giovedì, Gennaio 9, 2025
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Crisi in Corea del Sud: legge marziale e sfide per la democrazia

Il 3 dicembre 2024, la Corea del Sud ha vissuto una crisi politica senza precedenti. Il presidente Yoon Suk-yeol ha proclamato la legge marziale. Yoon ha giustificato la decisione sostenendo la necessità di proteggere il Paese da minacce interne ed esterne, tra cui quelle legate alla Corea del Nord. La legge marziale ha immediatamente suscitato proteste popolari e una ferma opposizione parlamentare. L’Assemblea Nazionale ha dichiarato il provvedimento illegittimo e ne ha votato la revoca. Costretto a ritirare la legge dopo sei ore, Yoon si è trovato accusato di abuso di potere. Sono seguite richieste di dimissioni. L’episodio ha messo a dura prova la stabilità democratica della Corea del Sud. Ha attirato l’attenzione internazionale e amplificato l’incertezza nella regione.

Crisi politica in Corea del Sud: polarizzazione interna e resilienza democratica sotto pressione

La Corea del Sud, una delle democrazie più consolidate dell’Asia, affronta da tempo un clima politico polarizzato e instabile. Il presidente Yoon Suk-yeol, eletto nel 2022, ha costruito la sua immagine politica puntando sulla sicurezza nazionale, spesso sfruttando le tensioni con la Corea del Nord per consolidare il consenso. Tuttavia, il suo governo è stato frequentemente criticato per un approccio autoritario e divisivo, alimentando un crescente malcontento tra i cittadini.

L’Assemblea Nazionale, controllata dall’opposizione, si è opposta a numerose iniziative presidenziali, accusando Yoon di abuso di potere e scarsa trasparenza. Questo confronto ha paralizzato il dialogo politico, esacerbando il clima di sfiducia verso le istituzioni. Le tensioni interne si sono sommate alle sfide geopolitiche, rendendo la stabilità democratica del Paese sempre più fragile.

La proclamazione della legge marziale ha segnato il punto di rottura, evidenziando la fragilità del rapporto tra governo e istituzioni democratiche. Tuttavia, la rapida reazione dell’Assemblea, che ha annullato il provvedimento, ha dimostrato la resilienza delle strutture democratiche del Paese.

Corea del Sud: legge marziale e revoca in 6 ore, crisi politica e resilienza democratica

Il 3 dicembre 2024, il presidente Yoon Suk-yeol ha proclamato la legge marziale, un evento che ha scosso la stabilità democratica della Corea del Sud. La decisione è stata motivata dalla necessità di affrontare presunte minacce interne ed esterne, con particolare riferimento al rischio di infiltrazioni nordcoreane e a tensioni interne definite dal presidente come “forze comuniste”. La misura prevedeva restrizioni severe, tra cui la sospensione delle libertà civili, il rafforzamento del controllo militare e un’espansione straordinaria dei poteri presidenziali.

La risposta è stata rapida e unanime. L’opposizione, che controlla l’Assemblea Nazionale, ha condannato il provvedimento come un abuso di potere e un attacco diretto alla democrazia. Parallelamente, migliaia di cittadini sono scesi in piazza, denunciando il rischio di una deriva autoritaria. Sotto la crescente pressione politica e sociale, l’Assemblea ha votato all’unanimità per revocare la legge marziale, costringendo Yoon Suk-yeol a ritirare il provvedimento dopo appena sei ore.

Reazioni internazionali alla crisi della legge marziale e le implicazioni geopolitiche

La proclamazione della legge marziale in Corea del Sud ha attirato l’attenzione della comunità internazionale, suscitando forti preoccupazioni per la stabilità democratica del Paese. Gli Stati Uniti, alleati storici di Seoul, hanno espresso immediata apprensione attraverso il vice portavoce del Dipartimento di Stato, Vedant Patel, il quale ha dichiarato: “Gli Stati Uniti si augurano che il voto del Parlamento contro la legge marziale in Corea del Sud sia rispettato”. Il segretario di Stato Antony Blinken ha aggiunto che Washington non era stata informata in anticipo della decisione del presidente Yoon Suk-yeol.

La Corea del Nord ha sfruttato l’episodio della legge marziale per criticare duramente il governo di Seoul, definendo l’evento una dimostrazione della “debolezza e del caos politico” del sistema democratico sudcoreano. I media ufficiali di Pyongyang hanno amplificato questa narrativa, utilizzando l’episodio per rafforzare la loro propaganda contro il Sud e i suoi alleati occidentali. Secondo le dichiarazioni diffuse dai canali statali nordcoreani, l’instabilità politica sarebbe la prova dell’inadeguatezza della leadership sudcoreana nel garantire sicurezza e ordine nel Paese.

Prospettive future per la Corea del Sud: democrazia alla prova dopo la crisi della legge marziale

La crisi politica scatenata dalla proclamazione e revoca della legge marziale rappresenta un punto di svolta per la Corea del Sud e la leadership del presidente Yoon Suk-yeol. Le richieste di dimissioni e la possibile procedura di impeachment indicano un evidente indebolimento della sua posizione politica. L’opposizione, forte del controllo sull’Assemblea Nazionale, potrebbe avviare ulteriori misure per limitare i poteri presidenziali, intensificando lo scontro istituzionale. Questa tensione rischia di portare a uno stallo politico che potrebbe rallentare l’azione governativa, aggravando le sfide interne.

Parallelamente, l’opinione pubblica appare sempre più mobilitata. Le proteste contro la legge marziale e il malcontento generale dimostrano una crescente consapevolezza civile, un aspetto che, se ben canalizzato, potrebbe portare a un rafforzamento della partecipazione democratica. Tuttavia, la fiducia nelle istituzioni è stata messa alla prova, e il governo dovrà lavorare duramente per ricostruirla, soprattutto dopo un episodio che ha sollevato dubbi sulla tenuta del sistema democratico.

A livello internazionale, la Corea del Sud deve affrontare il compito di rassicurare i suoi alleati, in particolare gli Stati Uniti, sull’integrità delle sue istituzioni democratiche. La crisi ha offerto un’opportunità alla Corea del Nord per rafforzare la sua propaganda, aumentando le tensioni geopolitiche regionali. Tuttavia, la rapida reazione dell’Assemblea Nazionale e il ritiro del provvedimento da parte del presidente dimostrano che le strutture democratiche sudcoreane, pur messe alla prova, sono in grado di reagire con fermezza.

In conclusione, questa crisi rappresenta un banco di prova cruciale per la democrazia sudcoreana. Il futuro dipenderà dalla capacità delle istituzioni di collaborare per superare le divisioni politiche, rafforzare la fiducia dei cittadini e preservare la stabilità di un Paese che riveste un ruolo fondamentale negli equilibri dell’Asia orientale.

L’Atalanta formato scudetto batte anche il Milan per 2-1

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L’Atalanta si regala la nona vittoria consecutiva in campionato con il gol di Lookman al minuto 87’ e vola momentaneamente in vetta.

La Dea è inarrestabile

L’Atalanta si regala per almeno 48h la vetta in solitaria. Un’altra serata da incorniciare per gli uomini di Gasperini che stendono il Milan sul fotofinish con una zuccata di Lookman dagli sviluppi di un calcio d’angolo. Grave disattenzione della retroguardia rossonera, che oltre ad aver salutato ogni tipo di sogno scudetto da almeno un mese, vede la qualificazione Champions come molto complicata da raggiungere a questo punto.

Eppure i rossoneri erano persino partiti abbastanza bene, con subito un’occasione per Pulisic dopo appena 30’’ secondi (americano poi costretto ad abbandonare il terreno di gioco dopo la mezz’ora per indurimento del polpaccio).

L’Atalanta ha sbloccato il match, sempre da palla ferma, con un colpo di testa di De Ketelaere, ma i rossoneri sono stati bravi a rispondere subito con la rete di Morata (grazie alla solita combinazione Leao-Theo).

Il secondo tempo è stato molto equilibrato, con Fonseca capace di imbrigliare gli uomini di Gasperini. Ma l’Atalanta di quest’anno ha un sapore differente rispetto agli anni precedenti ed è capace di vincere anche quando non le gira tutto bene.

Va dato merito a Gasperini soprattutto di non essere caduto in tentazione nel sostituire Lookman dopo un’ora di gioco, confermandogli la fiducia (poi ripagata con il gol).

Per l’Atalanta è un’altra serata magica che le regala la vetta. Per il Milan è un’altra debacle che la posiziona al settimo posto, sempre più distante dai 4 posti Champions. E adesso per Fonseca si fa davvero dura.

Contributo esterno.

Provolone Del Monaco Dop, il Trofeo De Gennaro resta al Caseificio Perrusio di Meta

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Lo storico caseificio Perrusio di Meta si conferma vincitore dell’ambito trofeo “Fernando De Gennaro” che ogni anno premia il miglior Provolone del Monaco Dop con la stagionatura oltre dodici mesi. L’assegnazione del trofeo è avvenuta durante il tradizionale Galà di fine anno che il Consorzio di Tutela del Provolone del Monaco Dop organizza in occasione delle festività natalizie. “Il modo migliore per riunire tutti i caseifici e gli allevatori e fare il punto di un anno intenso di lavoro per rendere sempre più buono ed appetibile il formaggio che racconta i Monti Lattari e la Penisola Sorrentina nel mondo” spiega il presidente Giosuè De Simone.

Il Caseificio Perrusio è fra i marchi storici che producono il Provolone del Monaco Dop. Alla premiazione presente la famiglia Russo al gran completo. Con i due Nello, accompagnati da Salvatore, quest’ultimo reduce dalla trasferta in Svezia per il progetto Lost-Eu: “Anche quest’anno abbiamo cercato di fare del nostro meglio. La preparazione di un buon prodotto parte dal latte e si conclude con la fase di stagionatura. Nessun segreto: cerchiamo di tenere sotto controllo ogni passaggio per arrivare ad avere il prodotto finale della migliore qualità possibile” spiegano i vincitori.

Assegnati i premi anche nelle altre categorie di stagionatura. Il caseificio Ruocco di Agerola si è aggiudicato il premio per la stagionatura 6-8 mesi. Premiato anche Vico Equense grazie al caseificio Carbone che ha vinto la categoria 8-12 mesi. A presiedere la giuria Maria Sarnataro dell’Onaf che, come da tradizione, cura la perfetta riuscita dell’evento.

“Si conclude un altro anno importante per il Consorzio di Tutela del Provolone del Monaco Dop. Continuiamo a guardare ai mercati esteri con convinzione sempre maggiore. Abbiamo cominciato il 2024 guardando al mercato della Germania ed abbiamo concluso l’anno con la Svezia. Due appuntamenti incastonati nell’ambito del Progetto Lost-Eu che ci accomuna ad altre sette piccole dop italiane. La presenza nella grande distribuzione, le esportazioni, la lotta alla contraffazione e l’offerta di un prodotto sempre di grande qualità e artigianalità sono le sfide che ci accompagnano verso il nuovo anno” aggiunge il professore Vincenzo Peretti, direttore scientifico del Consorzio.

L’exit strategy di Conte che fa rima con provincialismo: fuori dalla Coppa Italia per concentrarsi solo sul campionato

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Il Napoli accetta l’eliminazione dalla Coppa Italia già agli ottavi con un undici iniziale francamente improponibile. L’exit strategy di Conte avrà senso soltanto se vedrà il Napoli in lotta per lo scudetto fino a maggio.

La strategia di Conte

La Lazio vola ai quarti di Coppa Italia con la tripletta di Noslin. Tutto fin troppo semplice per gli uomini di Baroni che hanno dominato in lungo e in largo i partenopei. Ma l’esito del match era francamente già scontato alla lettura delle formazioni iniziali, con il Napoli che ne ha cambiati 11 su 11, mentre la Lazio ha optato per un turnover corposo ma non totale.

La scelta di Conte è di facile lettura: la Coppa Italia era un impiccio e andava debellata il prima possibile per non disperdere inutilmente le energie (perché il vero obiettivo degli azzurri è lo scudetto). Scelta francamente incomprensibile, perché l’assenza dalle coppe europee permetteva al Napoli di avere comunque un calendario meno fitto rispetto alle sue rivali.

Una scelta che potrà dirsi giusta soltanto se il Napoli dovesse lottare fino a maggio per lo scudetto, altrimenti sarà un grosso errore da imputare al tecnico azzurro.

Della partita c’è veramente poco da raccontare, il Napoli ad un certo punto ha persino difeso il 3-1, effettuando i primi cambi soltanto al minuto 72(!!!).

Per il resto che il livello delle seconde linee (soprattutto in alcuni reparti) non sia simile ai titolari è noto a tutti, non c’era bisogno di prestarsi ad un’umiliazione del genere. Male Spinazzola, malissimo Raspadori e Ngonge anonimo. Neres il più talentuoso degli azzurri, da lodare l’impegno di Simeone (giustamente premiato con il gol). Il neo-arrivato Marin resta ingiudicabile, ma il mercato di gennaio regalerà a Conte comunque un altro difensore centrale.

Archiavata la serata dell’Olimpico, Napoli e Lazio si danno di nuovo appuntamento a domenica sera ma stavolta per il match di campionato.

Contributo esterno.

Locanda Gourmet, la “rivoluzione copernicana” di Giuseppe e Simone Vesi con lo chef Vinicio Mannelli

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di Valendina de Nigris

Braciola in un croccante tacos; zuppa di zucca con polvere di caffè, funghi porcini e semi di zucca. E ancora uno zito fritto con panatura panko abbinato al ragù. La pasta e patate, crema di provola, pop corn di parmigiano e spuma di pepe diventa uno dei cult del menu. Come la “Genovese 120” che, come dice lo chef Vinicio Mannelli “si chiama così perché in totale tra preparazione e cottura ha bisogno di 120 ore”. Altro classico rivisitato le linguine con polpo alla luciana con riduzione di prezzemolo. E non poteva mancare la pizza, ma stavolta nel “rutiello”.

Cosparso di sugna, il disco di pasta viene cotto nel forno di pietra refrattaria che simula quello a fascine. Sono solo alcuni esempi del nuovo progetto a cui Giuseppe e Simone Vesi, stavolta in trio con lo chef Vinicio Mannelli, hanno dato vita al nuovo progetto Locanda Gourmet. Il concept del gourmet è garantito dalla filosofia targata Vesi, che fa rima con ricerca e qualità, ma stavolta la “rivoluzione copernicana” si trasferisce nella ristorazione. “Ci giravo intorno da anni – spiega Giuseppe Vesi – e con mio figlio Simone, abbiamo realizzato un piccolo sogno: rivisitare i piatti della grande tradizione napoletana, come la pasta e patate”.

Tra i secondi spicca il brasato di guancia con polenta al cucchiaio e cipolla agrodolce. Rivoluzione copernicana può significare anche tornare alle origini, a volte. Perché la scelta di riproporre la pizza come la faceva la nonna, o servire tagliolini e ravioli, questi ultimi alla caprese, anche questi fatti a mano, può significare tornare alle origini, sì, ma in chiave moderna, attualizzandoli, con un tocco, una preparazione, una reinterpretazione, che ne consenta e garantisca il successo.

Il mercato dell’arte: tra vitalità e trasformazione

Oggi il mercato dell’arte vive una stagione di grande vitalità e trasformazione, alimentata dalla crescente attenzione di collezionisti e investitori. Le opere d’arte sono percepite non solo come simboli di bellezza e cultura, ma anche come una forma di investimento solida e di lungo periodo. Come collezionista e mercante d’arte, ho osservato da vicino l’evoluzione di questo settore, scoprendo non solo le sue opportunità, ma anche le sfide che lo rendono complesso e affascinante.

di Stefano Colucci

L’arte come bene rifugio

In un contesto globale caratterizzato da instabilità economica e volatilità dei mercati finanziari, l’arte si è affermata come un bene rifugio. Grandi nomi come Picasso, Van Gogh e Modigliani continuano a dominare le aste internazionali con aggiudicazioni da record, mentre cresce anche l’interesse per artisti meno conosciuti, ma con un potenziale di rivalutazione. La ricerca di opere di qualità non si limita ai capolavori storici, ma si estende a nuovi trend, come l’arte contemporanea, l’arte digitale e gli NFT (Non-Fungible Token), che hanno attratto un pubblico più giovane e tecnologico.

La centralità del collezionista

Il collezionista moderno non è più un semplice acquirente, ma un attento conoscitore, un esploratore alla ricerca di opere rare e significative. La mia esperienza personale, che mi ha portato a scoprire dipinti attribuiti a maestri come Nicolas Régnier, Giovanni Lanfranco, Gaspare Diziani e Alessandro Naldini, testimonia quanto il mercato premi la competenza, la passione e l’intuizione. Ogni acquisizione è un viaggio che richiede studio, dedizione e spesso una rete di esperti per confermare l’autenticità e il valore delle opere.

Il ruolo del mercante nell’arte

Nel mio percorso come mercante d’arte, ho compreso quanto sia fondamentale costruire un rapporto di fiducia con i collezionisti. Non si tratta solo di vendere, ma di educare e guidare chi si avvicina a questo mondo, aiutandolo a comprendere le dinamiche del mercato, le tendenze e i rischi. La conoscenza storica e stilistica di un’opera è cruciale, ma altrettanto importante è saper cogliere i segnali di un mercato in continua evoluzione.

Focus sul Centro – Sud: una terra di tesori nascosti

Il Centro-Sud Italia rappresenta un territorio ricco di opportunità per collezionisti e mercanti d’arte. La presenza di capolavori nascosti, spesso dimenticati in chiese, collezioni private o piccoli mercati locali, rende questa regione un autentico scrigno da esplorare. La scoperta di opere attribuibili a scuole artistiche del Rinascimento e del Barocco è frequente, ma richiede attenzione e competenze specifiche per identificare il loro reale valore storico e artistico.

Digitalizzazione e nuove piattaforme

L’arte sta vivendo una rivoluzione digitale: le aste online, le gallerie virtuali e i social media hanno aperto nuovi orizzonti. Piattaforme come Artsy e Sotheby’s hanno democratizzato l’accesso al mercato, consentendo a chiunque di partecipare alle vendite globali, mentre strumenti come l’intelligenza artificiale facilitano l’autenticazione e la valutazione delle opere. Tuttavia, resta fondamentale l’interazione diretta con le opere, per cogliere quei dettagli che spesso sfuggono agli strumenti digitali.

Sfide e prospettive

Il mercato dell’arte non è privo di sfide: la contraffazione, l’opacità delle transazioni e la crescente competizione rendono indispensabile un approccio etico e professionale. Tuttavia, queste difficoltà rappresentano anche un’occasione per distinguersi, puntando su trasparenza, competenza e valorizzazione del patrimonio artistico.

Per chi, come me, vede l’arte non solo come un lavoro, ma come una passione, il mercato odierno offre infinite possibilità. Ogni opera, ogni scoperta, rappresenta una storia da raccontare e un’eredità da custodire, rendendo questo percorso tanto stimolante quanto gratificante.

Da Benevento, il ricordo di Marco Polo, ponte verso la modernità

Ieri mattina a Benevento, presso la sede del Rettorato dell’Unisannio, l’omaggio a Marco Polo a 700 anni dalla sua morte, in un interessante incontro,organizzato dal DEMM (Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi) dell’Università degli Studi del Sannio, con i Lions Club di Benevento Host e Arco Traiano. All’iniziativa hanno partecipato alunni e docenti di diversi istituti scolastici della città, con il Liceo Classico “Pietro Giannone”, il Liceo Scientifico “Gaetano Rummo”, l’Istituto Paritario Liceo Classico “De La Salle” e l’Istituto Comprensivo “Giovanni Pascoli”; molte altre scolaresche hanno seguito i lavori da remoto, in diretta streaming.

La giornata di celebrazione della figura di Marco Polo si è aperta con gli indirizzi di saluto rivolti dal Sindaco, Clemente Mastella,  da Stefania Pavone, presidente Lions Club Benevento Host, da Mariateresa Spina, presidente Lions Club Benevento Arco Traiano, da Gianluca Tomaciello, presidente Lions Club zona 12, Aurelio Bellucci, presidente Lions Club della 5° circoscrizione. Per l’Università del Sannio, a causa dell’impossibilità a presenziare all’evento da parte del Rettore (Gerardo Canfora) e del Direttore Dipartimento DEMM (Gaetano Natullo), per concomitanti impegni istituzionali, è toccato al prof. Guido Tortorella Esposito (docente presso l’Unisannio di “Storia del pensiero economico”), il compito di salutare gli intervenuti, tenendo anche il ruolo di moderatore del dibattito.

Ad introdurre i lavori é stata chiamata Milly Pati Chica (presidente distrettuale del service Lions Club) che, con un appassionante invito rivolto ai numerosi studenti presenti,  ha voluto ricordare, facendone una puntuale ricostruzione, l’intrigante profilo  di Marco Polo, viaggiatore, mercante, ambasciatore e scrittore veneziano, autore dell’indimenticabile opera  letteraria “Il Milione”, in cui racconta i  suoi viaggi in Estremo Oriente   e in Cina,  una vera e propria enciclopedia geografica che riunisce le conoscenze essenziali sull’Asia in Europa  alla fine del XIII secolo.

L’analisi socio-economica nelle relazioni degli esperti

I lavori sono, quindi, entrati nel vivo con le relazioni di Vittoria Ferrandino (professoressa di “Storia economica” dell’Unisannio), Rita Mascolo (professoressa di “Storia del pensiero economico”, presso la LUISS “Guido Carli” di Roma),  e Carmen Vita (professoressa di “Storia del pensiero economico” dell’Unisannio). Le approfondite analisi di tipo socio-economico  svolte dagli economisti intervenuti hanno consentito di ricostruire non solo il profilo di Marco Polo,  mercante e scrittore veneziano, quanto piuttosto la modernità del suo messaggio, nei nuovi scenari macroeconomici internazionali che si delineano nel tempo della globalizzazione, nell’ambito del rapporto tra Europa ed Estremo Oriente e, più particolarmente, tra l’Italia e  Cina, nella rivisitazione degli antichi collegamenti ed itinerari commerciali attraverso la “Via della Seta”  con le nuove prospettive di sviluppo che si aprono sul piano  economico e sociale.

Il moderatore Guido Tortorella Esposito, nel presentare i relatori, ha voluto anch’egli rivolgere un chiaro invito ai giovani a viaggiare, facendolo   – però – nel modo giusto, non da banali consumatori,  ma scoprendo davvero  i luoghi nuovi che si visitano,  apprendendone la storia, le tradizioni, gli stili di vita, entrando in contatto con le persone che li abitano ed animano. Il turismo di oggi in Italia  nelle città d’arte, ha ricordato l’economista Tortorella Esposito, pare  – invece – più interessato a consumare  “bulimicamente” ogni sorta di pietanza alimentare, piuttosto che scoprire le incredibili  bellezze storiche di quei luoghi, miseramente ignorate; spesso i centri storici diventano delle enormi friggitorie all’aperto, mentre nessuno si accorge dell’immenso patrimonio artistico-culturale qui presente.  Nel caso di Napoli, ad esempio, è frequente  assistere a  file interminabili di avventori nei pressi di fast food e pizzerie, mentre accanto, in sale quasi deserte, è esposto un quadro di Caravaggio. Il viaggio, come è stato per Marco Polo, deve essere – invece –  un’occasione di scoperta, come esperienza di contaminazione ed arricchimento. La seconda riflessione del moderatore del dibattito è stata, invece,  rivolta al “mercato”, che noi oggi consideriamo fondamentalmente come luogo di compravendita,  ricordando che: ”nel Medioevo, e Marco Polo ce lo insegna, il mercato  era soprattutto un luogo di incontro tra le persone, per stabilire relazioni e si poneva come occasione di civilizzazione. Uno dei motivi per cui le nostre economie vanno male  sta nel fatto che un mercato dove non ci sono relazioni finisce col diventare  predatorio, luogo dove il più forte vince “ e, quindi, vincono le diseguaglianze personali e territoriali,  continua Guido Tortorella Esposito,  pensando “ai paesi c.d. pigs  (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), depredati delle loro ricchezze da parte di quelli  del Nord Europa”, com’è stato con la moneta unica  e, come avvenuto più di recente nel nostro Paese, con la riforma dell’autonomia differenziata, emblema degli egoismi e delle diseguaglianze territoriali. Per non parlare delle inaccettabili diseguaglianze personali  presenti in un mondo dove,  in alcuni paesi si concentra la massima  ricchezza e in  altri la povertà assoluta, con problemi anche su base regionale, se si pensa al fatto – conclude Tortorella Esposito – ” che il grosso della povertà è concentrato (paradossalmente) negli Stati Uniti, in Indonesia, in Cina e in India, (dove c’è poca gente che si arricchisce in maniera smisurata e tutto il resto della popolazione che vive nella povertà assoluta)”.

La prima relazione scientifica è stata svolta da Vittoria Ferrandino che ha ricostruito approfonditamente il percorso storico della “Via della Seta”, ricordandone l’importanza e strategicità attuali, invitando gli studenti a comprendere le motivazioni economiche e sociali che hanno portato la Cina a rivestire il ruolo che oggi ha nel mondo e le ragioni per cui il governo cinese spinge tuttora allo sviluppo di questo antico itinerario commerciale. L’economista  Ferrandino ha evidenziato come il progetto della nuova Via della Seta si giustifichi sia con l’esigenza che la Cina ha di aprirsi alle relazioni esterne, che per ragioni di carattere interno, ritrovandosi  come paese con fortissima vocazione all’esportazione, a subire – per effetto delle più recenti crisi finanziarie mondiali – i contraccolpi  di una forte contrazione della domanda delle sue merci da parte dei mercati occidentali (europeo e americano). A questo punto, ha aggiunto Vittoria Ferrandino, la Cina: “ha dovuto riprendere il progetto della Via della Seta e, all’esigenza di avere nuovi sbocchi commerciali,  si è aggiunta quella di integrare economicamente le aree più occidentali del paese;  la conferma si è avuta nel 2014, in occasione delle Olimpiadi invernali, tenutesi a Sochi, nel Caucaso, quando il presidente cinese e quello russo, incontrandosi,  hanno stipulato un accordo formale per riprendere il progetto di quest’ antico itinerario commerciale, anche attraverso la realizzazione di un diretto collegamento ferroviario, prevedendo le relative dotazioni finanziarie e il pieno coinvolgimento nell’iniziativa dei paesi  attraversati, pure  erogando a questi aiuti e borse di studio per i giovani studenti (circa 10.000 ogni anno), a dimostrazione dell’intento di voler avviare un rapporto di collaborazione a tutti i livelli”.

A tal proposito,  al termine della sua puntuale analisi, molto apprezzata dai presenti,  l’economista campana ha annunciato, ufficialmente, che, in forza di un accordo stipulato qualche giorno fa tra l’Ateneo sannita e le autorità cinesi, il prossimo anno giungeranno presso Università del Sannio 100 giovani studenti cinesi per iscriversi al corso di laurea in “Economia bancaria e finanziaria”.

E’ stata, quindi, la volta di Rita Mascolo, docente della LUISS di Roma,  che ha svolto un’interessante relazione, incentrata sugli scenari macroeconomici, ponendo a confronto il ruolo della Cina e il mondo globalizzato. Partendo dalla considerazione che la storia e la figura di Marco Polo insegnano che la contaminazione culturale, storica e linguistica  costituisca  il vero “driver”  della formazione, ha invitato gli studenti a tener ben presente questa lezione che viene dalla storia, conservando le proprie tradizioni e ricordando che la formazione universitaria italiana è  tra le più apprezzate al mondo: “quella che, però, è mirata all’internazionalizzazione; lo stesso percorso che, del resto, ha fatto secoli addietro Marco Polo, che ha esplorato luoghi lontani, ha imparato e conosciuto quelle diverse  tradizioni e li ha riportate nel racconto de “Il Milione”, affinché  tutti le conoscessero”. L’invito rivolto agli studenti italiani è allora quello di formarsi, mirando all’internazionalizzazione per poi riportare sul proprio territorio le conosce acquisite e la ricchezza che proviene dalla “contaminazione” culturale ricevuta.

Rita Mascolo, richiamando sul punto il pensiero del proprio maestro (l’economista Giuseppe Di Taranto, scomparso l’anno scorso, maestro comune anche agli altri due economisti intervenuti: Guido Tortorella Esposito e Vittoria Ferrandino), esposto in un suo scritto postumo (dal titolo: “Geoeconomia del capitalismo”), di cui con Tortorella Esposito ha curato l’introduzione,  ha voluto – quindi – analizzare lo scenario geopolitico attuale. Un contesto questo  in cui si fronteggiano da un lato gli Stati Uniti e più in generale l’Occidente (con un capitalismo industriale), e dall’altro la Cina (con un capitalismo di Stato), che vivono una fase comune di transizione, che è quella di un  capitalismo  di tipo digitale. Secondo l’esperta economista della LUISS, la  c.d. 4.0 non è altro che la 4ª Rivoluzione industriale e: “chi per prima interpreterà al meglio questo nuovo processo conquisterà il primato mondiale”.

Giova in merito sottolineare come dall’ultimo studio di Goldman Sachs, risulti che nel 2025 il PIL cinese supererà quello statunitense e, ancora,  che nel 2028  il PIL cinese riferito al comparto tecnologico supererà quello statunitense: ”Oriente e Occidente nel corso del tempo, in maniera diacronica , si sono sempre confrontati ; in alcuni momenti storici siamo stati noi che abbiamo  imparato qualcosa da loro e in altri momenti sono loro che hanno imparato qualcosa da noi … se analizziamo quanto accaduto nel XV secolo, notiamo che  effettivamente non c’era una grande differenza economica tra questi due mondi e poco prima della 1ª Rivoluzione industriale (nel 1700) il 70% dei manufatti era prodotto da Cina e India; invece, subito dopo la 1ª Guerra mondiale,  questo apporto era solo del 7%, per tutta una serie di complessi motivi economici, sociali, culturali.  La Cina, quindi, resta indietro e non avvia questo processo di rivoluzione industriale che, dopo secoli di grande divergenza, comincerà solo più tardi (dalla metà del ‘900 ad oggi) con una fase di catch-up in cui aggancia le altre nazioni, recuperando in un tempo brevissimo  tutto il ritardo in precedenza accumulato; nessuna nazione ad oggi nella storia economica ha mai attuato una fase di recupero così veloce”.

Nella sua brillante relazione scientifica, Rita Mascolo ha rimarcato come la Cina sia stata capace di portare dentro di sé lo stesso processo di globalizzazione, attraverso politiche di defiscalizzazione e di incentivo alle imprese per trasferire nel paese asiatico la loro sede, favorendo la relativa delocalizzazione produttiva, attirando così le imprese (occidentali)  per acquisirne il know how; in questo modo, è riuscita non solo ad attuare un formidabile recupero del pregresso  ritardo industriale ma, allo stesso tempo, a competere per il primato mondiale. Del resto, ha sottolineato l’economista pugliese, la democrazia nel mondo batte oggi in ritirata. Se agli inizi del 2000 il 50% della popolazione viveva in democrazia, mentre il resto del modo in sistemi autocratici, oggi il 75% della popolazione è inglobata in sistemi autocratici e solo il 25% in modelli di tipo democratico. Le autocrazie, ricorda l’economista della prestigiosa università romana, hanno oggi un peso del 30% sul PIL mondiale, mentre negli anni ’90  questo era solo del 15%; il valore delle società quotate nelle autocrazie pesa oggi per il 30%, negli anni ‘90 solo il 3%; la domanda di brevetti è all’attualità  per il 60% nelle mani delle autocrazie. Se la Cina con la nuova Via della Seta riesce a tessere relazioni economiche, anche di tipo strutturale, a livello mondiale, sarà favorita anche nell’esportare la sua ideologia di tutela primaria del governo autocratico, mentre in Occidente – sottolinea l’economista pugliese –  si continua a porre il mercato come un totem rispetto ad ogni  altra cosa.

Questa capacità di tessere relazione economiche ha fatto sì che la Cina potesse addivenire ad un parziale controllo delle principali infrastrutture strategiche, come nel caso dei porti; come avvenuto  non solo in Africa, nei paesi asiatici e nell’America latina, ma anche direttamente in Europa. Sul punto, Rita Mascolo ha citato il caso della COSCO (China Ocean Shipping (Group) Company -compagnia di stato cinese che fornisce servizi di spedizioni e di logistica), che “detiene quote rilevanti nei porti di Amburgo, del Pireo, di Anversa, di  Rotterdam,  Valencia, Barcellona, in Francia e anche in Italia con il 40% del porto di Vado Ligure”. Tutto questo, conclude l’economista Mascolo,  ci dovrebbe far riflettere sul contesto geopolitico e, quindi, anche la politica dei dazi, di cui si parla tanto oggi dopo le elezioni americane, meriterebbe una discussione più approfondita.

 L’ultima relazione scientifica è stata tenuta da Carmen Vita, ecomomista dell’Unisannio, che ha analizzato il ruolo del Mezzogiorno nell’ambito nel Mediterraneo, richiamando la sua antica centralità economica e sociale che andrebbe assolutamente recuperata. Secondo Vita: ”Mentre ai tempi di Marco Polo era l’occidente che andava verso l’Oriente, oggi è questo che guarda ad Occidente e la Via della Seta attraverso il Mediterraneo costituisce per la Cina un progetto strategico. Tuttavia, questa  centralità si misura sulla capacità di generare connessioni, capaci di assecondare e supportare in modo competitivo i legami economici tra i sistemi produttivi che si trovano sulle sponde opposte del Mediterraneo. Il peso della logistica in quest’area è andata via via crescendo per la globalizzazione dei mercati  e i relativi costi sul totale del valore aggiunto assumevano progressivamente maggiore importanza rispetto a quelli legati al trasporto che si riducevano e tale circostanza,  insieme  al basso costo del lavoro in alcune zone, hanno reso possibile il processo di decentramento produttivo. Quindi, le connessioni produttive si sono molto intensificate, diventando sempre più una variabile strategica della competitività internazionale”. Nel Mezzogiorno, che scontava già un gap infrastrutturale importante rispetto al resto del paese con il conseguente svantaggio competitivo, le crisi finanziarie degli ultimi anni hanno ulteriormente acuito questa fragilità dovuta alla mancanza di adeguate connessioni. Secondo Carmen Vita, bisognerebbe che il Mezzogiorno recuperi questa perdita di competitività con un potenziamento delle sue reti infrastrutturali e logistiche : “ Questo svantaggio potrebbe oggi essere superato con politiche di sviluppo della competitività logistica delle regioni meridionali, che passi attraverso il potenziamento  della portualità già presente nel Mezzogiorno, con i porti di Napoli, Bari, Taranto, Salerno, Gioia Tauro e Palermo , creando delle importanti connessioni logistiche”.

Il giudizio su Marco Polo degli studenti beneventani

A seguire, l’intervento degli alunni degli istituti scolastici  presenti all’incontro, tra cui quelli  dell’Istituto Comprensivo “G. Pascoli”, del Liceo ClassicoP. Giannone “ e del Liceo Classico “De La Salle” di Benevento,  con la studentessa Emma  Di Maria, che ha ricostruito attentamente  il poliedrico profilo di Marco Polo, scrittore, mercante e ambasciatore, evidenziando l’importanza delle sue scoperte e dei suoi affascinati racconti condensati nel “Il Milione”, nonché  la modernità del suo messaggio per i giovani di oggi,  a 700 anni dalla sua morte.

Le conclusioni sono state affidate ad Aurelio Bellucci, presidente Lions Club della 5° circoscrizione, che ha riassunto i contributi ricevuti dagli esperti e ringraziato le scuole per la fattiva collaborazione e partecipazione all’iniziativa.

Ancora una volta, l’Università degli Studi del Sannio con le sue molteplici iniziative si conferma centro di formazione di eccellenza a livello nazionale, formidabile  volano per lo sviluppo economico e sociale del territorio.

I rischi del sistema economico per le auto

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Come ormai quotidianamente ci ricordano i media nazionali ampia parte della crisi europea è dovuta alla mancanza di base scientifica ed economica del cosiddetto Green Deal e nella sua errata e frettolosa programmazione.

È sempre più evidente che questa ipotetica ‘strategia di crescita’ scelta dalle precedenti commissioni europee in realtà non miri ad uno adeguato ed equilibrato sviluppo e, soprattutto, si basi su un di una ideologia iper ambientalista priva di qualsiasi fondamento scientifico serio: in particolare quasi tutti gli scienziati di livello negano che il clima, e soprattutto la temperatura, possano essere seriamente alterati da fenomeni umani, anche perché esso dipende dall’energia solare che perviene alla terra ogni giorno, che ha una forza calcolata (in joule) in un ordine superiore a 25 volte di tutta l’energia utilizzata al mondo in un anno, e quindi una forza maggiore di oltre 9000 volte rispetto all’energia che quotidianamente l’uomo produce, mentre una altra enorme parte degli effetti di riscaldamento derivano anche dalla attività geotermica e da altri importanti fenomeni naturali. Cosicché gli effetti dell’attività dell’uomo sono enormemente minori, quasi totalmente irrilevanti.

Ancor più carente di ogni fondamento è poi la guerra che si sta facendo alle auto a motore termico, dal momento che anche ove si riuscisse ad abbattere tutto il COdue prodotto in Europa l’effetto sarebbe di una quantità talmente inferiore rispetto a quello globale da non poter essere nemmeno seriamente calcolato (si parla di dimensioni inferiori allo 0,037%, v. gli studi di Mario Giaccio).

Rapporto Svimez del 2024, -100mila auto prodotte rispetto al 2023. Centrale il ruolo del Sud

Gli illogici ed incoerenti comportamenti europei, privi di concretezza, miranti alla transizione energetica, mentre insieme ai conflitti internazionali stanno causando un’esplosione dei costi energetici, rischiano peraltro di provocare la distruzione del sistema economico, che in ampia parte è costituito dai sistemi collegati alla produzione all’utilizzo dell’energia fossile, da una parte, e dal sistema dell’auto a motore termico, dall’altro; sistema, quest’ultimo, importantissimo in tutta Europa, storicamente in particolare in Germania, Francia  ed Italia.

La guerra alle auto con motore termico è quindi una guerra totalmente folle; e lo è anche perché mancano gli impianti, le struttura e le linee che possano consentire un utilizzo di massa delle auto elettriche, soprattutto nel sud e nelle aree interna del paese: non solo manca la possibilità di posizionare ovunque punti di allaccio che consentirebbero la ricarica, ma manca addirittura la quantità di energia elettrica disponibile nei singoli territori  che possa consentire una elevata diffusione di quel tipo di auto; di tal che se vi fossero molte più auto elettriche si potrebbero verificare frequenti e diffusi blackout con effetti gravi non solo per le auto ma anche per l’intero sistema elettrico e produttivo

Essa però è innanzitutto una guerra che distrugge il sistema della produzione dell’auto e connesso e l’enorme quantità di lavoro connessa.

 In Germania, infatti, si stanno formando movimenti quasi radicali per la tutela di questo sistema, e si stanno già muovendo i sindacati dell’auto con scioperi di dimensioni e durata in quel paese mai prima visti dal dopoguerra; in Italia invece i sindacati del settore non stanno operando con adeguata energia, pure se il settore costituisce una importantissima percentuale del sistema economico.

Già una statistica del 2022 circa l’Italia affermava infatti che secondo una stima degli esperti del settore quindi tutti i comparti che per una qualche ragione ruotano attorno all’auto e affini rappresentano circa il 16% del Pil (20% secondo altre fonti). Prendendo in considerazione la stima più prudente del 16% il valore dell’auto e dell’indotto può arrivare a più di 280 miliardi di euro nel 2021: in Germania la percentuale di Pil, comprensiva dell’indotto, arriva al 36%. Per fare un confronto numerico, il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, il Pnrr, vale 191,5 miliardi di euro mentre la legge di Bilancio 2022 è da 36,5 miliardi dei quali 23,3 di indebitamento netto.

La percentuale del 16% (inferiore a quella indicata in altre statistiche che pervengono al 20%) è confermata nell’autorevole rapporto Svimez del 2024, che al contempo indica come ormai la stragrande maggioranza della produzione sì posizioni nel sud Italia, fino a indicare così uno dei suoi titoli: l’automotive è al sud: nel 2024, il 90% della produzione nazionale di autoveicoli negli stabilimenti del sud. nel 2024 meno 100 mila auto sul 2023 (-25%). serve un piano di rilancio europeo, centrale il ruolo del sud

Serve un piano di rilancio europeo

Appare dunque evidente come una grave crisi del sistema possa essere disastroso per l’Italia in genere, ma più ancora per il Sud: essa fermerebbe del tutto il processo che si sta attuando per cercare di ridurre il distacco economico tra il nord del nostro paese e il sud. La valutazione degli effetti potenziali è anzi terrorizzante ove si considerino i risultati che si produrrebbero in relazione all’eventuale crisi di questo settore, col fenomeno di moltiplicatore per il quale ogni accadimento di crisi si auto moltiplica con gli effetti di caduta (v. al riguardo il noto saggio di Olivier Blanchard, Public Debt and Low Interest Rates, febbraio 2019).

Oltre al governo italiano e ai sindacati, dunque, sia il nostro Parlamento che quello europeo dovrebbero intervenire al più presto, quantomeno ai fini che rispetto allo sviluppo del sistema delle auto si autorizzino metodologia alternative all’elettrico e perché comunque si prevedano tempi più coerenti rispetto alla ristrutturazione di un sistema così ampio ed importante.

La sostanziale assenza di queste istituzioni rispetto a questo importante tema è una grave manifestazione della lontananza che esse hanno raggiunto dall’interesse pubblico, e in particolare dai veri problemi e dal vero interesse dei cittadini del Sud Italia.

Il Direttore di Coldiretti Campania Salvatore Loffreda riceve il Premio due Principati 2024

Il direttore di Coldiretti Campania 𝗦𝗮𝗹𝘃𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗟𝗼𝗳𝗳𝗿𝗲𝗱𝗮 fra i premiati dell’edizione 2024 del prestigioso “Premio Due Principati”, un riconoscimento attribuito alle personalità che si sono distinte per ingegno, dedizione e professionalità contribuendo in modo significativo allo sviluppo e alla visibilità della regione.

Queste le motivazioni del riconoscimento:

“Originario di Piedimonte Matese, ha intrapreso il suo percorso in Coldiretti a vent’anni, passando per Caserta, Reggio Calabria, Cosenza, Salerno, Avellino, per poi ricevere il prestigioso e meritato incarico di Direttore di Coldiretti Campania e della Federazione di Napoli, frutto di una dedizione di una professionalità che hanno consentito alla Federazione di raggiungere i risultati davvero meritori.

Assoluto protagonista della rappresentanza agricola regionale, ha vinto le sue battaglie sui tavoli istituzionali, anche quelle più ardue, con spirito passionale innovatore, accompagnando le aziende agricole verso il futuro, senza mai dimenticare le tradizioni illegale spirituale proprio di chi si prende cura della terra, coltivandola seriamente con amore.

Salvatore Loffreda è un grande formatore di persone, prima ancora che di collaboratori, capace di fondere la propria profonda umanità con l’esercizio che le responsabilità, contribuendo al miglioramento del tessuto socio economico regionale. Uomo dalle grandi capacità, mosso da profondi valori sociali e solide basi culturali, capaci di esportare storia, prodotti e territorio, con il coraggio della caparbietà di insistere e resistere per essere presenti nei mercati internazionali e guardare con fiducia al grande futuro del Made in Italy.

Salvatore Loffreda, ama narrare la sua Campania, una regione delle mille risorse, culla di un patrimonio gastronomico senza uguali. La sua è una meravigliosa esperienza di vita, che ricorda quanto l’uomo appartenga alla terra e quanto richieda rispetto e dedizione”.

Ad ospitare l’evento, organizzato dall’Associazione Campania Sud-Ovest – APS e presieduto da Vincenzo Pecoraro, il Complesso Monumentale Santa Maria degli Angeli nella frazione di Torchiati del Comune di Montoro (AV).

Intelligenza artificiale: doppio appuntamento a Cava e Stabia

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Il 5 e 6 dicembre doppio appuntamento con il libro “Hi, AI” di Antonio Pagano e Claudio Gpt edito da 1886 Publishing

Due giorni dedicati all’intelligenza artificiale e a come IA sta cambiando il modo di fare marketing, organizzati dall’Associazione “Nessuno e Centomila”. Castellammare di Stabia e Cava de’ Tirreni, il 5 e 6 dicembre, accoglieranno la presentazione del libro “Hi, AI”, uscito già nella versione inglese, che ora arriva anche in Italia. Come l’ingegno umano e l’intelligenza artificiale stanno trasformando il mondo del marketing di Antonio Pagano e Claudio Gpt, co-autore virtuale, edito da 1886 Publishing.

Il primo dei due incontri, previsto il 5 dicembre alle ore 16 al Liceo Scientifico “Francesco Severi” in viale Libero D’Orsi 5 a Castellammare di Stabia, vedrà confrontarsi su un tema di sempre più impellente attualità, la Dirigente Scolastica Elena Cavaliere; Piera Di Salvio, per 1886 Publishing; Marco Palladino, Innovation Manager; l’autore Antonio Pagano, in collegamento Live da Los Angeles; Claudio Gpt, co-autore in collegamento live dal Metaverso. L’incontro è finalizzato a parlare agli studenti di argomenti che sono sempre più di attualità, attraverso un libro che vuole insegnare a dare del “tu” alla AI, Intelligenza Artificiale, che rappresenta un mondo ancora tutto da scoprire.

Il 6 dicembre la presentazione del libro si sposta a Cava de’ Tirreni. L’appuntamento è alle 18.45 al Social Tennis in via Marcello Garzia, 2.

“Hi, AI”, questa volta, oltre al gruppo di relatori di Castellammare di Stabia vede anche la presenza di Marco Salerno, Delegato alla cultura per il Social Tennis Club; Il sottotitolo del libro Come l’ingegno umano e l’intelligenza artificiale stanno trasformando il mondo del marketing, apre a tantissime riflessioni, su come il mondo delle nuove tecnologie sta cambiando, spesso, senza che neanche ce ne accorgiamo, le nostre vite nel quotidiano.