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Platania borgo delle “incisioni”. Dopo quelle su San Francesco di Paola e di Goya, anche le “magnifiche” del Durer

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Si è appena conclusa a Platania, il borgo che ha visto i natali del poeta Felice Mastroianni, la mostra “Durer Magnifico Incisore”. Inaugurata il 5 di agosto è terminata il 22. Per circa un mese è stata inserita in un contesto culturale molto più ampio, dalla gastronomia alla presentazione di libri.

Ma Platania sta divenendo, da sei anni a questa parte, un luogo di arte con un appuntamento estivo ormai fisso. Reso possibile dall’interesse e dall’amore per il proprio territorio di Domenico Piraina, direttore generale della Cultura del Comune di Milano e direttore di Palazzo Reale di Milano. E poi la collaborazione con l’Associazione Felice Mastroianni, che in nome del poeta, dal 2011 opera nel comune di Platania per la promozione culturale.

E proprio il 22 agosto è stato presentato il libro del giornalista e scrittore Arcangelo BadolatiLa Calabria delle meraviglie tra miti e leggende”. Noto per i suoi scritti sulla mafia, in questo saggio si sofferma sulle bellezze delle Calabria. Troppo spesso coperte dai cattivi luoghi comuni e dalle cronache nere che ne stravolgono anche i significati e le portate culturali e tradizionali, come la danza popolare, la “tarantella”, o le processioni, e lo stesso dialetto. Contenuti che sono stati oggetto di un dialogo portato avanti da Badolati e Piraina.

Badolati e Piraina

Nostre interviste

Domenico Piraina, direttore Palazzo Reale Milano

Il suo è un nome importante. Perché proprio Platania per organizzare questi eventi?

Perché è il paese dove sono nato. È il paese delle mie origini. Io dico sempre che ho avuto molto dalla vita oggi, molto di più di quello che io mi sarei aspettato ed ho pensato che sia arrivato il momento di restituire un po’ alla mia terra di origine quello che io ho avuto dalla vita. Quindi ogni estate organizzo, per il mio paese di origine, un progetto culturale che curo e finanzio, perché é il modo per ricordare la mia terra, per ricordare i miei genitori e tutti i sacrifici che hanno fatto per permettermi di studiare e diventare quello che sono oggi. Il cerchio si chiude: sono nato qui, conosciuto in tutta Italia, in buona parte del mondo per la mia attività, ma quando vengo qui, come dice mia moglie, “mi ricarico le pile”. Perché mi dà ancora energia, mi dà fiducia e ottimismo. Quindi lo faccio per la comunità di Platania ma lo faccio anche per me stesso perché mi sento bene. Perché quando uno dona gratuitamente qualcosa ad un altro fa stare bene la persona che riceve però sta bene anche chi dona. Ed io facendo queste cose mi sento assolutamente a mio agio. Quindi se posso fare del bene lo faccio volentieri.

Per la Calabria invece, e ampliando un po’ questo stesso discorso, lei ha anche dei progetti oppure si tratta soltanto un legame proprio territoriale?

Io sono sempre a disposizione chiaramente di tutta la comunità calabrese. Ovunque mi chiamano offro gratuitamente la mia partecipazione in maniera assolutamente disinteressata. Faccio iniziative con delle associazioni di Cosenza, di Lamezia, di Catanzaro. Ad esempio, ho realizzato due mostre qualche anno fa con il comune di Catanzaro, perché mi venne chiesto dal sindaco Abramo: una mostra su Escher e una su Chagall e la bibbia, in cui misi in evidenza, per esempio, la presenza delle comunità ebraiche che erano state in Calabria. Quindi dovunque mi chiamano vado.

Secondo lei la Calabria è al momento giusto perché riconosca, oltre le sue bellezze, anche la capacità di essere ricettiva al mondo dell’arte? Pensiamo alla mostra di Trame sull’Arte Restituita, o quella in corso a Reggio Calabria con Andy Warhol, Keith Haring, Banksy e Obey.

Secondo me sì. I tempi sono maturi anche perché, come dicevo prima nella presentazione del libro, si sta sempre più sviluppando il concetto, che io condivido perfettamente, di una narrazione diversa della nostra terra. Che non è la terra dominata della malavita, dalla ‘ndrangheta, oppure questa terra povera e marginale. Non è vera questa narrazione, secondo me. Invece è vero un altro discorso. Cioè che noi qui in Calabria possiamo avere uno sviluppo e una modernità che ha dei criteri diversi dalle altre modernità, dagli altri progressi e dagli altri sviluppi. Cioè noi dobbiamo ormai metterci in testa che non esiste un’idea di modernità soltanto. Ossia quell’esempio o quello stereotipo. Noi abbiamo il nostro modo di farlo, il nostro modo di operare. Il nostro territorio è un territorio, per esempio, che ha una biodiversità straordinaria e, se mi consente, finanche antropologica che da altre parti non si trova. Sul territorio convivono tanti tipi di realtà. Noi abbiamo l’area grecanica dove si parla ancora di greco antico. I paesi arbereshe. Ieri, per esempio, ero a Lungro, di origine albanese. Abbiamo delle risultanze bizantine, normanne, dei paesi fondati dagli arabi. Questa è la grandezza della Calabria. Non è che da altre parti non ci siano. Ma concentrate così come sono nel territorio calabrese non si trovano in nessuna parte del mondo. Questa è la vera ricchezza che abbiamo in Calabria. La ricchezza della diversità. Che non è un problema ma una opportunità. Dobbiamo quindi puntare su uno sviluppo certamente diverso da quello degli altri. Che non è né peggiore, né migliore. È uno sviluppo diverso. Dobbiamo quindi “auto conoscerci”, e poi fare le considerazioni e le azioni adatte. Non dobbiamo imitare gli altri.

La cosa più bella della Calabria secondo lei qual è?

Io sono innamorato ad esempio di Bova Superiore. Anche se è un po’ difficile arrivarci. Ma io quando vado, non vedo mai calabresi. Vedo finlandesi, svedesi, spagnoli, tedeschi. Ma non calabresi, che magari non conoscono l’importanza di Bova Superiore. Oppure, altro esempio, magari oggi non si conosce qual era la Crotone magnogreca. Quindi noi dobbiamo fare una grande operazione di educazione dei calabresi. E il libro che abbiamo presentato questa sera va proprio in questa direzione. Dobbiamo guardare le cose con fiducia, con ottimismo nel futuro, insomma, ecco però facendo le cose in cui siamo bravi, in cui siamo gli unici, senza imitare gli altri.

Caruso e Carnevali

Umberto Caruso, presidente Associazione Felice Mastroianni

Cosa significa questa mostra e perché qui a Platania

La scelta di questo borgo nasce soprattutto dall’amore per il suo paese natale da parte di Domenico Piraina. Ma questo è anche il paese natio del nostro poeta di riferimento, Felice Mastroianni e da sempre la nostra associazione, in estate ha concentrato le sue attività nel Comune platanese per omaggiare il suo ed il nostro Poeta. Da quando si sono conosciuti, circa sei anni fa, Domenico Piraina, Raffaele Perri e Antonio Butera – il presidente che mi ha preceduto nella guida dell’Associazione “Felice Mastroianni”, recentemente scomparso e debitamente ricordato sia nella mostra che negli eventi ad essa collegati – constatata la comune volontà di contribuire nel rendere Platania un vero centro culturale, hanno deciso di collaborare e così continueremo a fare. Hanno iniziato sei anni fa portando un quadro di Mattia Preti il “Noli me tangere”. Successivamente abbiamo anche realizzato un convegno bellissimo su Raffaello Sanzio tenuto da lui. Dopo la pausa della pandemia, abbiamo ripreso con una mostra di incisioni su San Francesco di Paola dal titolo “La magia delle incisioni”, con la collaborazione anche del prof. Giuseppe Giglio. Lo scorso anno le incisioni di Goya e quest’anno quelle di Durer. Stiamo quindi seguendo questo filone delle incisioni che continuerà anche nel prossimo anno con un grande artista.

E che bilancio fate di questo evento?

Il bilancio che facciamo è molto positivo, molta gente ha visitato la mostra. Sono venuti visitatori un po’ da tutta la Calabria e non solo. Per chi conosce l’arte, Durer è un richiamo.

Per la Calabria cosa significano questi eventi? Ci sono state altre mostre di Durer in Calabria?

Da quel che so io no. Questa è la prima volta. Abbiamo anche organizzato un convegno, con Piraina collegato da Palazzo Reale, per diffondere una miglior conoscenza di questo artista.

Questi eventi significano tantissimo. Anzitutto noi dobbiamo conoscere meglio la nostra storia e la nostra cultura. Ne ha parlato ampiamente prima il giornalista Arcangelo Badolati, e abbiamo di che essere orgogliosi e vedendo la risposta che abbiamo ogni anno con queste mostre, vuol dire che la Calabria è ricettiva e merita questi incontri. Ma la cosa che mi piace è che la maggiore attenzione viene dal basso. Ne è un esempio l’entusiasmo con cui alcuni giovani hanno risposto al nostro appello e hanno collaborato spontaneamente. Non è un caso circoscritto, ma vedo con piacere che in tutta la Calabria ci sono giovani impegnati nella riscoperta delle tradizioni.

Dobbiamo essere più consapevoli di noi stessi e più coraggiosi nel valorizzare la nostra identità e questi giovani ci danno grande speranza.

Davide Esposito, Sindaco di Platania

Sindaco di Platania Esposito

Cosa significano questi eventi che ogni anno propone Piraina?

Questi eventi significano molto per Platania perché abbiamo voluto puntare soprattutto sulla cultura come elemento per valorizzare il territorio e essere più attrattivi. Diciamo che è stato un mix di eventi che vanno dalla cultura, l’arte e la letteratura con la presentazione di libri ma anche con eventi di carattere più gioviale, di condivisone, di allegria con i platanesi e con quelli che sono venuti a farci visita.

Maestro Maurizio Carnevali, artista e incisore

Quale è stato il suo contributo a questo evento?

Quando Umberto mi ha invitato ad essere presente, ho preferito esserlo in modo produttivo verso la tecnica stessa dell’incisione. E infatti abbiamo realizzato un laboratorio molto apprezzato e frequentato. In questo contesto ho fatto in modo che potesse essere vissuta dal vivo l’incisione di Durer, tecnica rimasta immutata nei secoli. Ho portato qui il torchio in modo che la procedura fosse rispettata fino alla stampa.

Incisioni dei partecipanti al corso

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