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D’Antone batte Viesti 3-0: facciamo il Ponte sullo Stretto, presto, con tutti gli altri interventi per la Sicilia, il Sud, l’Italia, l’Europa

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Lucio D’Amico, uno dei giornalisti più attenti e capaci tra quelli che seguono il tema del Ponte sullo Stretto di Messina e Reggio Calabria, ha oggi raccolto sulla Gazzetta del sud due interventi importanti, che portano a conclusioni opposte con ampie motivazioni, già pubblicati dal Fatto Quotidiano, che per il loro interesse e alta qualità non posso che proporre vivamente a tutti coloro che vogliono approfondire questo stesso tema, anche nei suoi presupposti e nei suoi effetti culturali e, come suggerisce in particolare nell’ultima frase del suo intervento la professoressa D’Antone, soprattutto per il suggerimento, posto in particolare alla politica di sinistra, di ritornare ad una visione positiva e costruttiva del futuro, della democrazia.

D’Amico ha infatti riproposto nello stesso giornale nello stesso giorno l’intervento del professor Vieschi, uno dei migliori economisti che si occupa del Sud Italia, e della professoressa D’Antone, certo uno del più grande storici contemporanei italiani che si sia occupato di trasporti e in particolare proprio del Ponte sullo Stretto. Due economisti, può notarsi, di certa base democratica, che escluderei siano politicamente vicini alla destra.

La qualità degli interventi è tale che non si può che riproporre la loro integrale lettura, con un ringraziamento ai due giornali che lo consentono.

Manifesto però, nel mio piccolo, la mia opinione: se questa discussione fosse stata un incontro sportivo non potremmo che riconoscere che la professoressa batte il professore, su tutti i tre diversi punti posti da questi.

Egli infatti parte coll’affermare la necessità di non costruire il ponte perché diverso rispetto a quelli già realizzati, senza indicare specificamente, e men che mai provare matematicamente, i motivi scientifici d’impedimento di questa differenza; una critica che nello specifico, considerato anche che la progettazione del ponte è da cinquant’anni oggetto di studio e lavoro dei più grandi ingegneri esperti di punti strallati e sospesi, rammenta la critica di Hume ai libri che non danno prova matematica di quanto affermano, che egli ritiene non degni di lettura.

Passa poi a dare spazio al pensiero benaltrista, anche in questo caso senza dare indicazione specifica di che cosa sia necessariamente alternativo rispetto al ponte e ostativo di questo, ed ignorando totalmente tutte le analisi economiche effettuate da una parte circa il danno determinato dalla mancanza di un tale ponte, della insufficiente connessione tra le reti ferroviarie europee e quella di Sicilia, che non si giustificava economicamente prima della connessione e quindi per troppi anni la politica ha ignorato e non attuata, ed invece ora è oggetto di enormi finanziamenti.

Finisce infine a fare una proposta che, non avendo i presupposti specifici di necessità e disponibilità, finisce con essere una mera proposizione retorica, circa la quale non rimane che riproporre la frase di chiusura dell’intervento della professoressa D’Antone, che sembra basarsi innanzitutto sulla metodologia della democrazia riassunta dal grande economista e presidente della Repubblica Luigi Einaudi, per il quale la democrazia si attua col conoscere prima, discutere poi e deliberare infine:

per una visione coerentemente democratica è doveroso abbandonare quella ostilità all’innovazione e alla modernità che la sinistra soprattutto i suoi leader e i suoi intellettuali ha abbracciato in funzione delle alleanze occasionali e di un ambientalismo antiscientifico, cambiandone uno dei più propulsivi caratteri identitari originari: la fiducia nel progresso e ai fini della solidarietà della democrazia e della coesione sociale”.

Terzo goal, o definitivo Knockout, o, se preferite, gioco, set, partita, incontro. Grazie ai professori, grazie alla vincitrice, grazie ai giornali.

Facciamo il Ponte, facciamolo presto con tutti gli altri interventi utili per la Sicilia, il Sud, l’Italia, l’Europa.

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