Penitenziari malmessi e l’inadempienza dei Governi

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Penitenziari

Penitenziari degradati e “signori del mattone ad ogni costo. A fronte di essi un prudente dubbio potrebbe insinuarsi tra i vari dossier aperti per il presidente Meloni e il ministro Nordio. In particolare verso coloro che in ogni occasione propongono di cancellare la realtà di istituti malmessi per farne dei nuovi, rimuovendo cosi la memoria di anni di malgoverno.

Di Domenico Alessandro De Rossi.

Penitenziari invivibili, la sentenza che grava sull’Italia

La sentenza della CEDU, che sanzionò l’Italia per non avere rispettato i diritti umani dei detenuti costringendoli in carceri invivibili, aggiunge senza mezzi termini che negli ultimi anni, è stato violato ogni principio di proporzioni tra cubature detentive e spazi aperti. Nonostante i ripetuti tavoli tecnici e delle stesse Commissioni, oltre ai più reclamizzati Stati generali dell’esecuzione penale”, operazione di mera propaganda voluti dall’ex ministro della Giustizia Orlando, emerge evidente una preoccupante carenza di valutazione e di merito rispetto all’intero patrimonio edilizio penitenziario.

Tante occasioni sprecate

Purtroppo, mancando un approccio sistemico soprattutto in termini contestuali e di “visione” si è giunti ormai al collasso delle strutture. Sia in termini di efficienza strutturale che di indice di affollamento. Nelle varie occasioni sostenute non solo dal Ministero e le recenti propostemarziane” di costosissimi penitenziari (vedasi il progetto per il nuovo mega carcere di Nola), emerge il sospetto che tali riunioni siano servite più a vantaggio dell’autoreferenzialità che per risolvere i reali problemi. Durante il tempo inutilmente trascorso dagli Stati generali del 2015 ad oggi si sarebbe dovuto attivare uno studio sullo stato delle carceri in Italia. Deciso il programma si doveva recuperare quanto già meritoriamente fu elaborato dal Ministero della Giustizia già nel lontano 1997.

La soluzione dal Convegno di Villa Maraini

Dalla conclusione del Convegno organizzato da Massimo Barra della Fondazione Villa Maraini, è chiaramente emersa la doppia soluzione al problema delle carceri. Chi ha immediatamente condiviso l’idea è stato il Sottosegretario di Stato Del Mastro Delle Vedove. Egli ha rilanciato la necessità di indirizzare ad altre istituzioni la competenza del recupero e cura di coloro che sono afflitti dalla dipendenza da sostanze. Ciò libererebbe al contempo un gran numero di posti all’interno delle carceri dove circa il 30 per cento degli individui reclusi è tossico dipendente. Prossimamente si terrà nuovamente a Roma dal 3 al 5 maggio un convegno a carattere internazionale “ROME CONSENSUSAbbattere barriere, costruire ponti”. Organizzato dalla Fondazione Villa Maraini Croce Rossa Italiana. Obiettivo promuovere soluzioni ai vasti problemi citati in precedenza.

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