La ricetta elettronica era stata introdotta durante l’ emergenza Covid e prorogata di un anno dopo le numerose proteste di medici e farmacisti. Ora il Consiglio dei Ministri ne ha approvato l’ utilizzo in via definitiva. Le ricette dei farmaci diventano infatti tutte digitali, anche per le terapie non rimborsate dal SSN – Sistema Sanitario Nazionale.
DL Semplificazioni: in merito alla ricetta elettronica interviene il Ministro della Salute
La ricetta elettronica diventa definitiva, lo ha annunciato il Ministro della Salute – Orazio Schillaci – in merito alle misure farmaceutiche e sanitarie contenute nel DL Semplificazioni. In particolare la forte spinta verso le ricette dematerializzate favorirà i malati cronici e i disabili.
Al riguardo il Ministro ha dichiarato – ” abbiamo reso strutturale la ricetta elettronica sia quella rossa che quella bianca, molto apprezzata da cittadini e medici. Abbiamo ritenuto giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare “.
L’ utilizzo della ricetta digitale era stato approvato durante l’ emergenza Covid. Un promemoria delle prescrizioni con il codice identificativo della ricetta veniva inviato tramite una mail o un sms sul telefono e mostrato poi direttamente in farmacia. In questo modo si era evitato di riempire gli ambulatori di persone.
Questa disposizione doveva scadere lo scorso gennaio ma con la protesta dei medici e dei farmacisti è stata prorogata di un anno. La decisione poi del governo di mantenerla definitivamente.
Ritorno alla ricetta cartacea: cosa comporterebbe
La ricetta dematerializzata viene usata in Italia solo negli ultimi anni ed è la versione digitale della più comune ricetta rossa cartacea. Fino al 2020 è stata accompagnata da un promemoria cartaceo da ritirare nello studio medico.
Con l’ ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri riguardo al Covid, si è passati all’ uso definitivo di strumenti alternativi al promemoria cartaceo.
Il ritorno alla ricetta rossa cartacea così come era prima del Covid, come spiega Pina Onotri – segretario Generale del Sindacato Medici italiani ( SMI ) – ” rappresenterebbe un salto indietro, causando lunghe attese negli studi medici “.
Un’ ottima notizia per i malati cronici: la ricetta sarà valida un anno.
La ricetta avrà validità 12 mesi. Questo permetterà ai malati cronici di fare scorta di farmaci per 30 giorni di terapia, sotto indicazione medica. Inoltre il medico potrà indicare su un’ unica ricetta la dose e la modalità di somministrazione dei farmaci e le confezioni dispensabili al massimo per un anno. I pazienti eviteranno il bisogno di chiedere ogni volta il rinnovo di una prescrizione che può essere sempre sospesa dal medico curante.
Come riferisce il Ministro della Salute – Schillaci – ” si tratta di un importante novità. Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco. Con questa norma i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e in farmacia per ritirare i farmaci. Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi. È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti “.
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