Sangiuliano-Boccia: la ricostruzione di uno scandalo “molto” italiano

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Per gli italiani le vacanze estive si sono concluse con le dimissioni del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Il Ministro ha preso tale decisione in seguito allo scandalo che lo ha visto coinvolto in una relazione alquanto dubbia con l’imprenditrice campana Maria Rosaria Boccia.

Ma ricapitoliamo cosa è successo.

L’inizio del caso

Il 28 agosto l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia ha pubblicato, sul suo profilo Instagram, un post in cui ringraziava il Ministro della Cultura per la nomina a Consigliera per i Grandi Eventi. Un incarico smentito subito dal Ministero. Da quel momento ha avuto inizio la lunga notte di Sangiuliano.

Le opposizioni hanno chiesto fin da subito un chiarimento da parte del Ministro, mentre su molti giornali si derubricava la vicenda a un semplice caso di incomprensione.

Mentre Sangiuliano prendeva tempo, Boccia lo ha messo in imbarazzo, pubblicando sulla propria pagina Instagram altri contenuti: screenshot, audio ed e-mail che attestano il rapporto tra l’imprenditrice e il Ministro della Cultura. Nello specifico, i contenuti riguardano l’organizzazione del G7 dei ministri della Cultura che dovrebbe tenersi proprio a Pompei a fine settembre.

Il documento riservato farebbe riferimento agli spostamenti e alla sicurezza dei ministri ospiti della Presidenza italiana, e secondo l’imprenditrice esso proverebbe il suo incarico. Un documento di una tale sensibilità in mano a una persona priva di alcun incarico ufficiale.

Il botta e risposta tra Boccia e il Ministro

Boccia sostiene di essere stata in buoni rapporti con il Ministro, e che quest’ultimo aveva firmato il decreto di nomina a consigliera, a titolo gratuito, per il quale mancava solo la ratifica. L’influencer ha puntato il dito contro lo staff del Ministro, che inizialmente aveva negato di averla mai incontrata e ha pubblicato immagini di chat su gruppi di lavoro in cui sarebbe stata inserita. Le opposizioni hanno chiesto al Ministro di riferire in Aula, evocando la mozione di sfiducia.

Dopo otto giorni, Sangiuliano ha pubblicato una lettera in cui cambia versione e spiega di aver valutato la nomina di Boccia come consulente a titolo gratuito.

“La pezza è peggiore del buco”, ha risposto ironicamente Boccia, sempre su Instagram.

L’intervento della Premier Meloni: «Mi fido di Gennaro. È solo gossip.»

La Premier Giorgia Meloni ha parlato di un caso di “gossip”, termine divenuto un tormentone per tutto il centrodestra. “Il Ministro mi dice che effettivamente aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto una scelta diversa e ha deciso di non dare quell’incarico, per chiarire alcune questioni” ha dichiarato la Meloni.

Intanto cresceva l’attenzione intorno alla figura di Maria Rosaria Boccia, in particolare per il suo attivismo sui social. La donna ha pubblicato alcuni video che riprendono i corridoi di Palazzo Montecitorio; riprese effettuate indossando un paio di occhiali dotati di microcamere.

Le (tardive) dimissioni

Il 4 settembre Sangiuliano, in un’intervista al TG1, ha ammesso finalmente di aver avuto una relazione “sentimentale” con Boccia, di aver pensato di conferirle l’incarico da consulente ma di aver fermato la procedura perché voleva evitare “conflitti d’interesse”.

Il Ministro ha aggiunto che “non un euro del MiC è stato speso per i viaggi pagati con *(CON?)* invece con la sua carta di credito personale”. Sangiuliano ha poi ribadito di non essere ricattabile, quindi, in lacrime, ha chiesto scusa alla moglie e a Giorgia Meloni. “Ho presentato le mie dimissioni alla Premier, ma le ha respinte”. Venti minuti di pianto e di autoflagellazione sul primo canale che non hanno convinto nessuno.

Solo dopo due giorni dall’intervista, Sangiuliano ha annunciato le sue dimissioni “irrevocabili”.

Ma purtroppo si è passati dalla padella alla brace: la Premier Meloni ha deciso di nominare come nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli, militante in gioventù del movimento fascista di Meridiano Zero, realtà  ricorreva alla violenza come mezzo d’azione invece che il dialogo.

Giuli era stato nominato nel 2022, dallo stesso Sangiuliano, presidente della Fondazione MAXXI, ruolo che ha usato per promuovere odio e sessismo. Il governo non riesce a capire che la Cultura è una cosa seria e metterla nelle mani di una persona come Giuli significa acconsentire ad una visione unilaterale e fascista del nostro patrimonio storico culturale.

Il caso non si ferma

Nonostante le dimissioni di Sangiuliano, il caso presenta tuttora un’enorme rilevanza politica per diversi fattori: favoritismo, utilizzo di fondi pubblici per questioni private (ancora da dimostrare), l’eventualità di aver messo a rischio la sicurezza nazionale in seguito al permesso concesso a Boccia di accedere a documenti ministeriali riservatissimi. Tutto quello che un ministro non deve fare!

Nel frattempo, il “dossier Boccia” sembra destinato a non chiudersi per il momento: l’ateneo campano Federico II avrebbe riconosciuto un attestato di docenza ad un corso di Chirurgia estetica per un master per l’anno accademico 2024-2025 in qualità di docente. Il professor Francesco D’Andrea ha informato che Boccia gli era stata presentata dall’onorevole Simona Loizzo, quota Lega. Sembra, dunque, che la rete di amicizie e di favoritismi non si fermi ad un incarico al Ministero.

Saranno gli inquirenti ora a capire quanto ci sia di vero nella vicenda, ma una cosa si può dire senza troppi problemi:

un Ministro rappresenta lo Stato. È necessario che qualunque persona chiamata a ricoprire un incarico di tale rilevanza garantisca credibilità e affidabilità ai cittadini.

Quando ciò non accade, è giusto ritenere la scelta delle dimissioni l’unica soluzione possibile per tutelare l’Istituzione stessa.

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