Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri dell’attuale governo italiano, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha cambiato idea. Il perché è spiegato dalla difficoltà nel mantenere le promesse.
Meloni cambia idea sul Pnrr: da truffa a salvezza nazionale, ora la Presidente chiede più soldi
Ha fatto notizia la dichiarazione rilasciata da Giorgia Meloni durante il congresso “L’Italia delle regioni”. La Presidente del Consiglio dei Ministri in videocollegamento con la conferenza che si è tenuta il 5 dicembre al Palazzo Lombardia, a Milano, ha parlato del Pnrr. Parliamo del piano dell’Europa cattiva, quella che voleva strozzare l’Italia. Erano questi i concetti espressi dalla Meloni durante il Governo Conte 2 e che hanno accompagnato i mesi dell’opposizione al Governo Draghi, salvo poi addolcire i toni in campagna elettorale.
Da quando è stata nominata Primo Ministro, Meloni non ha più smesso di parlare di Pnrr. Ha iniziato appena dopo l’insediamento, mettendo le mani avanti sugli obiettivi del piano e scaricando la colpa sul “Governo precedente”. Un vecchio classico di quella scuola politica. La parabola è proseguita poi con una serie di scuse, fino ad arrivare a ritenere il Pnrr non più sufficiente.
La Repubblica riporta la dichiarazione di Giorgia Meloni: “Il Next Generation Eu è evidente a tutti che non è più sufficiente”. Attacca così, dopo aver parlato del capitolo autonomie (che pure meriterebbe di essere approfondito). Il Next Generation Eu, che è stato tradotto operativamente in Italia come Pnrr, non poteva, secondo la Meloni, tener conto degli effetti della guerra in Ucraina sull’economia europea. Il concetto non è certamente sbagliato, ma la dichiarazione segna un vero e proprio apice al cambiamento del suo parere sul piano di aiuti dell’Ue.
Quando il Next Generation Eu era un truffa
A settembre lo aveva ricordato già Giuseppe Conte, durante un’intervista a Cartabianca su Rai3, ma quelle dichiarazioni sono ancora oggi reperibili. Giorgia Meloni aveva remato prima contro il Mes, che pure era stato proposto all’Italia, per poi scagliarsi anche contro il Next Generation Eu. Un cappio al collo dell’Italia, lo aveva definito come una metafora spesso usata per lo strozzinaggio. Insomma debito che l’Italia contraeva con l’Unione Europea. Una cosa da non fare, tanto per capirsi.
Fratelli d’Italia e Lega non vedevano di buon occhio il Pnrr né durante il Governo Conte 2 né durante il Governo Draghi. Il tutto diventava una battaglia quasi identitaria della destra d’opposizione. Una battaglia che ad oggi ha conosciuto un cambio di fronte radicale.
Meloni: “Il Next Generation Eu è evidente a tutti che non è più sufficiente”
Servono più soldi. Il concetto è chiaro. La Russia ha provocato un disastro economico attraverso la guerra perpetrata in Ucraina. Sorge però il sospetto che la questione sia un po’ differente ovvero che comunque abbia fondamenta più profonde. Si analizzi, ad esempio, il continuo tentativo di convincere l’opinione pubblica riguardo una rimodulazione del Pnrr. In sostanza, la battaglia combattuta dall’attuale Governo è volta a portare quei fondi non più sull’utilità sistemica, fondamentale per il Paese, ma su aiuti ai cittadini. Meglio il soldo oggi che una scuola in più domani, in sostanza. Non è un aforisma casuale, visto che in Legge di Bilancio la scuola non avrà nemmeno lontanamente un ruolo.
Ad ogni modo, già con questa campagna di sensibilizzazione alla distribuzione alle categorie professionali del Pnrr, Meloni ha voluto lasciar intuire la direzione. Adesso non solo quei soldi sono buoni, benedetti e sacrosanti ma sono addirittura pochi. In sostanza, il governo attuale vorrebbe più soldi per mantenere le promesse fatte. Queste, per l’appunto, sono davvero tante e nella prima Legge di Bilancio non sono state prese nemmeno lontanamente in considerazione.
Il governo Meloni potrebbe uscire presto dalla luna di miele dei 100 giorni, addirittura prima. Nei sondaggi Fratelli d’Italia continua a volare alto, addirittura più di prima. In tal senso l’appuntamento alle Europee potrebbe regalare molte soddisfazioni, confermando la scia degli ultimi governi (a quell’appuntamento crebbero Renzi e Salvini, ad esempio). Il rischio di perdere una gran parte di elettorato a causa delle promesse non mantenute potrebbe, però, concretizzarsi. La Presidente Meloni lo sa bene, ed ha già fatto ampiamente capire che le promesse non saranno, in tutta probabilità, mantenute.
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