Salvaguardia delle telline: due mesi di fermo pesca per rafforzare la riproduzione

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Aumentare lo stop della pesca delle Telline per salvaguardare la specie e consentire una migliore riproduzione. Questa la proposta suggerita dal professore Vincenzo Peretti del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, responsabile scientifico del Laboratorio di Genetica Veterinaria Genenvet.

Un’esigenza che nasce anche dall’opportunità di contrastare l’attività di pesca illegale effettuata tutto l’anno da pescatori sportivi con il rastrello a mano nelle acque napoletane che compromettono l’attività e il reddito dei pescatori professionali. Ricordiamo che pescare telline con il rastrello lo possono fare tutti, a patto che sia a scopo ricreativo e per consumo personale, con un quantitativo giornaliero di pescato per persona che non può superare i 5 kg. Per reprimere questo fenomeno è stato sensibilizzato il Consorzio per la gestione della pesca dei molluschi bivalvi del Compartimento Marittimo di Napoli per richiedere l’Autorità Marittima ad intensificare i controlli.

La richiesta è quella di estendere dal 1° aprile al 31 maggio il divieto di pesca delle Telline, in modo da adeguarlo a quello dei cannolicchi, come previsto dall’articolo 6 del Decreto Ministeriale del 22 dicembre 2000 relativo alla disciplina della pesca dei molluschi bivalvi.

“Questo divieto -spiega il professore Vincenzo Peretti- risulta essere, scientificamente e storicamente, di fondamentale importanza per l’accrescimento della risorsa tellina (Donax trunculus). Inoltre, a causa del cambiamento climatico riscontrato nelle ultime stagioni di pesca, è auspicabile prolungare il fermo dell’attività di prelievo della Tellina per un ulteriore mese. Una proposta che sarà posta all’attenzione non appena saranno ultimate le attività previste nell’ambito del progetto “Mollus.Ca. Blu Campania”.

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