Home Economia Lavoro e Rdc: l’insostenibile leggerezza del tempo

Lavoro e Rdc: l’insostenibile leggerezza del tempo

0
Reddito di Cittadinanza

Se vi dovesse capitare oggi di leggere un quotidiano degli anni 80, rimarreste stupiti dalla similitudine di notizie ed articoli, in simbiosi con i nostri tempi, molte cose addirittura le troverete identiche, anche se in linea con i tempi e con lifting moderni e con meno termini inglesi sicuramente.

di Massimiliano De Vita

Disoccupazione, inflazione, caro-prezzi, criminalità, sussidi assistenziali (oggi RDC), politiche d’opposizione, promesse del governo, case, mutui, aumenti stipendiali, lotte sociali, animalisti, ambientalisti, povertà, welfare.., e chi più ne ha più ne metta.

Non è cambiato nulla! Tutto gira intorno ad un’unica voce: “Lavoro”.

Le lotte sociali sono diventate lotte da banco dei pegni, ritornano sempre e tutte rivolte al lavoro.

Ogni decennio vengono rinnovate diciture, nomi e promesse, ma vi fosse un solo problema che nel frattempo fosse stato risolto oppure limitato, anzi sono sempre cresciuti in maniera esponenziale spesso sfociando in altre aggravanti, comunque non vi sono governi e partiti o movimenti formatosi nel tempo che davvero abbiano risolto il solo problema definitivamente, l’angoscia del nostro paese è proprio nel passare del tempo senza soluzioni, mentre si fa solo un parlare estenuante di vani concetti e finte vittorie momentanee, e quando il problema diventa pesante si è sempre passati alla fase due, ossia le discussioni tra governo ed opposizione, dibattiti in televisioni pubbliche e private, che sembrano essere tirati fuori apposta come armi di distrazione di massa.

In questo momento il RDC tiene banco, che fu varato in poco tempo a causa delle imminenti elezioni europee dal Governo Di Maio/Salvini, oggi questo Governo lo soffre come presa di posizione con tutte le sue conseguenze.

Eppure in Europa siamo uno degli ultimi paesi ad averlo varato e avremmo potuto prendere esempio da paesi in fase avanzata di sviluppo del progetto di questa forma assistenziale momentanea, invece sembra che lo scontro sia più su una questione di rivendicazione che di diritto sociale, in pratica sembra che dei 5 Stelle faccia paura in proiezioni future la riaggregazione dell’elettorato perso e che il RDC possa fare la differenza. 

Invece di pensare e varare altre forme di possibilità per il popolo ed acquistare fiducia su nuove misure popolari.

Ora premesso che un sussidio da 500 €. a salire, per ogni componente famigliare, toglie sete momentanea e non è una risoluzione, ma che comunque ha sollevato numerose famiglie dalla povertà assoluta (non sconfiggendola) sicuramente alleviandola, tutto il contorno ha assunto una forma astratta e non costruttiva che persiste, centri per l’impiego inadeguati, collocamento e servizi sociali senza risorse, offerte di lavoro da parte di imprese, aziende e multinazionali non pervenute.

Sfogliando i quotidiani degli anni ’80 troveremo in esso la causa, che resta sempre la stessa, la mancanza di lavoro che nel frattempo si è accentuata a causa del cambiamento professionale e delle richieste nazionali ed internazionali sempre più specializzate, la mano d’opera di manovalanza pura e scesa a livelli impressionanti purtroppo stanno crescendo le percentuali di abbandono scolastico presso gli istituti superiori, troppe le tasse, troppi i costi, troppo esigue le condizioni economiche dei veri medi sociali, figurarsi i più bassi che abbisognerebbero di obbligatorietà nello studio per le condizioni famigliari. Le professionalità che le aziende cercano, anche se in diminuzione, saranno sempre più rare col passare del tempo, le automazioni, l’elettronica, la robotica saranno sempre più in espansione a discapito dell’essere umano, quindi lasciare la scuola per lavori o lavoretti occasionali non pagherà più come negli anni addietro, l’apprendistato non esiste più,

Cosa hanno fatto i governi in 40 anni?

Dov’è la tanto agognata riduzione della pressione fiscale? L’ 1,5 o il 2%? Ed a cosa serve? Le aziende, le imprese le grandi multinazionali hanno bisogno di ben altro, altrimenti continueranno le loro fughe nell’Europa dell’Est.

Invece di confrontarci su questi argomenti oggi ci ritroviamo a parlare del RDC, che se come misura dovesse restare deve essere ampliato ed aumentato non diminuito, completato con obbligo scolastico dei figli minori e destituito solo dopo aver dato al capofamiglia o agli altri aventi diritto una proposta lavorativa di uguale o maggiore rapporto economico,

In caso dovesse essere tolto o diminuito dovrebbero prima essere avviati al lavoro quasi 2/3 milioni di persone, ma in che settore e da chi?

E con quali mansioni visto che la maggior parte dei percettori non ha un titolo di studio per un impiego professionale? Ed anche come mano d’opera occasionale o indeterminata, dov’è la chimera?

Al di fuori dei pochi servizi televisivi che lasciano intendere la poca disponibilità dei percettori al lavoro, bisogna assicurarsi che lo siano milioni di percettori, questo genere di servizi che alimentano solo polemiche, non danno la giusta percentuale di chi si auspica di trovare un vero lavoro dopo anni di disoccupazione o di precoce licenziamento.

Accertato che non vi è richiesta se non per lavori a tempo determinato che riguarderebbero per la maggior parte lavori occasionali stagionali nella ristorazione o in strutture ricettive, l’unica alternativa in pratica sembra che bisogna convertirsi nell’inventarsi imprenditori per forza, tutto ciò senza soldi, senza banche che finanziano indigenti senza garanzie e senza misure idonee per favorire chi non ha percorsi scolastici o professionali.

Le formazioni chi dovrebbe farle e in quale campo?

Potrebbe un corso di formazione istruire ad essere imprenditore di se stesso dal nulla?

Vi è un gran bisogno di riscoprire lavori socialmente utili e che lo siano nel vero senso della parola, dal lavoro nascono i nostri antichi e moderni problemi, i controlli  sullo sfruttamento vanno potenziati e non favoriti da licitazioni private, d’accordissimo con il salario minimo, il lavoro è l’unica soluzione che può cambiare le cose e non può essere chiesto al popolo d’inventarselo, noi Italiani paghiamo fior di tasse per avere in cambio una tranquillità sociale che non viene corrisposta mai.

Siamo come nell’80, con tante aggravanti in più che sono derivate strada facendo dall’accumulo di queste tossine di pressappochismo di politica economica e con un’inflazione galoppante, che sicuramente non farà fallire l’Italia e viene spesso solo usata come spaventapasseri, tutto ciò ci porterà solo tantissimi altri poveri,  la fame provocherà rabbia sociale, non so quanto valga calare la mannaia su questo stato di cose.

Ora diminuite e sostituite con un’altro nome il RDC, ma abbiate il buon senso però di andare a leggere i quotidiani dal ’68 all’ 80, ma giusto così per non commettere più gli stessi errori e per creare premesse costruttive, di distruzioni ne abbiamo avute tante, troppe.

In tutto questo allego una foto collage che ritrae la Signora Margaret Thatcher e il nostro Professor Romano Prodi che nell’aprile del 1999, intervistati sulla moneta unica europea diedero le loro differenti risposte, credo che i motivi della nostra attuale crisi economica, da incompetente, sia tutta iniziata da lì.

Leggi anche:

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version