A partire dal 2024 il Reddito di cittadinanza verrà abrogato. È questa la decisione del Governo Meloni contenuta nella manovra economica (Legge di Bilancio, art. 1 comma 318 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/12/29/22G00211/sg).
di Francesco Donzelli
Una volontà, quella del Governo, ampiamente annunciata già lo scorso novembre quando il Ministero dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva annunciato una: “manutenzione straordinaria del reddito di cittadinanza, che si avvia verso la sua abolizione, con un periodo transitorio nel 2023 con maggiori controlli sul fronte di chi lo percepisce e di chi riceve offerte di lavoro”.
Reddito di cittadinanza, ecco cosa cambia
Nella legge di Bilancio, all’art. 1 comma 313, si legge:
“Nelle more di un’organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva, dall’01 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 la misura del reddito di cittadinanza […] è riconosciuta nel limite massimo di 7 mensilità”.
Dunque, la novità più importante è rintracciabile nella durata dell’erogazione della misura che per il 2023 sarà di soli 7 mesi. Questa scelta riguarderà solo i percettori cosiddetti “occupabili”. Rimarrà invece di 18 mesi l’erogazione del Reddito di cittadinanza per quei nuclei familiari al cui interno vi sono:
- minori
- persone con disabilità
- persone con età pari o superiore ai 60 anni.
Per tali nuclei familiari non cambierà nulla, almeno fino al 2024.
Reddito di cittadinanza: qual è la categoria degli occupabili
Gli occupabili sono coloro che rientrano nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 59 anni. La stretta sugli occupabili non riguarda soltanto la durata dell’erogazione del Reddito di cittadinanza (ridotta a 7 mesi), ma anche specifiche condizioni che occorre rispettare se non si vuole perdere il sussidio.
Il Reddito di cittadinanza verrà erogato solo se il percettore parteciperà ad un corso di formazione o di riqualificazione professionale della durata di almeno sei mesi. In mancanza della partecipazione si decade dal sussidio. Mentre per i percettori del Reddito di cittadinanza tra i 18 e 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo di istruzione l’erogazione del sussidio è subordinata anche all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione degli adulti di primo livello.
Inoltre, è prevista la decadenza dal Reddito di cittadinanza alla prima offerta di lavoro rifiutata. Il Governo ha eliminato ogni riferimento all’offerta di lavoro “congrua”.
Reddito di cittadinanza: patto per il lavoro
Definitivamente abrogato anche il patto per il lavoro e di inclusione sociale che prevedeva l’intervento dei Centri per l’impiego per l’adozione di misure di reinserimento lavorativo e sociale.
Canone di locazione, stagionali e assunzioni
Tra le altre novità è previsto che la componente di Reddito di cittadinanza corrispondente al canone annuo di affitto viene erogata direttamente al locatore dell’immobile.
Nel caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio, se rientra nel limite massimo di 3.000 euro lordi. I redditi eccedenti tale limite andranno ancora comunicati all’INPS.
Ai datori di lavoro privati che nel 2023 assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato beneficiari del Reddito è riconosciuto l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a loro carico.
Cosa accadrà a partire dal 2024?
A partire dal 2024 gli occupabili perderanno il Rdc e – almeno per il momento – non sembra che il Governo abbia intenzione di erogare in loro favore alcun tipo di sussidio.
Discorso diverso va fatto per i non occupabili, cioè coloro che continueranno a percepire le 18 mensilità del Reddito di cittadinanza per il 2023 e che a partire dal 2024 il Governo non vuole lasciare senza sostegno economico. L’idea è quella di tutelare i soggetti non occupabili o con l’introduzione di nuove misure oppure con un ritorno al REI.
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