Home A tua difesa Rischio Vesuvio e Aree interne: il connubio tra emergenza e opportunità

Rischio Vesuvio e Aree interne: il connubio tra emergenza e opportunità

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L’intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree Fragili e isole minori” ieri sera ha fatto tappa a Lacedonia, un comune interno dell’Alta Irpinia. Il centro di “Cultura del Mezzogiorno Nicola Vella” ha organizzato un evento dal titolo “Una svolta per la Campania interna – un nuovo piano di evacuazione dall’area vesuviana alle zone interne in una rivoluzionaria proposta di legge”.

Come spiega l’organizzatore dell’evento  Aldo Vella: “Le aree interne rappresentano il 61% del territorio nazionale. Da 2011 al 2021 lo spopolamento nel Sud è stato di 640 mila persone, e con questo trend entro il 2050 riguarderà 4,2 milioni di residenti. I dati, anche economici, dimostrano che esiste non solo un divario Nord-Sud ma anche un gap fra aree interne e aree costiere. La Campania è ancora una regione a doppia velocità che non deve più essere un territorio da cui migrare ma una zona dalla quale estrarre valore”. Dunque, come spiegano gli altri intervenuti, tra cui l’ex Presidente del Consiglio regionale della Campania Rosa d’Amelio (e presidente del centro studi Nicola Vella) e Rosanna Repole, presidente delle città dell’Alta Irpinia, le aree interne vanno sviluppate in ottica dinamica e il Sannio e Irpinia devono essere viste come aree di pregio collegate alla grande area metropolitana di Napoli.

Sotto questo profilo, mirabile spicca la proposta di legge presentata dall’Intergruppo, presieduto dall’On. Alessandro Caramiello, secondo cui: “Se malauguratamente eruttasse il Vesuvio, la popolazione coinvolta sarebbe costretta a recarsi al Nord. Questa deportazione, e uso volutamente questa parola, è frutto di un piano preciso della Protezione Civile secondo cui centinaia di migliaia di campani in fuga dovrebbero recarsi, prevalentemente, presso il Settentrione. Il che è paradossale se consideriamo che le aree interne campane potrebbero accogliere i campani in fuga, non disperdendo il nostro capitale umano e il connesso tessuto economico.Per questo motivo, abbiamo elaborato una proposta di legge che reca l’obiettivo di ripopolare – in caso di eruzione – le aree depresse della Campania. In questo modo consentiremo di trasformare un’emergenza, che scongiuriamo, in un opportunità di crescita della nostra terra”.

Questo progetto dà seguito all’instancabile lavoro di Enzo Coronato che da anni lotta per ridisegnare il piano emergenziale per il rischio Vesuvio. In particolare, la sua fondazione (Fondazione Convivenza Vesuvio) nasce con l’obiettivo di definire in un apposito Piano un drenaggio programmato delle persone e delle attività economiche presenti nei 18 Comuni della Zona Rossa Vesuviana, verso le altre province della Regione Campania (Caserta, Benevento, Avellino, Salerno), con l’obiettivo di trasformare l’emergenza in un’opportunità di sviluppo.

Ed è stato proprio Coronato a siglare proprio a Lacedonia un nuovo protocollo d’intesa, sottoscritto durante i lavori dall’eccellente Sindaco Antonio di Conza, primo cittadino esemplare per l’impegno profuso a sostegno della propria comunità.

 Ai lavori ha preso parte anche Giulio De Angelis, tecnico dell’intergruppo, coordinatore nazionale del centro studi Edilizia Reale e vice presidente nazionale con delega per il Mezzogiorno ed infrastrutture Federcomated/Confcommercio, secondo cui: “le aree interne rappresentano un riferimento importante del nostro sistema economico e sociale, dunque il loro ripopolamento residenziale ed imprenditoriale rappresenta una grande occasione per sostenere lo sviluppo del nostro Mezzogiorno in chiave euromediterranea, perché  il futuro è nel sud del Mediterraneo, che può divenire l’Hub di riferimento dell’Europa. Sicuramente va strutturato con la realizzazione di infrastrutture materiali, come ad esempio i collegamenti ferroviari primari, l’alta velocità e periferici con la riqualificazione delle reti secondarie, magari con l’utilizzo di vettori ad idrogeno per il trasporto di merci e persone. Sia il centro studi Edilizia Reale che la Federcomated/Confcommercio della quale sono vice presidente nazionale con delega per il Mezzogiorno ed infrastrutture attraverso il centro studi nazionale della Confcommercio, che si occupa di rigenerazione e di riqualificazione  del commercio, servizi  e turismo urbano può offrire un valido contributo al progetto di ripopolamento ed alla connessione delle aree interne con altre aree anche e non solo costiere”.

I lavori sono terminati con l’eccellente lectio magistralis dell’economista,  nonché vicedirettore di CentroSud24 e membro dell’Ufficio di Presidenza tecnico dell’Intergruppo,  Giovanni Barretta, secondo cui: “occorre portare la questione all’attenzione del Parlamento e del Governo nazionali con l’obiettivo di ridiscutere la stessa impostazione della politica SNAI (Strategia Nazionale delle Aree Interne) e della perimetrazione e classificazione delle aree interne, atteso che, dal 2013 (anno in cui fu varata dall’allora ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca) ad oggi, non ha dimostrato di funzionare e rispondere alle esigenze di questi territori. Per di più, in molti casi, nelle regioni esistono aree classificate come  SNAI, che – però – non presentano particolari situazioni di sofferenza e ritardo socio-economico, mentre altre, davvero assai più marginali, che, a causa dell’insipienza dei locali amministratori, sono rimaste totalmente ed ingiustificatamente escluse da questa strategia e, quindi, dalla prospettiva di svilupparsi, fare rete, recuperare i divari ed agganciare i territori economicamente più forti e dinamici. Questo è inaccettabile e, quindi, occorre ridiscutere completamente la strategia SNAI, proponendone una diversa, che parta dalla considerazione dei parametri e dei presupposti tecnici per la corretta ed oggettiva individuazione delle aree interne e fragili per poi dare concreta risposta alle esigenze di recupero dei ritardi accumulati”.

Nel suo intervento a tutto campo Giovanni Barretta non si è sottratto  dal dare un giudizio, che è risultato  assolutamente contrario,  in merito alla Legge sull’autonomia differenziata, appena approvata dalla Camera, tema che conosce bene, anche per il fatto, come economista,  di essere stato audito in prima persona alla Camera  presso la 1° Commissione Affari Costituzionali, evidenziando come: “secondo la maggioranza dei costituzionalisti auditi, la legge vada  ben oltre le previsioni ed il perimetro di legittimità costituzionale, rischiando seriamente di compromettere la coesione nazionale ed il futuro stesso del nostro Paese. Del Resto, tutte le principali organizzazioni datoriali, compresa la Confindustria, quelle sindacali, gli economisti, la Banca d’Italia, le Regioni meridionali, gli Istituti di ricerca, il mondo accademico e tanti altri rappresentanti di interessi pubblici e privati,  si siano –  con fermezza  e seria preoccupazione – espressi contro il progetto della Lega per l’autonomia differenziata. Finanche la Commissione Europea ieri ha fatto sentire la sua voce seriamente  preoccupata, dal punto di vista delle conseguenza che l’autonomia differenziata potrà avere  sul bilancio dello Stato e sulla più generale tenuta dei conti pubblici”. Secondo Barretta adesso non ci resta che sperare nel Presidente Mattarella, per un possibile rinvio alle Camere della legge e nel probabile intervento della Corte Costituzionale, per le numerose eccezioni di incostituzionalità che sono state già sollevate. Anche l’ipotesi del Referendum resta in piedi, ma questa non è immediata, e, secondo i costituzionalisti, parrebbe peraltro di difficile praticabilità, dovendo superare il giudizio di ammissibilità da parte della stessa Corte Costituzionale” .  Comunque, ha concluso Barretta : la consultazione referendaria rischierebbe di legittimare il progetto leghista, se si pensa che solo il 34% della popolazione italiana risiede al Sud”.

Presenti in sala molti Sindaci, come ad esempio il primo cittadino di Monteverde Tonino Vella, che si è speso molto per tutelare la sua comunità portando spunti e riflessioni accolte dal consesso parlamentare.

Le prossime iniziative per la tutela delle aree interne

Prossimo appuntamento per l’Intergruppo il 12 e 13 luglio a Benevento, dove si terranno “Gli stati Generali delle Aree Interne”,una due giorni di riflessioni, organizzata da FuturIdea, dall’Eurispes, dall’Intergruppo Parlamentare “Sud, Aree fragili e Isole minori”, dalla stessa Commissione speciale Aree interne della Campania, dall’Università degli Studi del Sannio, dal Simposio dei Vescovi delle aree interne, guidati da Monsignor Felice Accrocca e dall’ Associazione Give Back – Giovani Aree Interne “.

A seguire, l’iniziativa dell’Intergruppo  del prossimo 15 luglio a Montecitorio, sempre con focus le aree interne, con l’intento di coinvolgere  nei lavori della conferenza la rete dei sindaci delle regioni meridionali, quella di Recovery Sud, a cui aderiscono circa 300 Sindaci di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia e quella di Abruzzo e Molise con oltre 100 Sindaci. L’obiettivo e di scrivere a più mani, con una metodologia bottom-up,  una nuova legge per le aree interne. Nella circostanza, sarà presentata una nuova proposta di legge per la valorizzazione delle aree interne, secondo una logica nuova, che superi quella della SNAI e consenta una classificazione per le stesse più adeguata per recuperare l’arretratezza e l’isolamento che le affligge.

Peraltro,, come osservato dall’economista Barretta, la ZES Unica Mezzogiorno ha dato un ulteriore colpo alle prospettive di questi territori, atteso che l’omogeneizzazione  del Mezzogiorno in  un’unica zona economica speciale, senza concedere una qualche premialità alle aree interne,   ha finito col compromettere definitivamente le speranze di accogliere qui nuovi investimenti produttivi ”.

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