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Il Giornalismo tra vita, morte e disinformazione

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Giornalismo
A closeup shot of newspapers stacked on top of each other

Il giornalismo è vivo o morto? Com’è cambiato il concetto di informazione dal secolo scorso ad oggi? È corretto parlare di disinformazione o piuttosto di spettacolarizzazione dell’informazione? Senza dubbio non si può non notare una trasformazione nel modo di fare informazione o nei mezzi utilizzati per la sua diffusione.

di Michela Cialini

Com’è cambiato il concetto di informazione dal secolo scorso ad oggi?

È corretto parlare di disinformazione o piuttosto di spettacolarizzazione dell’informazione?

Senza dubbio non si può non notare una trasformazione nel modo di fare informazione o nei mezzi utilizzati per la sua diffusione.

Prima di parlare dello sviluppo (o inviluppo) dell’informazione, è bene darne una definizione. Giuridicamente parlando, quando utilizziamo il concetto di informazione, ci riferiamo a tre diversi versanti della libertà: libertà attiva di informare, libertà passiva di ricevere informazioni e libertà riflessiva di ricercare le informazioni. Solamente nell’esercizio di questi tre elementi, diamo voce a cronaca, critica, pensieri, idee, opinioni che vanno a caratterizzare una notizia.

Il Giornalismo tra vita, morte e disinformazione

L’importanza della presenza dell’informazione è costituita dal fatto che attraverso un pluralismo di voci e fonti, permette la creazione di una coscienza critica. Non a caso, il grado di democraticità di un Paese, si misura sulla base dello spazio concesso ai media nel mercato dell’informazione.

Tuttavia la psicologia dimostra come la presenza di una frammentazione dei media quali voci concorrenti, porta sempre più spesso il pubblico ad ascoltare solamente la notizia che gradisce maggiormente.

Questo comportamento è dato dal fatto che le persone percepiscono come migliori e di ottima qualità le cose che a loro paiono più interessanti. Possiamo chiamare questi atteggiamenti definendoli distorsioni. Nel mercato attuale dei media e dell’informazione, le distorsioni sono amplificate dal fatto che sempre più si parla di Soft News ovvero trattare delle notizie su alcune tematiche rilevanti in maniera superficiale.

Al contrario, nel secolo scorso si faceva riferimento ad una presenza massiccia di Hard News, cioè informazione su tematiche importanti svolte in maniera altisonante. È corretto riferirci a questo cambiamento di tendenza definendolo progresso? In parte sì.

Infatti la presenza di Soft News, rappresenta una scorciatoia informativa perfetta in quanto, mescolando informazione e intrattenimento (INFOTAINMENT), riesce ad attirare anche l’attenzione dell’ascoltatore distratto o poco interessato ai fatti di attualità, politica, economia e via discorrendo. Per cui tra No News, ovvero assenza totale di informazioni, e Infotainment sicuramente è preferibile la seconda alternativa.

Nel discutere sullo sviluppo dell’informazione non si può di certo ignorare la presenza dei Social Network e la loro funzione. Indubbiamente la nascita di queste nuove reti ha permesso la creazione di nuovi canali di trasmissione che grazie alla loro struttura permette di far circolare rapidamente e su ampia scala una notizia. Non è un caso se la “carta stampata” è sempre più in declino.

proprio la visibilità e la possibilità di raggiungere tutti, che danno i Social, ad attirare sempre più anche inserzionisti che pubblicizzano i loro prodotti in rete potendo scegliere qui a chi proporre e cosa in base al loro profilo.

Tuttavia un lato negativo della rete è il fatto che vi possono scrivere tutti portando sempre più alla scomparsa del giornalista come professione e incidendo notevolmente sulla qualità dell’informazione. Si parla a tal proposito sempre più della figura del PROSUMER ovvero il consumatore che diventa anche produttore della notizia, basti pensare alla presenza dei blog che tuttavia non godono della stessa attendibilità informativa di un quotidiano affermato.

In conclusione possiamo dire che lo sviluppo dell’informazione ha il merito di inserire nel mercato dei media  un’eterogeneità di voci concorrenti che rendono più facile l’emergere della verità data la difficoltà del Governo a catturare e influenzare i media stessi; dall’altro lato però sta portando ad un lento declino del giornalismo vero e proprio.

Dunque, quando parliamo di sviluppo, è sempre necessario effettuare un bilanciamento tra ciò che lasciamo e ciò che prendiamo.

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