Home Attualità Roma e gli scenari futuri della capitale, intervista a Daniela Spinaci (PD)

Roma e gli scenari futuri della capitale, intervista a Daniela Spinaci (PD)

Di Paolo D'Aleo

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Roma, in vista delle sfide dei prossimi anni, tra queste il Giubileo previsto per il 2025, vive una fase di trasformazione. Roma e gli scenari futuri della Capitale: tanti i progetti in itinere, tanti quelli da sviluppare per costruire una citta’ che si possa definire pienamente una capitale europea, in termini di servizi e vivibilita’.

Per fare il punto sulla situazione di Roma e analizzare gli scenari futuri, con un occhio al quadro nazionale, ho intervistato Daniela Spinaci, avvocata esperta in Diritto di Famiglia e dei Minori, da sempre in prima linea per le battaglie a favore della parita’ di genere.

Daniela Spinaci e’ esponente di primo piano del Partito Democratico della citta’, ha ricoperto diversi ruoli nell’Assemblea Nazionale, nella direzione romana nonchè membro del Coordinamento Nazionale della Conferenza delle Donne democratiche. E’ da due legislature consigliera municipale e, attualmente, capogruppo del Pd e presidente della Commissione Pari opportunita’ del Municipio Roma I- Centro Storico.

In quanto Presidente della Commissione Pari Opportunita’  del Municipio I di Roma, le chiedo un parere rispetto al tema della violenza di genere, che oggi appare sempre piu’ un’emergenza nazionale e sulle iniziative messe in campo dal Municipio.

“Si tocca un punto drammatico che sta assumendo giorno dopo giorno la dimensione di vera e propria emergenza sociale, rispetto al quale non è più possibile considerare il contrasto alla violenza di genere una questione “intra muraria”, ossia una questione che interessa esclusivamente problematiche interne ai nuclei familiari o comunque privati nei rapporti tra singole persone.

Il vero fronte comune e trasversale su cui mettere in campo politiche concrete è prevedere immediatamente un serio investimento finanziario nelle politiche culturali, sociali, educative, scolastiche e di welfare a garanzia del superamento socio culturale di un pensiero da cui nasce la cultura della  violenza di genere e la violenza sempre più diffusa nei confronti di tutti i soggetti considerati “poco graditi” alla società maschilista e machista (persone omossessuali, persone lgbtq+, migranti, emigrati, persone fragili in senso più ampio, ecc.).

Il maschilismo purtroppo non è un pensiero  esclusivo degli “uomini” (i quali di esclusivo hanno il mostruoso primato di mettere in atto la violenza fisica che troppo spesso giunge al femminicidio con dei numeri in raccapricciante aumento) è un modo di vedere e di pensare l’organizzazione della società basata sul ruolo  del “pater familias”, a cui troppe donne ancora sono ancorate. 

In punto basti pensare, tra i tanti vulnus legislativi sul tema della parità di genere,  che nonostante la Corte Costituzionale abbia più volte decretato che l’attribuzione automatica del cognome paterno ai figli è anticostituzionale ed abbia più volte esortato il Governo ed il Parlamento  Italiano alla riforma del Codice Civile nella parte in cui non prevede l’attribuzione del doppio cognome di madre e padre, oggi ancora non è stato fatto nulla in tal senso, a dimostrazione che lo scardinamento anche della più piccola regola patriarcale ancora mette paura alla maggior parte degli italiani e delle italiane.

Per quanto riguarda le politiche messe in campo in I Municipio sul tema specifico,  tra le tante l’apertura di un Centro Anti Violenza (CAV) con i fondi messi a disposizione dalla Giunta Regionale Zingaretti, nella nostra sede di Circonvallazione Trionfale che offre a tutte le donne e ragazze vittime di violenza e stalking, l’aiuto concreto alla fuoriuscita da questo terribile tunnel.

L’apertura di questo servizio pubblico all’interno del I municipio ed in tanti altri municipi di Roma, vuole proprio offrire alla cittadinanza quel cambio di passo culturale di cui parlavo all’inizio, ossia di presa in carico di un grave problema che colpisce  le singole persone quasi sempre nell’ambito di rapporti familiari e/o sentimentali, ma che non per questo non sia da considerare “privato” tanto che le donne e ragazze bisognose di sostegno possano avere la garanzia della presenza delle istituzioni in momenti così drammatici  alla stessa stregua degli altri servizi che offre l’Ente di prossimità.

Essere vittima di violenza non deve più essere sentito più un tabù, in primis dalle vittime, spesso impaurite dal rischio della vittimizzazione secondaria. Abbiamo diffuso in molti punti del nostro territorio panchine rosse contro il femminicidio apponendo targhe con il numero verde nazionale antiviolenza 1522. L’8 marzo di quest’anno abbiamo siglato una convenzione con una scuola di formazione professionale che ha donato 100 borse di studio al I Municipio, che saranno destinate alle donne e ragazze seguite dai CAV del nostro territorio, che si trovano in fase di fuoriuscita dal percorso di violenza, offrendo in tal modo un aiuto concreto attraverso il conseguimento di attestazioni professionali per entrare nel mondo del lavoro ed essere libere dalla violenza economica.

Infine il nostro municipio si rende promotore di iniziative nelle scuole e con convegni e dibattiti pubblici per divulgare in modo più capillare possibile la cultura del contrasto alla violenza di genere ed alla violenza in ogni sua deprecabile forma.”

Il territorio che comprende il Municipio I di Roma e’ da sempre considerato un museo a cielo aperto. Esiste la possibilita’ che anche i residenti possano sentirsi “a casa” in termini di servizi e vivibilita’?

“Questo è un tema molto sentito nel Centro Storico di Roma. Purtroppo negli anni abbiamo assistito ad un progressivo spopolamento del tessuto urbano dovuto principalmente al fenomeno degli “affitti brevi” ed alla continua apertura di locali destinati al food & beverage. Fenomeni che, oltre a spopolare il Centro Storico, hanno contribuito a far lievitare il costo degli appartamenti e dei canoni di locazione.

Sentiamo forte l’esigenza di tutelare i cittadini residenti in Centro e sono allo studio dei provvedimenti volti a limitare tali problematiche. Il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico locale previsto dalla Giunta Gualtieri contribuirà ad aumentare sensibilmente il livello dei servizi offerti così come la cantierizzazione di molteplici interventi volti a migliorare la viabilità e la percorribilità delle strade del Centro.

Altro fenomeno da affrontare con decisione è quello relativo alla c.d. Movida. Molti residenti si sentono “ostaggi” di una mala-movida sfrenata che contribuisce a degradare i livelli di vivibilità per chi ha la sfortuna di risiedere a ridosso di locali trend. Anche su questo versante stiamo provvedendo a rinforzare il sistema di vigilanza e controllo per il rispetto degli orari di chiusura.

E’ in atto anche un censimento delle occupazioni di suolo pubblico concesse a tutti per l’emergenza Covid e oggi spesso causa di rumori molesti e schiamazzi notturni. Quello che vorremmo fare per aumentare il livello dei servizi, è riportare nel Centro Storico quelle attività che si sono perse nel corso degli anni, ovvero il classico negozio di vicinato dove ci si recava a fare la spesa ma anche dalla sarta, dal calzolaio, dal ferramenta o nella merceria.

Queste attività, per lo più artigianali o di vendita al minuto, sono quasi scomparse in 1° Municipio e ciò va ovviamente ad intaccare quella che chiamiamo qualità della vita. Perchè una volta bastava fare una passeggiata per il rione per fare la spesa, oggi se non ci si attrezza con un mezzo di trasporto è spesso difficile riuscire a reperire ciò di cui si ha bisogno.  E’ evidente, infine, che anche l’imprenditoria virtuosa necessita di essere valorizzata con politiche di riequilibrio tra il diritto chi esercita attività nel rispetto delle regole e residenzialità.”

Con l’insediamento della giunta Gualtieri a Roma si e’ posta maggiore attenzione al tema dei rifiuti e del decoro urbano. La situazione nella citta’ e’ sensibilmente migliorata, anche se rimane molto lavoro da fare. Il vero punto di svolta e’ rappresentato dal termovalorizzatore, gia’ programmato, che fara’ di Roma una Capitale europea. Qual’e’ il suo giudizio sul termovalizzatore? Sara’ utile per la cittadinanza?

“Dobbiamo assolutamente chiudere il ciclo dei rifiuti. Oggi abbiamo un livello di chiusura di poco superiore al 2% che è una cifra troppo bassa.

Roma produce oltre 1.600.000 tonnellate di rifiuti ogni anno. Di queste differenziamo soltanto il 40% mentre il rimanente 60%  rimane indifferenziato e viene destinato per il 15% agli impianti AMA e per l’85% ad impianti gestiti da terzi. Il 30% del totale dei rifiuti finisce quindi in discarica con un aggravio elevatissimo dei costi strutturali ed ambientali. Inoltre  non è compatibile con un uso sostenibile del suolo e delle risorse naturali.

Si consideri, inoltre, che il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti considera preferenziali quelle scelte tecnologico-impiantistiche volte al recupero energetico diretto, senza alcuna necessità di trattamento, affinché venga massimizzata  la valorizzazione energetica del rifiuto ed altresì minimizzato il ricorso alla discarica.

Nelle proiezioni fatte da Roma Capitale ed AMA SpA si legge che nel 2035, tra più di 10 anni, con una raccolta differenziata al 70%, avremo comunque una produzione di oltre 456.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato ogni anno. Rifiuti che dovranno essere trasportati all’estero o conferiti in discarica.

Vi pare uno scenario sostenibile senza un termovalorizzatore?  Nei prossimi 5 anni, con il termovalorizzatore, si potrà ridurre di circa il 90% l’attuale fabbisogno di discariche. Sarà massimizzato il quantitativo di  materiali da avviare a riciclo/recupero, sarà ridotto il fabbisogno energetico della Città; sarà semplificato il sistema impiantistico attraverso l’avvio a recupero energetico diretto e arriveremo a chiudere il ciclo dei rifiuti sul territorio del 90%.”

Un’ultima domanda sul nuovo corso del Pd nazionale. Come valuta le prime mosse della nuova segretaria Elly Schlein? Ci sara’ spazio per garantire una chiara linea politica nel rispetto del pluralismo?

“Premetto che io non ho votato l’attuale Segretaria ma che, dal giorno dopo le Primarie, mi sono adoperata per sostenerla come sempre ho fatto con i segretari che si sono succeduti alla guida del Partito Democratico.

Ho apprezzato le prime mosse dell’esecutivo nominato anche se avrei apprezzato una maggiore apertura  proprio per garantire il rispetto del pluralismo interno al Partito. Ciò che ha sempre caratterizzato il PD è sempre stata una forte dialettica interna che ci ha  permesso negli anni di raggiungere anche significativi risultati.

Quello che dovremmo ritrovare, e su questo spero molto nella Segretaria, è il ruolo importante della base del Partito ovvero quei circoli o sezioni tanto trascurati negli ultimi anni. Sono la nostra anima, la nostra forza. Dal dibattito nelle unità di base nasce spesso quel contributo di idee e di energie che non può essere trascurato perchè è la nostra ricchezza.

La capillarità sul territorio nazionale assicura che al centro giunga quella linfa vitale necessaria a far si che un partito come il nostro possa essere considerato popolare ed utile. Se un partito non è utile al popolo, se la gente non sente la necessità di varcare la soglia del circolo per informazioni o per chiedere aiuto, non serve se non alla conservazione di se stesso.”

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