Ponte sullo stretto entra in campo la Cina

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Interessata la CCCC, il colosso cinese primo al mondo per progettazione e costruzione di ponti. Ma c’è già WeBuild.

di Rosella Cerra

La cinese CCCC (China Communications Construction Company) è prima compagnia al mondo per progettazione e realizzazione di ponti e terza nel campo delle costruzioni. 

In una intervista al Ilsole24ore del 4 aprile, l’ingegnere Pei Minshan, deputy GM della società, ha dichiarato

«In qualità di più grande società di progettazione e costruzione di ponti al mondo, CCCC è sicuramente molto interessata all’implementazione del progetto. Speriamo di poter utilizzare la nostra tecnologia già collaudata nella costruzione di altri due ponti simili per contribuire a promuovere lo sviluppo economico e l’integrazione nel Sud e nel Nord dell’Italia».

Si riparte dal progetto approvato nel 2011, ma potrebbe essere modificato o “implementato”, riprendendo il termine usato dal DG Minshan.

Ma “C’è già un consorzio che ha vinto la gara europea”

Sulla vicenda interviene il ministro Salvini

Il riferimento è ad Eurolink, che aveva già vinto la gara nel 2005. Questa era guidata allora dalla Impregilo, ora Webuild.

Sul proprio sito l’Euroink così si presenta

«Eurolink is the General Contractor Company entrusted by Società Stretto di Messina to design and construct the Strait of Messina Bridge»

Fornisce anche una carrellata di foto del progetto del Ponte e poco altro. Molti dettagli sono presenti invece sul sito di Webuild.

Webuil rassicura che:

«Il Ponte sullo Stretto è un’opera immediatamente cantierabile, significa che i lavori di costruzione possono partire già nei prossimi mesi. Una volta approvato il progetto esecutivo, il ponte sarà realizzato in soli 6 anni».

Solo che al momento non è certo chi aprirà i cantieri.

Audizione alla Camera di WeBuild

Il 18 aprile Webuild è stata in audizione alla Camera. Nella sua relazione, Michele Longo, il Direttore Gare e Ingegneria di Webuild S.P.A. ricorda che

«Il Ponte è stato assegnato al termine di un lungo processo di gara internazionale che ha messo in competizione le società più competenti al mondo nel settore. Il consorzio Eurolink, che si è aggiudicato la gara, e del quale Webuild è leader, è costituito da un raggruppamento internazionale di imprese tra le più qualificate nella progettazione e costruzione di ponti al mondo.

Come noto a cavallo tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 il contratto tra la società concessionaria Stretto di Messina ed il consorzio esecutore Eurolink è stato caducato per legge dal governo Monti senza alcuna alternativa. Ancora oggi il gruppo WB, in qualità di leader del consorzio Eurolink, ha l’unico interesse di realizzare l’opera e pertanto si mette a disposizione del paese per avviare i lavori prima possibile».

Decreto Ponte del 31 marzo 2023 – progetto originale da adeguare alle norme attuali

Nel Decreto Ponte (Decreto-Legge 31 marzo 2023, n.35  Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. 23G00043), si fa richiamo alla finanziaria, Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (in particolare ai commi 487-493, art.1) e al decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni per l’attuazione del PNRR ed il PNC (Piano Nazionale degli Investimenti Complementari al PNRR) “nonché per l’attuazione delle politiche di coesione”.

Nella premessa viene ritenuta

«la conseguente necessità ed urgenza di adeguare tutti gli atti e le disposizioni inerenti alla realizzazione dell'opera al quadro normativo vigente, e di assicurare il rispetto delle migliori e più moderne tecniche ingegneristiche, delle garanzie   della sicurezza e degli odierni standard di tutela ambientale».

L’Europa finanzierà il 50% dei costi di adeguamento della progettazione

Questo è quanto diffuso in una nota di qualche giorno fa e ripresa dalla stampa. A renderlo noto il coordinatore della Commissione Ue per il corridoio Ten-T Scandinavo-Mediterraneo Pat Cox.

Costo specificato l’art. 3. In un allegato a tale documento, pubblicato il 14 aprile.

Il costo complessivo previsto per la realizzazione della struttura si rimanda al DEF (Documento di Economia e Finanza).

Nell’allegato al DEF vengono quindi stimate le spese.

I possibili costi della realizzazione del ponte

In un “Focus strategico” viene descritto il costo previsto del Ponte.

«Il costo dell’opera oggetto di concessione in base agli aggiornamenti svolti risulta, pertanto, di 13,5 miliardi di euro. Si stima, inoltre, che le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con RFI, avranno un costo di 1,1 miliardi di euro. Le opere di ottimizzazione e complementari alle connessioni stradali, invece, di minor impatto economico, verranno meglio definite e dettagliate nell’ambito dei prossimi contratti di programma con ANAS. Viene quindi rilevato che ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente e che, pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio».

Vengono indicate le modalità di reperimento dei fondi:

«Al finanziamento dell’opera si intende provvedere mediante:

  • le risorse messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione;
  • l’individuazione, in sede di definizione della legge di bilancio 2024, della copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato;
  • i finanziamenti all’uopo contratti sul mercato nazionale e internazionale: saranno a tal fine considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti;
  • l’accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility – CEF (partecipazione al bando entro settembre 2023)».

Audizioni in Commissione Ambiente della Camera dei deputati

Moltissime le audizioni sul tema “Ponte sullo Stretto” durante la seduta del 12 e 13 aprile 2023. una raccolta delle più autorevoli voci dei favorevoli e dei contrati alla grande opera, offrendo quindi differenti ed importanti spunti di riflessione.

Appaiono fortemente distinti in due categorie nette: i favorevoli e i contrari. Ne vediamo solo alcune

Le regioni del si

Favorevoli alcune categorie sindacali.

«Per la Cisl la realizzazione del ponte sarà un’occasione straordinaria per lo sviluppo della rete europea TENT, collegando in maniera efficace, efficiente e sostenibile il territorio siciliano e calabrese con il resto del Paese. Il ponte sullo stretto di Messina sarà occasione di sviluppo per tutta l’Europa, per i traffici internazionali del Mediterraneo, a completamento di una infrastruttura transeuropea che parte dal Baltico e termina a Palermo».

Le ragioni del no

Molte le argomentazioni portate avanti dalle organizzazioni ambientaliste, quali WWF, Legambiente, Kioto Club. Le possiamo così sintetizzare:

«La Calabria meridionale (tutta l’area di Reggio Calabria) e la Sicilia Orientale (area messinese), sono ricomprese nella Zona sismica 1 (a maggiore pericolosità).

Tutta l’area dello Stretto di Messina è ricompresa in due importantissime Zone di Protezione Speciale – ZPS (sul lato calabrese la ZPS della Costa Viola e su quello siciliano dalla ZPS dei Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antenna a Mare e area marina dello Stretto) e da un sistema di ben 11 ZSC (Zone Speciali di Conservazione).

La cantierizzazione per la realizzazione delle opere costruirebbe un pesantissimo vincolo sul territorio con i suoi 17 cantieri operativi, i 9 siti di deposito dove si prevede siano sistemati in via definitiva i materiali, con i relativi impatti sulle risorse idriche, sull’atmosfera e sul consumo del suolo».

Ma vengono anche fatte delle considerazioni di carattere economico che sbilancerebbero, a conti fatti, il rapporto costi/qualità, rendendo di fatti l’opera nemmeno vantaggiosa.

«Economicamente il progetto non è valutabile. L’analisi costi-benefici è omissiva, incompleta e tecnicamente sbagliata. Non contempla il necessario scenario della “opzione zero” ossia l’ipotesi di non realizzare l’opera e potenziare l’esistente assetto di attraversamento dello Stretto».

Così si esprimono quelli del comitato “Invece del ponte – Cittadini per lo sviluppo sostenibile”.

I possibilisti

Ma ci sono anche i “possibilisti”, che vedono l’opera non come prioritaria, ma come secondaria dopo la realizzazione delle altre infrastrutture al Sud. Fra queste la CGIL e Italia Nostra.

«La CGIL non ha mutato la sua posizione rispetto alla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria ritenendo quest’opera non prioritaria per il Paese. Questa non è una pregiudiziale sul Ponte, ma riteniamo che sia essenziale portare a termine le infrastrutture strategiche e prioritarie già programmate (ferroviarie, stradali, autostradali e i sistemi urbani) e le grandi opere commissariate e di utilizzare al meglio le risorse del PNRR per dare concretezza agli interventi che davvero servono al Paese».

Posizione simile quella espressa da Italia Nostra

Insomma, è un progetto che unisce l’Italia o la divide ulteriormente?

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