Scambio completato: Abedini torna libero ed ha fatto rientro in Iran

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Mohammad Abedini Najafabadi, noto come “l’uomo dei droni”, è tornato in libertà e ha fatto rientro in Iran. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha firmato la richiesta di revoca della custodia cautelare dell’ingegnere iraniano, arrestato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su mandato internazionale degli Stati Uniti. Abedini era accusato dagli USA di aver violato le leggi sul controllo delle esportazioni e di aver avuto un ruolo nel sostegno al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, considerato da Washington un’organizzazione terroristica.

Con il suo atterraggio a Teheran, si conclude una vicenda diplomatica complessa, che ha visto coinvolti Italia, Stati Uniti e Iran. La liberazione di Abedini arriva dopo 27 giorni di detenzione in Italia, durante i quali il governo italiano ha lavorato con discrezione per evitare complicazioni diplomatiche. Nelle scorse settimane, la premier Giorgia Meloni aveva dichiarato che il caso era oggetto di un “vaglio tecnico e politico” e che i colloqui con gli alleati americani erano in corso.

Un arresto controverso e la liberazione di Cecilia Sala

L’arresto di Abedini era avvenuto pochi giorni prima della detenzione in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala, facendo ipotizzare a molti un legame tra i due episodi. Nonostante il governo italiano abbia sempre smentito ogni connessione tra le vicende, l’arresto dell’ingegnere iraniano ha sollevato numerosi interrogativi. Sala è stata liberata poco dopo, ma Abedini è rimasto in carcere fino a ieri, detenuto nel penitenziario di Opera sotto stretta sorveglianza.

Secondo l’avvocato di Abedini, l’ingegnere aveva espresso sollievo per la liberazione della giornalista italiana ma, al contempo, grande preoccupazione per la propria situazione, manifestando uno stato di crescente prostrazione emotiva. Era attesa per il 15 gennaio un’udienza in cui avrebbe dovuto rilasciare dichiarazioni spontanee e ribadire la disponibilità a sottoporsi al regime dei domiciliari con braccialetto elettronico, proposta avanzata in precedenza dalla difesa.

Le motivazioni della revoca

La decisione del ministro Nordio si basa su due elementi principali. Il primo riguarda l’accusa di “associazione a delinquere per violare l’Ieepa”, la normativa americana che attribuisce al presidente degli Stati Uniti il potere di identificare minacce economiche internazionali. Tale reato non trova corrispondenza nell’ordinamento giuridico italiano. Il secondo elemento riguarda l’insufficienza di prove concrete che dimostrino il coinvolgimento diretto di Abedini nella fornitura di droni al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica.

Alla luce di queste considerazioni, il ministro ha esercitato la facoltà prevista dall’articolo 718 del codice di procedura penale, chiedendo alla Corte d’Appello di Milano di revocare la misura cautelare. La Corte ha ratificato la richiesta all’alba di ieri, consentendo così il rilascio immediato di Abedini.

Soddisfazione da Teheran

Teheran ha accolto con soddisfazione la notizia della liberazione, definendo la vicenda un “malinteso” risolto grazie alla cooperazione tra le parti. L’agenzia ufficiale della magistratura iraniana, Mizan, ha elogiato l’impegno del ministero degli Esteri iraniano e delle intelligence dei due Paesi, sottolineando come il caso sia stato affrontato e risolto tramite un dialogo diplomatico costante.

Per il momento, il ritorno di Abedini in Iran sembra aver posto fine a una questione che avrebbe potuto compromettere i rapporti diplomatici tra Italia, Stati Uniti e Iran. Tuttavia, il caso solleva ancora molti interrogativi sulle dinamiche che hanno portato all’arresto e sulla gestione del mandato internazionale emesso dagli USA.

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