Piantedosi, Ministro dell’Interno, si è espresso con particolare durezza riguardo alla questione migranti. La sua citazione, che richiama al dovere civico che intendeva Kennedy, forse starebbe meglio agli evasori fiscali.
Piantedosi, le sue parole starebbero bene agli evasori
L’assenza di cariche governative, che lasciano soli Sergio Mattarella e la neoeletta Elly Schlein, alle commemorazioni della strage di Cutro fa sorgere piccoli dilemmi. Innanzitutto le parole, che in casi come questi dovrebbero essere scontate. Cordoglio? Si certamente, ma anche una pacifica e ben assestata “canzonata”. Per anni la destra si è scagliata contro il cosiddetto “moralismo di sinistra” salvo poi fare lo stesso, appena insediati al governo: moralismo sul caso Cospito ed ora moralismo sui migranti.
“Mi hanno insegnato a non scappare – dice il ministro -. Da disperato non partirei, io educato a chiedermi cosa posso dare al mio Paese”. Parafrasando Kennedy il ministro si riferiva ai migranti e ciò ha scatenato le ire dell’opposizione. Sono piovute richieste di dimissioni in aula, quasi peggio del putiferio legato al caso Cospito.
Ci sarebbe da chiedersi, in un Paese dove l’evasione fiscale rappresenta 110 miliardi all’anno circa, perché queste parole non siano dedicate a chi evade le tasse? Ancora una volta il Governo Meloni si dimostra insensibile, infatti, ad alcune tematiche fondamentali. Mattarella ed Elly Schlein sono andati soli a Cutro a rendere omaggio alle vittime della strage. Di rappresentanti istituzionali nemmeno l’ombra, anzi quasi evitano le dichiarazioni come in occasione del pestaggio fascista a Firenze.
Piantedosi fa la morale ai migranti ma si dimentica di chi “tradisce” il Paese che il suo governo gestisce
Ogni ministro dovrebbe probabilmente occuparsi della propria area di competenza. Non v’è dubbio su questo, anche se bisognerebbe spiegarlo bene a Matteo Salvini. Detto ciò, però, le parole di Piantedosi sono suonate come un moralismo inaccettabile per le opposizioni (tra l’altro figlio di una visione novecentesca ampiamente superata).
Dunque per quale motivo il ministro, ovvero i suoi omologhi, non si rivolgono con altrettanta durezza agli evasori fiscali? Negli Stati Uniti, che per molte cose prendiamo come modello, gli evasori fiscali finiscono in carcere e vengono marchiati come traditori (“Hanno mentito al popolo americano”, dice spesso raccontando la sua esperienza il magistrato Davigo).
Ricordiamoci che questo governo è lo stesso che sta abolendo i bonus delle passate amministrazioni (principalmente Conte 1 e 2). E’ un governo, quello diretto da Giorgia Meloni, che imputa la mancanza di misure a problemi finanziari. Ebbene, l’evasione fiscale rappresenta 110 miliardi annui (che per l’Italia significherebbe ben due Leggi di Bilancio). Sarebbe utile che ogni tanto qualcuno facesse queste domande a Piantedosi, qualcosa tipo “un siriano che scappa da guerra e terremoto deve servire il proprio Paese mentre un italiano che evade le tasse non deve?”.