Vacanze moderne di vanità

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di Siria Piccirillo

La comunicazione occorre all’uomo per ‘mettere in comune’ delle informazioni in un gruppo, creare un dialogo con l’altro, nel lungo monologo della solitudine primordiale a cui l’uomo è necessariamente destinato ad imbattersi. Quest’etimo deriva dal latino informare, un verbo che significa ‘modellare’. Si parte da questo punto, quando si vuole plasmare la mente dell’uomo attraverso la parola, arma inconfondibilmente e potente nell’era della globalizzazione. Il gesto del comunicare non è solo ristretto all’ambito dello scambio interpersonale con l’altro, in rapporto con il mondo circostante della sfera colloquiale quotidiana, ma la comunicazione occorre in modo peculiare alle relazioni, anche nell’amore e soprattutto nella relazione più complicata di tutte, quella che si va ad intessere con la propria interiorità. La musica e la poesia compiono una comunicazione con l’essenza interiore di ogni essere umano, all’ascolto di una canzone si può viaggiare con la mente verso la poesia e viceversa. La creazione di un connubio di melodia e parola è l’archetipo principale a cui bisogna ispirarsi per ricevere una pausa dallo stress della frenesia quotidiana, passeggiando nei meandri della tranquillità interiore fino a raggiungere il nirvana della propria anima. Una pratica di rilassamento totale che lega queste due arti è l’ossigeno della lettura, la piacevole traversata in una giornata uggiosa di primavera potrebbe recare sollievo alla mente affollata. Sotto il cielo della rinascita è possibile creare lunghe comparazioni tra poesia, musica e cinema. Nel periodo più frenetico dell’anno, per l’arrivo del bel tempo, tutti corrono ai ripari di una piacevole fuga nel weekend e chi più dei Matia Bazar, gruppo musicale degli anni ’80, con la loro voce delicata come fiori primaverili potrebbe accompagnare il vostro viaggio in auto, fino al sole. Sono proprio le Vacanze Romane a richiedere forte libertà di comunicazione in una romantica città, l’eterna Roma. Nella canzone c’è il paradigma della vanità sociale odierna, viene citata Greta Garbo; la famosa diva della storia del cinema del Novecento, una carriera sotto il cappello di paglia e il lettino da spiaggia, attrice che raffigura ruoli di regine e ammaliatrici: «La Garbo ride!» lo slogan di ogni giovane donna moderna che consuma il suo tempo libero, sotto il sole. E nella magnificenza divina della Garbo, con il suo sguardo penetrante si ritrova la lettura di una poetessa di fine Ottocento, Emily Dickinson. Con il pareo della sua semplicità, questa donna scrive di amori non ricambiati e la comunicazione con le moderne signore è il ritrovamento della loro stessa condizione, in pochi versi. Gli antichi medici medievali che non conoscevano la moderna psichiatria dichiaravano che ascoltare o leggere qualcuno che ha vissuto gli stessi dolori o sentimenti provati, porta con sé l’antidoto alla malattia stessa ed è come scrive la Dickinson: “Ad un cuore spezzato, nessun cuore si volga, se non quello che ha l’arduo privilegio, di aver altrettanto sofferto”. Allora, perché non riscoprire la bellezza di un verso accompagnato da una sonora strimpellata e godersi l’inizio della bella stagione? Questa è la ricetta medica che ogni uomo o donna in mens sana e corpore pure potrebbe rispettare per un escape dalla realtà sfuggente e stancante.  

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