I giovani under 35 che oggi si affacciano al mondo del lavoro, per avere una pensione dignitosa potrebbero arrivare a lavorare fino a 74 anni. Questa è la stima della ricerca ” Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani “, realizzata dal Consiglio Nazionale dei Giovani assieme a Eures.
Come afferma la presidente del Cng – Maria Cristina Pisani – ” l’ aumento della precarizzazione, della non continuità lavorativa e le basse retribuzioni per i lavoratori under 35, rendono difficile l’ingresso nel mondo del lavoro. Ciò comporterà la loro uscita solo per vecchiaia con assegni pensionistici bassissimi “. Queste sono le previsioni sul valore delle pensioni atteso nei prossimi decenni per i lavoratori dipendenti che oggi hanno meno di 35 anni. Si stima infatti che se la permanenza si prolungasse fino al 2057 con un ritiro a 74 anni, l’importo dell’assegno pensionistico arriverebbe a 1.577 euro lordi mensili (1.099 netti). Valore che equivale a 3,1 volte l’importo dell’assegno sociale.
I lavoratori under 35 a Partita Iva
Per quanto riguarda i lavoratori sotto i 35 anni a partita iva, l’ importo dell’ assegno pensionistico ammonterebbe a 1.650 euro lordi mensili (1.128 netti). Valore che equivale a 3,3 volte l’importo dell’assegno sociale.
Con le attuali regole e cioè con il termine lavorativo a 66 anni, l’ assegno pensionistico arriverebbe a 1.044 euro lordi. Circa 900 euro netti.
E’ necessario quindi un dibattito più approfondito sulle problematiche previdenziali che tenga conto delle esigenze delle giovani generazioni. ” La questione demografica e il passaggio al sistema del ‘ contributivo puro ‘ mettono infatti ulteriormente a rischio la sostenibilità del nostro sistema pensionistico” – continua la presidente Pisani.
Intervento del governo
Il governo Meloni tramite la Legge di bilancio proverà a correre ai ripari introducendo una forma di garanzia sulla previdenza pubblica e sul riscatto della laurea. Ad oggi ogni anno riscattato costa 5.776 euro. Aumenterebbe così l’ assegno senza costi per lo Stato. Ma gli sgravi allo studio farebbero salire solo di poco le pensioni dei giovani.
La riforma fiscale entrata ormai nella fase operativa, potrebbe introdurre entro due anni le detrazioni aggiuntive per la previdenza integrativa incoraggiando l’ accesso ai fondi pensione.
Un’ altra ipotesi del governo potrebbe essere lo sgravio al 100% di un anno dal versamento dei contributi. In questo modo si incentiva l’ occupazione degli under 30 nella consulenza finanziaria. Ad essere coinvolta sarebbe Enasarco, l’ ente di previdenza integrativa a cui gli agenti di commercio devono versare i contributi sulle provvigioni.
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