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Sorrento: tra tradizione e innovazione

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Sorrento è una delle mete più ambite tra stranieri e italiani. Chi passa per Napoli, quasi sempre cerca di allungarsi e fare un giro in costiera. Tra panorami mozzafiato, strutture alberghiere di livello e una cultura gastronomica da invidiare, Sorrento da anni è in classifica per record di turisti. Scopriamo insieme i luoghi e i prodotti simbolo di questa meravigliosa terra.

Prodotti tipici

Uno dei piatti più identificativi di Sorrento, che viene promosso in tutta Italia anche come simbolo di italianità sono gli gnocchi alla Sorrentina. Un piatto semplice e gustosissimo nato a Sorrento, chiamati “strangolaprete” sono ormai un must diffuso in tutto il mondo.

Si tratta di gnocchi di patate, realizzati a mano con farina e acqua, cottura in acqua bollente e serviti con salsa di pomodoro, fiordilatte, tanto parmigiano e basilico. La tradizione ci dice che dovrebbero essere serviti in un tegame di coccio, chiamato pignatiello, la fase finale della cottura è quindi così nel forno per ricreare la famosa crosticina che fa impazzire tutti. Non sono nati in un determinato locale, ma sicuramente è possibile trovare in ogni ristorante, che sia fine dining o una trattoria, questo strepitoso piatto.

Il Provolone del Monaco

Un formaggio partenopeo per eccellenza che vanta origini molto antiche. Il Provolone del Monaco, è diventato prodotto Dop solo nel 2006, grazie all’istituzione del Consorzio che ne tutela e ne promuove la vendita e che vede coinvolti allevatori, produttori di formaggio e stagionatori presenti nel territorio dei Monti Lattari e della Penisola sorrentina. Anche il nome ha una storia particolare. La produzione del Provolone del Monaco inizia nel 1700 quando alcuni pastori che vivevano sul Vomero – oggi quartiere elegante di Napoli ma ai tempi area agricola – dovettero trasferirsi a causa dell’espansione urbana. Nella necessità di allargare i loro confini di vendita, infatti, iniziarono a spostarsi verso altri mercati: per ripararsi dal freddo durante il tragitto, i mercanti si coprivano con grandi mantelli che mettevano anche sulla testa e che per questo somigliavano al saio indossato dai frati. I napoletani che vedevano arrivare le imbarcazioni da lontano li riconoscevano chiamandoli monaci e, di conseguenza, anche i prodotti caseari che vendevano venivano etichettati così.

Delizia al Limone di Sorrento

Le delizie al limone sono sfiziosi dolci, che racchiudono tutti i profumi e i sapori della penisola sorrentina: il pasticcere Carmine Marzuillo le preparò per la prima volta nel 1978, in occasione di un concorso culinario, e da subito divennero un simbolo della pasticceria campana, insieme ai classici babà e alla torta caprese. I limone dopotutto sono il simbolo per eccellenza della penisola Sorrentina e non vengono prodotti solo dolci ma anche liquori, il più importante tra tanti, il limoncello.

O Parrocchiano

La gastronomica non è l’unico aspetto che rende Sorrento una meta così appetibile. Tra panorami suggestivi, terrazze esclusive, location per eventi, la penisola va visitata in ogni suo aspetto. Uno dei luoghi più caratteristici è il ristorante “O Parrocchian” un bellissimo limoneto nel pieno del centro storico di Sorrento. Il Ristorante è un caposaldo della ristorazione sorrentina, offre il meglio della tradizione culinaria campana abbinato alla piacevolezza delle numerose sale che mette a disposizione della sua clientela. L’alta qualità della cucina e la versaliltà degli ambienti di ricevimento al coperto e in suggestivi giardini all’ombra degli agrumi, rendono possibile la realizzazione di qualsiasi evento. Qui sono stati inventati i Cannelloni, altro piatto cardine della penisola. Originariamente chiamato “strascinti”.

Antonino Ercolano si racconta che li servisse già nel Milleottocento. Si era inventato la piccola trattoria La Favorita per mettere a frutto l’arte del fornello imparata quand’era seminarista nella sede arcivescovile. Non era riuscito a diventare prete, ma per gli amici e per tutta Sorrento era diventato lo stesso, affettuosamente, “o’ Parrucchiano”, il parroco.

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