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Alberi custodi per le vittime di covid di Battipaglia

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Alberi piantumati in memoria di ogni vittima di covid. A Battipaglia la dottoressa Simona Otranto ingaggia una sfida.

di Orlando Caprino

Uno dei progetti più intensi che noto nel web mi ha portato a Battipaglia dove la dottoressa Simona Otranto ingaggia una sfida e all’insaputa di molti, ma con determinazione e costanza, coinvolge e affascina. Piantumare alberi in memoria di ogni vittima di covid. È già capitato: ho letto di qualche piccolo comune, ma mai di una città di 50 mila abitanti e mai di una piantumazione così coinvolgente e condivisa. Hanno partecipato tutti, dall’amministrazione, alla fondazione Santese, il club Lions eboli battipaglia host, la fidapa, e tante altre associazioni della città. 75 cipressi.

Da qui la voglia di raccontarvi come una singola persona, in questo caso Simona Otranto, è riuscita, coinvolgendo tutti in questa meravigliosa iniziativa. Oltre al fatto, in sé mi preme evidenziare come tutta l’idea non sia stata mossa, come spesso accade, da motivazioni puramente economiche ma da altro. È raro che ciò accada. Un amico una volta disse < Una buona idea salverà il mondo > questa lo è

Tutto inizia da un cedro

1- Invasioni Botaniche è un progetto interessante e che seguo da molto e con vero piacere vedo i risultati concreti che porti avanti. Quando piantasti il primo albero in centro, un cedro, ricordo che insistenti molto che fosse ripiantato un cedro. E fu ripiantato un cedro. Da lì la tua caparbietà di misurarti in progetti sempre più importanti

Il sound che ti motiva è fantastico e porta al bello, da dove nasce tutta questa determinazione?

“L’idea di Invasioni Botaniche è nata per caso, se il caso esiste. Un messaggio, uno scambio di idee tra me e Luigi Viscido sulla possibilità di ripiantare un vecchio platano, un albero storico in piazza Borsellino a Battipaglia. Da quella chiacchierata è scoccata una specie di scintilla: ripiantare, appunto, il cedro che hai nominato, forse l’albero più amato dai battipagliesi, un albero discusso, contestato, salvato (prima di essere abbattuto a causa di un fulmine che l’aveva colpito). Tra i numerosi alberi secchi, o abbattuti e mai ripiantati, era sicuramente quello di cui sentivo personalmente maggiore mancanza. La ferma convinzione del cedro e non di un albero diverso è legata alla storia dell’albero stesso, alla memoria e all’amore dei cittadini, alla presenza di altri tre cedri. L’ho da sempre reputato il genius loci della piazza.

Alberi

Proposi a Luigi il nome di Invasioni Botaniche per il progetto senza pensare troppo al futuro. Le iniziative successive sono state una conseguenza del grande entusiasmo che si è creato.

La determinazione? Una dote innata. Punto l’obiettivo e non mi arrendo fino a quando non l’ho raggiunto.

Alberi custodi e i 75 cipressi per le vittime di covid della città di Battipaglia

2- oggi stai portando avanti il progetto denominato ‘alberi custodi’, ci vuoi raccontare quando prese forma e come sei arrivata a coinvolgere tutta la cittadinanza, dall’amministrazione a tutte le associazioni?

Alberi Custodi è il progetto nato per ricordare le vittime di covid nella città di Battipaglia attraverso la piantumazione di 75 cipressi toscani (75 è il numero dei concittadini che abbiamo pianto). Sempre con Luigi Viscido abbiamo immaginato la creazione di un memoriale verde e abbiamo dato il via ad una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi (come era stato fatto anche per il cedro in realtà) cercando dapprima la collaborazione dell’amministrazione e della fondazione Maria Rosaria Santese, che sono diventati partner del progetto. Il coinvolgimento attivo delle tante associazioni è stato un modo per avvicinare i cittadini. Probabilmente il grande entusiasmo è derivato dal segno di speranza che abbiamo voluto comunicare. Non un progetto ambientalista quindi, o meglio non solo. Alberi Custodi è un progetto legato al ricordo e soprattutto alla vita, non alla morte. Probabilmente è stato questo il motivo del suo successo.

3- L’ambiente fine a sé stesso e con il sostegno di pochi attivisti come te, motivati e capaci, basterà per invertire la rotta? L’apporto della tecnologia, dell’IA e dei big data lo vedi utile per i prossimi progetti?

Non mi sento un’attivista. Non mi riconosco in questa definizione. Invasioni Botaniche non è un movimento, nemmeno un’associazione. Invasioni Botaniche è un’idea, un’espressione di me, di quello che ho dentro. Non so cosa diventerà in futuro e se maturerà in qualcosa di diverso.

Ognuno di noi può cambiare il mondo, con un gesto, con una parola, con un’azione rivolta al bene. In ogni campo.  Di questo sono fermamente convinta.

Non so quale sarà il prossimo progetto.  Non sento di escludere nessuna possibilità, nemmeno il ricorso a nuove tecnologie o a nuove forme di collaborazione.

4- Da architetto ad erborista a invasioni Botaniche, un percorso breve ma intenso, tutto in pochi anni data la tua giovane età, e sembra di ricordare anche un passaggio da miss Italia.

Raccontaci in breve come riesci sempre a raggiungere gli obiettivi che ti poni e sempre con il sorriso e la serenità che ti contraddistingue.

La vita è un insieme di esperienze, non sempre il percorso è lineare: si gira, si devia, si torna indietro, si sbaglia strada, si sale, si corre, si rallenta e ci ferma anche. La serenità è quello che lascio apparire. La verità è che sono sempre piena di dubbi e di incertezze. Rifletto molto e non sono immune dagli errori, come tutti. Gli obiettivi si raggiungono non arrendendosi, ed io non mi arrendo (quasi mai). Affronto le difficoltà come un’occasione per fare meglio.

5- Gli alberi in città o in bosco attrezzato? Cosa è preferibile per le piante, per l’ambiente e per i cittadini?

Se fossi un albero preferirei il bosco. Se fossi una città vorrei essere piena di alberi. Gli alberi, le piante, il verde sono l’unica arma che abbiamo per cercare, se non è ancora troppo tardi, di contrastare i cambiamenti climatici. Dove c’è maggiore produzione di anidride carbonica, lì c’è maggiore necessità di verde.

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1 commento

  1. Bene Orlando!
    Bravissima Simona!
    Io credo fortemente negli “alberi custodi” perché ho sentito pochissime parole nobili ed ho visto e toccato con mano un aiuto VERO e tangibile a Battipaglia

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