Martedì scorso, presso la sala conferenze (Ex museo Biagio Greco) di Mondragone, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere, con il patrocinio della locale Amministrazione comunale, si è tenuto un interessante incontro dal titolo: “I social network e la distruzione di massa: il bullismo nell’era di Instagram. Profili penali e criminali”.
Nell’era di internet e della rapidissima evoluzione tecnologica che ha stravolto gli stili di vita tradizionali, il convegno ha affrontato, con un approccio tecnico-giuridico, un tema molto delicato e sentito dalle famiglie: come l’uso e, troppo spesso l’abuso, dei social network da parte dei giovani (nativi digitali), possa generare e favorire veri e propri fenomeni criminali, come il bullismo. I giovani di oggi, infatti, sono connessi 24h/24 e le famiglie si trovano a dover far fronte a nuovi e diffusi fenomeni sociali, che spesso non sanno neppure bene interpretare e, quindi, gestire. Uno tra questi è il cyberbullismo che sta prendendo sempre più piede nella nostra quotidianità. Nell’era di facebook, istagram e tiktok si nascondono tante insidie pericolose che gli stessi ragazzi, sempre più spesso anche bambini, non sono in grado, evidentemente, di comprendere appieno, esponendosi a enormi rischi.
L’attenzione sul tema, al fine di prevenire il bullismo in tutte le sue diverse forme, è costante da parte dei media, delle istituzioni e della scuola; tuttavia, occorre interrogarsi anche sugli aspetti più tecnici del fenomeno, analizzandone gli specifici profili penali e criminali.
E’ quello che hanno voluto approfondire, facendo il punto della situazione, i giuristi, i magistrati e gli esperti convenuti a Mondragone.
Dopo i saluti istituzionali di rito, rivolti dal Sindaco di Mondragone (Avv. Francesco Lavanga) e dal presidente dell’ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere (Avv. Angela Del Vecchio), l’introduzione ai lavori, condotta dall’avv. Pasquale Romano, anch’egli del Foro di Santa Maria C.V..
L’incontro è, quindi, entrato nel vivo con le relazioni del Prof. Avv. Luigi Imperato (docente di diritto penale del lavoro presso l’Università degli studi “G. Marconi” di Roma), della Dr.ssa Annalisa Imparato (Sostituto Procuratore della Repubblica per presso il Tribunale Ordinario di Santa Maria Capua Vetere) e della Dr.ssa Tina Iannella, (Psicologa e Criminologa). A moderare i lavori è stato chiamato Claudio Petrella (consigliere dell’ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere).
La Dr.ssa Imparato, forte della sua esperienza professionale sul campo, si è intrattenuta, in particolar modo sull’analisi del profilo penale e, quindi, delle responsabilità di coloro, spesso minori, che compiono atti di bullismo che integrano la fattispecie del reato.
Alla psicologa e criminologa Tina Iannella, con una apprezzata relazione, è toccato il compito di soffermarsi sulle caratteristiche psicologiche e sulle diverse tipologie del cyberbullismo, sciorinando ed analizzando i dati desunti da una recente ricerca condotta dall’associazione Save The Children, secondo la quale tre ragazzi su dieci oggi sono testimoni di comportamenti violenti in rete e il 72% degli adolescenti vede il cyberbullismo come il fenomeno sociale più pericoloso del momento.
E’ stata, quindi, la volta del Prof. Luigi Imperato che ha focalizzato il suo intervento sull’analisi della legge 29.05.2017, n. 71, recante disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Nella sua qualità di docente di diritto penale del lavoro, Imperato ha voluto evidenziare, in particolare, l’importanza della legge, soprattutto in chiave preventiva, oltre che per il fatto che pone l’accento su un criterio fortemente cooperativistico tra famiglia, scuola, forze dell’ordine ed altre istituzioni per offrire soluzioni e risposte al problema del cyberbullismo. L’accademico ha, quindi, illustrato gli strumenti di tutela predisposti dalla legge n.71/2017, quali: la richiesta di oscuramento dei dati personali pubblicati, l’ammonimento del questore ecc., passando, infine, ad analizzare le sentenze giurisprudenziali di merito più significative che consentono, ancor più, di aver piena contezza della rilevanza del fenomeno sociale e delle conseguenze penali per i responsabili di questi particolari, quanto davvero vili, reati.