Roberto Benigni, è da sempre considerato più un divulgatore, che un comico. Il focus del suo monologo su musica, arte, diritti, libertà e futuro.
Ha avuto inizio ieri sera, su Rai 1, il 73° Festival della canzone italiana. Come ogni anno, l’evento si svolgerà nella città ligure di Sanremo e durerà cinque giorni. Novità di quest’anno, è stata la presenza al Festival di un Presidente della Repubblica Italiana. Sergio Mattarella, infatti, è stato accolto dal pubblico dell’Ariston con una lunga standing ovation di applausi. Ospite in apertura di Sanremo, è stato Roberto Benigni.
Roberto Benigni fa sorridere Mattarella
Rivolgendosi al Presidente Mattarella, Benigni, scherzando, ha esordito: “Presidente mi rivolgo a lei. Lei è al suo secondo mandato, Amadeus al quarto e ha già prenotato il quinto. Pensa di fare anche il sesto ed il settimo. Mi dica lei, è costituzionale? Non si ferma più, bisogna fermarlo, si monta la testa. Bisogna stare attenti, vuole pieni poteri. Sta organizzando la marcia su Sanremo, è un colpo di Stato, è una dittatura.”
Ha poi proseguito, parlando dell’importanza della musica e del Festival nella cultura italiana: “Sanremo, mondovisione. Una cosa spettacolare, è la festa più popolare d’Italia, la più festosa. Dove si celebra la musica, che è la regina delle arti. Tutte le arti tendono alla musica.”
Il 75esimo anniversario della nostra Costituzione
Benigni ha continuato, specificando quanto l’edizione attuale del Festival sia da ritenersi importante. Ricordando il 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della nostra Costituzione. “La Costituzione, come la musica, è un’opera d’arte. Che canta la libertà e la dignità dell’uomo. Ci dice che un mondo migliore è possibile.”
“Una canzone di Sanremo, che possiamo accostare alla nostra Costituzione, è l’incipit di volare, di Domenico Modugno. Quando dice: “penso che un sogno così non ritorni mai più”. La nostra Costituzione è stata scritta in pochissimo tempo, è un miracolo. I nostri padri e madri costituenti sono stati dei visionari.”
“La nostra Costituzione è famosa ed ammirata in tutto il mondo, soprattutto nei suoi principi fondamentali. In particolare, l’Art. 11 Cost., il quale recita che “l’Italia ripudia la guerra”. Se questo articolo lo avessero adottato le altre costituzioni del mondo, in altri paesi, non esisterebbe più la guerra.”
Rivolgendosi nuovamente al Presidente, Benigni ha ricordato che tra i nostri padri costituenti vi è Bernardo Mattarella. “Il padre del Presidente, al quale va il nostro applauso. Lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che è sua sorella”.
La libertà di manifestazione del pensiero: la lezione di Roberto Benigni
Benigni ha continuato, citando il suo articolo preferito, che dice essere l’Art. 21 Cost.: “Tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero. E’ stato scritto con un linguaggio così semplice e bello, che sembra scritto da un bambino. Per me, questo è l’articolo più importante, il pilastro di tutte le libertà dell’uomo. E’ il più semplice e più forte, non si può dimenticare.
“Perchè prima della Costituzione, durante il ventennio fascista, non si poteva pensare liberamente. Non si sarebbe potuto fare nemmeno il Festival di Sanremo. L’Art. 21 Cost. ci ha liberati dall’obbligo di avere paura. L’unica maniera di fare qualcosa per il futuro è avere il passato sempre presente, e ricordarci che quello che abbiamo può sempre esserci tolto ”
Lo sguardo volto al futuro
Infine, Benigni ha concluso l’intervento con un monito: “La nostra Costituzione, per la prima volta nella storia del Diritto, va oltre la società presente e si rivolge al futuro. Anche noi dobbiamo avere l’audacia di frequentare il futuro con gioia, perché la Costituzione non si scorda di nessuno.”
“La Costituzione è stata scritta ma deve essere attuata. Non è solo da leggere, è da amare. Bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. È un sogno, sì, ma abbiamo un vantaggio. I nostri padri costituenti ci hanno tracciato la strada. A noi hanno lasciato una sola cosa da fare, far diventare questo sogno realtà.”
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