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Ferrovie, ritardi e disastri in una rete che non funziona

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Ferrovie
Immagine di Freepik

Ferrovie, ritardi e disastri in una rete che non funziona.

di Orlando Caprino

Anni fa da fanatico casaleggino quale sono ebbi più colloqui con uno dei leader della logistica italiana con il quale intrapresi un discussissimo conversazione personale durante varie cene alle quali mi trovai a partecipare.

Io provavo da amante partenopeo a sfruttare al meglio le risorse per ‘muovere persone e non cose’ con tesi che cercherò di allegare e lui rispose in pubblico con un piano strategico ‘ muoviamo cose non persone’.

Ferrovie, ritardi e disastri in una rete che non funziona

Spostiamo su binari liberi con nuovi vagoni le persone ed evitiamo il traffico su autostrade e strade già al collasso da tempo. Ebbi interlocuzioni a riguardo con alcuni imprenditori e con lo staff dell’allora Ministro Toninelli.

Quindi usiamo i binari nel momento che sono senza traffico e movimentiamoli con nuovi vagoni e così via, meno parcheggi ma più bus urbani per non dover muovere le macchine ma le persone, questo era il sound che adoravo sentire, ma l’interlocutore mentre mi ascoltava credo pensasse ad altro, infatti:

Così iniziò il disastro ferroviario

Sappiamo tutti da anni che la notte partono solo i notturni letto i quali impiegano ore in più del necessario nel raggiungere le mete per permettere la dovuta manutenzione alla vetusta rete ferroviaria possibile solo durante le ore notturne

Così, tra pranzi e cene nei palazzi parlamentari fu contrattualizzato il trasporto merci notturno a favore di Alis, la più grande rete di trasporti europea forse, commissionata dal dirigente Domenico De Rosa.

Questo cosa ha causato? Alcuni passaggi essenziali dei danni che il nostro meridione ne ha ricevuto:

  1. Chiusura indiscriminata di migliaia di attività ormai non più concorrenziali.
  2. La diminuzione di ore di manutenzione alla rete ferroviaria italiana.
  3. Chi dovrà pagare in questi giorni tutti i rimborsi per i biglietti treno annullati o con ritardi assurdi siamo sempre noi italiani.

Era sempre il ministro Giorgetti a capo del Mit i quell’epoca appena eletto nel governo dopo il Conte due, mentre quindi si parlava di qualcosa si uscì, con un gioco, a parlare di altro.

Ferrovie, ritardi e disastri in una rete che non funziona

Ricordo un ritardo di 7 ore in un trasporto vitale proprio di mia madre dovuto ad un problema sulla rete, e quante persone avranno avuto disagi simili, non si parla solo di soldi, ma di persone. Se poi vogliamo ridurre tutto a pil, regionalismo, vil denaro. Oggi cosa ne sarebbe del nostro sistema.

I meridionalisti che pensano solo ad allontanare la produzione quindi il lavoro dalle nostre zone, velocizzandone l’importazione, non meritano posti di rilievo nello status di borbonici napoletanisti e meridionalisti, ma di uomini d’affari, che come sempre, il profitto è alla base di ogni cosa. Andrebbero messi ai margini delle nostre battaglie e chiamati in causa solo per risarcire i danni che provocano.

Perché allora dare loro il microfono quando si parla di Sud?

Citiamo giustamente le fonti che da una accurata e instancabile ricerca ci hanno portato a definire i fatti in questa maniera, non ricostruita giornalisticamente, ma accuratamente studiata.

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Per non voler poi affrontare la spinosa questione dei ponti in Italia della nostra rete Autostradale che mal manutenzionata e sempre avvisati della cosa in  tempi non sospetti quando pesanti tir creavano il crollo di viadotti piccoli. Ne seguì che i grandi trasportatori pensano bene di allungare i vettori, passarli da 12 metri a  18 metri, con inesorabili maggiori sollecitazioni per i nostri viadotti e per la circolazione di tutti i cittadini sulla rete autostradale. Ricordo ancora le battaglie che provai a fare in quegli anni non sospetti. Seguì, dopo tre piccoli viadotti, il Ponte Morandi.

Ora la curiosità principale è: chi sarà a rimborsare tutti i biglietti? Entro lunedì chi ha già chiesto il rimborso delle spese sarà stato risarcito da ferrovie dello stato. Poi, chi ha avuto contrattempi medici, scolastici per esempio di natura molto più rilevante a chi dovrà dire: Perché a me? L’elmo alle spalle dice molto di questo paese, si spera che cambi, ma alla fine si cambia per non cambiare mai come dicono sempre loro.

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