Referendum cittadinanza: boom di firme in poche ore

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Il referendum sulla cittadinanza ha raccolto numerose firme nelle ultime ore. Superate le 350 mila firme, il referendum è frutto del dibattito scoppiato nelle ultime settimane sula questione della riforma della cittadinanza, garantita in Italia tramite lo ius sanguinis.

Cosa prevede il quesito referendario?

Il referendum è abrogativo e prevede la riduzione da 10 a 5 anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni.

Attraverso questa riduzione dei tempi d’attesa, si stima che quasi due milioni di individui risiedenti in Italia otterrebbero la cittadinanza.

L’argomento della cittadinanza è tornato in auge in seguito alle Olimpiadi di Parigi, quando molti politici accusarono diversi atleti di non rappresentare «l’italianità» perché di colore diverso. Il tema è tornato al centro delle discussioni politiche, ma soprattutto pubbliche. Il tema di come persone nate in Italia da genitori di origini straniere o che hanno vissuto in Italia molti anni della propria vita fatichino a essere ufficialmente riconosciute come italiane. L’Italia, infatti, è uno dei paesi europei con i requisiti più severi per ottenere la cittadinanza: da tempo si parla di cambiarli, ma senza successo.

L’ultima legge italiana che disciplina la cittadinanza è la n. 91 del 1992. Essa promulgò la modalità di acquisizione per naturalizzazione: attualmente, difatti, la cittadinanza può essere concessa solo alla maggiore età e dopo dieci anni di residenza “legale e ininterrotta” sul territorio nazionale.

Oltre a questa modalità la legge ne prevede altre due, che non sarebbero però toccate dall’esito del referendum: quella per cui la cittadinanza viene concessa a una persona straniera che ne sposi una italiana, dopo una residenza di due anni dal matrimonio; e quella per nascita, per cui si è cittadini italiani se si nasce da padre o madre che siano già cittadini italiani.

Una mobilitazione inaspettata: boom di adesioni in pochi giorni dal mondo politico

Nell’ultima settimana sono state numerose le personalità politiche che hanno espresso solidarietà al quesito referendario.

Il primo è stato Riccardo Magi, leader del partito +Europa, a cui poi si sono aggiunti diversi altri politici, come Elly Schlein. A seguire la decisione della segretaria del Partito Democratico non sono stati soltanto partiti politici come Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano e Rifondazione Comunista, ma  anche numerose associazioni come Italiani senza Cittadinanza, Libera, Gruppo Abele, Cittadinanza Attiva, Open Arms e Forum Disuguaglianze Diversità.

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