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Calabria, chiesto l’intervento del ministro per il disastro ambientale di Scala Coeli

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In Calabria, la perdita di percolato dalla discarica di località Pipino nel comune di Scala Coeli è giunta fino a mare.

Il tutto ha avuto inizio il 22 giugno con la rottura di un tubo di raccolta del percolato.

A fare le prime segnalazioni sono stati gli agricoltori delle aree più prossime.

A raccoglierle e a fare la denuncia ai carabinieri e ai vertici dell’Arpacal è stato il circolo di Legambiente Nicà.

Abbiamo raccolto la ricostruzione direttamente da Nicola Abbruzzese, presidente del circolo locale di Legambiente Nicà.

Calabria, Abbruzzese: «Il territorio del basso ionio e dell’alto crotonese pretende di essere informato su quanto accaduto»

«Parliamo del disastro ambientale avvenuto la mattina del 22 giugno tra le province di Crotone e Cosenza e precisamente nel comune di Scala Coeli.

La mattina del 22 giugno il mio telefono è iniziato a squillare dalle 6 di mattina perchè gli agricoltori della ormai ex Biovalle del Nicà, che abbraccia un vasto territorio a vocazione agricola con certificazione biologica tra i comuni di Crucoli, Umbriatico, Terravecchia Cariati e Scala Coeli ed in piccola parte anche il comune di Campana, avevano notato che il torrente Patia/Cacciadebiti affluente del Fiume Nicà si era colorato di scuro e vi era una puzza nauseante.

Considerato che a monte del torrente Patia precisamente in località Pipino nel comune di Scala Coeli vi è una discarica di rifiuti speciali non pericolosi, dopo aver visto le immagini che mi sono arrivate in tempo reale ho subito allertato le forze dell’ordine chiedendo un intervento urgente e riferendo che con molta probabilità il percolato della discarica era finito nel Vallone Pipino che si trova a neanche 10 metri dalla discarica da li nel torrente patia a seguire nel fiume nicà per arrivare fino nel mar ionio.

Calabria, chiesto l’intervento del ministro per il disastro ambientale di Scala Coeli

Attualmente la discarica e sotto sequestro quindi chiusa, noi chiediamo al Presidente Roberto Occhiuto come primo atto la revoca del decreto autorizzativo della discarica e la bonifica di tutto il territorio.

Sulle questioni penali future saranno i legali di Legambiente a monitorare lo stato del procedimento penale incardinato presso la Procura di Castrovillari per disastro ambientale.

Oggi è il quinto giorno dal disastro e nessuno è a conoscenza del crono programma ufficiale per la bonifica del territorio tutto ciò è inammissibile.

Il territorio del basso ionio e dell’alto crotonese pretende di essere informato su quanto accaduto».

Un monitoraggio dell’area con video e foto che hanno determinato l’interessamento dei consiglieri regionali dell’opposizione. Dalla pagina fb del circolo di Legambiente “Nicà” viene documentato lo stato allarmante del fiume Nicà.

Dopo le segnalazioni di Legambiente e le sollecitazioni di alcuni consiglieri regionali, ora si chiede l’intervento del ministro dell’Ambiente.

Calabria, Baldino: «Quali iniziative urgenti il ministro intende adottare per scongiurare l’ulteriore aggravarsi dei danni ambientali?»

È stata presentata infatti anche una interrogazione parlamentare nella giornata del 27 giugno. A farla la parlamentare Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5S alla Camera.

«Quali iniziative urgenti il ministro intende adottare per scongiurare l’ulteriore aggravarsi dei danni ambientali? Ritiene opportuno il ministro, alla luce dei fatti accaduti, attivare il Ram della Guardia Costiera e avviare un tavolo tecnico di coordinamento con gli enti interessati e Ispra per il celere e adeguato ripristino dello stato di qualità dei corpi idrici e dei luoghi?».

Indagine interna della Bieco e indagine della Procura

La società che gestisce la discarica, Bieco s.r.l. ha già avviato un’indagine interna per verificare le ragioni dello sversamento nel fiume. Si è resa disponibile a collaborare con le autorità competenti per trovare anche una soluzione al problema. Mentre la Procura della Repubblica di Castrovillari ha disposto il sequestro della discarica.

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