Home Politica Meloni risponde ai misogini: “Credono che non regga la pressione”

Meloni risponde ai misogini: “Credono che non regga la pressione”

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Meloni: “Quelli che mi attaccano pensano che non possa reggere la pressione, so che ci sono dei nemici disposti a fare qualunque cosa pur di buttarmi giù” dice la premier Giorgia Meloni a Bruno Vespa.

Meloni, dopo il via libera alla sua riforma Costituzionale, confessa di voler “battere un altro record: finire la legislatura con lo stesso governo” con cui l’ha iniziata.

La premier ribadisce che “da quando c’è questo governo, ci sono oltre mezzo milione di posti di lavoro in più” come riporta l’Istat.

Ma mentre lei difende il suo operato e soprattutto la sua riforma, le opposizioni vanno all’attacco contro il premierato.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, avverte: “Utilizzeremo ogni strumento della dialettica parlamentare contro quel disegno che riteniamo pericoloso”.

La segretaria del partito principale d’opposizione condivide apertamente le perplessità di Giuliano Amato sull’indebolimento del Parlamento e del Presidente della Repubblica con il premierato.

Il ministro, Luca Ciriani, e il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, respingono con forza queste accuse ribadendo che i poteri del Capo dello Stato non sono in discussione.

Una posizione condivisa anche dal ministro per le Riforme Elisabetta Casellati che accusa chi critica la riforma di “non averla neanche letta”.

Il centrodestra approfitta di queste accuse per far riemergere che l’opposizione stessa tentò di modificare la costituzione con Renzi.

L’intero centrodestra, insomma, camminano insieme anche se la Lega, con il ministro Roberto Calderoli, insiste sul fatto che il progetto costituzionale e l’ Autonomia differenziata debbano camminare “su due strade differenti, una di natura costituzionale e una di legge ordinaria”.

L’obiettivo, si apprende in ambienti di governo, è concludere “entro la primavera, cioè prima delle Europee”

Nel mentre, la polemica cresce e anche sulle critiche dell’ex presidente del Senato Marcello Pera (FdI): si minimizza spiegando che lui voleva “la legge Bicamerale”.

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