Turchia: ecco il nuovo hub del gas russo

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Turchia

In Turchia, il Presidente russo Putin guarda alla Tracia orientale. Entro un anno, partiranno i lavori per la costruzione di un nuovo hub del gas. La vendita di gas sarà destinata, principalmente, ai paesi dell’Europa.

La proposta è stata avanzata da Putin lo scorso 13 Ottobre, in Kazakistan. Durante la conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (CICA). In risposta, il Presidente turco Erdoğan si è detto favorevole al progetto.

Le esplosioni dei gasdotti Nord Stream

Il Nord Stream è un gasdotto che collega Russia e Germania attraverso il Mar Baltico, per il trasporto di gas russo in Europa occidentale. Si compone di due condotti paralleli, ognuno con una capacità di 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Il primo condotto, attivo dal 2011, prende il nome di Nord Stream 1. Il secondo, completato nel settembre 2021, è denominato Nord Stream 2. Quest’ultimo condotto non è mai entrato in funzione. Il governo tedesco ne ha sospeso il permesso, a causa dell’attacco russo in Ucraina.

Lo scorso 26 settembre, il gasdotto ha subìto due gravi perdite, in seguito a delle esplosioni. Mosca non ha escluso un sabotaggio da parte dell’Occidente. A tal proposito, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva ricordato quanto il Presidente Usa, Joe Biden, fosse stato sempre contrario a Nord Stream 2.

“Vediamo un aumento significativo dei profitti delle compagnie energetiche americane, che stanno fornendo gas all’Europa”, aveva detto Peskov. Alludendo al fatto che, a beneficiare maggiormente del mancato funzionamento dei gasdotti, siano proprio gli Stati Uniti.

L’idea di Putin sulla Turchia

Con l’arresto di Nord Stream, “Potremmo trasferire alla regione del Mar Nero i volumi dei Nord Stream perduti”, ha detto Putin. Il Cremlino, però, non vorrebbe limitarsi alla sola fornitura di gas. L’idea sarebbe quella di rendere la Turchia un vero e proprio hub regionale, che stabilisca i prezzi del combustibile. Uno scenario simile al Title Transfer Facility (TTF) di Amsterdam. Vale a dire uno dei principali mercati di riferimento per lo scambio del gas in Europa, con sede in Olanda.

Turchia: le puntualizzazioni del Ministro dell’Energia

Secondo il Ministro dell’Energia turco, Fatih Dönmez, l’hub turco non gestirà soltanto il gas russo. “Ankara sta negoziando sia con la Russia che con altri paesi”, non specificati. “La Turchia già possiede una collaborazione contrattuale con Mosca. Compriamo questo gas perché ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di nuovi contratti e di nuovi fornitori per questo mercato”, ha detto il Ministro.

Il gasdotto TurkStream

Zona scelta per la realizzazione del progetto, è la regione della Tracia. Luogo in cui, tra l’altro, è già presente il gasdotto TurkStream. Il gasdotto collega Turchia e Russia attraverso il Mar Nero, per il trasporto di gas russo in Turchia ed Europa orientale. Attivo dal gennaio 2020, ha una capacità di 31,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

La fattibilità del nuovo hub

Secondo il sito Natural Gas Intelligence, la capacità attuale dei gasdotti russo-turco risulta essere insufficiente all’intento. Dunque, Mosca dovrà costruire nuove condotte nel mar Nero e verso il paese turco. I lavori, però, potrebbero protrarsi oltre i dieci anni, per arrivare alla stessa capacità combinata dei due gasdotti Nord Stream e cioè 110 miliardi di metri cubi di gas.

La multinazionale gasifera statale russa, Gazprom, aveva pensato ad un ampliamento del TurkStream fino a 63 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Ma viste le sanzioni scaturite dall’attacco russo in Ucraina, Mosca non può usufruire di tecnologie e servizi occidentali. Di conseguenza, la multinazionale non potrebbe eseguire i lavori, che risulterebbero anche più costosi.

Inoltre, l’Unione Europea ha strutturato un piano, denominato REPowerEU, per rendersi indipendente dalla Russia riguardo alle forniture di combustibili fossili prima del 2030.

Infine, per potersi affermare sul mercato, il nuovo hub del gas turco dovrà proporre prezzi competitivi. Gli esperti, al contrario, sostengono che non sia possibile attuare questa competitività. I costi di trasporto del combustibile, dalla Tracia all’Europa nordoccidentale, sono stimati alti.

I vantaggi strategici di Erdoğan

Uno degli obiettivi principali del Presidente turco, è quello di recuperare consensi in vista delle prossime elezioni di Giugno 2023. Complici la crisi economica del paese, il collasso della lira turca, l’inflazione alta ed i tassi di interesse bancari tenuti bassi, Erdoğan ha perso molti consensi.

La creazione di un hub del gas tranquillizzerebbe la popolazione circa il timore di un eventuale razionamento di gas. Inoltre, porrebbe la Turchia quale potenza geopolitica strategica nello scacchiere del Mediterraneo. Ancora, secondo il New York Times, la Turchia si assicurerebbe energia a costi bassi all’interno di un mercato di export ampio. Nonchè il silente accordo con Putin nell’operato contro i curdi siriani.

I vantaggi strategici di Putin

Questo accordo Russia-Turchia, rischia di compromettere l’efficacia delle sanzioni economiche messe in campo dai paesi occidentali contro la Russia, a seguito dell’attacco in Ucraina. Unione Europea e Stati Uniti, infatti, hanno mostrato il loro disappunto circa i vantaggi che questo progetto garantirebbe alla Russia. A tal proposito, secondo il New York Times, la Russia ricaverebbe un vantaggio relativo alla vendita di energia. Nonché dall’accordo con un paese NATO.

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