Volodymyr Zelensky chiede al governo italiano di mostrare maggior dissenso per la Russia.
“In Italia ci sono molti pro-Putin, il governo dovrebbe prima di tutto cancellare i loro visti e poi mandarli via
“In Italia ci sono molti pro-Putin, il governo dovrebbe prima di tutto cancellare i loro visti e poi mandarli via
Questo è quanto dichiarato dal presidente ucraino durante il G7 dichiarando quali sono i potenziali pericoli della propaganda russa in Italia.
Il presidente ucraino sottolinea che anche questo è un modo di aiutare l’Ucraina.
Nel frattempo il dibattito politico italiano fatica a trovare una condanna unanime del Cremlino per la morte di Alexei Navalny e Vladimir Putin fa sapere di “sentirsi a casa” nel nostro Paese.
Il leader ucraino annuncia anche: “stiamo preparando una lista sui propagandisti russi in tutto il mondo. E’ una lunga lista e vogliamo presentarla alla Commissione europea, al Parlamento europeo, ai leader dell’Ue e degli Stati Uniti”
Kiev ribadisce anche che oltre all’informazione lo strumento più rilevante per affrontare la guerra sono le armi. Secondo Zelensky 31mila soldati ucraini sono morti in battaglia in due anni, mentre sarebbero 180mila gli invasori uccisi in guerra.
Sui feriti invece il leader ucraino non si sbilancia perché ritiene che rendendoli pubblici, la Russia capirebbe quante persone hanno lasciato il fronte
D’altro canto, Kiev non demorde e mostra ottimismo: “Prevediamo un 2024 di svolta per l’Ucraina”.
Nonostante i numerosi ritardi dell’Occidente nel fornire le armi all’Ucraina per contrastare gli attacchi del Cremlino, il governo ucraino non molla.
“La vittoria dell’Ucraina dipende da voi”, insiste Zelensky rivolgendosi all’Occidente. Anche in Italia ci sono “diversi tipi di armamenti con cui potrebbe aiutarci. Ma non tutto dipende dall’Italia, parliamo anche dei Paesi G7 e Ue, hanno molto che possono dare”.
Il capo del governo ucraino, ricorda agli occidentali che non è possibile dialogare con un personaggio che uccide i suoi oppositori e che non può arrendersi alla mercé di un tiranno.
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