativi sull’efficienza e sulla coerenza delle scelte amministrative adottate durante l’emergenza.

La Corte dei Conti condanna De Luca: 609.000 euro di risarcimento per le Covid Card

Il 20 dicembre 2024, la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania ha condannato Vincenzo De Luca a risarcire 609.000 euro per danno erariale. La Corte ha ritenuto che le “Covid Card” fossero un inutile duplicato del Green Pass nazionale, comportando una spesa complessiva di circa 3 milioni di euro, giudicata ingiustificata rispetto ai risultati ottenuti.

La condotta di De Luca è stata considerata dolosa, attribuendogli una responsabilità diretta nel danno erariale. La sentenza ha anche sollevato riflessioni sull’efficacia delle risposte locali alle emergenze nazionali. In risposta, De Luca ha dichiarato: “Rivendico pienamente e con orgoglio le decisioni assunte a tutela della salute dei miei concittadini. Ovviamente, la sentenza sarà immediatamente impugnata. Non vorrei dover rispondere del reato di efficienza”. I prossimi passi legali potrebbero influenzare ulteriormente il dibattito sulla gestione delle risorse pubbliche.

Corte dei Conti: le implicazioni politiche per De Luca e il dibattito sul terzo mandato

La recente condanna della Corte dei Conti potrebbe avere ripercussioni significative per Vincenzo De Luca, sia come presidente della Regione Campania sia come figura politica nazionale. La sentenza ha suscitato critiche da parte di esponenti dell’opposizione, come Maurizio Gasparri di Forza Italia, che ha definito “disastrosa” la gestione delle risorse pubbliche da parte di De Luca.

All’interno del Partito Democratico, questa vicenda potrebbe riaccendere il dibattito sulla possibilità di un suo terzo mandato, un tema già controverso e divisivo. Sul piano amministrativo, la condanna sottolinea la necessità di bilanciare decisioni rapide in contesti emergenziali con il rispetto dei principi di trasparenza ed efficienza. Resta da valutare come questa vicenda influenzerà la fiducia dell’opinione pubblica, in un momento in cui le istituzioni regionali affrontano crescenti pressioni per una gestione più responsabile delle risorse pubbliche.

Nomina del Nuovo Presidente e del nuovo UDP dell’Ordine degli Assistenti Sociali Regione Campania

Napoli, 19 dicembre 2024 – L’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Campania è lieto di annunciare la nomina della nuova Presidente, Sissj Flavia Pirozzi, e delle cariche dell’Ufficio di Presidenza, durante il Consiglio del 14 dicembre u.s.

La dott.ssa Sissj Flavia Pirozzi succede alla dott.ssa Gilda Panico, che ha guidato l’Ordine con impegno e dedizione negli ultimi anni.
Con una lunga carriera e formazione, la neo Presidente Pirozzi ha maturato una solida esperienza nella programmazione sociale, nella tutela dei diritti delle persone e nella promozione di una società più inclusiva e giusta.

“È per me un onore e una grande responsabilità assumere questo ruolo.
Esprimo la mia gratitudine alla collega, dott.ssa Gilda Panico, per la fiducia e la cooperazione dimostrate in questo momento di cambiamento per l’Ordine.
Lavorerò con passione e determinazione per rafforzare il ruolo, il valore e la visibilità della professione di Assistente Sociale, promuovendo il benessere delle persone e delle comunità. Mi impegnerò, inoltre, a garantire che la nostra professione sia sempre più riconosciuta per il suo fondamentale contributo nella costruzione di una società equa e solidale”, ha dichiarato la nuova Presidente.

Nel corso del suo mandato, la dott.ssa Pirozzi si concentrerà su temi chiave, come la formazione continua degli assistenti sociali, l’aggiornamento delle normative professionali e il rafforzamento della rete di supporto alle persone vulnerabili.

La neo Presidente Pirozzi sarà affiancata dai nuovi componenti dell’Ufficio di Presidenza, che contribuiranno con la loro esperienza e competenza alla crescita dell’Ordine.
Il Segretario, la dott.ssa Maria Di Lieto, professionista di grande esperienza e impegno, si occuperà della gestione amministrativa e organizzativa, mentre la Tesoriera, la dott.ssa Anna Ansalone, curerà la gestione economica e delle risorse dell’Ordine. Infine, il Vice Presidente, il dott. Antonio Sola, si unisce a questo team con il suo ampio background nel lavoro sociale e svolgerà un ruolo fondamentale di affiancamento e supporto alla Presidente.
Insieme, si impegneranno a sostenere e valorizzare la professione degli assistenti sociali in tutte le sue sfaccettature.

L’Ordine degli Assistenti Sociali, con il supporto del nuovo Ufficio di Presidenza, continuerà a lavorare a stretto contatto con le istituzioni, le associazioni e gli enti locali per garantire che la professione possa rispondere in modo efficace alle sfide sociali del nostro tempo.

L’intelligenza artificiale e le sfide per il Mezzogiorno, al centro di un convegno a Montecitorio

di Giorgio Aprile

Il 17 Dicembre scorso a Montecitorio, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, l’Intergruppo parlamentare “ Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole minori”, presieduto dall’On.le Alessandro Caramiello, ha ospitato il lancio di una nuova rivista economica italiana, a carattere scientifico, “Journal of Pluralism in Economics”, che ha dedicato il suo primo numero ad un focus sull’intelligenza artificiale nell’economia.
La rivista JPE nasce da un’illuminante idea dell’economista, Guido Tortorella Esposito (prof. associato Unisannio e LUISS Guido Carli – Roma – “Storia del pensiero economico”), che, caparbiamente, è riuscito a mettere su un comitato scientifico di tutto rispetto, composto da economisti italiani e stranieri, realizzando un’iniziativa editoriale che intende offrire un contributo epistemologico e scientifico all’apprendimento, allo studio e alla ricerca in un ambito così complesso, ma sempre più rilevante, come quello economico.
E’ stata questa l’occasione per sviluppare un interessante e più ampio dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale nell’ambito del lavoro e sul conseguente cambio di paradigma dell’attuale modello economico, che sembra delinearsi all’orizzonte.


I lavori si sono articolati due distinte sessioni.
La prima dal titolo : “Il lancio della rivista JPE con focus su l’Intelligenza artificiale“, ha visto l’introduzione di Antonio Castiello (Console generale del Kirghizistan) direttore dell’Associazione Kairos, che cura la rivista, e, a seguire, le relazioni scientifiche di Mauro Alvisi (accademico pontificio e referente editoriale della rivista JPE), Giovanni Barretta (Economista e autore di un saggio per il primo numero di JPE su “ AI, lavoro e reddito base universale”), Rita Mascolo (prof.ssa incaricata LUISS Guido Carli – Roma – “Storia dell’economia e dell’impresa”).
La seconda sessione di lavori, dal titolo “Le sfide per il Mezzogiorno / Le applicazioni della AI/ Le AI per la cybersicurezza e le AI “antagoniste”, ha visto l’intervento di Maurizio Sibilio (Prorettore Università di Salerno), di Fabrizio Abbate (Presidente del salotto letterario ENIA – Ente Nazionale dell’intelligenza artificiale), di Paolo Poletti (docente di Information Security Management presso le Università Link di Roma e Statale di Perugia) e, in collegamento da Dubai, Alexa Fast (esperta in trasformazione digitale).
L’incontro è stato moderato da Luca Antonio Pepe, direttore di CentroSud24, il quale ha chiamato a rivolgere i saluti istituzionali, il Vicepresidente della Camera, On.le Sergio Costa.

Il Vicepresidente Sergio Costa, dopo essersi congratulato con l’On.le Alessandro Caramiello, per la lungimirante istituzione dell’Intergruppo parlamentare “ Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole minori” , ha dato il via alla discussione del tema della giornata: “L‘intelligenza artificiale e le sue applicazioni e sfide per il mezzogiorno”.
Il Vicepresidente ha sottolineato come l’AI sia una profilatura geopolitica internazionale, nella quale, il meridione d’Italia, può essere benissimo candidato come ospite dei data center, sia grazie alla sua posizione geografica, come valorizzata anche dalla nuova Zes Unica Mezzogiorno, sia grazie alla capacità di ricerca delle Università del Sud, molte delle quali di eccellente valore.
Sergio Costa ha rimarcato l’importanza di favorire le applicazioni dell’AI in ambito economico e produttivo per migliorarne le performance, in termini di efficienza ed efficacia. Il Vice presidente della Camera, al termine di una puntuale disamina delle innumerevoli e positive applicazioni dell’intelligenza artificiale, ha posto l’accento sulla necessità, in primis, di dare vita a una norma che regolamenti il settore, che accomuni tutte le forze politiche, con l’obiettivo di assegnare una nuova centralità internazionale al Sud Italia, attraverso la ricollocazione, formazione e aggiornamento delle maestranze. In tal modo, secondo Costa, grazie all’atteso incremento della produttività che l’intelligenza artificiale determinerà, pari a circa il 30/40%, sarà possibile attenuare gli effetti derivanti dalla conseguente perdita di posti di lavoro, stimata in circa 3 milioni di unità.

La parola è poi stata passata al Presidente dell’Intergruppo, l’onorevole Alessandro Caramiello, il quale ha sottolineato come la politica abbia il dovere di tenere sotto controllo l’intelligenza artificiale, ciò potrebbe essere ottenuto proprio grazie ad una proposta di legge, nata in occasione dell’incontro organizzato dallo stesso Intergruppo il 15 dicembre del 2023, diretta a disciplinare, attraverso norme specifiche, questa complessa materia; lo scopo principale, anche qui, è quello di salvaguardare i posti di lavoro. Caramiello ha poi spiegato come il principale intento sia quello di favorire l’attrattività del Mezzogiorno da parte dei grandi player finanziari globali.

Il lancio della rivista JPE “Journal of Pluralism in Economics

Il dibattito è infine entrato nel vivo con l’intervento del Console generale del Kirghizistan, in veste di presidente dell’associazione Kairòs, Antonio Castiello.

Il Console ha evidenziato come il lancio della rivista scientifica “JPE” punti all’obiettivo di sostenere e approfondire la ricerca globale, in ambito economico, sull’intelligenza artificiale. La rivista mira ad offrire un sostegno alle valutazioni e alle analisi di tutte quelle iniziative che hanno la finalità favorire lo sviluppo del sistema economico del Mezzogiorno. Antonio Castiello ha poi sottolineato come ogni governo, compreso quello che rappresenta, debba avere un adeguato impianto normativo , al passo con le innovazioni per evitare di rimanere schiacciato dall’inesorabile avanzamento tecnologico.

Il secondo intervento di carattere scientifico è stato svolto dall’accademico pontificio, Mauro Alvisi, referente editoriale della rivista. L’accademico ha voluto specificare come la società stia vivendo nella terza fase dell’intelligenza artificiale, cioè quella che si riferisce alla scienza delle decisioni. Successivamente, con dati alla mano, ha illustrato come, secondo degli studi accreditati sulla artificial intelligence, quest’ultima possa offrire un sensibile contributo all’economia globale.

Si parla, infatti, di un aumento di 5 mila miliardi di dollari nel giro di 5 anni, generando una metrica delle performance con profondi e duraturi impatti socio-economici e finanziari. In altre parole, una capacità di inferenza che si assesterebbe tra il 3/4 % del pil globale, tra spesa diretta e indiretta. In Italia la capacità generativa dell’AI potrebbe superare i 300 miliardi di euro di valore, in aggiunta all’economia dei prossimi 15 anni. L’accademico pontificio ha poi sottolineato come il 30 % delle imprese europee abbiano incorporato l’artificial intelligence, ricavando – in soli 3 anni – un aumento del 50% nei propri processi di produzione. L’intelligenza artificiale e altre tecnologie emergenti nell’era quantistica sembrerebbero in grado di annunciare una nuova egemonia dei sistemi intelligenti, distribuiti all’interno di una nuova eterarchia globale che porterà a una automazione delle future attività lavorative.

Mauro Alvisi ha poi continuato a spiegare come sia necessario tenere d’occhio, in questo periodo di transizione, il mondo della formazione e dell’abilitazione di nuove categorie professionali, come l’elaborazione dei big data, l’analisi di scenari, le operazioni con l’utenza, il marketing, le vendite, la comunicazione pubblica di imprese ed ecc. Altri profondi impatti sono prevedibile nel settore medico, in quello finanziario ed energetico con una progressiva e necessaria richiesta dei nuovi skills che dovranno essere appresi da lavoratori. L’accademico pontificio ha infine terminato il proprio intervento spiegando come le PMI sono le categorie “più toccate” da questo nuovo fenomeno, e pertanto il governo ha il dovere di aiutare il Paese coinvolgendo tutte le parti sociali e sensibili, aprendo le porte a tutta l’ibridazione della conoscenza e delle competenze che l’artificial intelligence promuove.

La discussione è poi proseguita con intervento dell’economista Giovanni Barretta, membro dell’Ufficio di presidenza del tavolo tecnico dell’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole minori“, che ha trattato più approfonditamente il rapporto tra l’AI e lavoro, e il possibile approdo al “reddito di base universale”. Barretta ha poi spiegato come l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro sarà sostanzialmente di tre diversi livelli: “il primo determinerà la nascita di nuove professioni, il secondo eliminerà alcune di quelle esistenti e il terzo integrerà e ridisegnerà alcune altre tra gli attuali impieghi”. Si pongono sul tema – secondo l’economista campano – numerosi interrogativi: “chi beneficerà dell’introduzione dell’IA nel processo produttivo; come si riconfigureranno i rapporti di lavoro; come saranno riconvertiti i lavoratori sostituiti dalle macchine e dagli algoritmi; come sarà distribuito il reddito generato dall’intelligenza artificiale”.

Rispetto a queste nuove sfide, secondo Giovanni Barretta, i Governi dovranno compiere, inevitabilmente, delle scelte di campo, che incideranno profondamente sul modo stesso di organizzare la convivenza sociale, garantendo pace e benessere: “una volta assodato che per produrre sarà richiesto sempre meno l’intervento umano, è legittimo chiedersi dove andrà a finire la remunerazione finora spettata ai lavoratori”.
Le possibilità che possono intravedersi, secondo Barretta, con effetti radicalmente diversi sul rapporto di convivenza tra comunità e individui, sono sostanzialmente due: “uno scenario di crescente iniquità sociale e distributiva, in cui il profitto aggiuntivo generato dall’AI va tutto all’imprenditore; un secondo scenario, di eguaglianza sociale, in cui tale profitto aggiuntivo viene distribuito in modo da contribuire al finanziamento di un reddito base universale. In questi ultimi decenni abbiamo visto crescere fortemente in tutto il mondo le diseguaglianze sociali. L’AI può addirittura accelerare questa tendenza verso l’iniquità sociale e, se lasciata agire da sola, seguendo le ciniche logiche del libero mercato, la situazione diventerà pesante e forse insostenibile, con gravi ripercussioni sulla più generale coesione sociale”.
Il reddito base universale – ad avviso dell’economista campano potrebbe, quindi, costituire la risposta alla probabile riduzione dei posti di lavoro, determinata dall’avvento dell’AI, assicurando una rete di protezione sociale adeguata per tutti i cittadini, anche non lavoratori.
L’intelligenza artificiale è senza dubbio, spiega l’economista, l’ambito dove l’imprenditore Elon Musk (proprietario di Tesla, SpaceX, di X e della startup xAI) ha formulato più previsioni e investito ingenti risorse. Ad avviso di questi, l’AI supererà l’intelligenza umana entro il 2025 mentre quella collettiva nel 2029. Inoltre, sottolinea Giovanni Barretta, come Musk abbia definito l’artificial intelligence come più pericolosa delle armi nucleari, fino a giungere ad un momento in cui l’AI sarà in grado di fare ogni cosa e si potrà scegliere se avere un lavoro o no in base esclusivamente alla propria soddisfazione personale, consentendo al genere umano di liberarsi dalla necessità di lavorare: “L’AI sarà la forza più disruptive della storia”.

Anche Sam Altman (CEO e cofondatore con Elon Musk di OpenAI), ha ricordato Giovanni Barretta, espone un modello di distribuzione della ricchezza, capace di garantire l’inclusività economica , dove tutti hanno una ragionevole opportunità di ottenere le risorse necessarie per vivere la vita che si desidera. In aggiunta, Altman dichiara che, con il modello capitalista, il prezzo del progresso è rappresentato dalla disuguaglianza, tema che finora è stato affrontato tassando progressivamente il reddito; nel futuro questo modello funzionerà sempre meno e la soluzione sembrerebbe essere quella di tassare il capitale piuttosto che il lavoro.
L’economista campano dell’Ufficio di presidenza dell’Intergruppo ha concluso il proprio intervento, con un invito a riflettere sul pericolo delle crescenti diseguaglianze sociali, che anche l’intelligenza artificiale potrebbe ulteriormente alimentare e, quindi, sulle importanti sfide che le comunità e i governi dovranno necessariamente raccogliere e gestire.

La seconda sessione di lavori:“Le sfide per il Mezzogiorno, le applicazioni della AI”

L’analisi delle molteplici applicazioni ed implicazione dell’artificial intelligence è stato ripresa dal prorettore dell’Università di Salerno, Maurizio Sibilio, il quale è partito dalla necessità di distinguere tra innovazione, che implica un evoluzione che non sempre porta tutti in avanti, e progresso, che richiede di portare tutti in avanti. A tale proposito, bisognerà diffondere una idea dell’AI come cultura della responsabilità, basata su un processo formativo di skilling, reskilling ed upskilling.
Il prorettore Sibilio si è detto convinto che l’intelligenza artificiale darà la possibilità alle persone di lavorare di meno e di godersi di più la vita, dando vita così ad un rapporto più diretto tra uomo e AI.

A conclusione del suo pregevole intervento, Maurizio Sibilio ha rivolto l’invito a riflettere su un’idea comune che si basi sulla diffusione di una cultura della responsabilità, immaginando una formazione che investe l’intero sistema scolastico ed universitario, attraverso l’affermazione di un’idea per la quale il cambiamento si fa con l’intelligenza formativa-territoriale, come nel caso degli IFTS.

Dopo il pregevole intervento del prorettore dell’Università di Salerno la parola è passata a Rita Mascolo, docente di Storia dell’economia e dell’ impresa presso l’università Luiss, che ha esposto più approfonditamente le finalità della rivista JPE e le ragioni che hanno spinto il comitato scientifico ad orientare il primo numero con un focus sull’intelligenza artificiale nell’economia. La rivista nasce, ha spiegato la docente della Luiss, con l’intento di creare uno spazio interdisciplinare di confronto della contaminazione culturale tra mondo accademico, professionale e istituzionale, in relazione al rapporto uomo-AI. Rita Mascolo ha, quindi, rivolto l’attenzione all’analisi di due tipi di capitalismo, quello liberale e quello di stato, entrambi interessati da un processo di trasformazione, da industriale a digitale: “Nel quadro geopolitico contemporaneo, dove liberismo e socialismo attraversano una comune transizione dal capitalismo industriale, sia di mercato sia di Stato, al capitalismo digitale, che deciderà il primato nell’economia mondiale dell’Occidente o dell’Oriente, è apparso naturale che il primo numero della rivista fosse incentrato sulle sfide dell’IA, declinandole tra opportunità e criticità“.
L’economista pugliese, inoltre, ha tenuto a precisare come sia di cruciale importanza, in questa 5° rivoluzione industriale, l’introduzione, nell’ambito del tessuto produttivo delle piccole e medie imprese del meridione, delle innovazioni dell’artificial intelligence.

Rita Mascolo ha concluso il suo intervento sottolineando come: ”Journal of pluralism in economics possa essere uno strumento di approfondimento rigoroso e multidisciplinare di tematiche di primario interesse per l’intergruppo; si sta pensando, ad esempio, di strutturare un intero numero sul tema dei divari territoriali“.

Il discorso sul tema centrale del dibattito e sulla direzione assunta dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, è stato ripreso dall’ex Generale della GdF ed oggi precettore della Link campus University di Roma e dell’università di Perugia, Paolo Poletti, che ha sviluppato la sua approfondita analisi, partendo dal significato di AI, cioè un agente di conoscenza, di relazione e di compartecipazione che determina la nascita di una realtà ibrida, la quale implica una responsabilità condivisa tra utenti ed innovazione, come per esempio in ambito medico; mantenendo però da parte del singolo individuo una coscienza individuale e di spirito critico.

Poletti ha inoltre sottolineato come il Sud Italia si trovi in prima linea per candidarsi come “porta bandiera” dell’intelligenza artificiale. I dati alla mano dimostrano come l’impiego di questa tecnologia nelle aziende si attesti al 7,6%; inoltre il meridione si colloca in un’ area geografica perfetta per le rinnovabili, esempio ne sono i campi eolici in Puglia e a largo di Trapani, che potrebbero creare per l’appunto un ecosistema perfetto per la collocazione dei data-center. A suo avviso, bisogna però investire ulteriori risorse per la formazione.
A tal proposito Poletti, in collaborazione con la regione Sicilia, ha detto di essere impegnato nella costituzione di centri di competenza, mirati a istruire nuovi programmatori. Il professore Link campus University ha fatto notare al numeroso pubblico presente ai lavori come l’AI possa coesistere e facilitare il lavoro dell’essere umano in varie situazioni, come l’individuazione di nuove minacce, e l’individuazione strutture tridimensionali in campo medico.

L’incontro a Montecitorio si è avviato alla sua conclusione con l’intervento da parte dell’avvocato e presidente del salotto letterario ENIA, Fabrizio Abbate, il quale ha dato delucidazioni sull’ente no-profit che rappresenta, spiegando come quest’ente si occupi dell’AI applicata alle imprese e all’arte, creando dei meeting tra imprenditori e artisti, incentivandone la creatività. Un altro lavoro dell’ENIA, sarà quello di creare un dipartimento presieduto da giuristi che esamineranno il disegno di legge, precedente introdotto dal deputato Caramiello, negli articoli riguardanti il copyright e i diritti d’autore, difendendo per l’appunto il singolo creatore e artista, specialmente quello del sud Italia.

L’ultimo intervento è quello via Skype da Dubai, di Alexa Fast, con in collegamento di circa 200 operatori in tutto ilo mondo del settore della trasformazione digitale, che ha illustrato come l’intelligenza artificiale abbia reso più efficace i processi di analisi di mercato, di comunicazione targhetizzata, e di traduzione delle comunicazioni d’azienda a costi bassissimi per tutte le aziende, anche quelle del meridione d’Italia.

La riunione si è conclusa con un brevissimo intervento da parte dello scrittore Pino Aprile, presidente onorario dell’Intergruppo, che, senza dilungarsi in approfondimenti tecnici, ha acceso un riflettore su come lo Stato Italiano continui a finanziare solo le università del Nord Italia, mettendo in secondo piano le eccellenze universitarie del sud.

L’annuncio dell’istituzione di una nuova Commissione su Blockchain, Cyber security ed Artificial intelligence.

A chiusura dell’interessante giornata a Palazzo di Montecitorio, l’on.le Alessandro Caramiello ha annunciato la nascita di una commissione del gruppo interparlamentare, presieduta dallo stesso Maurizio Sibilio, che avrà il compito di disciplinare tre nuovi e complessi ambiti: Blockchain, Cyber security ed Artificial intelligence.

Manovra 2025: “Dalle tariffe autostradali agli stipendi dei ministri”

Tutti gli approfondimenti sulla legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera

Il testo discute dalle tariffe autostradali, agli stipendi dei ministri

Proseguono i lavori sulla manovra.

Il Governo punta ad ottenere il via libera della Camera già venerdì 20 dicembre, probabilmente con un voto di fiducia.

Il disegno di legge di Bilancio 2025, che vale circa 28miliardi, prevede la rivalutazione permanente per partecipazioni e terreni e l’innalzamento a 35mila euro – solo per il 2025 – del limite di reddito di lavoro dipendente o pensione per accedere alla flat tax delle partite Iva

Stretta su detrazioni per i contribuenti con redditi oltre i 75mila euro, spese di trasferta non pagate con modalità tracciabili, auto aziendali e stock options

Tra le novità introdotte con gli emendamenti ci sono il bonus di 100 euro per chi acquista un nuovo elettrodomestico e una maggior detrazione (da 800 a 1.000 euro) per le spese scolastiche.

Salta l’aumento dei pedaggi autostradali, mentre arriva il via libera ad un buon numero di bonus tra cui quello per rottamare i vecchi elettrodomestici e bonus psicologo.

Numerose anche le misure in tema di sanità.

Con questo programma c’è però il concreto rischio che il voto in Senato sia rinviato a dopo Natale.

Salta l’aumento dell’1,8% dei pedaggi autostradali nel 2025. Il governo, su richiesta del Pd, chiede il ritiro dell’emendamento dei relatori.

Cambia ancora la norma di divieto di incarichi retribuiti per i parlamentari da Stati extra UE

La versione riformulata del testo dei relatori prevede che i parlamentari – ad eccezione di quelli eletti all’estero – non possano accettare durante il proprio mandato contributi, prestazioni o altre utilità erogati da arte di soggetti pubblici o privati extra Ue.

Il divieto non si applica nel caso di preventiva autorizzazione, ma comunque per importi non superiori a 100mila euro all’anno.

Salta la norma che prevedeva l’equiparazione degli stipendi di ministri e sottosegretari non eletti con quelli che sono anche parlamentari.

Via libera della commissione bilancio a un emendamento della Lega, a prima firma del capogruppo Riccardo Molinari

Ciò prevede che il ministero delle Infrastrutture “è autorizzato a sottoscrivere con Anas Spa una nuova convenzione unica”

In occasione della sottoscrizione della convenzione la durata della concessione relativa è “adeguata al termine massimo di 50 anni”.

Quindi di fatto Salvini intende privatizzare una quota di Ferrovie dello Stato.

Leggi: https://www.centrosud24.com/germania-in-crisi-politica-economia-e-il-futuro-delleuropa/

Germania in crisi: politica, economia e il futuro dell’Europa

La Germania, considerata il motore economico e politico dell’Unione Europea, sta vivendo una crisi senza precedenti che scuote la sua tradizionale stabilità. Il cancelliere Olaf Scholz è stato sfiduciato dal Parlamento con 394 voti contrari e 207 favorevoli, a causa di profonde divisioni nella coalizione di governo, portando alle sue dimissioni e alla convocazione di elezioni anticipate per il 23 febbraio 2025. Questa crisi politica si intreccia con difficoltà economiche significative: il paese fatica a rispettare gli impegni europei, mentre l’OCSE ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per il 2025, segnalando preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale e sulla capacità di rilancio economico. In un momento delicato per l’Europa, la crisi tedesca solleva interrogativi sul futuro della leadership di Berlino nell’UE e sul suo ruolo di guida nelle politiche comuni. La situazione richiede risposte rapide e una visione strategica per superare le sfide.

Crisi della coalizione semaforo in Germania: verso elezioni anticipate e nuove alleanze politiche

La coalizione “semaforo”, composta da SPD, FDP e Verdi, è collassata a causa di profonde divergenze interne che hanno compromesso la stabilità del governo Scholz. La frattura più significativa è emersa nel conflitto tra il cancelliere Olaf Scholz (SPD) e il ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP). Scholz aveva proposto un piano economico orientato alla crescita e al sostegno sociale per affrontare la crisi economica, ma Lindner ha respinto queste misure, preferendo un’agenda di austerità e tagli fiscali, ritenuta inadatta a stimolare il rilancio economico del paese. La situazione è precipitata con il licenziamento di Lindner da parte di Scholz, che ha aggravato le tensioni e portato alla sfiducia parlamentare.

Il Parlamento ha così decretato la fine della leadership di Scholz, aprendo la strada a elezioni anticipate fissate per il 23 febbraio 2025. Secondo i sondaggi più recenti, la CDU, guidata da Friedrich Merz e accreditata del 31%, potrebbe formare una coalizione con i Verdi, attualmente al 13%. Questa possibile alleanza rappresenterebbe un cambio di rotta significativo per la politica tedesca, con implicazioni rilevanti sia a livello nazionale che europeo.

Crisi politica ed economica in Germania: impatti sull’UE e sfide future

La crisi politica in Germania si intreccia con una fase di instabilità economica, aumentando le difficoltà di un paese chiave per l’Europa. Berlino ha espresso preoccupazioni sulle nuove regole del Patto di Stabilità e Crescita dell’UE, temendo che un eccessivo allentamento fiscale possa compromettere la stabilità economica a livello continentale. Le tensioni interne alla coalizione di governo hanno limitato l’adozione di politiche economiche incisive, rallentando la crescita economica e peggiorando il costo della vita. Secondo l’OCSE, le previsioni di crescita economica per il 2025 sono state riviste al ribasso, rafforzando i timori di una stagnazione economica.

Queste difficoltà non riguardano solo la Germania: la sua instabilità si riflette sull’intera Unione Europea, che dipende dalla solidità dell’economia tedesca per mantenere la coesione politica ed economica. Le implicazioni sono particolarmente evidenti nelle politiche energetiche, nel coordinamento europeo per il conflitto in Ucraina e nelle relazioni con la Cina, dove la leadership tedesca è considerata essenziale. L’esito delle elezioni e la capacità della Germania di affrontare le sue sfide interne influenzeranno inevitabilmente il percorso europeo.

Implicazioni per la leadership dell’UE e le sfide globali

La crisi politica ed economica in Germania rappresenta una sfida per la leadership dell’Unione Europea, proprio in un momento in cui è richiesta una forte coesione. La Germania, tradizionalmente il motore dell’UE, sta affrontando un rallentamento economico che ha già avuto ripercussioni sulle sue relazioni internazionali. Secondo l’OCSE, la crescita economica per il 2025 sarà inferiore alle attese, influenzando la capacità di Berlino di contribuire pienamente al coordinamento europeo in aree chiave come la transizione energetica e il supporto all’Ucraina.

Le elezioni anticipate di febbraio sono cruciali per definire il futuro politico della Germania e il suo ruolo nell’UE. Tuttavia, l’instabilità attuale rende complessa la pianificazione a lungo termine, aumentando le pressioni su Berlino. La situazione richiede risposte concrete e azioni tempestive per affrontare le sfide interne ed esterne, e il prossimo governo avrà la responsabilità di ristabilire la stabilità, non solo per la Germania, ma per l’intera Unione Europea.



Tony Effe escluso dal Capodanno: polemica sulla censura

di Salvatore Greco

Il Comune di Roma ha annullato l’esibizione del rapper Tony Effe al concerto di Capodanno, a causa di testi ritenuti violenti e maschilisti.

Il sindaco Roberto Gualtieri ha dichiarato che la presenza dell’artista avrebbe potuto dividere la città e urtare la sensibilità di molti cittadini. Ha inoltre aggiunto: “Avremmo dovuto compiere questa valutazione prima e di questo ci scusiamo, innanzitutto con Tony Effe”.

Il primo cittadino ha chiarito che non era stato firmato alcun contratto con il rapper, pertanto non ci saranno penali da pagare.

La decisione di annullare l’esibizione ha trovato un consenso bipartisan, unendo destra, sinistra e il Codacons. Quest’ultimo, in particolare, ha chiesto di escludere Tony Effe anche dal prossimo Festival di Sanremo 2025. La richiesta è stata appoggiata dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha invitato l’attuale direttore artistico, Carlo Conti, a prendere provvedimenti simili anche nei confronti di altri rapper selezionati per l’evento.

La cancellazione ha provocato forte delusione e rabbia nel management di Tony Effe, Pegaso Management, che ha denunciato un grave danno d’immagine per l’artista. Secondo il team, la vicenda ha sottoposto il rapper a una forte pressione mediatica, mettendo a rischio la sua carriera musicale. Anche Vivo Concerti e Friends & Partners, organizzatori dell’evento, hanno espresso stupore e dispiacere per la situazione creatasi.

La polemica ha scatenato reazioni anche sui social. Tra queste, spicca quella di Giulia De Lellis, attuale fidanzata di Tony Effe, che su Instagram ha commentato: “La musica, come tutta l’arte, si discute. Non si censura”. La giornalista Assia Neumann Dayan si è unita alle critiche, definendo la scelta del sindaco Gualtieri un atto che limita la libertà artistica.

Il caso ha acceso un acceso dibattito tra chi difende la libertà d’espressione artistica e chi sostiene la necessità di una maggiore responsabilità sociale da parte degli artisti.