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La Reinese: eccellenza del Sannio nel mondo

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La Delegazione di Benevento dell’Accademia Italiana della Cucina in visita oggi presso lo stabilimento La Reinese, eccellenza sannita conosciuta ormai in tutto il mondo nel comparto delle conserve, nata nel 1990 dalla felice intuizione della Sig.ra Rita Polvere.

Un’antica passione, controlli rigorosi in ciascuna fase di produzione, una lavorazione basata sulla manualità con ingredienti e ricette della tradizione locale e un continuo investimento negli anni, soprattutto sul fattore umano. Si può tracciare così il profilo di un’azienda dal fatturato di oltre 10 milioni di euro che, nel periodo di massima attività, dà lavoro a circa 60 addetti. Il che, in una realtà come quella del Fortore, in quel Sud troppo spesso oggetto di una politica distratta e talvolta assente, poco non è.

La Reinese: intuizione e passione in rosa

“Ho iniziato in una stanza minuscola, accanto alla cucina di mia suocera, mia figlia è cresciuta respirando gli aromi dell’aceto con cui scottavo le verdure per farci le conserve” racconta non senza un velo di emozione negli occhi Rita Polvere ricordando come nacque l’azienda fondata insieme al marito Giovanni Petrone. I primi manufatti ottenuti dal raccolto dell’orto, quella del Sannio è una terra dove in campagna tutti ne hanno uno. Ben presto però non bastano più, i prodotti piacciono e bisogna ampliare la produzione. E per farlo, i due fondatori puntano quasi esclusivamente sulle donne.

Impegno e passione senz’altro, ma anche la legittima ambizione di conquistare nuovi mercati con una varietà di lavorazioni che vanno dai sottoli, ai patè di verdure, ai sughi pronti con carne e pesce. Un sogno che diventa realtà: La Reinese conquista dapprima il mercato svizzero, poi quello della grande distribuzione, lavorando sia a marchio proprio che per grandi catene come Lidl ed Esselunga. Una serie di successi che appare come il giusto riconoscimento a fronte di anni di impegno e sacrificio.

La visita di oggi ha voluto dunque essere uno di questi, da parte dell’Accademia Italiana della Cucina, la cui finalità è appunto quella di diffondere nel mondo la cultura della Cucina italiana fatta di storie e di eccellenza nel comparto gastronomico.

Equità sociale e fattore umano: due pilastri da cui ripartire

Un’azienda “sana” che adotta una politica di equità sociale e mette tra le priorità il fattore umano. Non è la sola, il Sud può vantarne tante e forse, alla luce di un provvedimento che calpesta una Nazione come l’Autonomia Differenziata, divenuta legge pochi giorni fa, deve ripartire proprio da questo. Da quella voglia di non arrendersi e dall’orgoglio di una terra che deve iniziare a valorizzare i suoi talenti.

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