di Fabrizio Abbate
Martedì 3 dicembre, l’Auditorium della Discoteca di Stato (ICBSA) ha ospitato un evento speciale per celebrare i 50 anni dei grandi concerti pop e rock che segnarono la storia musicale e culturale di Roma. Questi eventi iconici, svoltisi inizialmente alle Terme di Caracalla e successivamente a Villa Pamphili, furono organizzati da Giovanni Cipriani, ideatore e coordinatore generale, che ha donato per l’occasione un archivio documentario unico, contenente manifesti, locandine, fotografie e rassegne stampa.
Un tuffo negli anni della controcultura musicale
La cerimonia ha visto la partecipazione di alcuni protagonisti di quegli eventi, tra cui Fabrizio Abbate, Massimo Barra, Claudio Casalini, Dario Salvatori e molti altri. Introducendo la giornata, Cipriani ha condiviso aneddoti sulle difficoltà organizzative, come il celebre “palco volante” montato su un camion della Coca-Cola, e sulle mobilitazioni giovanili di quegli anni.
Abbate, oggi presidente del Salotto Enia dedicato all’intelligenza artificiale, ha ricordato come i festival non fossero solo concerti ma simboli di fermento culturale. I raduni musicali, supportati anche dalla trasmissione RAI Per voi giovani, rappresentarono una rivoluzione sociale e culturale, catalizzando temi come la pace, l’autogoverno e il decentramento urbano.
I festival: un viaggio nella memoria collettiva
I primi raduni, ispirati a Woodstock, furono un’esperienza unica per la capitale. Il debutto nel 1970 alle Terme di Caracalla vide protagonisti gruppi come New Trolls, Pooh e il cast italiano di Hair, e attirò oltre 30.000 giovani. Negli anni successivi, la partecipazione crebbe esponenzialmente, con 70.000 presenze nel 1971 e circa 120.000 a Villa Pamphili nel 1972. Tuttavia, l’edizione finale del 1974 si concluse sotto una pioggia torrenziale che costrinse gli organizzatori, tra cui David Zard, a interrompere il concerto, segnando simbolicamente la fine di un’epoca.
Il lascito culturale e sociale
I festival non furono solo eventi musicali ma un laboratorio di idee. Nascevano comitati per il voto ai diciottenni e si sviluppavano temi come il pluralismo e la giustizia sociale, anticipando fenomeni come le radio libere. Cipriani ha sottolineato come questi eventi abbiano gettato le basi per decenni di crescita italiana nel Made in Italy, nella moda e nel design, con un impatto che va ben oltre la musica.
L’evento alla Discoteca di Stato non è stato solo un’occasione per ricordare, ma un invito a riprendere quello spirito. Le esperienze condivise da Cipriani e dagli altri protagonisti ispirano a coltivare nuove forme di dialogo culturale, affinché l’eredità di quei giorni non vada perduta.