PNRR stime 2023: la ripartizione degli investimenti

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PNRR stime 2023
Edit: immagine creata con Canva

PNRR stime 2023: come sono stati ripartiti gli investimenti nell’anno corrente e quali sono le percentuali di crescita nei vari settori?

Facciamo il punto della situazione con dati alla mano.

di Luigi Grosso

PNRR stime 2023: investimenti in opere pubbliche per favorire la crescita sostenibile

Per il comparto delle opere pubbliche, accanto alla riqualificazione edilizia, il settore delle costruzioni riveste un ruolo importante nelle politiche di sviluppo dell’economia definite nel PNRR.

Infatti, circa la metà delle risorse disponibili riguarda interventi di interesse per il settore (108 miliardi sui 222 previsti) e le riforme che accompagneranno gli investimenti riguardano ambiti prioritari per l’attività edilizia. Si pensi, tra le altre, alla riforma della Pubblica Amministrazione, della Giustizia, della Concorrenza, ecc.

Si tratta di investimenti e riforme che potranno gettare le basi per uno sviluppo duraturo, che non dovrà esaurirsi nel 2026 con la conclusione del PNRR, bensì innescare un processo di crescita sostenibile sul lungo periodo.

A queste risorse si sommano, poi, i fondi della politica di coesione nazionale ed europea della nuova programmazione 2021-2027 (circa 149 miliardi di euro nel periodo), nonché gli ulteriori finanziamenti pluriennali destinati agli investimenti e alle infrastrutture dalle ultime manovre di bilancio.

Sui futuri sviluppi del settore, in termini di produzione, è forte l’impatto che le tensioni geopolitiche con la Russia, in particolare per le forniture di gas naturale all’Europa, stanno avendo anche sul settore delle costruzioni e sulla sua lunga filiera, con effetti sui livelli produttivi che saranno evidenti nel prossimo anno.

La revisione PNRR relativa a Giugno 2023 parte da 120 misure a rischio, perché hanno accumulato ritardi. Solo undici degli investimenti in bilico valgono 17 miliardi. Si svolgono le trattative con l’Unione Europea per la quarta rata, ultimatum ai Comuni: fuori chi non riesce ad aggiudicarsi i lavori entro fine settembre.

PNRR stime 2023: approfondimento sugli investimenti in opere pubbliche

La dinamica degli investimenti in opere pubbliche nel 2023 è il risultato, con riferimento alle opere del PNRR, della prosecuzione di opere già in corso e dell’avvio dei “progetti in essere”. Si fa riferimento, cioè, ai progetti previsti da precedenti programmi di spesa e ricompresi nel Piano europeo. Dunque, non a nuovi progetti strutturati per rispondere alle reali esigenze del Paese.

Per gli investimenti in recupero abitativo, giunti a rappresentare circa il 49% del totale settoriale, si è registrato per il 2022 un segno particolarmente positivo (+24% circa), dopo gli eccezionali livelli già registrati nel 2021 (+25% su base annua).

La dinamica registrata nel biennio 2021-2022 è facilmente spiegata dalle possibilità offerte dagli incentivi per la ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio abitativo: il Superbonus 110% e la possibilità di cedere i crediti maturati estesa anche agli altri bonus “ordinari”.

Per il 2023, con la modifica delle procedure e delle norme, si registreranno decrementi rispetto al 2022 nell’ordine del -65% circa.

Alla fine del 2022 si sono registrati aumenti del 30,0 % circa in numero e del 24,0% circa  nell’importo. Ciò significa più di 70.000 interventi aggiuntivi, per un valore corrispondente di quasi 10 miliardi.

Non solo nuovi stanziamenti per la realizzazione degli investimenti in ambiti prioritari, quali la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici e lo sviluppo sostenibile (efficientamento energetico e mobilità), ma anche maggiori incentivi alle politiche di investimento introdotti, ad esempio, in sede di revisione delle regole contabili sul pareggio di bilancio.

A ciò̀ si aggiunga una omologazione nelle procedure dei diversi programmi di spesa che ha facilitato la gestione degli stessi da parte degli enti territoriali. La stima del comparto delle opere pubbliche per il 2023, infine, tiene conto anche di un primo effetto acceleratorio determinato dal PNRR e avvenuto nel primo trimetre, soprattutto con riferimento ai programmi di spesa già in essere che sono stati ricompresi nel Piano.

Gli ostacoli alla ripresa del settore delle costruzioni

L’anno in corso si è aperto con alcune importanti criticità̀ che potrebbero compromettere la ripresa del settore delle costruzioni. Oltre agli eccezionali incrementi dei prezzi dei principali materiali da costruzione e all’accelerazione dell’inflazione – problematiche già esplose nel corso del 2021 – si è aggiunto un ulteriore fattore di incertezza, ovvero l’introduzione di forti limitazioni alla cessione del credito nel recente decreto Sostegni-ter, che hanno bloccato gli investimenti sin dai primi mesi del 2022.

Altre criticità derivano dalla condizione del naturale rallentamento dei “bonus” dopo la fatidica data del 25 novembre. Data che ha rappresentato un cambio di passo del Governo anche in relazione alle considerevoli truffe e inadempienze rilevate dalle autorità di controllo e giudiziarie.

La ripartizione del volume di affari del settore nel 2022

Il mercato dei lavori pubblici

Nel 2022 il valore complessivo degli appalti, di importo pari o superiore a 40.000 euro, per entrambi i settori ordinari e speciali, si è attestato attorno ai 289,49 miliardi di euro.

Come emerge dal grafico in figura, tale crescita è dovuta in particolare all’imponente aumento del 139,7% del settore lavori rispetto all’anno precedente (il cui valore nel 2022 ammonta a circa 108,1 miliardi di euro rispetto ai circa 45,1 miliardi di euro del 2021).

Tale aumento è dipeso anche da alcuni importanti appalti in ambito ferroviario, autostradale ed energetico. Tra questi, in particolare, un appalto in concessione di oltre 19 miliardi di euro nel settore ordinario. Questo è stato esperito tramite una procedura aperta dalla stazione appaltante Concessioni autostradali lombarde S.p.A. relativa ad un “affidamento della concessione per la progettazione definitiva, esecutiva, costruzione e gestione dell’autostrada regionale interconnessione del sistema viabilistico pedemontano con il raccordo diretto Brescia-Milano.”

Valore complessivo a base di gara delle procedure di affidamento per settore (bandi e inviti di importo superiore a 40.000 euro, tipologia di contratto 2018-2022)

Per quanto concerne il settore delle forniture, si registra un leggero aumento del 13,3% rispetto al precedente anno. Questo valore è dipeso essenzialmente da un bando multi-lotto per la fornitura di farmaci e servizi connessi, esperito dalla centrale di committenza della Regione Lombardia, Azienda Regionale per l’Innovazione e Acquisti S.p.A. (ARIA), per un totale di circa 14,7 miliardi di euro.

PNRR stime 2023 – Sempre in termini di importo, il settore servizi (pari a circa 80,2 miliardi di euro) è quello con minore crescita nell’ul­timo anno, con un incremento del 9,9% rispetto al 2021.

Come già riscontrato in passato, anche nel 2022 pesano maggiormente i settori ordinari. Questi assorbono l’89% del numero delle procedure e circa il 75,1% dell’importo complessivo della domanda.

PNRR stime 2023: distribuzione per categoria di opera

I dati delle prime 5 categorie di opere generali (OG) e per le prime 5 categorie di opere speciali (OS) che, in termini di numerosità, hanno avuto un maggiore impatto nell’anno 2021, nei fatti hanno riportato considerevoli scostamenti.

Infatti, dal raffronto con i dati del 2021, emerge che le categorie di opere generali che hanno rilevato il maggior aumento percentuale in termini di importo sono quelle OG2 “Restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela” (+131,7%). Tuttavia, il maggior risultato lo si evince nella categoria OG3 “Strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, metropolitane” (+352,9%).
Relativamente alle categorie di opere speciali (OS), un maggiore aumento percentuale in termini di volumi di spesa si riscontra per le categorie OS24 “Verde e arredo urbano” (+229,1%) e OS6 “Finiture di opere generali in materiali lignei, plastici, metallici e vetrosi” (+81,8%).

PNRR stime 2023: distribuzione dei contratti

Facendo riferimento ai dati ANAC, analizziamo la distribuzione dei contratti nei settori ordinari e speciali per classi di importo. Rispetto al 2021, per i settori ordinari (in aumento in termini di numerosità di appalti, +2,9%) si verifica un aumento in termini di importo (+35,7%).

In particolare si ha un aumento del 61,2% del valore rappresentato dalla fascia di importo più alta (≥ € 25.000.000) ed un aumento del 30,5% per la fascia ≥ € 5.000.000 <€ 25.000.000.

I contratti nei settori speciali, invece, seppur in lieve misura in termini numerici (-0,4%), registrano un rilevante aumento del 52,5% in termini di importo.

Ciò è dovuto ad un incremento dei contratti di importo per la fascia ≥ € 5.000.000 < € 25.000.000 (+18,2%) e per la fascia d’importo ≥ €25.000.000 (+85,3%).

Distribuzione delle classi di importo

PNRR stime 2023: i dati per tipologia di contratto hanno registrato che il maggiore aumento si è avuto nel settore dei lavori relativamente agli appalti di grandi dimensioni. In questo si registra un +304,4% per la fascia di importo  € 25.000.000 e un +80,1% per la fascia € 5.000.000 < € 25.000.000, mentre si registra un calo del -16,9% nella fascia di importo € 40.000 < € 150.000.

Nel settore dei servizi, il maggior aumento si registra nella classe € 25.000.000 (+19,4%) e nella classe € 40.000 <€ 150.000 (+13,6%). Infine, stando alle tabelle ANAC, per il settore delle fornitu­re, gli aumenti generali si registrano nelle classi di importo € 40.000 < € 150.000,  € 5.000.000 < € 25.000.000 e € 25.000.000 (rispettivamente+14,1%,+15,4% e+ 17,5%).

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