“Sud, Aree Interne e Isole minori” incontra i territori alla Fiera del Levante di Bari

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Ieri pomeriggio a Bari, presso il Centro Congressi della Fiera del Levante, su espresso invito del Governatore della Puglia, Michele Emiliano, la prima uscita pubblica di incontro con i territori dell’Intergruppo parlamentare “Sud, Aree interne e Isole minori”, Presieduto dall’On.le Alessandro Caramiello. L’iniziativa bipartisan, nata qualche mese fa in Parlamento e che vede già l’entusiastica adesione di oltre 40 parlamentari, tra Deputati e Senatori degli opposti schieramenti, continua a destare  grande interesse e curiosità nel mondo politico.

L’incontro di Bari  è avvenuto nell’ambito di una giornata di riflessione ed ascolto dei territori, dal titolo “SUD, soggetto di pensiero”, alla quale hanno partecipato i componenti dell’Ufficio politico di Presidenza: la Senatrice Gisella Naturale del Movimento 5 Stelle  e Vice presidente dell’Intergruppo, i segretari, gli On.li Annarita Patriarca di Forza Italia ed   Enrica Alifano del Movimento 5 Stelle, oltre al Presidente, On.le Alessando Caramiello, anch’egli deputato del Movimento 5 Stelle; assente, per motivi di forza maggiore,  solo il deputato di Fratelli d’Italia, Giandonato Lasalandra, Vice presidente dell’Intergruppo. Ai lavori ha preso parte anche il Presidente onorario, il giornalista e scrittore Pino Aprile che, con grande maestria ed incisività, ha moderato l’interessante discussione apertasi sulle annose problematiche socio-economiche che attanagliano oramai da oltre un secolo il Mezzogiorno.

All’incontro di Bari presenti anche alcuni componenti dell’Ufficio di Presidenza del tavolo tecnico dello stesso Intergruppo, Angelo Melone e Giovanni Barretta, nonché alcuni degli esperti, tra cui: Rosita Saporito, Peppe Italia, Mariella Stella; gli altri componenti dell’organismo tecnico  hanno seguito i lavori in diretta streaming.

 Nello scorso mese di luglio era avvenuta, prima la designazione dei cinque componenti per la parte politica dell’Ufficio di Presidenza,  e poi a seguire quella dell’omologo organo del tavolo tecnico, composto da 8 membri: un presidente,  due vice-presidenti, due segretari e tre consiglieri. Il tavolo tecnico rappresenta un organismo a valenza tecnico-scientifica al quale partecipano rappresentanti di categorie professionali ed imprenditoriali, di istituzioni locali ed associazionistiche, esperti di sviluppo locale e docenti universitari.

Pino Aprile ha aperto i lavori, svolgendo un’analisi chiara quanto mai cruda della questione meridionale e,  senza fare sconti di sorta a nessuno,  come del resto sta nel suo temperamento, ha  voluto innanzitutto rimarcare la circostanza della grande novità che l’Intergruppo “Sud, Aree interne e Isole minori” rappresenta nella storia italiana e nel panorama politico istituzionale. “Mai, prima d’ora, si era riusciti a strutturare, così com’è stato fatto, un soggetto politico istituzionale, chiamato ad una sfida formidabile, per certi versi temeraria ma anche per questo appassionante: dare finalmente dignità al Mezzogiorno, operando, senza più esitazioni, per recuperare l’inaccettabile divario socio economico ancora presente rispetto al  Nord del Paese”. Dopo 162 anni dall’Unità d’Italia, ha ricordato ancora lo scrittore napoletano, la questione meridionale è pressoché irrisolta, se non addirittura peggiorata. Le cause sono numerose e complesse e per lo più vanno ricercate nella distrazione della politica, compresa quella delle rappresentanze istituzionali dello stesso Mezzogiorno, talvolta neppure capaci di procedere seguendo un percorso condiviso, come – da ultimo – ha dimostrato il dibattito in corso sul ddl Calderoli dell’autonomia differenziata.  Un tema che Aprile considera pericoloso, rispetto alla tenuta del Paese e alla salvaguardia dell’Unità nazionale. Se questo Paese, ha ammonito lo scrittore napoletano, non è capace di tutelare adeguatamente le enormi risorse umane del Sud, è già da considerarsi fallito. A questo punto, si è levato il suo grido d’allarme sul Mezzogiorno, constatando la situazione paradossale di una terra bellissima, con una biodiversità eccezionale, con enormi potenzialità economiche, finora inespresse, che, al contrario, si ritrova ad essere annoverata tra i territori più fragili e poveri del pianeta, tanto da offrire molto spesso ai propri cittadini la sola prospettiva dell’emigrazione.

L’intervento del Presidente Alessandro Caramiello

La parola è passata, quindi, all’On.le Alessando Caramiello, ispiratore dell’iniziativa parlamentare, che è tornato sulle finalità dell’Intergruppo che, con un metodo nuovo, partendo dai problemi, che  va oltre gli schieramenti e le differenze ideologiche, intende richiamare l’attenzione  della politica sulle questioni irrisolte del Mezzogiorno, che continua a rimanere l’area economicamente più debole ed arretrata, non solo dell’Italia,  bensì dell’intera Unione Europea. Il Deputato napoletano ha ricordato che, da quando Massimo D’Azeglio pronunciò il famoso proclama: “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”, quasi nulla sia cambiato, anzi, per molti versi, da allora la situazione appare oggi ancora più difficile. Il Presidente dell’Intergruppo si è detto fortemente convinto dell’enorme significato e del ruolo che questo soggetto istituzionale possa rappresentare per cambiare davvero la prospettiva di un Mezzogiorno che, nonostante le grandi potenzialità che è in grado di esprimere (maggiori anche di quelle del Nord del Paese), non è riuscito finora a colmare il divario socio economico, presente sin dall’Unità d’Italia. Ecco, quindi, la necessità,  ha ricordato Caramiello, di incontrare i territori ed interloquire da vicino, sia con gli altri livelli istituzionali qui presenti che con gli attori dello sviluppo locale;  partendo  da Bari per poi  proseguire il viaggio nelle altre capitali e regioni del Sud. Nel ringraziare il Governatore Emiliano per l’ospitalità e la disponibilità dimostrate nell’accogliere l’iniziativa parlamentare, il Presidente Caramiello ha annunciato, un prossimo incontro, dopo quello della Puglia, il 6 ottobre, questa volta in Campania, nella suggestiva sede della Reggia di Portici.

La proposta di legge sulla “Equità territoriale”

Per dimostrare che questa volta si intende davvero fare sul serio, assumendo iniziative concrete, il Presidente Caramiello ha illustrato la proposta di legge sulla “Equità territoriale” che l’Ufficio di Presidenza, per il tramite dei deputati che vi aderiscono, si appresta a depositare in Parlamento per l’esame. Si tratta di un’iniziativa legislativa, costruita con il contributo fattivo dell’organismo tecnico dell’Intergruppo, che mira a garantire equità nella distribuzione ai territori delle risorse nazionali e dell’Unione Europea, atteso che finora questo non è mai avvenuto. La conseguenza è stata negli anni un’enorme sottrazione di risorse al Mezzogiorno, confermato da tutti gli studi condotti dai più autorevoli ed accreditati Istituti di ricerca,  come l’Eurispes . Questo istituto dal 1987 pubblica annualmente il ‘Rapporto Italia’, un lungo documento analitico sull’assetto politico ed economico della società italiana. Purtroppo, ha ricordato Caramiello, come certificato nel suo ‘32° Rapporto Italia’, “Se, della spesa pubblica totale, si considera la fetta che ogni anno il Sud avrebbe dovuto ricevere, corrispondente in percentuale alla sua popolazione, vien fuori che, complessivamente, dal 2000 al 2017, la somma sottrattagli ammonta a più di 840 miliardi di euro, netti (in media, circa 46,7 miliardi di euro, netti, l’anno toltigli)”. Con l’iniziativa legislativa, nata nell’Intergruppo, si intende proporre lo stesso meccanismo di riparto utilizzato dall’Unione Europea per suddividere i circa 800 miliardi del Recovery Fund tra gli Stati Membri.: “in base alla numerosità della popolazione, all’inverso del prodotto interno lordo (PIL) pro capite e al relativo tasso di disoccupazione di ciascuno Stato membro.”. Inoltre, nella considerazione che lo sviluppo socio-economico di un’area non si misuri soltanto in termini di crescita del PIL e/o di altri indicatori prettamente economici, nell’ottica concreta di un’equa distribuzione delle risorse ordinarie statali a favore delle regioni meridionali, il Presidente dell’Intergruppo ha voluto  rimarcare il fatto che  nella proposta  è stato  aggiunto,  accanto ai precedenti criteri, l’indice di sviluppo umano (ISU). L’ISU è un indice comparativo dello sviluppo dei vari territori, calcolato annualmente tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e del reddito nazionale lordo pro capite, che è  divenuto uno strumento standard per misurare l’effettivo benessere di un paese e, all’interno di questo, come nel caso dell’Italia,  delle sue regioni.

L’intervento del Governatore Michele Emiliano

A questo punto, a fare gli onori di casa e a battezzare la prima uscita pubblica dell’Intergruppo, è stato il Governatore, Michele Emiliano, che nel plaudire all’iniziativa e alla decisione del nuovo soggetto istituzionale di incontrare i territori, partendo dalla Fiera del Levante di Bari, ha voluto rimarcare  la trasversalità  dello schieramento che lo compone: “ costituita da parlamentari  che hanno deciso di sostenere la causa del Mezzogiorno, del superamento della questione meridionale”;  la  Puglia, ha detto Emiliano:  “non si è fatta scappare l’occasione per invitarli alla Fiera del Levante per consentire a questo Intergruppo di manifestare la propria esistenza attraverso un dibattito che è stato molto interessante e che ha consentito a ciascuno di cominciare un ragionamento comune”. Dal punto di vista operativo, Emiliano ha subito proposto di creare  presso la Regione Puglia una struttura “specchio” con quella dell’Intergruppo per meglio interloquire fattivamente con esso e affrontare insieme le principali  problematiche  del territorio, mettendo in collegamento i diversi livelli istituzionali nazionali e locali. Questo dovrà avvenire partendo dagli ambiti più complessi e problematici, come quello della sanità, che versa anche in Puglia in una situazione di grande sofferenza per questioni legate sia alla sua organizzazione sul territorio che alle politiche di   gestione della spesa finora adottate, che andrebbero in gran parte rimodulate anche  con la rivisitazione dei c.d. tetti di spesa. In ogni regione la spesa sanitaria costituisce la parte più importante del bilancio dell’Ente e, quindi, occorre intervenire in modo appropriato. Il sistema sanitario nazionale, come oggi è organizzato, sottolinea Emiliano,  non funziona affatto e penalizza fortemente le regioni meridionali. Il rischio è quello di creare nel Mezzogiorno  cittadini di una Italia minore, che non possono accedere alle cure, allo stesso modo di quelli che vivono nelle regioni del Nord del Paese.   Occorrerebbe parametrare  la spesa sanitaria anche secondo i livelli di ricchezza del territorio  e poi, secondo Emiliano, bisognerebbe uscire dalla politica dei tetti di spesa, per come oggi sono costruiti, che finiscono solo col favorire le regioni più ricche-

Per reagire all’autonomia differenziata, Emiliano propone un metodo diverso, facendo ricorso all’intelligenza dei meridionali: anziché procedere con un disegno di legge, ai sensi dell’art. 116 della Costituzione  e, quindi, con una procedura abbreviata, sarebbe più opportuno farlo ai sensi dell’art. 138 della Costituzione, con la procedura ordinaria, stabilendo quali sono le materie che restano nella competenza dello Stato, così  che tutte le altre materie possano essere delegate alle regioni . Secondo Emiliano: “Se proprio la dobbiamo fare questa riforma, per dare più potere alle Regioni, propongo all’Intergruppo di insistere perché si faccia con la procedura ordinaria del 138 e non del 116”.

Patriarca: C’è bisogno di una strategia per il Mezzogiorno che parta dai meridionali

E’ stata quindi la volta dell’On.le Patriarca, segretario dell’Intergruppo, che  ha posto l’accento sul fatto che le fragilità di alcuni territori, come il Mezzogiorno, le isole minori e le aree interne, invece di essere considerate, come spesso accade, un problema, costituiscano  un’unicità. La Patriarca  ha sottolineato la necessità di una strategia per il Sud, che deve, però, partire da qui ed essere concepita dagli stessi meridionali. In merito alla discussione critica sul disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata, Annarita Patriarca ha voluto in primo luogo  ricordare come la sua  genesi sia da ricercare nella riforma del Titolo V° della Costituzione del 2001,  voluta dal centrosinistra di quell’epoca e poi ancora dalle successive intese istituzionali nel 2018 tra il Governo Gentiloni (oramai in scadenza di mandato), sempre di centrosinistra,  e le regioni  Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. 

Incalzata sul tema del recente definanziamento di alcuni progetti, già inseriti nel PNRR da realizzare nel Mezzogiorno, trasferiti su altri fondi (strutturali e di coesione), in sede di rimodulazione del Piano operata dal Ministro del Sud, Raffaele Fitto, Patriarca ha difeso con fermezza le scelte operate dal Governo. Si trattava di progetti che non si sarebbero potuti realizzare nel rispetto dei tempi stretti imposti dal PNRR e, quindi, piuttosto che perdere le risorse, il Governo ha giustamente deciso di ricalibrare  gli interventi, in base a quello che si poteva effettivamente realizzare e che fosse davvero utile per il Paese. Il Deputato di Forza Italia, segretario dell’Intergruppo, ha posto l’accento sulla necessità di cambiare metodo. Secondo Patriarca, non si possono riproporre, come è avvenuto con il PNRR, progetti, che erano depositati  da molti anni  nei cassetti degli Enti locali e delle Pubbliche Amministrazioni,  solo per impegnare la spesa e senza che questi abbiano una vera strategicità. Questo costituisce un metodo sbagliato;  occorre, invece, procedere con una visione, realizzando gli interventi che veramente sono utili allo sviluppo dell’intero Paese  e ciò vale, evidentemente,  anche per il Mezzogiorno.

L’intervento del Vice presidente dell’Intergruppo, Gisella Naturale

La Senatrice Gisella Naturale del Movimento 5 Stelle  e Vice presidente dell’Intergruppo, pugliese di Torremaggiore,  ha ribadito la bontà dell’iniziativa parlamentare in cui ripone tutta la sua fiducia e le sue speranze   per affrontare in modo concreto la questione meridionale. Si avverte, finalmente, la volontà di operare con un metodo diverso, andando oltre gli schieramenti e partendo dai problemi.  Incontrare i territori è e sarà importante per  capire i bisogni, relazionarsi con gli altri livelli istituzionali, facendo conoscere le attività e le iniziative dell’Intergruppo. Naturale poi ha  rimarcato la drammatica questione demografica che sta vivendo il Sud  con i suoi giovani, le sue forze migliori, che vanno via. E allora il danno è ancora più grave se si pensa che, dopo averli formati, sostenendone pure la relativa spesa, questi giovani emigrano . Oltre a lasciare gli affetti familiari e perdere le proprie  radici, portano ricchezza altrove, in luoghi  che fino a quel momento nulla hanno fatto per loro. Spesso si tratta anche di giovani che lasciano la propria terra per andare a studiare nelle università localizzate nel Centro e Nord del Paese, senza neppure considerare la possibilità di farlo nel Mezzogiorno, ove, comunque le più recenti statistiche, segnalano la presenza di università che raggiungono livelli eccellenti, spesso ignorati.

Compito dell’Intergruppo, sottolinea la Naturale, sarà anche quello di contrastare questi fenomeni.

La proposta dell’On.le Alifano al Governo: la promozione  di imprese start-up nelle aree interne

E’ stata, infine, la volta dell’On.le Alifano,  che ha informato la platea del tavolo tecnico che, per fronteggiare il gravissimo e progressivo spopolamento del Mezzogiorno, è stato appena depositato in Parlamento uno specifico ordine del giorno, a sua firma, che impegni il Governo a promuovere, con sostegni mirati, la nascita di imprese start-up nelle aree interne.  Compito precipuo dell’Ufficio di Presidenza, secondo Alifano, dovrà essere quello di assumere le più opportune iniziative per contrastare i preoccupanti fenomeni di desertificazione socio-economica delle aree interne. Indispensabile poi, secondo la deputata del movimento 5 stelle, affrontare il tema del gap infrastrutturale, che, storicamente, il Sud denuncia rispetto al Nord del Paese e che, di fatto, penalizza ogni sua possibilità di rilancio economico.

Nella fase finale dei lavori c’è stato l’intervento di Angelo Melone e Giovanni Barretta, componenti dell’Ufficio di Presidenza del tavolo tecnico dell’Intergruppo che hanno chiesto al Presidente Emiliano  di conoscere il suo punto di vista sulla recente istituzione da parte del Governo della ZES unica per il Mezzogiorno. In particolare, Angelo Melone ha chiesto se il provvedimento governativo, per come concepito,  incontrasse la piena condivisione del governo regionale, mentre Giovanni Barretta, pur considerando positivamente l’istituzione di una ZES unica per il Sud,  ha sottolineato gli eventuali rischi di penalizzare, in questo modo, le aree interne e più fragili del Mezzogiorno, che, senza interventi appropriati, potrebbero essere a questo punto ancor più emarginate.  Emiliano si è detto favorevole all’istituzione della ZES unica, anche se ha criticato,  con il provvedimento del Governo,  il ritorno ad un sistema di centralismo direzionale con la rimozione dei Commissari straordinari che erano già stati nominati  sui territori per ciascuna ZES.  Sul punto è intervenuta Annarita Patriarca che ha difeso il provvedimento governativo, precisando che non c’è stata, con la rimozione dei Commissari straordinari già nominati, alcuna volontà di praticare  spoil system ma solo mettere in campo una strategia utile per i territori; inoltre, in merito al rischio paventato per le aree più interne, secondo la Deputata di Forza Italia,  non si intravedono al momento difficoltà di sorta e, comunque, occorre procedere con una strategia complessiva.

Le conclusioni del Presidente Caramiello che ha annunciato le prossime iniziative dell’Intergruppo

Nel salutare gli intervenuti, l’On.le Alessandro Caramiello (M5S), promotore appassionato ed assoluto protagonista  dell’iniziativa,  ha annunciato che è intenzione dell’Ufficio di Presidenza,  proseguire con il metodo di incontrare i territori, adottato dall’Intergruppo parlamentare “Sud, Aree interne e Isole minori”. Prossima tappa la Campania.

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