Lo scorso mercoledì 16 ottobre, l’Italia è diventata il primo paese al mondo a dichiarare la GPA (Gestazione Per Altri) reato universale. Tale pratica è conosciuta anche come “gravidanza surrogata”, che consiste nella decisione da parte di una donna di portare avanti una gravidanza per conto di altri, i quali poi si occuperanno del neonato in qualità di genitori.
In Italia tale pratica è illegale dal 2004 , ma ora si estende la punibilità anche per chi l’ha praticata all’estero, che rischia dunque pene fino a due anni reclusione e multe fino a un milione di euro.
Dubbi e complicazione sull’effettività della legge
Fin sa subito tale decisione ha riscosso non poche critiche e dubbi da parte dei giuristi, dei medici e dalle forze d’opposizione. In primis, è importante sottolineare che la gestazione per altri è reato universale solo in Italia e per questo sarà difficile perseguire coloro che effettueranno questo crimine in paesi in cui la pratica è legale, perché sarebbe necessaria la collaborazione con suddetti stati e si andrebbe ad interferire con la sovranità dei suddetti.
Inoltre, per la condanna sarebbero necessarie delle prove, prove che dovrebbero essere fornite dalla clinica che ha assistito la gestazione, la quale difficilmente collaborerebbe per questioni di privacy e perché in quel paese la pratica è lecita.
La GPA può essere davvero un reato universale?
Per il diritto internazionale, il termine reato universale è usato per identificare tutti quegli atti che ledono la dignità di un essere umano, come la tortura, la schiavitù e la tratta di esseri umani. Molti hanno sottolineato proprio come la GPA sia paragonabile a tali reati. Un reato è universale quando può essere perseguito secondo la legge italiana ovunque sia commesso, anche all’estero.
Si tratta in pratica di una deroga al principio della territorialità, che consente di estendere la giurisdizione di uno Stato al di fuori dei confini nazionali.
La senatrice M5s Alessandra Maiorino ha definito tale azione come “un obbrobrio giuridico” che equipara la Gpa ai crimini di guerra, alla tortura, alla pirateria e al genocidio ma soltanto per colpire le famiglie arcobaleno che “nella vostra visione della società devono sparire”. Tuttavia, un singolo stato non può esprimersi unilateralmente sul rango di universalità di un reato di un determinato comportamento, andando contro il diritto internazionale.
Contro i diritti e le speranze delle persone
La proclamazione di questa legge ha acceso numerosissimi dibattiti, tra coloro in favore e coloro che invece vedono loro tolto il diritto alla famiglia. C’è, però, anche chi vede questa pratica come uno sfruttamento del corpo della donna, che mette il suo utero “in affitto” per necessità economiche. “Chi si trincera dietro la retorica dei ‘diritti’ per giustificare la pratica dell’utero in affitto” ha commentato la ministra per la Famiglia, le Pari Opportunità e la Natalità Eugenia Roccella.
Ebbene, nei paesi in cui la GPA è legale, essa viene regolamentata: in alcuni stati è altruistica, la persona decide gratuitamente di portare avanti la gravidanza; in altri, la GPA è retribuita, ma senza scopo di sostentamento; quindi, la pratica non avviene in situazioni di povertà grave in cui la persona è “costretta” a ricorrere a ciò.