Ieri pomeriggio a Telese Terme, presso la Sala Goccioloni del Parco delle Terme, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Benevento, dalla Camera civile di Benevento ed Ariano Irpino, da Azione Forense e Concilianet (Organismo di mediazione e conciliazione), con media partner la nostra testata, si è tenuto un interessante seminario dal titolo: “La mediazione e le soluzioni alternative alle controversie civili dopo la riforma Cartabia”.
Gli esperti chiamati all’incontro si sono interrogati sulle prospettive del rinnovato istituto e se la “Riforma Cartabia” possa considerarsi un punto di arrivo o di partenza della giustizia civile.
A moderare il dibattito è stata chiamata Mariacristina Tammaro del COA di Benevento, Responsabile Associazione Azione Forense e dell’organismo Concilianet di Telese Terme ed organizzatrice dell’evento telesino.
Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali rivolti da Angela Abbamondi, Responsabile della scuola di formazione forense del COA di Benevento, che, richiamando il titolo del seminario, ha voluto porre l’accento sul fatto che oggi, a distanza di 13 anni dalla sua istituzione, con la Cartabia per la mediazione si può parlare sicuramente di (nuovo) punto di partenza. Infatti, l’avvocato del foro sannita ha sottolineato, innanzitutto, come le materie assegnate al rinnovato istituto siano aumentate rispetto al passato. E’ richiesto un percorso formativo più adeguato ma previste anche tariffe più congrue, oltre a diverse novità, con l’intento di costituire per questa via un’effettiva soluzione delle controversie civili.
Secondo Abbamondi si tratta di una vera e proprio rivoluzione copernicana, che – però – potrà avere successo a condizione che l’avvocato smetta i panni che gli sono più consoni, di rappresentate di una parte, assumendo la veste di conciliatore/mediatore, cambiando, quindi, atteggiamento: non più conflittuale ma di interesse e disponibilità al superamento del conflitto.
Dopo i saluti, la prima relazione scientifica di Assunta Ventorino, Responsabile ODM presso il COA di Benevento, che si è soffermata ad inquadrare le principali novità apportate dalla Cartabia e dai decreti attuativi. Tra queste, l’Avvocato beneventano ha ricordato che, tra le nuove materie di cui potrà occuparsi la mediazione, sono stati inseriti tutti i contratti di durata. In ordine alla procedibilità della domanda, la novità più significativa prevista dalla Cartabia riguarda l’opposizione a decreto ingiuntivo. Questa volta sarà la parte opposta a proporre obbligatoriamente il tentativo di mediazione, pena la revoca del decreto ingiuntivo. Ulteriori novità riguardano la mediazione telematica, nel solco degli obiettivi sottesi alla riforma di favorire la digitalizzazione di tutte le fasi del procedimento, la mediazione delegata, la durata della procedura, prevista in un massimo di tre mesi, prorogabile per altri tre , l’istituto del gratuito patrocinio, che, quindi, viene esteso anche alla mediazione. Naturalmente, è stato evidenziato, l’accesso all’istituto comporta dei costi maggiori rispetto al passato, anche perché si tratta di una procedura che adesso risulta maggiormente strutturata.
A Telese Terme il punto sulla mediazione dopo la riforma Cartabia
Secondo Michele Lanna, professore dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e GOP presso il Tribunale di Benevento, intervenuto con una precisa relazione sulla “struttura del conflitto”, bisogna innanzitutto interrogarsi cu cosa ad oggi non ha funzionato nella mediazione, se è vero che dopo 13 anni con la Cartabia si parla di nuovo punto di partenza. Bisogna partire dalla struttura del conflitto – ha detto Lanna – e il mediatore deve considerare la genesi della lite, le ragioni e gli interessi evidentemente in gioco e anche aspetti che riguardano la sfera personale, relazionale, emotiva e psicologica delle parti: “Solo così, si può davvero sperare di risolvere appieno il conflitto; le sentenze pronunciate oggi dai tribunali non possono, evidentemente, considerare questi ulteriori aspetti, di per sé importanti, se non addirittura determinanti. Anche il mediatore deve – però – assumere un atteggiamento diverso, davvero conciliativo, spogliandosi delle vesti di avvocato”.
E’ stata la volta di Gerardo Giuliano, Magistrato della II Sezione civile del Tribunale di Benevento, che ha iniziato il suo intervento, ricordando come nel 2010, all’atto dell’introduzione dell’istituto della mediazione, fosse stato previsto un monitoraggio della procedura di cui, però, nel tempo si è persa ogni traccia; così non è stato possibile capire i risultati che sono stati effettivamente conseguiti e cosa non ha funzionato: “Bisognerebbe, infatti, partire da questo: cioè dal metodo”. La premessa è necessaria, secondo Giuliano, perché occorre interrogarsi sugli obiettivi che deve porsi la mediazione. Il fine è, evidentemente, la deflazione del contenzioso. La mancanza del monitoraggio, secondo il magistrato beneventano, costituisce un vizio di fondo, imperdonabile, perché non consente di capire dove (in quali materie) la mediazione ha funzionato bene e dove e perché, invece, ha fallito. Nella sua esperienza di magistrato civile nel settore della contrattualistica bancaria e societaria e della responsabilità civile, ha sottolineato Giuliano: “ non ho aver mai visto dinanzi a me una sola causa conciliata in mediazione”. Quindi, in questi anni sarebbe stato tradito il fine che sottendeva nel 2010 l’introduzione dell’istituto. Secondo il magistrato: “Le parti quando non hanno benefici reali, vogliono anche conciliare, ma vogliono farlo davanti al Giudice. Questo accade perché non sentono come imparziale il mediatore, per quanto bravo e professionale che egli sia. Il Giudice, nonostante tutto, viene ancora visto come una figura di garanzia, a cui le parti si affidano…” L’istituto della mediazione va sicuramente rafforzato, ma attenzione, ha avvertito Giuliano, “..non bisogna addivenire, attraverso questa via, alla delega della giurisdizione”.
Sulle novità della riforma, Giuliano ha ribadito come la Cartabia abbia aumentato le materie di competenza e definito la questione su chi grava l’onere d’introdurre la mediazione in caso di opposizione a decreto ingiuntivo. Il magistrato del Tribunale di Benevento ha dichiarato ai presenti di avere, a tal proposito, un’idea diversa. Tuttavia, le SS.UU. hanno adottalo la soluzione che prevede che l’attore rimanga in ogni caso il creditore e che, quindi, occorra sempre partire dall’azione monitoria . I creditori sono, pertanto, onerati dall’introdurre la mediazione. In merito, il magistrato del Tribunale di Benevento, ha voluto precisare come, sebbene non condivida tale indirizzo giurisprudenziale di legittimità, in quanto ritenuto “ un po’ antitetico rispetto agli obiettivi della deflazione del contenzioso, che si pone la riforma”, si sia finora adeguato all’orientamento delle SS.UU. della Cassazione.
C’è poi un’altra questione che merita attenzione, secondo Giuliano: “ Rimane qualche contraddizione di fondo, come ad esempio l’orientamento, che non condivido, secondo cui per instaurare la mediazione occorra necessariamente la procura notarile del rappresentate del creditore”; non essendo ritenuta sufficiente l’autentica della firma fatta dall’avvocato all’atto del conferimento del mandato. Si tratta di una previsione che, secondo Giuliano, risulta davvero eccessiva, che peraltro svilisce la funzione degli stessi avvocati, e che lui, comunque, non applica.
Infine, nel suo ampio ed approfondito intervento, Gerardo Giuliano ha voluto affrontare il tema della esperibilità della mediazione sulle altre domande, come nel caso della riconvenzionale, quando la domanda principale non ne sia stata già oggetto. Sul tema più generale dovranno pronunciarsi le SS.UU. il cui orientamento parrebbe rivolto a consentire l’esperibilità della mediazione su tutte le domande.
Oggi, peraltro, rispetto al passato, si assiste ad un continuo pronunciamento delle SS.UU. su ogni questione. E poi, termina Giuliano: “ Esiste una deriva di cui bisogna preoccuparsi, che è quella di delegare la giurisdizione a terzi e questo è un rischio che come magistrati e avvocati non ci possiamo assumere”.
A seguire l’intervento del Notaio, Gerardo Santomauro, che ha relazionato sulla “trascrivibilità dell’accordo di mediazione” e che si è, comunque, detto d’accordo con Giuliano sulla non necessità di disporre di una procura notarile del creditore al fine di introdurre la mediazione.
A chiudere i lavori, il Presidente del Centro Studi Concilianet, Claudio Ursomando, che è tornato ad approfondire le novità contenute nelle riforma, a delineare le prospettive del rinnovato istituto, soffermandosi sul ruolo e sulle specifiche funzioni degli organismi di mediazione e conciliazione.