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Napoli e Manfredi: un rapporto complesso

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di Massimiliano De Vita

A dire il vero, quando fu eletto Sindaco di Napoli, proveniente dal Ministero dell’università e della ricerca, al fatto che fosse di Ottaviano e che avesse studiato alla Federico II mi rassicurai, pensando che qualcosa di positivo potesse scaturire per la rinascita della nostra città, che già da sola e senza aiuti si sta facendo onore da molto tempo.

Dal 18/10/2021 ad oggi siamo quasi a metà percorso politico e si può affermare che sinora nulla si intravede della sua mano, anzi i motivi per cui mi tranquillizzai al momento della sua elezione sono naufragati ben presto, svelando una minima conoscenza di Napoli e dei Napoletani, misure prive di qualsiasi utilità,  nessuna posizione sulle occupazioni abusive, nessuna presa di posizione sui commercianti abusivi, nessuna presa di posizione sulle occupazioni selvagge di commercianti che nel tempo si sono impadroniti di vie e marciapiedi, nessun atto di legalità continua, nessuna lotta all’abusivismo quotidiano, nessun piano per traffico e servizi pubblici, raccolta differenziata ai minimi d’Europa e potrei andare avanti per sempre…, certo ha raccolto un’eredità pesante, però l’impasse non era in programma, già ne abbiamo avuta tanta con il caro DeMa, ora non vorremmo che ci si adagiasse anche lui sugli allori mentre la città rischia di fare un’incredibile retromarcia dopo gli sforzi ed i sacrifici che ci hanno portato ad essere una delle città europee più visitate…

Inoltre la delibera del 27 luglio 2023 a tutela del Centro storico di Napoli, che blocca le aperture di nuove attività commerciali, di fatto sancisce una poca conoscenza del territorio, il blocco o fermo momentaneo, come lo si vuole intendere, andava si effettuato, ma per vie, strade e vicoli che si trovavano in prossimità di patrimoni architettonici e culturali di rilievo. Mentre il blocco oltre ad essere altresì tardivo per l’apertura di locali in quasi tutto il centro storico tanto da non esserci un buco libero, risulta essere controproducente per l’economia della città, essendoci vie e vicoli, che pur facendo parte della cosiddetta “zona rossa”, sono totalmente esclusi dal tessuto economico sociale a causa della mancanza di nuove aperture commerciali o della chiusura di storiche attività venutesi a creare con il periodo COVID e mai più riaperte da commercianti e proprietari…

D’accordissimo con la disciplina della confusione e caos che si vengano a tutelare talune zone, ma tutto ciò dovrebbe essere visionato caso per caso, non si può per esempio paragonare vico belledonne a via piedigrotta, dove da anni le attività invece di aprire chiudono, si legge per esempio di centinaia di esercizi commerciali in diverse circoscrizioni, ma non si evince se quei centinaia di esercizi siano concentrati in un’unica via (per esempio P.zza del Gesù e zone limitrofe, tralasciando che nella stessa circoscrizione e poco distante ci sono strade, vie e piazze senza esercizi commerciali), il tutto dovrebbe essere disciplinato caso per caso e via per via. Ridursi a bloccare una fonte d’investimento soprattutto d’opportunità per i giovani quando poi vi sono misure come il “Resto al Sud” che gli vengono rivolte dal Governo per aiutarli in un futuro imprenditoriale, e dove se non in una città che si appresta a diventare definitivamente una grande realtà turistica, Sindaco un consiglio ci rimetta mano.

Un’altra leggerezza…

Andare in auto nel centro di Napoli a 30 all’ora come Bologna? 

Ma magari caro Professore…, in 60 anni fossi andato a 30 all’ora nel centro di Napoli…,

i Napoletani da sempre sono abituati che tra le 7 del mattino e le 21 di sera (escluso festivi e prefestivi perché addirittura ci si blocca perennemente), al centro ci vanno, camminando con le auto a passo d’uomo come se fossero a piedi…

Ora mi domando e dico ma lei Sindaco vive a Napoli? 

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