La giornata di calcio di Serie A appena conclusa si possono racchiudere in queste tre parole, parafrasando il film di Ettore Scola con Nino Manfredi.
di Giuseppe Calvano
Il Napoli è un discorso a parte, una storia che sembra una favola senza avere nemmeno la consapevolezza a cosa si potrà arrivare, Campionato e Champions League come mai nessuno avrebbe mai immaginato, un racconto che si tramanderà negli anni come solo le leggende sanno fare.
Lazio e Juventus: arriva la svolta stagionale
Tornando alle partite clou della settimana, Lazio e Juventus hanno chiaramente dato una svolta alla loro stagione. Inter Juventus rappresentava un bivio per i nerazzurri, Simone Inzaghi ha le spalle coperte dal passaggio del turno in Champions League ma l’ennesimo passo falso in campionato avrà riacceso le spie nelle zone di comando ai piani alti della Pinetina.
Sono 9 sconfitte dopo 27 partite, score non da società che vuole vincere il campionato, sono davvero tante, a meno che non arrivino vittorie di Coppe il suo posto non è proprio cosi saldo, come giusto che sia. La domanda, se lecito farla, è: Simone Inzaghi traslocando (o fuggendo..) da Roma a Milano ha fatto quello scatto di mentalità che serve per allenare i grandi giocatori o è rimasto praticamente lo stesso? Se fosse esonerato dall’Inter troverebbe una big o dovrebbe ridimensionarsi? Che sia un bravo allenatore nessun dubbio, che era pronto per il salto grande il dubbio è concreto.
Serie A: la svolta della Juventus arriva da un mezzo miracolo di Allegri
Allegri da parte sua ha trovato la spinta della penalizzazione per ricreare e saldare qualcosa che stava andando a pezzi, la Juventus era in una situazione quasi drammatica, un allenatore che sembrava uno scappato di casa ma con uno stipendio da favola, acquisti non sempre azzeccati e tutto il mondo contro.
Ieri sera la Juventus aveva in campo Soulè proveniente dal settore giovanile, Fagioli altrettanto, Gatti proveniente dalla serie B a Frosinone e Rabiot che era praticamente un separato in casa ad agosto scorso.
Se non è un mezzo miracolo allegriano questo, cosa è? Con o senza i 15 punti la Juventus sta tornando in alto, Allegri è un maestro in queste tipo di difficoltà e poi come sempre, un pizzico di buona sorte (falli di mano o no) serve sempre.
Serie A: la Lazio conquista Roma portando a casa il derby ed il secondo posto in classifica
La Lazio aveva solo il derby in testa, cosi dicono quelli che sanno. La partita in Olanda in Conference è stata solo una scampagnata, uscendo dalla Coppa peraltro mentre il viaggio in Spagna della Roma è stato dispendioso compreso il pullman messo davanti alla porta di Rui Patricio, cosi mormorano sempre quelli che sanno.
La verità forse è altrove, il derby bisogna analizzarlo per bene per capire cosa è successo. La Roma ha rinunciato ad avere la palla ai piedi fin dal fischio di Massa, la formazione che Mourinho ha scelto era ben chiara, Belotti con a fianco Dybala per qualche spiazzata e ripartenza e il resto uomo su uomo.
La variabile impazzita è stata Ibanez, già protagonista in negativo negli ultimi derby giocati, il doppio cartellino e conseguente espulsione al 32’ del primo tempo ha condizionato la gara giallorossa, già difensiva di per se, ancora più chiusa per il resto della partita.
La Roma non gioca a calcio, aspetta l’occasione, il calcio da fermo, il corner, cosa tipica delle squadre di Mourinho, cosa nemmeno tanto sbagliata visto i risultati in carriera dello Special One e in questa stagione della Roma, ancora in corsa per un posto Champions e alle fasi finali di Europa League.
Zaccagni la sblocca. A Sarri la palma d’oro per aver blindato la difesa
Dalla parte di Sarri invece la gioia è doppia, con il terzo derby vinto rilancia la Lazio al secondo posto e con un vantaggio sulle altre squadre, sia di punti che negli scontri diretti, avanti con Roma e Milan aspettando il ritorno a Milano.
La Lazio ha avuto pazienza dopo l’espulsione di Ibanez, controllo palla senza mai rischiare nulla e provare a trovare il varco giusto per passare in vantaggio. il pertugio perfetto lo ha trovato Zaccagni su assist volante di Anderson, l’arciere biancoazzurro ha mirato e centrato il secondo palo con un tiro preciso e perfetto e mandato in estasi i 40 mila laziali, autori peraltro di una scenografia favolosa a inizio partita.
Tatticamente la Lazio è stata perfetta, attaccare senza scoprirsi, mancando Immobile Sarri si è riorganizzato ed ha creato una macchina che segna meno gol di prima ma non ne prende affatto. Con ieri la Lazio è al 16esimo clean sheet stagionale, una difesa con numeri da scudetto, fatta peraltro con due centrali italiani, Romagnoli e Casale.
Quando si parla di Sarri ha volte ci si esprime con concetti sempre uguali, il mister invece ha saputo creare e modellare ciò che ha scelto nel mercato estivo, Romagnoli e Casale sono due scelte di Sarri.
Resta la pecca dell’eliminazione dalla Conference, macchia grande se vuoi crescere anche in campo europeo, ora però, con una partita a settimana, l’obbiettivo Champions resta a portata di mano della Lazio, cosa peraltro non prevista da nessuno ai blocchi di partenza a inizio campionato.