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Calabria: mobilitazione per i diritti umani l’11 marzo

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Fonte Rete 26 febbraio Via Crucis a Steccato di Cutro

Mobilitazione in Calabria per i diritti umani e ritorna anche il Consiglio dei Ministri. L’11 marzo la manifestazione indetta dalla Rete 26 febbraio.

di Rosella Cerra

La “Rete 26 febbraio” ha indetto per l’11 marzo la Manifestazione Nazionale a Crotone, mentre dopo quattro anni torna il Consiglio dei Ministri in Calabria

Dopo la visita di Mattarella e le polemiche per la mancanza istituzionale del governo in Calabria, la “Rete 26 Febbraio”, nata spontaneamente all’indomani della strage, ha lanciato un appello alla mobilitazione nazionale. Molte le adesioni da diverse città d’Italia.

La Meloni risponde alle polemiche annunciando un CdM in Calabria

Consiglio dei Ministri a Cutro giovedì 9 marzo

Lo aveva annunciato la Meloni quasi in risposta alle polemiche circa la sua assenza sul luogo della strage nate dalla lettera aperta che il sindaco di Crotone ha indirizzato alla premier.

Il tema del CdM sarà proprio l’immigrazione. Lo ha reso noto il sindaco di Cutro riferendosi alla nota diffusa da Palazzo Chigi.

E dalla sua pagina fb la Meloni precisa

“L’Italia non può rimanere più sola ad affrontare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Non vogliamo più ritrovarci a piangere tragedie come quella avvenuta a Cutro: è nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie simili si ripetano. Per questo motivo, nel Consiglio dei ministri di giovedì e nel prossimo Consiglio europeo, il Governo italiano continuerà la sua battaglia per fermare i trafficanti di esseri umani e le morti in mare”.

Continua la mobilitazione in Calabria

All’indomani della tragedia, sono stati diversi i presidi, i momenti di raccolta, per ricordare la strage, per commentare, per testimoniare, per ricostruire le varie fasi dell’accaduto. Ininterrotta la processione di persone che si sono recate presso la camera ardente allestita al palazzetto dello sport di Crotone.

Anche una Via Crucis sulle spiagge di Steccato di Cutro che ha raccolto migliaia di persone in preghiera. Organizzata dall’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina si è snodata dietro una croce di legno fatta con i resti della barca. E poi una corona di fiori in mare, come a Lampedusa 10 anni fa.

Una manifestazione anche in altre città. A Milano con in testa Cecilia Strada

Anche Cecilia Strada in corteo a Milano. La rappresentante di Emergency ha dichiarato:

“Basta morti in mare e aprire i canali d’accesso sicuri e legali, perché è indecente che il nostro Mar Mediterraneo sia diventato il più grande cimitero a cielo aperto del mondo”

Mobilitazione in diverse città, da Palermo a Trento, passando per Firenze, Milano, Padova e tante altre.  Mentre cresce il numero delle vittime, arrivando a 71. Gli ultimi corpi trovati anche a diversi chilometri dal punto di naufragio. Addirittura, quello di un bambino sulle spiagge di Botricello. E tanti ancora i dispersi. Continuano le ricerche.

Manifestazioni di solidarietà e sostegno per i superstiti

È partita da Crotone la “Rete 26 febbraio”. Nata spontaneamente all’indomani della strage, raccoglie oltre 200 associazioni.

“chiediamo giustizia per i familiari delle vittime e i superstiti del naufragio di Steccato di Cutro. Urge politica comune europea di soccorso, accoglienza e asilo”.

Questo si legge nel manifesto della Rete.

La Rete ha avviato anche una raccolta di fondi a sostegno dei superstiti e delle loro famiglie aprendo un conto corrente intestato al Forum del terzo settore di Crotone. Un gesto concreto per chi intende contribuire fornendo anche un iban.

Cambiare la politica sui flussi migratori

“Pretendiamo finalmente una politica comune europea di soccorso, accoglienza e asilo congiunta ed effettiva tra tutti i Paesi. E che non ci siano più disparità nell’accoglienza dei profughi, da qualsiasi parte del mondo e guerra scappino”.

E mentre si fanno sempre più dettagliate le ricostruzioni degli avvenimenti per comprendere di chi siano le effettive responsabilità, aumenta la coscienza collettiva che bisogna cambiare la politica di gestione dei flussi migratori a livello europeo, per una azione coordinata ed efficace.

Questo è uno degli obiettivi della Rete.

Nel loro comunicato si evidenziano i punti e le ragioni della manifestazione, organizzata per chiedere verità e giustizia sulla strage di Cutro e su tutte le stragi di migranti.

“Per dire no alle passerelle del governo e di chi ha costruito il suo consenso criminalizzando i migranti e i salvataggi in mare, usando parole disumane e colpevolizzando le vittime.

Per fermare la criminalizzazione delle ONG e dei salvataggi in mare.

Per la creazione di canali di ingresso legali e sicuri.

Per la fine di ogni politica discriminatoria verso i migranti.

#lacalabriaperidirittiumani #stragedicutro #bastastraginelmediterraneo

Rete 26 Febbraio”

Le accuse della Rete 26 febbraio e appello all’adesione alla manifestazione dell’11 marzo

 Sulla pagina FB della Rete si legge un loro comunicato con delle accuse precise rivolte a chi, secondo loro, sono i veri responsabili di queste stragi

La presidente Meloni non faccia uso distorto delle parole del Papa, i trafficanti da fermare sono gli stessi che perseguitano nelle loro terre persone in fuga”

Auspichiamo tutti, come ha giustamente dichiarato ieri Papa Francesco, durante l’Angelus, che i trafficanti di esseri umani siano fermati e non continuino a disporre della vita di tanti innocenti. Ma è necessario chiarire e rispondere alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – che ha palesemente strumentalizzato le parole del Santo Padre – che i veri trafficanti non sono quelli che guidano e scappano su imbarcazioni di fortuna, cariche di persone disperate, come quella di Steccato di Cutro.

Si tratta invece quasi sempre di criminali diretta emanazione dei gruppi di terroristi, come quelli attivi in Afghanistan, Libia,Siria, Iran e classi politiche corrotte che costringono i migranti a pagare somme elevate e mettere a rischio la loro vita in mare pur di mettersi in salvo dalla persecuzione in terra.

Intanto continua necessariamente il lavoro al PalaMilone di Crotone, a supporto dei familiari dei naufraghi, ancora in attesa di risposte certe sul rimpatrio delle salme.

Di pari passo si moltiplicano i sit-in in tutta Italia per dire “basta ecatombi nel Mediterraneo” in vista della manifestazione nazionale di sabato 11 marzo a Crotone.

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