Prendete una compressa di maalox e riponetela sul tavolo, perché ne avrete bisogno. Ciò che leggerete vi farà contorcere lo stomaco: per la prima volta vi proporremo un calcolo inedito, da cui si traggono delle conclusioni scioccanti.
Cari meridionali, scoprirete che avete una vagonata di soldi a disposizione, vincolati solo per voi. Fondi che non possono andare altrove, per legge. Che aspettano solo di essere usati per la vostra terra, per i vostri figli. Ma che lo Stato non sta usando. Eh già, siete ricchi e non lo sapete!
Ma immaginiamo che la frase “Fondo per lo Sviluppo e la Coesione” non vi dica niente di che. Magari l’avete letta da qualche parte. O magari avrete letto il suo acronimo: FSC. Purtroppo giocano su questo, sul fatto che non tutti conoscono questi tecnicismi. ‘Chi vuoi che sappia cosa sia il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione’ dirà qualcuno. E quindi ci fregano. Ma cerchiamo di capire un po’ meglio questa faccenda che, a dirla tutta, non è per niente complessa. Così da comprendere le amare conclusioni.
A questo punto, vi starete chiedendo di che si tratta, cos’è questo FSC? Ve lo spieghiamo, così da arrivare al nodo cruciale. Assieme ai Fondi strutturali europei, il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione è lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali. Quindi, attraverso questo strumento, istituito dal decreto legislativo n.88 del 2011, si dovrebbe far fronte al riequilibrio dei divari territoriali.
Ma il dato più interessante è un altro. E cioè che, per legge, le risorse FSC devono essere destinate per l’80% alle aree del Mezzogiorno e il 20% a quelle del Centro-Nord.
Una domanda che vi sarete posti è: ma di che importi stiamo parlando? Cioè, a quanto ammonta il Fondo per lo sviluppo e la coesione? Una legge del 2013 individuò una prima dotazione di fondi FSC per il periodo di programmazione 2014-2020, per un ammontare pari a 43,9 miliardi. Successive leggi di bilancio incrementano le risorse, rideterminandone la dotazione complessiva in 68,8 miliardi. In particolare, 10,9 miliardi furono stanziati nel 2016, 5 miliardi nel 2017, 4 miliardi nel 2018 e altri 5 nel 2019. E non è finita qui: la Legge di Bilancio 2021 ha stanziato altri 50 miliardi di euro per il ciclo di programmazione 2021-2027, mentre la legge di Bilancio 2022 ha previsto un ulteriore finanziamento pari a 23,5 miliardi di euro. L’80% di tutti questi importi deve andare al Sud, ricordatevelo! Ecco, ve lo dicevamo: siamo ricchi e non lo sappiamo.
Ma se abbiamo a disposizione tutti questi soldi, perchè la classifica delle regioni a rischio povertà in Europa (fonte: Eurostat 2019) vede la Sicilia e la Campania rispettivamente al primo e secondo posto, mentre la Calabria, la Puglia, la Basilicata e il Molise occupano rispettivamente il dodicesimo, il tredicesimo, il diciottesimo e il diciannovesimo posto? Insomma, se su carta siamo così ricchi, perché aggregando le Regioni meridionali, il Mezzogiorno risulta essere l’area più povera dell’Unione Europea?
La risposta vi scioccherà: perché questi miliardi rimangono nei cassetti, per anni non sono stati utilizzati. E’ proprio così, i Fas furono sperperati e dirottati al Nord. I miliardi del FSC, invece, sono rimastoi per anni nel cassetto. Forse perché dopo tutti gli scandali dei Fas non li avrebbero potuti usare altrove? O forse perché per spendere questi soldi destinati al Mezzogiorno occorrono i progetti? Che non ci sono, ovviamente, trattandosi di un’area che non desta molto interesse storicamente!
E qui il dubbio sorge spontaneo: ma vuoi vedere che li vogliono anticipare nel PNRR approfittando del fatto che finalmente abbiamo dei progetti già pronti e cantierabili? Così da usarli, finalmente! Ma arriviamo al punto cruciale, la parte inedita e per certi versi più interessante di questo capitolo. Ci siamo chiesti: “ma di tutti questi soldi che il Meridione ha a disposizione per la programmazione FSC 2014-2020, qual è la quota effettivamente utilizzata fino ad oggi?”. Cioè, abbiamo detto che molti di questi miliardi stanno nei cassetti, ma esattamente quanti?
E quanti, invece, sono stati già spesi? Per rispondere a questo quesito abbiamo consultato il documento “Monitoraggio delle politiche di coesione – Programmazione 2014-2020” della Ragioneria Generale dello Stato. L’ultimo testo fornito dalla Ragioneria risale al 30 giugno 2021. Questo rapporto (aggiornato periodicamente) fornisce un quadro generale delle Politiche di coesione 2014-2020 in Italia e, nello specifico, lo stato di attuazione degli interventi cofinanziati dai Fondi Strutturali Europei e dal Fondo Sviluppo e Coesione.
Come riportato nel documento, attesa la dotazione complessiva del Fondo di 68,8 miliardi (parliamo solo del periodo 2014-2020), al 30 giugno 2021 risultano programmate 47,5 miliardi di risorse (occhio, solo programmate!). Ma, di queste, lo stato di avanzamento dei pagamenti effettuati è fermo all’8,6%. Sì, avete letto bene: 68,8 miliardi sul tavolo e solo l’8,6% effettivamente pagato. Cioè, al 2021 una delle più influenti potenze mondiali non era ancora riuscita a mobilitare il 91,4% di una proggrammazione iniziata 7 anni prima, niente meno nel 2014!
A questo punto ci siamo chiesti: e di questo passo quando finirà di spenderli? E qui viene il bello.
Abbiamo analizzato il precedente rapporto, pubblicato il 28 febbraio 2021, e abbiamo notato che lo stato di avanzamento dei pagamenti effettuati fosse fermo al 7,17%. Dunque in 4 mesi c’era stato un incremento positivo dell’1,46%.
Pertanto, tramite un’equazione ad una incognita che utilizza come variabili: 1,46%, i 4 mesi in cui s’è registrato l’incremento e la percentuale rimanente di pagamenti da effettuare (l’equazione è 1,46%:4 =91,4%:X) siamo riusciti a calcolare che, con questo trend, occorrono ancora 250 mesi per completare lo stato di avanzamento dei pagamenti.
Più specificamente, l’anno in cui stimiamo concludersi l’avanzamento dei pagamenti della programmazione 2014-2020 è il 2042, tra 20 anni. E parliamo della programmazione 2014-2020, che doveva quindi considerarsi ‘esaurita’ già 2 anni fa.
Dunque, eravate a conoscenza di questa vergogna nazionale? Forse no, o almeno non tutti.
Probabilmente è per questo motivo che, come il gioco delle 3 carte, con una meravigliosa partita di giro, questo Governo sta utilizzando questa dotazione per finanziare i progetti del Pnrr previsti per il Sud. Violentando il carattere dell’aggiuntività che avrebbe dovuto avere il Pnrr e violentando il vincolo del 40% dei fondi per il Mezzogiorno previsto dall’ex Ministro Carfagna. Sud, alza la testa!