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MABOS. Il Museo d’Arte nel bosco della Sila e la Residenza d’Artista

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È un museo a cielo aperto il MABOS, nato da un progetto di Mario Talarico. Il direttore è la giovane Elisabetta Longo

Sono circa 50 le opere dislocate nel bosco adiacente la località ricettiva “Il Granaro”. I proprietari, Mario e Tonino Talarico hanno trasformato anche questa in una galleria. Importanti le firme presenti all’interno. Le pareti sono diventate utili supporti delle loro opere. Nei corridoi del piano notte, lungo le scale e negli spazi giorno. Tra le firme più importanti Rotella, Berlingeri, Marra, Savelli.

Possiamo quasi definirlo un museo/galleria, articolato nella zona “coperta” costituita dalla struttura stessa, che ospita una collezione privata di opere di artisti contemporanei, ed un’ampia zona open nel bosco, nel cuore della Sila, in un continuo di emozioni e senzazioni.

Tra gli autori nel bosco spiccano Tiziano Bellomi, Michela Tobiolo, Luca Mannara, Francesco di Meola, Miho Tanaka, Dario Agrimi.

Nel bosco è presente anche un laboratorio, lo “Spazio Serra-Laboratorio“, sia per gli artisti che per gli ospiti. Si svolgono infatti anche attività didattiche rivolte alle scuole.

Attraversando la strada si accede ad una nuova area da adibiire a museo. Questa é dedicata a Gioacchino da Fiore. si chiama “La Macchia” ed è caratterizzata da una “Camminata Poetica“, che accompagna il percorso da una narrazione creata dalla stessa direttrice del Museo, Elisabetta Longo. Al momento vi è una unica installazione. Consiste nella rappresentazione viva della “Spirale Liturgica” costituita da una serie di alberi. In prospettiva questa area vuole essere diversificata da temi legati alla riflessione interiore.

Ci spiega Longo «In un’area dedicata all’abate filosofo Gioacchino da Fiore, l’occasione per misurarsi con l’emergenza della parola. Un percorso di poesia sonora che non isola – pur agognando il traguardo in solitariama riappacifica e ricongiunge al contesto ambientale e umano in cui ci si muove e con cui ci si confronta senza filtri, a forza di rimandi concettuali e di suggestioni visive e uditive. Letteralmente un viaggio, uno spostamento fisico e psicologico insieme, esteriore ed estremamente intimo, verso una spirale di meli che è la forma, la manifestazione concreta del Simbolo. Un progressivo e temporaneo allontanamento dalla vita caotica del consumo e una discesa verso una porzione di natura selvatica e incontaminata da godere lungo l’argine di un piccolo corso d’acqua, attraversando una biodiversità ricca e singolare – presente, infatti, un caso di anastomosi impossibile tra un ontano e un sambuco, che dà il titolo al progetto. Brevi e decisive le puntate su Gioacchino da Fiore, sintetiche più che analitiche. E poi l’umanità che abbiamo perso lungo l’asse fagocitante del tempo, la corsa, passo dopo passo, eco dopo eco, per recuperarne il senso. Un cammino, che qui torna ad avere una funzione inversiva». E ci fornisce anche i suggerimenti per l’uso: «indossa le cuffie e aziona la traccia audio; libera la mente e inizia a camminare; lasciati guidare dalle suggestioni poetiche; muoviti lungo il percorso con libertà scegliendo dove e come sostare, se necessario». Abbiamo seguito le istruzioni ed attraversato anche la spirale degli alberi.

Residenza d’Artista

Gli artisti che decidono di donare le loro opere al museo, vengono ospitati in quella che viene definita “residenza d’artista“. non si tratta di semplici donazioni, ma di “interazioni” con l’ambiente, l’artista deve vivere il posto, deve vivere il bosco soprattutto. Si tratta di una visione dell’arte che esula da quelle classiche. Qui l’arte entra in simbiosi e si mimetizza con il contesto. Persino la plastica diventa “naturale”, ed il ferro si contorce e si confonde con i rami. Così come le sculture ricavate dai tronchi sembrano essere state create dal vento e dalla pioggia.

La “Camera Oscura” del MABOS

Ci illustra ancora Longo «Il progetto “Camera Oscura” è, per il MABOS, uno spartiacque. Un momento di ricognizione e di riappropriazione di una storia e, insieme, un’apertura a tutta una serie di possibilità future.

La fortunata acquisizione di 25 fotografie giacomelliane, appartenenti alla serie fotografica “Il Canto dei nuovi emigranti” crea, anche fisicamente, all’interno del parco espositivo, una cesura: una struttura in legno lamellare e vetrate ospita la prima e importante collezione fotografica del MABOS, diventando così il precedente per possibili approfondimenti sull’universo fotografia, sicuri motivi di curiosità e sorpresa all’interno di un progetto d’arte ambientale già ben identificabile nel panorama regionale.

In collaborazione con la Fondazione – Archivio Mario Giacomelli, l’allestimento della “Camera Oscura” del MABOS, collocata in un punto strategico del percorso museale all’aperto, all’interno dell’Area Sacred Forms, è l’occasione per entrare in stretta relazione e interazione con il dialogo poetico tra i versi di Franco Costabile, che hanno ispirato la serie fotografica in questione, e la visionarietà di Mario Giacomelli».

La collezione privata all’interno del “Granaro”

Gli interni offrono al visitatore le stesse emozioni di una galleria di arte contemporanea. E così le stanze da letto sono contraddistinte dalle firme di Berlingeri, Marra, Savelli.

Mentre la Reception e le ampie sale da pranzo portano le firme di Rotella.

Siamo in visita, nelle foto seguenti, accompagnati dalla direttrice Elisabetta Longo, dalla manager culturale Antonella Bongarzone, dall’artista Alessio Patalocco e dl proprietario Mario Talarico che ci mostra degli inediti di Marasco.

Altri musei a cielo aperto in Calabria

Il Bosco degli Artisti in Aspromonte è un’altra pregevole realtà della Calabria. Un progetto nato dal regista Giacomo Triglia e dallo scrittore/regista Paolo Genoese. Anche questo è un museo a cielo aperto nel Parco Nazionale, ospitando opere di artisti internazionali. Giunto quest’anno alla XII edizione il FACE Festival Aspromondo

Il Parco della Biodiversità, di cui abbiamo già parlato, ospita altre importanti impronte di artisti contemporanei del panorama internazionale.

In un contesto più urbano altro importante museo d’arte contemporanea all’aperto si trova a Cosenza, su corso Mazzini. È il MABMuseo all’Aperto Bilotti. La collezione Bilotti si pregia di avere avuto anche il riconoscimento “d’interesse storico culturale”.

La Calabria si presenta quindi come un grande “open-space” d’arte contemporanea, complementare alle più note testimonianze artistiche storiche delle varie epoche e stili.

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