La Direttiva Europea sul Whistleblowing (2019/1937), in vigore dal 17 dicembre 2021, sta ridefinendo il panorama delle segnalazioni di illeciti all’interno delle aziende. In Italia, questi cambiamenti sono destinati a plasmare in modo significativo il modo in cui le organizzazioni affrontano e gestiscono le segnalazioni da parte dei “whistleblower” o “segnalanti”. Scopriamo insieme le principali modifiche introdotte e le loro implicazioni.
di Alessandro Rubino e Raffaele Rubino
La direttiva impone un cambio di rotta, richiedendo alle aziende e alle organizzazioni con più di 250 dipendenti di implementare un sistema di segnalazione interno. Questo meccanismo, mirato a garantire una piattaforma sicura e confidenziale, offre ai dipendenti un canale diretto per segnalare attività illecite o comportamenti scorretti senza timore di ritorsioni.
Gestione Accurata dei Dati Sensibili:
Una delle innovazioni più rilevanti riguarda la gestione dei dati sensibili raccolti attraverso il processo di whistleblowing. Le organizzazioni sono ora chiamate a trattare tali informazioni con estrema cura, garantendo la massima protezione della privacy e della sicurezza dei dati dei segnalanti. Questo rappresenta un passo cruciale verso la creazione di un ambiente che favorisce la fiducia e la collaborazione.
Scadenze Piu Stringenti e Comunicazione Efficiente:
La direttiva introduce anche scadenze più stringenti per la comunicazione tra l’organizzazione e il segnalante. Questo approccio mira a garantire indagini tempestive e trasparenza nel processo. Informare prontamente i whistleblower sui progressi delle indagini non solo li coinvolge attivamente ma contribuisce anche a mantenere un clima di fiducia.
Il panorama del whistleblowing in Italia è destinato a cambiare significativamente con l’implementazione della Direttiva UE
Le organizzazioni sono chiamate non solo a conformarsi a nuovi standard legali, ma anche a coltivare una cultura che promuova l’integrità, la trasparenza e la protezione di coloro che alzano la voce per il bene comune.
Panoramica della Direttiva UE sul Whistleblowing: Promuovere la trasparenza e la protezione
I whistleblower rivestono un ruolo cruciale nella tutela dell’integrità sociale e nella promozione della trasparenza, rivelando atti illeciti e irregolarità che altrimenti potrebbero sfuggire all’attenzione pubblica. Per garantire la protezione di coloro che si ergono a difesa della giustizia, la Direttiva UE 2019/1937 sul Whistleblowing è stata pubblicata il 16 dicembre 2019, delineando nuovi standard per promuovere la segnalazione sicura e la tutela dei whistleblower.
Obiettivi Chiave della Direttiva:
La Direttiva Europea sul Whistleblowing ha identificato chiari obiettivi volti a rafforzare la segnalazione di comportamenti scorretti e violazioni delle leggi e dei regolamenti. Tra gli obiettivi principali:
- Rilevare e Prevenire Comportamenti Scorretti:
La direttiva mira a identificare precocemente e prevenire comportamenti scorretti e violazioni legali, offrendo un mezzo efficace per portare alla luce tali pratiche.
- Implementare Canali Efficaci e Sicuri:
Per migliorare l’applicazione della legge, la direttiva sottolinea l’importanza di canali di segnalazione efficaci, affidabili e sicuri. Questi devono garantire che i segnalanti siano protetti da possibili ritorsioni.
- Proteggere i Whistleblower:
Un punto fondamentale è la protezione dei whistleblower. La direttiva cerca di assicurare che chi denuncia atti illeciti o irregolarità lo faccia in modo sicuro, prevedendo anche la possibilità di segnalare in forma anonima, se necessario.
- Strumenti per una Società Aperta e Trasparente:
La Direttiva UE sul Whistleblowing rappresenta uno strumento chiave per favorire una società aperta e trasparente. Incoraggia la partecipazione attiva dei cittadini nel rilevare e affrontare comportamenti scorretti, contribuendo a rafforzare l’etica e la legalità nel tessuto sociale ed economico.
La protezione dei whistleblower è fondamentale per preservare la democrazia e la giustizia sociale. La Direttiva UE sul Whistleblowing costituisce un passo significativo verso la creazione di un ambiente in cui coloro che rivelano comportamenti scorretti sono non solo incoraggiati ma anche adeguatamente protetti, contribuendo così a una società più giusta e trasparente.
l Recepimento della Direttiva 2019/1937 in Italia: Scenari e Prospettive
Il termine per il recepimento della Direttiva UE sul Whistleblowing (2019/1937) è scaduto il 17 dicembre 2021, e l’Italia si trova attualmente al centro di un dibattito sulla tempestività dell’adeguamento normativo.
Contesto Precedente: Legge 179 del 2017:
Prima dell’emanazione della nuova legge italiana sul whistleblowing, la Legge 179 del 2017 regolamentava questa pratica, imponendo alle aziende del settore privato con modello organizzativo 231 l’obbligo di dotarsi di canali di segnalazione. Questa legislazione ha integrato la disciplina esistente per il settore pubblico, segnando un primo passo verso la promozione della trasparenza e dell’integrità aziendale.
Inerzia e Appelli:
Diversi Stati membri non hanno ancora recepito la normativa nei loro ordinamenti. In questo contesto, diverse figure di spicco, tra cui la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e Giuseppe Busia, Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’inerzia dello Stato italiano nel recepire la Direttiva UE entro il termine previsto.
Gli Appelli alla Camera:
Nel febbraio 2022, la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha dichiarato l’urgenza nel recepimento della normativa, sottolineando l’importanza di allineare l’Italia agli standard europei in materia di whistleblowing. Parallelamente, l’ONG The Good Lobby Italia, insieme a Giuseppe Busia dell’ANAC, ha lanciato un appello alla Camera durante il World Whistleblower Day il 23 giugno, evidenziando l’importanza di adottare misure tempestive per proteggere coloro che segnalano comportamenti illeciti.
Prospettive Future:
In questo contesto, è fondamentale esaminare le prospettive future riguardo al recepimento della Direttiva UE sul Whistleblowing in Italia. Le sfide e le opportunità associate a questo processo richiederanno un impegno continuo per garantire un ambiente normativo che favorisca la segnalazione sicura e protegga coloro che agiscono per il bene comune.
L’attenzione internazionale sulla tematica del whistleblowing, insieme agli appelli interni, può svolgere un ruolo determinante nel plasmare il percorso futuro dell’Italia verso una legislazione che promuova trasparenza, responsabilità e giustizia.
Approvazione del Recepimento della Direttiva Whistleblowing in Italia: Un Passo Cruciale verso la Trasparenza
Il 2 agosto 2022, la Camera dei Deputati italiana ha segnato un momento significativo nell’ambito della legislazione sulla protezione dei whistleblower. Approvando il Disegno di Legge delega al Governo, l’Italia ha avviato il processo di recepimento della Direttiva UE 1937/2019, comunemente nota come “Direttiva Whistleblowing”. Questo articolo esplora i passaggi chiave di questo processo che ha portato all’entrata in vigore della normativa.
Il Contesto del Recepimento:
La Direttiva Whistleblowing è parte integrante della legislazione europea e mira a garantire una protezione efficace per coloro che segnalano violazioni del diritto dell’Unione. L’approvazione del Disegno di Legge delega al Governo è stata la prima tappa formale dell’Italia per recepire questa direttiva nel suo ordinamento giuridico.
Entrata in Vigore della Legge Delega:
Il 10 settembre 2022, la legge recante delega al governo è ufficialmente entrata in vigore. Questo momento ha posto un nuovo termine per il recepimento della normativa, fissato a 90 giorni, ovvero il 10 dicembre.
L’Approvazione del Decreto Legislativo:
Il Consiglio dei Ministri, agendo a poche ore dalla scadenza del termine fissato, ha approvato lo schema di decreto legislativo necessario per attuare il recepimento della Direttiva UE 1937/2019 in materia di whistleblowing. Questo passaggio ha segnato un impegno concreto per adottare le misure necessarie per garantire la protezione dei whistleblower in conformità con gli standard europei.
Consultazioni con le Commissioni Parlamentari:
Subito dopo l’approvazione del decreto legislativo, le Commissioni Parlamentari hanno avviato un processo di consultazione, raccogliendo pareri da diverse parti interessate. Tra questi, i pareri del Garante Privacy, di Confindustria e di rappresentanti della società civile sono stati fondamentali per garantire un bilanciamento tra la protezione dei whistleblower e gli interessi di altri attori coinvolti.
Prossimi Passi:
Il recepimento della Direttiva Whistleblowing rappresenta un passo cruciale verso la creazione di un ambiente normativo che promuova la trasparenza e la denuncia di comportamenti illeciti. L’entrata in vigore di questa normativa segna il principio di una nuova fase, dove il focus sarà sulla sua attuazione concreta e sull’efficacia delle misure di protezione messe in atto per coloro che alzano la voce per il bene comune.
Nuova Legge Italiana sul Whistleblowing: Implementazione della Direttiva UE 1937/2019
Il 9 marzo 2023, un passo significativo è stato compiuto verso una maggiore trasparenza e responsabilità in Italia.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che dà attuazione alla Direttiva UE 1937/2019 in materia di whistleblowing, portando ufficialmente in vigore la nuova legge italiana sul Whistleblowing (d.lgs n.24). Questa evoluzione normativa pone obblighi chiari sulle aziende italiane, sottolineando l’importanza di implementare sistemi di segnalazione e garantire la protezione dei whistleblower.
Scadenze per le Aziende:
Le aziende pubbliche e private con più di 250 dipendenti sono chiamate ad adottare un sistema di segnalazione di illeciti entro il 15 luglio. Allo stesso tempo, quelle con più di 50 dipendenti devono adeguarsi ai nuovi requisiti entro il 17 dicembre. Queste scadenze creano un chiaro quadro temporale per l’implementazione di sistemi interni che facilitino la segnalazione sicura e confidenziale di comportamenti illeciti.
Protezione dei Segnalanti al Centro della Direttiva:
Il fulcro della Direttiva UE sul Whistleblowing è la protezione dei segnalanti. Alcuni punti chiave di questa protezione includono:
- Ampia Copertura dei Segnalanti:
La protezione non si limita ai dipendenti, ma si estende a clienti, fornitori, tirocinanti, candidati, ex dipendenti, giornalisti e altre figure coinvolte nel contesto aziendale.
- Protezione da Ritorsioni:
Coloro che effettuano segnalazioni sono protetti da licenziamenti, demansionamenti e altre forme di discriminazione. Queste misure mirano a garantire che i segnalanti non debbano temere conseguenze negative per aver denunciato illeciti.
- Focus su Violazioni del Diritto dell’UE:
La protezione si applica specificamente alle segnalazioni di illeciti relativi al diritto dell’UE, compresi aspetti come frode fiscale, riciclaggio di denaro, reati in materia di appalti pubblici, sicurezza dei prodotti e stradale, protezione dell’ambiente, salute pubblica e tutela dei consumatori e dei dati.
- Scelta del Canale di Segnalazione:
Il segnalante ha la libertà di scegliere se riportare il sospetto all’interno dell’azienda o direttamente all’autorità di vigilanza competente. In caso di mancata risposta o se il segnalante ritiene che sia nell’interesse pubblico, può rivolgersi direttamente ai media, con protezione garantita in entrambi i casi.
- Incentivare la Denuncia Responsabile:
Con queste misure, l’Unione Europea mira a garantire ai segnalanti la sicurezza necessaria per denunciare comportamenti illeciti senza timore di ritorsioni. Inoltre, incoraggia attivamente le persone a segnalare violazioni all’interno delle aziende, contribuendo così a costruire una cultura aziendale basata sulla responsabilità, trasparenza e giustizia.
Conclusioni:
Il whistleblowing è un atto di coraggio che può portare a trasformazioni positive nella società e nell’ambiente aziendale. Tuttavia, la mancanza di protezioni sufficienti e la paura delle conseguenze continuano a essere ostacoli significativi. È importante continuare a sviluppare leggi robuste per proteggere i whistleblower e promuovere una cultura in cui la denuncia di comportamenti illeciti sia incoraggiata anziché punita. Solo così potremo garantire che la voce di coloro che sono disposti a parlare per il bene comune non venga soffocata dal timore delle conseguenze.