Pane avanzato e frutti rossi antiestetici sono gli ingredienti alla base delle nuove birre lanciate da ALDI contro lo spreco alimentare.
“Da avanzi a oro liquido”: così Aldi UK presenta la sua nuova gamma di birre realizzate a partire dalle rimanenze del supermercato. Le bevande, vendute sotto il marchio The Hop Foundry e disponibili negli store del Regno Unito a partire dallo scorso 11 novembre, sono frutto della fermentazione dei prodotti rimasti invenduti, in particolare pane e frutta. Nascono così una IPA agrumata figlia delle pagnotte di tiger bread rimaste in scaffale e un’altra nata dal riciclo di frutti rossi non troppo “performanti”.
Supermercati Aldi
Aldi Uk è la catena di supermercati più economica del Regno Unito: a evidenziarlo la ricerca pubblicata dall’associazione di consumatori britannici che ha dimostrato come una spesa completa in un punto vendita Aldi arrivi a costare il 24% in meno rispetto ad altri punti vendita. Ma il discount tedesco non è solo economico: si distingue anche per il conveniente rapporto qualità-prezzo e per i salari dei propri dipendenti, più alti rispetto alla media nazionale.
Il riciclo
Sono due in particolare gli alimenti sotto i riflettori: il pane – uno tra gli alimenti più scartati nel Regno Unito e non – e la frutta, soprattutto quella che ALDI definisce “wonky”; in altre parole, imperfetta. Il risultato sono due IPA molto diverse tra loro, vendute sotto il marchio The Hop Foundry, fondato da ALDI nel 2023 insieme a un partner indipendente. Lo stesso marchio è ora vessillo della bevanda anti-spreco, prodotta in collaborazione con birrifici esterni. Le due etichette sono state battezzate rispettivamente Another Round e Misfits Summer Fruits Beer. Sono formati da 440 ml estremamente economici.
Aldi, con il suo marchio The Hop Foundry, sta cavalcando un trend già esplorato da altri brand, come Eataly, che ha realizzato birra a base di pane invenduto. Questa tendenza non solo aiuta a ridurre lo spreco alimentare, ma promuove anche una maggiore consapevolezza tra i consumatori riguardo all’importanza di utilizzare ingredienti che altrimenti verrebbero scartati. Con l’aumento della domanda di prodotti sostenibili, è probabile che altre aziende seguiranno l’esempio di Aldi, contribuendo a un futuro più verde e responsabile nel settore alimentare.
Start Up italiane contro lo spreco alimentare
In Italia nel 2022 lo spreco alimentare ha raggiunto un valore di 15,48 miliardi su tutta la filiera. I produttori sono la causa di perdita economica e spreco per il valore di oltre 9 miliardi di euro tra agricoltura (26%), industria (28%) e distribuzione (8%). Le famiglie italiane invece contribuiscono allo spreco di risorse alimentari per 6,48 miliardi, pari a 27 kg di cibo all’anno per persona.
Sulla base di questi dati tre startup italiane, Regusto, Tuidi e Vitesy, hanno deciso di mettere insieme le proprie competenze per creare una filiera a zero-spreco, partendo dal produttore e arrivando al consumatore finale.
Il primo elemento della filiera zero-spreco è rappresentato da Tuidi, una startup che sfrutta l’intelligenza artificiale per ottenere una precisa previsione della domanda. Questo permette di ottimizzare i processi dell’industria alimentare. Tuidi opera nel settore del commercio al dettaglio tramite l’assistente virtuale Delphi, considerando fattori esterni come il clima, le festività e la concorrenza per prevedere le vendite e fornire suggerimenti per l’approvvigionamento al fine di minimizzare la mancanza di prodotti in magazzino, gli eccessi di stock e, di conseguenza, lo spreco alimentare.
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