È gravissimo. Nel silenzio generale il Governo fregherà svariati miliardi al Sud, utilizzando 11 miliardi dei Fondi di Coesione (previsti per il Mezzogiorno) per ristorare gli imprenditori colpiti dai dazi. A confermarlo, in serata, il leader di Confcooperative all’uscita da Palazzo Chigi.
Più dettagliatamente, al termine dei numerosi incontri tenuti dal governo con varie associazioni e organizzazioni industriali per discutere dei dazi imposti dalla amministrazione Trump, l’esecutivo ha annunciato un investimento di 25 miliardi di euro per sostenere il ‘sistema Italia’. Di questi, 14 miliardi proverranno dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), mentre gli altri 11 miliardi saranno attinti dai fondi di Coesione. La notizia è stata confermata dal ministro responsabile del Pnrr, Tommaso Foti, che ha lasciato Palazzo Chigi visibilmente soddisfatto.
Le associazioni industriali, che da tempo sollecitavano un intervento significativo per affrontare le difficoltà economiche legate ai dazi, hanno accolto con favore l’annuncio, vedendo in questa misura un possibile punto di svolta per il rilancio delle attività produttive in Italia. Peccato che questa decisione penalizzi per l’ennesima volta il Mezzogiorno.
Infatti, com’è noto, i Fondi di Coesione rappresentano uno strumento fondamentale dell’Unione Europea, progettato per promuovere lo sviluppo economico e sociale delle regioni meno sviluppate. La loro missione è chiara: ridurre le disparità tra le diverse aree europee e favorire una maggiore coesione economica, sociale e territoriale. In un contesto in cui le differenze tra le regioni possono influenzare pesantemente il benessere dei cittadini, questi fondi sono un’ancora di salvezza per molte comunità. Che, sembrerebbe, l’Esecutivo abbia deciso di distrarre per sostenere il settore industriale, prevalentemente annidato nel settentrione.
Un caso isolato? Assolutamente! Al netto della riforma Spacca Italia, questo è l’Esecutivo che ha depennato dai fondi del PNRR 16 miliardi di risorse destinate al Sud, ha sottratto ai comuni fragili diversi miliardi dalla scorsa Legge di Bilancio, ha sforbiciato 3,5 miliardi dal Fondo Perequativo Infrastrutturale, ha scippato ulteriori 5 miliardi previsti dalla misura Decontribuzione Sud. Ed ora, ulteriori 11 miliardi dai fondi di coesione. L’auspicio è di trovare una ferma opposizione dai parlamentari eletti nel Mezzogiorno.